Nelle analisi post- voto
in Emilia Romagna, il Segretario nazionale del Partito Comunista
Marco Rizzo ha riteniuto che, al di là delle battute sulle
“citofonate di Salvini”, non vi sia stata alcuna discussione
seria – da parte di centrodestra e centrosinistra - sulle tematiche
della Regione, a partire dalle privatizzazioni e dalla sanità.
Rizzo ritiene da tempo,
infatti, che non vi sia alcuna differenza sostanziale fra i due
grandi schieramenti – uniti pressoché su tutto - e che il
Movimento Cinque Stelle abbia, altresì, tradito tutte le tematiche
che sino a qualche anno fa sembrava portare avanti (prima alleandosi
con la Lega e poi con il PD): dalla TAV al no euro, dall'Ilva alla
riduzione delle spese militari.
Rizzo, primo fra l'altro
a criticare il cosiddetto “movimento delle Sardine” - che definì
“arma di distrazione di massa” - utile a distrarre l'attenzione
dal fatto che l'Unione Europea sta stritolando i diritti dei
lavoratori e dei popoli, si candiderà peraltro alle elezioni
supplettive di Roma, che si terranno il primo marzo prossimo, e che
eleggeranno un nuovo deputato (al posto di Paolo Gentiloni) al
Parlamento.
Rizzo, in una recente
intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato che intende
candidarsi in particolare per sfidare la candidatura di Roberto
Gualtieri, attuale ministro dell'economia del PD.
Gualtieri, per Marco
Rizzo, rappresenta “l'uomo della globalizzazione, dell’UE”,
che ha ricevuto persino l'endorsment di Christine Lagarde, appena
nominata a capo della Banca Centrale Europea.
Nel rilanciare la sua
candidatura - a nome del Partito Comunista - Rizzo non solo rilancia
la sua battaglia contro i poteri forti economico-finanziari, contro
il capitalismo e per l'uscita dell'Italia dalla NATO e dall'Unione
Europea, ma anche quella per il rilancio dell'attività dei piccoli
commercianti e degli artigiani della città di Roma, stritolati dalla
grande distribuzione.
Oggi Rizzo intende
presentarsi come unico vero argine a un centrosinistra e a un
centrodestra che rappresentano unicamente i ceti più ricchi; i
poteri economico-finanziari; una politica estera filo statunitense e
imperialista.
Potenzialmente, l'attuale
Partito Comunista, potrebbe rappresentare – un po' come nella
Russia post-sovietica fece il leader comunista Gennady
Zjuganov, il quale si pose a capo di un fronte patriottico
alternativo all'avvento del capitalismo assoluto, rappresentato da
Eltsin e dagli oligarchi - il fulcro di una alternativa per tutti
coloro i quali, al di là delle ideologie e dei colori politici,
hanno compreso che tanto il PD ed i suoi alleati, quanto la Lega ed i
suoi alleati, non rappresentano altro che due facce della medesima
medaglia liberal-capitalista.
Due facce destinate a
discutere sul nulla, nel disinteresse della gran parte degli
elettori. I quali, in massa, ancora oggi, sembrano astenersi dal
voto.
Luca Bagatin
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