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sabato 31 luglio 2021

Russia. Picchetti dei nazionalbolscevichi de "L'Altra Russia di Eduard Limonov" per la libertà di elezione. Articolo di Luca Bagatin

Il 31 luglio si sono tenuti, in varie città della Russia (fra cui Mosca, Kirov, Penza, Volgograd, Ekaterinburg, Brjiansk, Izhevsk, Ulyanovsk, Tuapse, Vologda, Krasnodar) picchetti dimostrativi – davanti alle sedi degli uffici del Ministero della Giustizia - organizzati dai militanti del partito nazionalbolscevico “L'Altra Russia di Eduard Limonov” per la “libertà di elezione”.

Nelle scorse settimane, al partito, infatti, è stato proibito – da parte del Ministero della Giustizia russo – di presentare liste elettorali per il rinnovo del parlamento russo, che si terranno il 17 – 18 e 19 settembre prossimi.

La motivazione è pittusto confusa e fa riferimento alle presunte accuse di “estremismo”, mosse peraltro anche ad altri partiti indipentendi, fra i quali il Partito Libertario e la destra liberale di Alexey Navalny.

I nazionalbolscevichi sono l'unica forza politica che oggi, in condizioni di attiva pressione da parte dello Stato, si batte per l'ammissione di tutte le forze politiche nel partecipare alle elezioni!”, scrivono gli attivisti nei loro comunicati, scandendo slogan e striscioni che recitano: “Libertà di elezione per tutti, sempre e ovunque!”; “Ci sono elezioni, ma non c'è scelta!”; “Per elezioni giuste!”; “Le elezioni senza opposizione sono un crimine!”.

La data dei picchetti è significativa e scelta appositvamente, ovvero il 31 del mese, che richiama l'articolo 31 della Costituzione della Federazione Russa, che sancisce il diritto dei cittadini di riunirsi e organizzare picchetti, pacificamente.

Nei decenni scorsi lo scrittore Eduard Limonov, leader dei nazionalbolscevichi russi, aveva fondato il movimento “Strategia 31”, che aveva esattamente lo scopo di promuovere tale articolo, anche attraverso manifestazioni da tenersi ogni 31 del mese. Articolo sistematicamente violato dalle autorità governative.

Negli scorsi giorni, numerosi attivisti de “L'Altra Russia di Eduard Limonov” - che per la maggior parte sono giovani e giovanissimi - sono stati arrestati senza una valida motivazione e unicamente per aver manifestato il loro diritto ad essere presenti alle elezioni. 

Alle presecuzioni politiche, del resto, sono abituati da decenni, pur nel drammatico silenzio sia dei media Occidentali che di quelli russi.

“L'Altra Russia di Eduard Limonov”, oltre che per la libertà di parola ed elezioni libere e senza brogli in Russia, si batte anche per la ricostituzione dell'URSS, per un sistema economico anticapitalista e per il socialismo popolare.

Un partito decisamente scomodo per l'Ovest e per l'Est.

Luca Bagatin

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venerdì 30 luglio 2021

La Cina di Xi Jinping antepone la comunità al capitale. Articolo di Luca Bagatin

Gli imprenditori e gli investitori cinesi devono capire che l'era della sconsiderata espansione del capitale è finita”, è quanto ha affermato Alan Song, fondatore della società di private equity Harvest Capital, come riportato dall'agenzia di stampa Reuters.com nei giorni scorsi. Song ha peraltro aggiunto: “È iniziata una nuova era che privilegia l'equità sull'efficienza”.

Questa sembra essere la filosofia del corso socialista del Presidente cinese Xi Jinping. Ovvero mettere la prosperità della comunità al centro, tenendo a freno la crescita economica incontrollata del settore privato.

Un nuovo corso compreso sia da banchieri e investitori, i quali notano – sempre come riporta il sito Reuters.com - come il Partito Comunista Cinese (PCC) voglia tornare alle proprie radici, tentando di ridurre le diseguaglianze sociali e reprimendo gli eccessivi aumenti di prezzi, che minano il costo della vita.

Del resto è il messaggio che il Partito ha voluto dare anche durante le celebrazioni del suo centenario, tenutesi il 1 luglio scorso, centrato sul miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, sulla riduzione del divario fra città e campagna e sulla lotta alla disparità fra i redditi.

Il PCC si prepara per il suo XX Congresso che deciderà se Xi Jinping sarà confermato alla carica di Segretario Generale, ma gli analisti economici ritengono che proseguirà nelle sue riforme volte a ridurre le diseguaglianze, ancora oggi purtroppo presenti nel Paese.

Luca Bagatin

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giovedì 29 luglio 2021

Perù. Si insedia il neo-eletto Presidente Pedro Castillo, oroglioso delle sue radici popolari. Articolo di Luca Bagatin

E' la prima volta che, in Perù, viene eletto alla carica di Presidente un maestro elementare figlio di contadini e orgoglioso delle sue radici popolari.

Così si è insediato Pedro Castillo, neo eletto Presidente del Perù con il 50,12% dei consensi, il quale, nel suo primo discorso da Capo di Stato, ha salutato tutti gli appartenenti ai popoli originali.

Il Presidente Castillo ha infatti dedicato la sua vittoria “ai miei fratelli 'ronderos' (autodifese contadine), ai miei fratelli maestri, ai fratelli quechua, aymara e agli afro-peruviani”.

Ed ha proseguito spiegando come “Oggi è un giorno di cambiamenti storici per il Perù” dopo che - per secoli - “prima la colonizzazione spagnola, poi una serie di governi ingiusti seguiti al colpo di stato del 1992 (quello del dittatore Alberto Fujimori) hanno defraudato la popolazione. Ma ora, nel giorno del duecentesimo anniversario della nostra Indipendenza, c'è un governo per il popolo e con il popolo”, ha affermato Carrillo.

Pedro Castillo, socialista populista e marxista-leninista, si è presentato agli elettori con un programma di lotta alla corruzione; per la redazione di una nuova Costituzione democratica inclusiva e per l'introduzione di programmi sociali, in particolare in grado di sostenere le famiglie rurali; oltre che un piano di finanziamento di prestiti a basso tasso d'interesse per i piccoli e medi imprenditori ed un piano per la tutela dell'ambiente.

Pedro Castillo ha ricevuto immediato plauso per la sua elezione da parte dei governi socialisti di Cuba, Messico, Nicaragua, Bolivia, Venezuela e Argentina.

L'America Latina socialista sembra pian piano rinascere e ritrovare una nuova prospettiva unitaria, indigenista e antimperialista.

Luca Bagatin

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martedì 27 luglio 2021

Russia. Il Partito Comunista si mobilita contro il rifiuto della candidatura di Pavel Grudinin. Articolo di Luca Bagatin

Il Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF), guidato da Gennady Zjuganov, maggiore partito di opposizione nel Parlamento russo, terrà manifestazioni, il 30, 31 luglio e 1 agosto a sostegno del deputato Pavel Grudinin, al quale è stata rifutata, dalle autorità, la possibilità di candidarsi alle elezioni parlamentari del 17, 18 e 19 settembre prossimi.

Pavel Grudinin, direttore dell'azienda agricola autogestita “Fattoria Lenin”, deputato comunista, fu candidato alle elezioni presidenziali russe del 2018, prendendo l'11,77% (oltre 8 milioni e mezzo di voti).

Gli è stata rifiutata la possibilità di candidarsi in quanto la sua ex moglie aveva delle partecipazioni in una società offshore e ciò risulterebbe contrario alla legge russa.

Il Partito Comunista contesta tale decisione, in quanto gli affari di Grudinin non hanno nulla a che vedere con quelli della ex moglie e ritiene che tale decisione serva unicamente a mettere fuori dai giochi un candidato forte, che potrebbe mettere i bastoni fra le ruote al partito di governo liberale “Russia Unita”.

Il KPRF si presenta come grande coalizione che raccoglie ben 56 partiti di sinistra patriottica, fra cui fra cui il “Fronte di Sinistra”, “Per un Nuovo Socialismo” e “Russia Lavoratrice” (Trudovaya Rossya).

Sempre sul fronte dell'opposizione di sinistra è stata riufutata la presentazione delle liste dei nazionalbolscevichi de “L'Altra Russia di Eduard Limonov”, alle quali le autorità hanno addirittura negato manifestazioni di protesta in merito, per quanto gli attivisti del partito abbiano presentato regolare domanda di poter manifestare pacificamente.

Saranno presenti alle elezioni di settembre, invece, il partito socialista patriottico “Russia Giusta – Patrioti - Per la Verità”, di Zakhar Prilepin, Gennady Semigin e Sergey Mironov (al quale ha aderito anche l'attore statunitense Steven Seagal), che vorrebbe stringere un accordo post elettorale con il partito di Zjuganov e, infine, il partito “Comunisti di Russia” di Maxim Suraykin, che presenta un programma anticapitalista e intransigente, molto più anticapitalista e radicale rispetto a quello del partito di Zjuganov (non improbabile che i nazionalbolscevichi di Limonov possano pensare di appoggiarlo). Il partito “Comunisti di Russia” ha comunque dichiarato che non intende ostacolare alcun partito di sinistra, bensì creare le basi – alla Duma, ovvero il Parlamento russo – per un “fronte rosso” anticapitalista contro Putin e il liberal capitalismo.

Temi caldi della sinistra patriottica socialista e comunista russa: le nazionalizzazioni dei settori chiave dell'economia, un salario minimo garantito, la piena accessibilità di istruzione e sanità, l'abolizione dell'inumana riforma pensionistica e un sistema fiscale che vada a colpire i ceti più ricchi.

Luca Bagatin

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Attentato terroristico contro l'Ambasciata di Cuba a Parigi. Articolo di Luca Bagatin

I vigili del fuoco francesi hanno affermato che due ordigni incendiari sono stati lanciati contro l'Ambasciata cubana, sita nel XV arrondissement di Parigi, subendo, fortunatamente, danni lievi.

Il governo cubano ha immeditatamente denunciato l'attacco terroristico avvenuto con bombe molotov.

Il Ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodriguez, ha dichiarato, su Twitter: “Denunciamo un attacco terroristico con bottiglie molotov alla nostra Ambasciata a Parigi @EmbaCubaFrancia” e ha aggiunto: “Ritengo il governo degli Stati Uniti responsabile di queste incessanti campagne contro il nostro Paese che incoraggiano questo comportamento e invitano alla violenza, impunemente, dal suo territorio”.

Sostegno a Cuba e richieste della fine dell'embargo USA contro l'Isola è arrivato, negli scorsi giorni, dal cantautore dei Pink Floyd Roger Waters; dal saggista statunitense Noam Chomsky; dall'ex Presidente del Brasile (in testa nei sondaggi) Lula; dal regista Oliver Stone; dall'attrice Jane Fonda e da numerosi altri intellettuali, artisti e attivisti in tutto il mondo.

Luca Bagatin

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sabato 24 luglio 2021

BOSCO SACRO. Poesia di Luca Bagatin

 BOSCO SACRO

Poesia di Luca Bagatin

Musa nelle foto: De Maga Mortem

La Luna

Illumina il bosco

Nel quale ti ho scorta

Nuda

Ricoperta di sole ossa.

Ho avvertito

Il profumo

Della tua pelle

Morbida.

L'ho accarezzata

Prima con lo sguardo

Poi con le mie mani.

La tua testa

Le tue spalle

Il tuo collo

I tuoi seni

Il tuo ventre

La tua rosa

I tuoi piedi.

Ho assaporato

Con il tatto

Ogni cellula

Del tuo corpo.

Ho sentito

Le ossa

Che lo ornavano.

Ho avvertito

La calura estiva

Sui nostri corpi.

Rischiarati dalla luna.

Il bosco ci protegge.

Il bosco ci avvolge.

In un Sacro abbraccio

Nella quieta notte.

 Luca Bagatin 

Biden inasprisce le sanzioni contro Cuba? La Cina risponde. Articolo di Luca Bagatin

Biden inasprisce le sanzioni contro Cuba, violando ulteriormente la sua sovranità ? La Cina risponde in difesa dell'Isola caraibica.

Il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, in una conferenza stampa, ha infatti dichiarato che il suo Paese: “sostiene fortemente gli sforzi del governo e del popolo cubano per mantenere la stabilità sociale” ed ha aggiunto che: "Rifiutiamo risolutamente qualsiasi interferenza esterna negli affari interni di altri Paesi, l'imposizione di sanzioni unilaterali e il tentativo di attaccare altri Paesi con il pretesto di 'libertà', 'democrazia' e 'diritti umani' ".

Il portavoce del governo di Pechino ha sottolineato inoltre come “Gli Stati Uniti dovrebbero, prima di tutto, esaminare i propri problemi di diritti umani, invece di maneggiare il grande bastone delle sanzioni, interferire seriamente negli affari interni degli altri e creare divisioni o scontri”.

Zhao Lijian ha inoltre fatto presente che “La Cina sostiene che il rispetto reciproco, l'equità, la giustizia e la cooperazione reciprocamente vantaggiosa sono il modo giusto per condurre le relazioni da Stato a Stato “ e che “Attualmente, Cuba è in un momento critico nella sua lotta contro il Covid-19 e nei suoi sforzi per alleviare le sofferenze delle persone, gli Stati Uniti devono immediatamente e completamente revocare le sanzioni unilaterali contro Cuba in conformità con gli scopi della Carta delle Nazioni Unite”.

“La Cina – ha evidenziato il portavoce cinese - “crede che sotto la guida del Partito e del governo cubano, Cuba manterrà sicuramente la stabilità sociale”.

Dopo le proteste dell'11 luglio scorso, Cuba, mantiene la sua stabilità ed ha ricevuto il sostegno del cantautore dei Pink Floyd Roger Waters e di molti esponenti del mondo sociale, civile e politico di orientamento socialista, oltre che, in Italia, dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba.

Luca Bagatin

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giovedì 22 luglio 2021

Errico Malatesta, anarchia e lotta ad ogni oppressione. Articolo di Luca Bagatin

Il 22 luglio 1932 moriva a Roma - a quasi 80 anni - Errico Malatesta, padre del pensiero anarchico italiano.

Nato a Santa Maria Capua Vetere nel 1853, Malatesta si avvicinò giovanissimo al pensiero di Giuseppe Mazzini e alle idee repubblicane.

Già quindicenne, nel 1868, venne convocato dalla questura di Napoli, a causa di una lettera ritenuta sovversiva, indirizzata al Re Vittorio Emanuele II.

Fu arrestato la prima volta nel 1870 a seguito di una sommossa studentesca repubblicana, ma, dopo la Comune di Parigi del 1871, abbandonerà le idee mazziniane per abbracciare quella anarchiche.

Fu in quell'anno che si iscrisse alla federazione napoletana dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, organizzazione fondata nel 1864 con il contributo non solo di Mazzini e Garibaldi, ma anche di Marx, Engels, Bakunin e Proudhon.

Divenne pertanto amico degli anarchici russi Michail Bakunin e Petr Kropotkin e, nel 1875, fu iniziato in Massoneria a Napoli, ove, come lo stesso Bakunin e Proudhon, già precedentemente iniziati, diffonderà gli ideali socialisti e anarchici. Uscirà ad ogni modo dalla Massoneria l'anno successivo, in polemica con la sua loggia, in quanto questa organizzò un ricevimento d'onore per il neo Ministro dell'Interno Giovanni Nicotera.

Malatesta fu successivamente eslue in Argentina, ove entrò in contatto con il Circolo Comunista Anarchico e pubblicò il suo saggio “La Questione Sociale”.

Nel 1887 contribuì peraltro a far nascere il primo sindacato argentino, quello dei fornai.

Negli Anni '90 dell'800 tenne comizi in Spagna e in Francia, ove affascinò Maria Sofia di Borbone, detta “La Regina degli Anarchici”.

Nel 1897 fu in Italia, ove fondò il giornale “L'Agitazione”. Subì nuovamente arresti e condanne, prima di diffondere gli ideali anarchici in Gran Bretagna.

Nel 1919 tornò in Italia e riorganizzò l'Unione Anarchica Italiana, sostenne gli Arditi del Popolo (prima organizzazione paramilitare antifascista anarchica, socialista e comunista, fondata da ex combattenti della Grande Guerra) e appoggiò l'impresa d'annunziana di Fiume.

Nel 1920 diresse il quotidiano anarchico “Umanità Nuova” e fu successivamente arrestato e recluso, a Milano, nel carcere di San Vittore, iniziando un lungo sciopero della fame che lo debilitò profondamente.

“Umanità Nuova” fu chiuso, nel 1922, dai fascisti e Malatesta condannò sempre il regime mussoliniano e i suoi atti di violenza indiscriminati, giungendo a scrivere: “Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell'umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà e per assicurare la vittoria della causa nostra, che è la causa del bene di tutti”.

Nonosante il regime, la censura e l'età avanzata, il Nostro, riuscì comunque a proseguire nella sua attività di propaganda sovversiva, giungendo a pubblicare il giornale clandestino “Pensiero e Volontà”.

Le sua condizioni di salute si aggravarono nel 1932 e morì il 22 luglio di broncopolmonite.

La stampa di regime ignorò totalmente la sua morte.

E' attualmente sepolto al Cimitero del Verano di Roma.

Errico Malatesta, nel suo Programma Anarchico del 1919 scrisse: “Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, noi vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà cosciente e voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza”.

Questo il senso del suo testamento politico, valido in ogni epoca e in ogni Paese che voglia combattere l'oppressione dello sfruttamento economico e sociale.

Da sottolineare che, nel pensiero anarchico e di Malatesta nella fattispecie, la libertà non può ritenersi assoluta, ma deve essere limitata dal principio della solidarietà e dell'amore verso gli altri.

Luca Bagatin

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martedì 20 luglio 2021

Perù. Il maestro elementare marxista-leninista Pedro Castillo è il nuovo Presidente. Articolo di Luca Bagatin

Non c'è più alcun dubbio.

Dopo il riconteggio dei voti – a più di un mese dal secondo turno elettorale - è confermata la vittoria alle elezioni presidenziali del maestro elementare marxista-leninista Pedro Castillo, che sarà il nuovo Presidente del Perù.

Castillo, 51 anni, leader della coalizione socialista populista “Perù Libre”, ha ottenuto il 50,12% dei consensi e batte la conservatrice di destra Keiko Fujimori, figlia dell'ex dittatore Alberto Fujimori, che – con “Forza Popolare” - ha ottenuto il 49,87%.

A decretarlo è stata l'autorità elettorale competente per l'esame dei ricorsi, il cui esito è stato accettato anche dalla stessa Fujimori, che aveva fatto ricorso.

Pedro Castillo entrerà in carica il 28 luglio prossimo e ha promesso l'istituzione di un'Assemblea Costituente e la redazione di una nuova Costituzione, democratica e inclusiva. Oltre a ciò ha in programma un'agenda di lotta alla corruzione, che ha dilaniato il Paese nei decenni, oltre che un programma di rafforzamento del sistema sanitario pubblico, di lotta al precariato e contro lo sfruttamento lavorativo, oltre che politiche in favore dell'ambiente.

Pedro Castillo, sindacalista e insegnante, è un uomo del popolo. Nato da genitori contadini analfabeti, ha lavorato e lottato sin da ragazzo per pagarsi gli studi e laurearsi in psicologia dell'educazione. E' insegnante di scuola primaria dal 1995, oltre che cuoco della mensa e bidello e ha sempre vissuto in un villaggio rurale.

Da anni impegnato in politica, si definisce marxista-leninista e conservatore di sinistra, nel solco del Socialismo del XXI Secolo dei Paesi latinoamericani, che uniscono tradizioni arcaiche e indigene al socialismo originario di ispirazione marxista e socialista.

Quella di Castillo, in sostanza, è una sinistra molto diversa da quella alla quale siamo purtroppo abituati a vedere da decenni in Europa e in Nordamerica, la quale sembra essere sempre più simile alla destra per quanto concerne la tutela dei ceti borghesi e più abbienti.

La sinistra populista latinoamericana, molto simile peraltro a quella asiatica, eurasiatica e panafricana (pensiamo ai vari partiti socialisti e comunisti di Russia, Asia e Africa), unisce infatti anticapitalismo, lotta all'oligarchia e alla borghesia e recupero delle tradizioni arcaiche e comunitarie e ricorda molto i valori del socialismo otto-novecentesco europeo.

Una sinistra purtroppo invisa, da sempre, dalle élite borghesi di matrice liberale e capitalista che approfittano sempre per tentare di screditarla o destabilizzare i Paesi ove essa governa, vedi i casi di Cuba e Venezuela, ingiustamente bollate dalle élite liberali come delle “dittature” (pur essendo delle democrazie popolari, peraltro molto diverse fra loro).

Il nuovo corso del Perù potrà geopoliticamente avvicinarlo a Paesi fratelli quali la Bolivia, l'Argentina, il Venezuela, Cuba e il Nicaragua. Con una probabile prossima vittoria alle elezioni in Brasile di Lula e della sinistra socialista in Cile, probabilmente anche a questi altri due Paesi.

Luca Bagatin

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venerdì 16 luglio 2021

Russia. Rifiutata l'ammissione alle elezioni del partito nazionalbolscevico "L'Altra Russia di Eduard Limonov". Articolo di Luca Bagatin

Per la dodicesima volta, al partito nazionalbolscevico “L'Altra Russia di Eduard Limonov”, storico partito anti-Putin, anticapitalista e per il socialismo popolare, guidato dallo scrittore Eduard Limonov - deceduto nel 2020 - è stata negata l'iscrizione per poter concorrere alle elezioni parlamentari di settembre.

Il Ministero della Giustizia russo ha infatti negato, ancora una volta, l'iscrizione del partito quale soggetto elettorale.

Gli attivisti dell'Altra Russia, in un comunicato di denuncia, hanno fatto presente fra le altre cose che: “Siamo una forza politica davvero esistente, con uffici regionali in più della metà delle realtà russe. Il nostro partito soddisfa tutti i requisiti della legislazione russa.

Non siamo lieti del governo e del Presidente, ma amiamo il nostro Paese. I nazionalbolscevichi non hanno interessi finanziari e prole all'estero. I nostri attivisti hanno combattuto con onore in Donbass nell'ambito della milizia nazionale contro le truppe della giunta di Kiev.

I nazionalbolscevichi meritano l'iscrizione, meritano l'ammissione alle elezioni. I cittadini russi alle elezioni parlamentari, non i funzionari chiusi nei loro uffici, dovrebbero risolvere la questione dell'ammissione alla Duma di Stato”.

Anche altre forze politiche di sinistra patriottica non sono state ammesse alle elezioni, oltre che le organizzazioni della destra liberale di Alexsei Navalny.

Alcune di queste organizzazioni, come ad esempio “Per un Nuovo Socialismo”, considerate “estremiste” o comunque non ritenute ammissibili dalle autorità, avranno loro candidati in altri partiti (come ad esempio nel Partito Comunista della Federazione Russa).

Gli attivisti de “L'Altra Russia di Eduard Limonov” hanno comunque annunciato che continueranno a battersi per l'ammissione di tutte le forze politiche e dei candidati indipendenti (molti dei quali vengono tutt'ora arrestati) alla competizione elettorale di settembre.

Fra i numerosi punti programmatici del partito: la nazionalizzazione dei settori strategici dell’economia; l'introduzione di prezzi fissi per i prodotti alimentari di base e i beni essenziali; l'abolizione del'IVA; l'introduzione di una tassa sul lusso e di una tassazione progressiva e la semplificazione delle procedure per ottenere la cittadinanza russa per i cittadini russi delle Repubbliche dell’ex URSS.

Luca Bagatin

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giovedì 15 luglio 2021

Cuba resiste. Solidarietà da Ganni Minà, Roger Waters e Comunisti di Russia. Articolo di Luca Bagatin

Cuba resiste ad ogni tentativo di destabilizzazione.

Del resto lo fa sin dagli Anni '50 e '60, da quando si liberò dalla dittatura corrotta di Batista, sostenuto dagli USA.

La Cuba rivoluzionaria scende in piazza per protestare contro le manifestazioni antigovernative violente.

Chiunque voglia vedere com'è Cuba, come viene vissuta a Cuba, come ogni giorno questo popolo costruisce pagine di eroismo, come questo popolo ha affrontato la pandemia (…), si vede quanto sia diverso il mondo su cui scommettiamo, il mondo che vogliamo costruire”. Queste le parole del Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Diaz-Canel nei giorni scorsi.

E ha incalzato denunciando le campagne d'odio e di diffamazione diffuse nei social network contro Cuba: “L'altro obiettivo su cui punta il nemico è creade disordini sociali, incertezza. La campagna sui social network è una campagna irritante, totalmente bugiarda, diffamatoria. Gli appelli sui social network sono totalmente aggressivi, chiedendo l'omicidio, chiedendo il linciaggio, minacciando, chiedendo la distruzione delle strutture, chiedendo un attacco alle case delle persone e in particolare alle persone indicate come rivoluzionari”.

Diaz-Canel, che ha aperto comunque un dialogo con i manifestanti pacifici, ma mantenendo il pugno di ferro con i violenti, ha inoltre affermato che “La nostra società non è una società che genera odio e quelle persone hanno agito con odio. Il sentimento dei cubani è un sentimento di solidarietà e queste persone hanno compiuto questi atti armati, con atti di vandalismo, urlando per la morte, pianificando di razziare luoghi pubblici, rompendo, rubando, lanciando pietre. Questa situazione è stata sfruttata da coloro che non vogliono realmente che si sviluppi la rivoluzione cubana o un rapporto civile rispetto agli Stati Uniti”.

Il Presidente Diaz-Canel, aprendo al dialogo con i manifestanti pacifici, ha anche affermato che “Dobbiamo acquisire esperienza dai disordini. Dobbiamo anche fare un’analisi critica dei nostri problemi per agire e superare, ed evitare che si ripetano”

Solidarietà al governo cubano è arrivata anche da Roger Waters, storico leader dei Pink Floyd e da sempre in prima linea per i diritti umani, civili e per il socialismo.

Roger Waters punta il dito contro il blocco commerciale imposto dagli USA contro Cuba e come poi questo viene strumentalizzato dagli stessi USA per soffocare l'economia cubana.

Roger Waters ha spiegato, in merito a ciò, che: “Se sei interessato alla mia casa e non puoi comprarla da me, è perché non voglio vendertela, né voglio affittarla. Allora mi chiudete in casa, e non mi fate uscire per andare al supermercato, o in farmacia, o in banca, e non mi fate vendere o acquistare i pezzi di ricambio della macchina o della moto, e oltre a questo mi cancellate i conti e le carte di credito e i risparmi…

Dopo un pò i miei familiarii si dispereranno, alcuni scapperanno dalla finestra… e voi da fuori comincerete a gridare che sono incapace a provvedere a casa mia e che sono un dittatore, che faccio soffrire la mia famiglia… e poi cominceranno a dire che il governo di casa mia è in crisi e che i vicini avranno il permesso ed il dovere di intervenire e cacciarmi con lo scopo di occuparsi loro della “crisi umanitaria” della mia famiglia…

Non dirai mai la verità ossia che quello che ti interessa è stare a casa mia.

Ed è per questo che mi hai messo in questa situazione critica davanti alla mia famiglia.”

Dello stesso avviso anche il giornalista italiano Gianni Minà, storico amico di Cuba, che proprio per questa sua amicizia e solidarietà umana e civile, fu ingiustamente estromesso dal panorama mediatico italiano, molti anni fa.

Minà è intervenuto, fra l'altro, con queste parole: “Il 23 giugno scorso, l’Onu approva, quasi all’unanimità, la risoluzione per la fine dell’embargo a Cuba, che ha provocato da varie decadi, sofferenze e danni incalcolabili. Unici due astenuti: Stati Uniti e Israele. Obama, nel 2016, aveva scelto l’astensione, ma con Trump prima e ora con Biden, si è ritornati al voto contrario.

Oggi stiamo assistendo a un Golia che, non contento della sua violenza usata contro chi non può e non vuole rispondere alle provocazioni, blocca le braccia a Davide per colpirlo meglio e di più.

E’ una situazione inaccettabile e pericolosa: oggi tocca a Cuba, domani potrebbe toccare, per interessi di ogni tipo, a qualunque Paese si discosti dal pensiero corale.

E’ una situazione inaccettabile per un Paese come Cuba, che è portatore di un sistema unico nel panorama politico mondiale, a cui ha aderito il suo popolo.

E’ una situazione così inaccettabile che mi è impossibile voltare la faccia da un’altra parte, come uomo e come giornalista”.

Sostegno a Cuba è arrivato anche dal partito “Comunisti di Russia” di Maxim Suraykin, il cui Comitato Centrale, in un comunicato, ha affermato che:

Le conseguenze socio-economiche della prolungata pandemia non hanno aggirato la Cuba socialista, orgoglio di tutte le persone libere del pianeta. Un numero significativo di cubani, insoddisfatti delle circostanze sia soggettive che oggettive della pandemia, è sceso nelle strade delle città cubane chiedendo di accelerare la vaccinazione, eliminare il deficit e criticare elementi della burocrazia. All'inizio, il potere popolare non ha interferito con le azioni dei cittadini, ma poi queste azioni hanno assunto un carattere ovviamente aggressivo e antisocialista. (…).

In queste condizioni, il Partito Comunista Cubano si è comportato con saggezza e decisione - non solo ha preso misure ragionevoli per ristabilire l'ordine, ma ha anche, soprattutto, fatto appello alla maggioranza socialista della società civile, esortando i comunisti a scendere in piazza e difendere la Rivoluzione . Anche il presidente di Cuba, il leader del Partito Comunista, Miguel Diaz-Canel, ha preso parte alle manifestazioni per il potere popolare.

Non c'è dubbio che, nonostante tutte le difficoltà e alcune mancanze ed errori, la maggioranza della popolazione cubana sostiene fermamente il Partito Comunista e il sistema socialista, che sono i garanti dell'indipendenza dello Stato. In queste condizioni, il partito “Comunisti di Russia” esprime piena solidarietà ai comunisti di Cuba, alla direzione di questo Paese fraterno e all'intero popolo cubano. (…).

È probabile che le recenti riforme economiche, compresi gli aumenti dei prezzi e le revisioni di alcuni aspetti della politica sociale, nonché le severe restrizioni sul coronavirus, abbiano effettivamente causato un aumento del malcontento pubblico. Siamo convinti che un partito così forte ed esperto come il PCC eliminerà tutte le carenze e le asperità e invierà quadri energici e di talento per risolvere i problemi. La fattibilità del socialismo cubano è chiara a tutti. (…). Gli Stati Uniti sono i principali responsabili di tutti i problemi del popolo cubano. Pertanto, facciamo appello a quella parte dei manifestanti che è caduta sotto l'influenza di manipolatori esterni e agenti del nemico: parlando contro il potere popolare, stai versando acqua sul mulino yankee!

Cuba ha tutti i meccanismi per la discussione pubblica dei problemi esistenti, per condurre discussioni, per sostituire i rappresentanti del popolo. Agite nel quadro della democrazia socialista!

Il partito “Comunisti di Russia” è convinto che in questo momento difficile la generazione storica dei combattenti rivoluzionari dovrebbe contribuire attivamente a stabilizzare la situazione nel Paese. Chiediamo alla leadership russa di fornire alla Repubblica di Cuba un'eventuale assistenza umanitaria per risolvere i problemi esistenti.

Siamo fiduciosi che la Cuba socialista, fedele alle idee di Martì, Lenin, Fidel, Raul e del Che, si alzerà e avanzerà!”

Luca Bagatin

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mercoledì 14 luglio 2021

Contro i ricchi, i borghesi e la modernità liberale (e antidemocratica). Riflessioni brevi

"Ritengo che i ricchi siano il maggiore ostacolo a una società egualitaria, sana e onesta moralmente e intellettualmente.
I ricchi sottraggono risorse alla comunità e veicolano innovazione e modernità. Ovvero corruzione della società, sfruttamento dei corpi, delle menti e delle anime.
Il ricco dovrebbe estinguersi ed essere rieducato, attraverso un percorso di elevazione morale, intellettuale e spirituale"
 
(Luca Bagatin)
 
"Come ogni 14 luglio, vorrei ricordare la controrivoluzione vandeana.
Non sono né cristiano né cattolico (anzi), né un tradizionalista, ma la resistenza della Vandea merita di essere ricordata.
La resistenza di poveri contadini che rifiutavano di scendere a compromessi con i borghesi liberali "rivoluzionari", dal 1793, al 1796.
La lotta dei poveri contro la modernità borghese e liberale merita SEMPRE rispetto.
In Francia sarei stato dalla loro parte.
Dalla parte dei monarchici, degli antimoderni, dei contadini, CONTRO la feccia borghese e pseudo rivoluzionaria.
Le uniche rivoluzioni popolari furono la Comune di Parigi del 1871 e le Rivoluzioni russe del 1905 e del 1917.
Non la Rivoluzione francese, ovvero non la rivoluzione borghese e bottegaia, portatrice di una modernità che ha distrutto ogni valore, mettendo tutto in vendita"

(Luca Bagatin)

"In nessun caso i tradizionalisti e i conservatori possono essere dalla parte della borghesia, poiché questa  è ovviamente una patologia sociale, la portatrice di decentralizzazione, invidia, bugie e cattiveria.
Il capitalismo è rappresentato dalla figura dell'imprenditore, ovvero una persona che gestisce i suoi interessi egoistici, che lotta per il proprio privato, cercando di espandere il proprio indvidualismo, che è sempre opposto all'interesse altrui.
Pertanto, tutta la nostra storia si basa non solo sull'odio per il capitalismo, ma su un profondo disaccordo con l'etica capitalista"

(Aleksandr Dugin)
 
“Non c'è libertà individuale in una società che non è globalmente libera. 
La retorica dei diritti maschera nuove forme di alienazione umana. E' forse a partire da questa constatazione che bisogna analizzare il tragico fallimento del progetto di emancipazione dell'Illuminismo: l'avvento di una società di sorveglianza totale, dove si proclamano i diritti di tutti, ma dove il sociale è sempre più sottomesso all'implacabile logica del capitale” 
 
(Alain De Benoist)
 
"Siamo costretti a pregare coloro che traggono profitto da noi. Gli "uomini d'affari". Ancora peggiore è la parola "imprenditore", colui che tenta di ingannare e derubare. (...). I benefici per la società, portati dagli uomini d'affari, non sono stati dimostrati da nessuno"
 
(Eduard Limonov)
 

martedì 13 luglio 2021

Cuba. Ennesimo tentativo di destabilizzare l'Isola da parte dei nemici della democrazia socialista. Articolo di Luca Bagatin

Ennesimo tentativo di destabilizzare Cuba.

L'Isola caraibica socialista che resiste ad un embargo statunitense che la soffoca sin dal 1962.

Ennesimo tentativo attraverso proteste strumentali al grido di “Abbasso la dittatura”.

Una dittatura che, invero, a Cuba è del tutto assente.

Prima di tutto in quanto al popolo è garantito ogni servizio pubblico efficiente, dalla sanità all'istruzione. In secondo luogo in quanto le elezioni sono libere e avvengono attraverso una scelta dei candidati all'Assemblea Nazionale del Potere Popolare (questo il nome del parlamento cubano), dal basso.

Praticamente l'esatto opposto degli Stati Uniti d'America, laddove le elezioni le vincono i Presidenti sostenuti dalle lobby più danarose e il sistema sanitario e scolastico è efficiente solo per le classi ricche.

Cuba soffre per ben altre questioni. Per un embargo che genera carenza di generi alimentari e medicine e una pandemia molto pesante, che sta comunque combattendo con diversi vaccini suoi propri. E ciò grazie anche agli investimenti in ricerca e sanità, da sempre fiore all'occhiello dell'Isola a livello mondiale. Aspetto che, peraltro, ha permesso all'Isola socialista, di inviare brigate mediche in varie parti del mondo per combattere non solo l'Ebola, ma anche il Covid 19, pensiamo ad esempio all'Italia, il cui governo (sia Conte che Draghi) mai è stato abbastanza riconoscente nei confronti di Cuba.

Il Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha sì fatto presente che fra le persone che protestavano c'erano anche “rivoluzionari confusi”, con i quali ha immediatamente iniziato un dialogo, spiegando nel dettaglio le ragioni dell'attuale crisi economica.

Purtuttavia ha fatto anche presente come a manifestare ci fossero gruppi di oppositori profumatamente sovvenzionati dagli USA al fine di rovesciare la democrazia nell'Isola, anche attraverso l'istituzione di sedicenti “corridoi umanitari”.

Le politiche degli USA nei confronti di Cuba, dunque, non sono cambiate da Trump a Biden, rappresentanti, infondo, degli stessi interessi dell'estrema destra capitalista.

Pretestuose le proteste dell'UE contro il governo di Cuba, visto che peraltro durante le manifestazioni non si hanno avuto notizie di morti o di lesioni, cosa che invece è accaduta - nel recente passato - in ben tre Paesi liberali: il Cile, la Colombia e...la Francia di Macron !

L'unico ferito è un agente di polizia.

E, certo, di fronte a un tentativo di destabilizzazione, un governo democratico non può che prendere le sue contromisure, cosa che Cuba ha fatto.

Sostegno a Cuba è giunto da tutti i partiti comunisti e socialisti patriottici del mondo, nonché da Messico, Argentina, Bolivia e Venezuela.

La Cina, in particolare, ha espresso un fermo sostegno all'Isola nella lotta al Covid 19, chiedendo con forza la fine dell'embargo USA, come peraltro stabilito anche dall'ultima risoluzione dell'ONU.

Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha affermato che “La Cina sostiene con forza il lavoro di Cuba contro la pandemia, nel miglioramento della vita delle persone e nella stabilità sociale”.

Luca Bagatin

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mercoledì 7 luglio 2021

Riflessioni per un socialismo anarco-conservatore

"L'esercizio del diritto di voto non è automaticamente indice di democrazia.

In assenza di formazione e cultura, l'esercizio del voto è unicamente dittatura di una maggioranza incolta.

E quindi non può dirsi democrazia. Ma la sua negazione"

(Luca Bagatin)

"Il concetto di “decoro urbano”, un po' come quello di “sviluppo sostenibile” è una di quelle stravaganze che si è propagata a causa di quella patologia chiamata “modernità”.

L'essere umano antico aveva ben presente che i suoi bisogni erano ben altri, primari e essenziali.

E che la Natura andava preservata da ogni forma di “sviluppo” che, invece, con l'industrializzazione, portata dalla modernità borghese, è diventato, progressivamente, sempre più insostenibile.

La modernità ha stravolto tutto, introducendo stravaganze tipiche dell'essere umano fiacco, debole e indolente, che ha portato il Pianeta nel baratro praticamente sotto ogni punto di vista"

(Luca Bagatin)

"Con una amica, vista alcuni giorni fa, che fra l'altro ha curato la prefazione al mio secondo saggio, "Ritratti di Donna", abbiamo convenuto che, nonostante proprio noi ci siamo battuti per battaglie libertarie e contro ogni forma di pregiudizio, oggi il politicamente corretto sia divenuta la nuova forma di pregiudizio in voga.

Ciò che dicevamo noi, infatti, non era IMPORRE idee, ma liberarle. Ovvero liberare il pregiudizio. OGNI pregiudizio.

Tutto ciò è molto avvilente.

Lei ha smesso di fare battaglie e io mi limito a scrivere, senza più scendere in piazza o stracciarmi le vesti.

Penso non ne valga più la pena"

(Luca Bagatin)

"Un tempo, la bandiera della legalità, della sicurezza nelle città e la lotta all'immigrazione, era la bandiera dei comunisti e dei socialisti dalla linea dura e rivoluzionaria. Lo è sempre stata ad Est e lo era anche ad Ovest.

La mutazione in senso beceramente liberale e vergognosamente lassista della sinistra europea (ma non di quella eurasiatica, latinoamericana, panafricana, mediorientale, asiatica) – iniziata a partire dalla metà degli Anni '70 - ha fatto crescere una destra fintamente legalitaria e fintamente anti immigrazionista, in realtà profondamente capitalista e sfruttatrice.

Il socialismo o sarà conservatore e illiberale ed allo stesso tempo anarchico, anticapitalista e anti-statalista, o non sarà socialismo"

(Luca Bagatin)

"Siamo costretti a pregare coloro che traggono profitto da noi. Gli "uomini d'affari". Ancora peggiore è la parola "imprenditore", colui che tenta di ingannare e derubare. (...). I benefici per la società, portati dagli uomini d'affari, non sono stati dimostrati da nessuno"

(Eduard Limonov) 

"Se è dunque sempre vero che l'uomo non è egoista per natura, non è meno vero che la formazione giuridica e commerciale dell'umanità crea, giorno dopo giorno, il contesto culturale ideale che permetterà all'egoismo di diventare la forma abituale del comportamento umano"

(Jean Claude-Michéa) 

"La ricchezza suprema, per un essere umano - e la chiave della sua felicità - è sempre stata l'armonia con se stessi. È un lusso che, chiunque dedichi il suo breve tempo sulla terra a dominare e sfruttare i suoi simili, non sperimenterà mai"

(Jean Claude-Michéa)

martedì 6 luglio 2021

Raffaella Carrà, un omaggio a ruota libera. Articolo di Luca Bagatin

Raffaella Carrà mi ricorda la spensieratezza degli Anni '80.

Quelli in cui si faceva ancora una televisione scanzonata.

Criticata dai bacchettoni della sinistra e della destra, che altrimenti, se non dicevano quelle cose, non li avrebbe notati nessuno.

Quella dell'intrattenimento puro e che non guardava all'audience.

Spesso basata sull'improvvisazione.

La televisione di quel grandissimo genio di Gianni Boncompagni (oltre che di Renzo Arbore).

Raffaella Carrà ha affascinato molti di noi, che negli Anni '80 eravamo bambini e che, se – come me - avevamo la fissa per le bionde, eravamo innamorati o di lei, oppure di Cicciolina o di Gloria Guida.

Peraltro donne che non esistono più, perché quelle di oggi, nello spettacolo, sono tutte plastificate. Un po' come la televisione di oggi.

Una donna che cantava la libertà sessuale, come molte della sua generazione. Donne toste, mai bigotte e allo stesso tempo mai volgari.

Mi ricordo anche quando la Carrà ritornò nella TV italiana, dopo tanti anni, nel 1997, con una fiction simpatica - “Mamma per caso” - dove recitava anche un Maurizio Crozza alle prime armi (con la moglie, Carla Signoris) e alcune delle ragazze che avevano fatto “Non è la Rai” (del già citato Boncompagni).

Poi scopro due cose che non sapevo e che un po' mi hanno anche commosso.

La prima che Raffaella Carrà aveva dichiarato la sua fede comunista alla stampa spagnola. Cosa che non mi risulta essere mai trapelata in Italia, visto il monolitismo democristiano dei media nostrani. 

Lei così dichiarò, in una intervista nella Spagna che altrettanto l'aveva amata: “Mi considero una persona di sinistra a modo mio. Mi sono sempre sentita in colpa. Per tutta la vita sono stata dalla parte dei lavoratori, delle persone che lottano, perché io stessa ho lavorato tantissimo. Mi sono sempre preoccupata per i diritti del lavoro di chi mi sta accanto. Ma allo stesso tempo, il successo, ha fatto sì che abbia avuto una vita comoda. In teoria, dovrei stare dalla parte dei ricchi, di tutti i fortunati a cui non importa nulla degli altri. Questa è la destra. Ma no. Ho sempre creduto che fosse fondamentale pagare le tasse e sono felice di pagarle. Ho sempre votato comunista”.

E poi che fu cresciuta dalla madre e dalla nonna, dopo che, nel 1945, la madre aveva divorziato dal padre eccessivamente “playboy”. Una esperienza che un po' mi ricorda la mia. E che, come a lei, mi fa venire l'orticaria quando sento dire assurdità del tipo “un bambino ha necessità di un padre e di una madre”. Sì, vabé, lasciamo stare....

Sino alla fine Raffaella Carrà ha voluto essere ricordata per come era.

Non stravolta dalla malattia. Una malattia di cui non ha mai detto nulla al suo pubblico, né a chi la conosceva più a fondo.

Dovremmo sempre essere ricordati tutti così.

Sorridenti e spensierati.

Perché nessuno di noi è la sua malattia.

E, prima di morire, aveva chiesto solo una bara di legno grezzo e un'urna per le ceneri.

Estrema dignità di una persona semplice che rimarrà nel cuore.

Luca Bagatin

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domenica 4 luglio 2021

Nato il 4 luglio. Giuseppe Garibaldi, l'amico degli umili e dei popoli. Articolo di Luca Bagatin

La figura di Giuseppe Garibaldi (1807 - 1882) è ancora oggi poco conosciuta, in quanto poco studiata ed approfondita, specie attraverso gli scritti di coloro i quali vissero e combatterono con lui e ne descrissero le gesta. Prima fra tutti la biografa e giornalista, oltre che patriota Jessie White Mario (1832 – 1906), le cui opere dell'epoca non risultano più essere state di recente ripubblicate.

Purtroppo sulla figura di Garibaldi, salvo gli storici contemporanei Denis Mack Smith e Aldo A. Mola, pochi sono coloro i quali hanno scritto del Generale in modo obiettivo, senza livore complottistico ed antirisorgimentale tipico di coloro i quali hanno preferito seguire certa storiografia clericale, anziché la realtà storica e le gesta dell'Eroe senza macchia, che visse e morì povero, senza onori, che peraltro rifiutò.

Giuseppe Garibaldi fu fra i fondatori, con Mazzini, Marx, Engels e Bakunin, della Prima Internazionale dei Lavoratori (1864) e questo certa storiografia preferisce dimenticarlo, forse perché il Generale fu socialista libertario, sansimoniano e umanitario. E Friedrich Engels (1820 - 1895), grande sostenitore dell'impresa dei Mille (1860), ebbe sempre per lui parole di stima, come quando, a proposito di tale azione militare, scrisse: “Garibaldi ha dimostrato di essere non soltanto un capo coraggioso, ma anche un generale dotato di una buona preparazione scientifica. L'attacco aperto a una catena di forti costieri è un'impresa che richiede non soltanto talento militare, ma anche scienza militare”.

Pochi sanno che il Generale Giuseppe Garibaldi scrisse peraltro due romanzi, ripubblicati nel 2006 dalla casa editrice Kaos, ovvero “Cantoni il volontario” e “Il governo dei preti”, entrambi pubblicati per la prima volta nel 1870, prima della Breccia di Porta Pia. Scrive in proposito il prof. Giorgio Galli nella prefazione ad uno dei romanzi di Garibaldi, ovvero “Cantoni il volontario”, riedito dalla casa editrice Kaos nel 2006: “Tra le righe di “Cantoni il volontario”, così come del “Governo dei preti”, si possono leggere i tratti del profilo di Garibaldi. Socialista libertario ingenuo ma non incolto, generale guerrigliero ma non militarista né guerrafondaio, eroe popolare vittorioso ma schivo, anticlericale eppure non insensibile alla fede e alla spiritualità. Solidale con le condizioni delle classi subalterne, rispettoso della figura e del ruolo della donna, cosmpolita e terzomondista ante litteram, perfino dotato di una sensibilità ambientalista (…)”.

Ritango che tale descrizione fatta dal prof. Galli sia davvero emblematica e riassuntiva del personaggio che fu eroe di tutte le cause – dall'America Latina all'Italia – d'emancipazione popolare e sociale.

Eroe che richiese sempre precisi impegni ai suoi interlocutori e, non a caso, rifiutò di combattere a fianco dei nordisti nella Guerra Civile Americana o Guerra di Secessione Americana (1861 – 1865) in quanto Lincoln non prese mai un impegni pubblico per l'abolizione della schiavitù.

Fu amante dell'ambiente e degli animali, tanto che fondò l'Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) tutt'oggi attivo. Fu ingenuo, certo, in quanto si fidò del Re e di Casa Savoia pur di fare l'Italia.

Un'Italia che però non nacque come egli e Mazzini auspicavano: onesta, laica, indipendente, sovrana. Ma corrotta e ben presto clericale, al punto che Garibaldi – coerentemente con i suoi principi e le sue idee – il 27 settembre 1880 si dimise da deputato al Parlamento scrivendo sul giornale “La Capitale” di non voler essere “tra i legislatori di un Paese dove la libertà è calpastata e la legge non serve nella sua applicazione che a garantire la libertà ai gesuiti ed ai nemici dell'unità d'Italia. Tutt'altra Italia io sognavo nella mia vita, non questa, miserabile all'interno e umiliata all'estero”. Dopo di ciò il Generale tornò nella sua Caprera a fare il mestiere di sempre, ovvero l'agricoltore.

Garibaldi fu massone e teosofo e lo rimase per tutta la vita nel suo cuore, anche allorquando, in polemica con i massoni della sua epoca assai poco massoni, si dimise da ogni carica. Ricoprì la carica di Gran Maestro dell'Umanità (mai data a nessun altro massone) e, in Italia, la carica di Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia e fu il primo ad iniziare le donne in Massoneria, iniziando, pare, anche l'occultista russa Helena Petrovna Blavatsky (1831 - 1891), fondatrice della Società Teosofica e che fu sempre una sua sostenitrice, anche durante la battaglia di Mentana (1867) alla quale prese parte.

Molte cose potrebbero essere dette su Garibaldi, come sui suoi amori. Il più grande fu quello per la rivoluzionaria brasiliana Anita, ovvero per Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva (1821 - 1849), la quale combattè al suo fianco sia in America Latina che in Italia, in particolare durante la Repubblica Romana (1849), ove morì poco dopo a causa della malaria a soli 28 anni.

Giuseppe Garibaldi è e rimane una figura centrale nel panorama non solo risorgimentale, ma anche degli Eroi di tutti i tempi. Giuseppe Garibaldi fu infatti prima di tutto l'amico degli uomini e dei popoli per eccellenza e, come al conte Alessandro Cagliostro, sembrò toccare la stessa sorte: amato dagli umili, vilipeso da coloro i quali erano e sono in malafede.

Ma ciò non può toccare il cuore di coloro i quali ricercano, intimamente, il bene dell'umanità e credono nel valore dell'amore e della fratellanza universale. Senza distinzioni.

Luca Bagatin

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