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sabato 30 luglio 2022

I partiti marxisti del mondo si riuniscono in nome di giustizia sociale, pace e unità nella diversità. Articolo di Luca Bagatin

Il 28 luglio scorso, si è svolto, in modalità online, il Forum Internazionale dei partiti marxisti, organizzato - come ogni anno - dal Dipartimento Internazionale del Partito Comunista Cinese (PCC).

Presenti circa 300 delegati in rappresentanza di oltre 100 partiti e movimenti marxisti, provenienti da 70 Paesi.

Fra gli altri, i rappresentanti dei partiti marxisti di Cuba, Portogallo, Russia, Spagna, Ungheria e Vietnam.

Il Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba, nonché Presidente della Repubblica caraibica, Miguel Díaz-Canel, ha affermato, fra gli altri, la necessità di un'unità fra i partiti e i movimenti comunisti nel mondo.

Ha affermato i particolare come, per i cubani, essere marxista significhi imparare sempre dalla pratica, in modo da “integrare lo sviluppo delle scienze sociali”.

Ha evidenziato che i tre compiti dei comunisti cubani siano: “la battaglia economica, l'unità e la lotta per la pace e la fermezza ideologica”.

Siamo fermamente convinti che il socialismo sia l'unica via di sviluppo per la giustizia sociale come superamento creativo del capitalismo, della sua irrazionalità insostenibile e dei valori che lo guidano”, ha aggiunto Díaz-Canel.

La realtà del mondo di oggi conferma che è sempre più necessario e urgente che i partiti marxisti si uniscano per affrontare le grandi sfide che ci attendono. Solo l'unità nella diversità assicurerà la vittoria”, ha concluso.

Il Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese e Presidente della Repubblica, Xi Jinping, nella sua lettera d'apertura, ha sottolineato come “il marxismo è una teoria aperta e in continua evoluzione”. Proseguendo, ha affermato che “Solo quando è adattato alle condizioni specifiche di ogni Paese può radicarsi in un Paese e solo quando è adattato ai tempi può essere pieno di vitalità. Grazie all'ardua esplorazione e agli sforzi concertati dei partiti politici marxisti di tutti i Paesi, il marxismo nel 21° secolo ha costantemente aperto nuovi orizzonti, fatto nuovi passi avanti e rivelato una vitalità crescente e fresca”.

In questo senso, Xi Jinping, ha fatto presente come “Il PCC si attiene all'adattamento dei principi di base del marxismo alle realtà specifiche della Cina e alla raffinata cultura tradizionale cinese, adattando costantemente il marxismo alle condizioni nazionali e ai tempi della Cina e avanzando incrollabilmente sulla strada del socialismo con caratteristiche cinesi”.

Il Presidente Xi Jinping ha sottolineato come il mondo di oggi “sta vivendo cambiamenti accelerati mai visti in un secolo e l'umanità si trova di nuovo a un bivio nella Storia”. In tale contesto, ha affermato che “Il PCC è pronto a rafforzare gli scambi e il dialogo con i partiti politici marxisti in altri Paesi, tenere presenti le rispettive condizioni nazionali, cogliere il polso dei tempi e continuare ad arricchire e sviluppare il marxismo”.

Possiamo dire senza dubbio che, i movimenti socialisti autentici, quelli che si rifanno agli insegnamenti di Marx, Engels e Lenin e che, dal 1848 ad oggi, hanno illuminato la strada del proletariato, non sono affatto defunti, come qualcuno, nei Paesi liberal-capitalisti, laddove la sinistra è praticamente scomparsa o si è camuffata, tenderebbe a voler pensare o credere.

Luca Bagatin

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martedì 26 luglio 2022

26 luglio: Cuba e Argentina celebrano la Rivoluzione e Evita Peron. Articolo di Luca Bagatin

Due importanti avvenimenti, vengono ricordati e celebrati il 26 luglio, in America Latina.

A Cuba si celebra il 69esimo anniversario degli assalti alle fortezze militari di Moncada e Carlos Manuel de Cespedes, nella Cuba orientale, avvenuti il 26 luglio 1953.

Avvenimento che diede inizio alla Rivoluzione cubana contro la dittatura del corrotto Fulgencio Batista, sostenuto dagli USA.

La Storia mi assolverà”, dichiarò Fidel Castro, a capo di quell'impresa di liberazione nazionale e di emancipazione delle classi oppresse, nel segno di José Martì, Eroe nazionale cubano al quale, assieme a Marx e Lenin, Fidel Castro e Che Guevara e tutti i loro compagni rivoluzionari, si ispireranno per le loro imprese.

Distribuzione della terra, istruzione e sanità pubbliche e gratuite per tutti, alloggi gratuiti e lotta alla corruzione, questo il programma che portà all'edificazione della Repubblica socialista di Cuba che, ancora oggi, resiste a un criminale embargo imposto dagli USA.

L'attuale Presidente di Cuba e Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba, Miguel Diaz-Canel, ha presieduto alle celebrazionie, fra balli, musica e divertimento e ha, fra le altre cose, tenuto un incontro con circa 200 attivisti provenienti da Puerto Rico e dagli USA.

In Italia, i circoli dell'Associazione di Amicizia Italia-Cuba, presieduta da Irma Dioli, sono scesi in piazza per ricordare tale storico avvenimento e difendere il processo rivoluzionario dell'Isola caribica.

Anche l'Argentina, questo 26 luglio, ha avuto le sue celebrazioni, in ricordo del 70esimo anniversario della morte di Evita Peron, moglie del Presidente socialista Juan Domingo Peron.

Morta a soli 33 anni, il 26 luglio 1952, Evita ispirò fortemente l'azione emancipatrice del marito nei confronti delle classi popolari e più povere.

Evita, infatti, si occupò direttamente, presso il Ministero del Lavoro, dei diritti degli anziani, delle donne e dei bambini e, attraverso la Fondazione da lei istituita, si occuperà di assistenza sociale e dei problemi sindacali dei lavoratori argentini.

Fu direttrice del giornale “Democracia”, fondò il Partito Peronista Femminile e si battè per l'introduzione del diritto di voto alle donne.

In Argentina, l'attuale governo peronista presieduto da Alberto Fernandez e Cristina Kirchner, attraverso il Ministero della Cultura e gli istituti culturali di ricerca storica dedicati a Evita Peron, hanno voluto celebrarla con musica dal vivo, performance, proiezioni ed eventi culturali.

Il pensiero peronista e quello castrista furono spesso e sempre in sintonia e rappresentano, ancora oggi, un faro per il socialismo latinoamericano e mondiale.

Juan Peron, anche nei suoi ultimi anni di vita, ebbe sempre parole di stima nei confronti di Che Guevara e Fidel Castro.

A quest'ultimo, il 24 febbraio 1974, scrisse peraltro una lettera nella quale - fra le altre cose - affermò: “Le rivoluzioni non possono essere identiche in tutti i Paesi perché non tutti i Paesi sono uguali, né tutti i popoli hanno le stesse idiosincrasie. È necessario che ciascuno agisca all'interno della propria sovranità con i propri metodi.
Ma non c'è dubbio che la necessità dell'unità latinoamericana sarà l'unica possibilità di vera libertà per il nostro continente. Dobbiamo tutti immediatamente concorrere a questo obiettivo, per poter alzare la voce con sicurezza e sostegno all'interno di quel Terzo Mondo che garantirà il nostro futuro sviluppo e libertà nella sfera economica, politica e sociale.
Sia tu, amico Fidel, sia io, abbiamo trascorso molti anni di lotta rivoluzionaria permanente. Questo fornisce un'esperienza preziosa che deve essere trasmessa ai giovani, per evitare arretrati che vengono pagati sempre con dolore e sangue, inutilmente. La forza virile della vita giovane, per portare veri frutti alla Patria, deve essere accompagnata dalla quota di saggezza che l'esperienza dona”.

I giovani cubani e argentini di oggi, non hanno dimenticato tali insegnamenti.

Luca Bagatin

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domenica 24 luglio 2022

Venezuela. Introdotte le "Zone Economiche Speciali" sul modello cinese. Articolo di Luca Bagatin


Il Parlamento venezuelano ha approvato un piano che prevede l'introduzione di cosiddette Zone Economiche Speciali (Zonas Economicas Especiales), sul modello cinese, introdotte alla fine degli Anni '70 dal nuovo corso socialista riformista avviato da Deng Xiaoping e che fu alla base del successo economico del “socialismo con caratteristiche cinesi”.

Un progetto fortemente voluto dal governo socialista presieduto da Nicolas Maduro, il quale intende, in questo modo, rilanciare la ripresa economica, creare nuovi posti di lavoro e arginare gli effetti delle sanzioni imposte dagli USA.

Le Zone Economiche Speciali (ZEE) saranno ubicate nei seguenti luighi: Penisola del Paraguaná (Stato di Falcone); nel corridoio Puerto Cabello - Morón (Stato di Carabobo); a La Guaira (Capitale dell'omonimo stato); sull'Isola di Margarita (Stato di Nueva Esparta) e sull'Isola di La Tortuga (dipendenze federali).

Si tratterà, dunque, di zone nelle quali il governo abbasserà il carico fiscale per le imprese, in modo da favorire gli investitori stranieri. Zone che copriranno l'attività manifatturiera, agricola, turistica, commerciale e lo sviluppo immobiliare.

Esse saranno, ad ogni modo, supervisionate e coordinate dalla Soprintendenza delle Zone Economiche Speciali, istituita ad hoc.

Ad opporsi al progetto delle ZEE, il Partito Comunista del Venezuela (PCV), un tempo sostenitore del governo in carica.

Il PCV, infatti, ha votato contro l'approvazione di tale legge, ritenendo che tale piano possa comportare sia rischi per la sovranità del Paese, che ridurre i diritti dei lavoratori, favorendo unicamente il capitale privato.

Luca Bagatin

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sabato 23 luglio 2022

Un socialismo largo, nel ricordo di Lucio Colletti e di tutti gli intellettuali eretici. Articolo di Luca Bagatin

Che il PD non fosse un partito socialista fu forse evidente sin da quando il PCI sostenne l'introduzione dei fascisti Patti Lateranensi in Costituzione (votando assieme a DC e MSI); Berlinguer preferì un compromesso storico con la DC piuttosto che il dialogo con il PSI di Bettino Craxi e quando, il PDS, aggregandosi ai liquidatori della Prima Repubblica e ai favorevoli al metaforico taglio della testa di Craxi (Lega e MSI), sostenne il governo Ciampi. Ovvero quello che intraprenderà, subito dopo Amato, le prime misure di privatizzazione selvaggia tanto amate da un allora giovane Mario Draghi.

Ciò che fu l'Ulivo prodiano e il successivo PD, non fu altro che una prosecuzione di questa storia.

Anziché pretendere una rinegoziazione dei Trattati di Maastricht (come proposto già dal socialista Craxi), si arriverà a varare una moneta unica e un'Unione Europea autoreferenziale e a tratti autoritaria.

Con la benedizione proprio dell'ex PCI, ormai Partito Della borghesia italiana (PD).

Una storia, questa, assolutamente di destra anche se, paradossalmente, era avvenuta in una ormai metaforica “sinistra”.

Non stupisce, dunque, se il PD è oggi il maggior sponsor di Draghi. Non stupisce se è in linea con la totale mutazione antropologica di quella che fu la tradizione social-comunista europea che, ormai, dal 1992 in poi, avrebbe abbracciato il liberal capitalismo assoluto.

Flessibilità del lavoro, Jobs Act, Loi Travail, privatizzazioni selvagge; austerità; rafforzamento delle élite e conseguente perdita di sovranità popolare; apertura indiscriminata delle frontiere e conseguente sfruttamento della manodopera straniera a basso costo; rafforzamento delle istituzioni europee a scapito delle diversità di ogni nazione e dei rispettivi popoli; politica estera di invasione e ingerenza nelle politiche spesso socialiste di Stati sovrani (vedi sanzioni al Venezuela e invasione della Libia di Gheddafi, ma, prima ancora, bombardamento di ciò che rimaneva della Jugoslavia).

Aspetti che, peraltro, Bettino Craxi illustrò molto bene nel suo romanzo-verità, uscito postumo per Mondadori, nel 2020, dal titolo “Parigi – Hammamet”.

In tutto ciò, torna alla mente un intellettuale marxista eretico. Un faro della sinistra eretica e libertaria che, non a caso, con la tradizione pseudo-comunista del PCI, ruppe molto presto.

Lucio Colletti (1924 – 2001), fu partigiano antifascista della prima ora, aderente al più nobile dei partiti antifascisti, ovvero il Partito d'Azione. Successivamente, nel 1947, aderirà al PCI di Togliatti che, rispetto a quello di Berlinguer, manteneva ancora alta una certa tradizione.

Colletti ne uscirà nel 1964, su posizioni di sinistra radicale, fondando, nel 1966, il periodico “La Sinistra”.

Fine filosofo marxista pubblicherà numerose opere sul tema, rinnovando gli studi marxisti occidentali., rifiutando il “materialismo dialettico” e, quindi, dichiarandosi eretico.

Colletti rivendicò dunque una forma di socialismo autogestionario, un “autogoverno dei produttori”, un comunismo libertario e consiliare che mirava a forme di democrazia diretta, ponendosi così alla sinistra di un PCI monolitico e sempre più conservatore, al quale Colletti criticava persino la difesa della Costituzione italiana che il filosofo definiva “democratico-parlamentare borghese”.

Negli Anni '80 si avvicinò al PSI di Craxi, attraverso la rivista “Mondoperaio” e, negli Anni '90, divenne persino consigliere di Silvio Berlusconi e fu eletto – da indipendente - parlamentare di Forza Italia, pur mantenendo una posizione eretica rispetto al suo campo e ciò gli attirò numerose critiche.

Colletti, ricordato (comunque poco e in parte) a destra, ma escluso da decenni dalla sinistra, rimane esempio emblematico di intellettuale eretico e “contro”.

E' emblematico anche perché mette a nudo ciò che fu la sinistra italiana anti-socialista e ciò che essa oggi è.

Un'area, in sostanza, che si finge alternativa al campo della Meloni, Conte e dei Salvini, ma che, in realtà, ne recupera l'atlantismo, la difesa per i ceti borghesi medio-alti e che ha in disprezzo ogni forma di eresia e di socialismo. Socialismo che è difesa strenua dei diritti sociali, controllo del mercato e del settore privato a beneficio della comunità e democrazia diretta, senza mediatori calati dall'alto, che provengano dallo Zio Sam o da Bruxelles.

Occorrerebbe, dunque, più che un campo largo liberal borghese, un socialismo largo organizzato, immenso e rosso, come ha più volte scritto l'amico Manuel Santoro di Convergenza Socialista che, in un articolo del 2018 sulla rivista “Ideologia Socialista”, riportò una definizione del socialismo data dal Partito Socialista del Regno Unito, nel 1904, ovvero quale “sistema della società che si basa sulla proprietà comune e sul controllo democratico dei mezzi e degli strumenti di produzione e di distribuzione della ricchezza nell’interesse dell’intera comunità”.

Senza socialismo non ci può essere democrazia e senza democrazia non ci può essere socialismo.

Ma, entrambe, non potranno esistere senza formazione, approfondimento e eresia intellettuale.

E, affinché tutto ciò viva e riviva, non si può stare né nel campo del PD, né in quello della Meloni, Conte e di Salvini, ma sempre dalla parte opposta rispetto al totalitarismo liberal-capitalista.

Luca Bagatin

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Sudafrica. Comunisti a Congresso. Articolo di Luca Bagatin


Il Partito Comunista Sudafricano (SACP), ha tenuto a Johannesburg, dal 13 al 16 luglio scorso, il suo 15esimo Congresso Nazionale, eleggendo a nuovo Segretario Generale, Solly Mapaila.

Il SACP è il partito comunista più antico del Sudafrica (fu fondato nel 1921) e, attualmente, conta 330.000 iscritti.

Al Congresso del partito è intervenuto il Presidente del socialista African National Congress, nonché Presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, oltre che i rappresentanti del Partito Comunista di Cuba, del Partito Socialista Unito del Venezuela, del partito di governo della Palestina, del Partito Comunista della Federazione Russa e – tramite collegamento video - Li Mingxiang, Viceministro del Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese.

Quest'ultimo, in particolare, ha sottolineato come il SACP abbia contribuito alla fine del regime dell'apartheid, alla fondazione e allo sviluppo del nuovo Sudafrica e all'avanzamento del socialismo sudafricano.

Il tema del congresso del Partito Comunista Sudafricano è stato: “Costruiamo insieme un potente movimento socialista dei lavoratori e dei poveri”.

Il SACP fa parte della Coalizione Tripartita attualmente al governo, assieme all'African National Congress e al Congress of South African Trade Unions, partiti socialisti che guidano il Paese da quando Nelson Mandela (che al partito fu iscritto, dal 1958 al 1962) lo liberò dall'apartheid e dalla schiavitù coloniale.

Fra le altre cose, nell'ambito del Congresso, si è discusso in merito alla necessità di “africanizzare il marxismo”, ovvero rafforzare l'esperienza di lotta dei popoli africani per la loro emancipazione, attraverso il socialismo.

Il Congresso ha sancito inoltre che, l'obiettivo delle forze socialiste, è quello di anteporre le persone al profitto; l'ambiente rispetto all'accumulazione privata e anteporre la solidarietà internazionale alla crescente diseguaglianza e al militarismo imperialista.

Luca Bagatin

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giovedì 21 luglio 2022

Siamo all'anno di disgrazia 1993. Ovvero quando, come e perché tutto cominciò.... Articolo di Luca Bagatin

Fin da bambini ci hanno spiegato che, prima o poi, l'Apocalisse sarebbe arrivata.

Caldo, siccità, crisi economica, pandemie, mancanza di gas, guerre....

Iniziammo a pensare che, quelli che ci avevano raccontato questa storia, potessero avere ragione il giorno in cui, il 13 febbraio 2021, Mario Draghi venne nominato Presidente del Consiglio in Italia.

Uno che, nel 1992, aveva proposto e promosso la liquidazione delle aziende di Stato.

Liquidazione alla quale il Presidente (con la P maiuscola) Bettino Craxi si sarebbe sempre opposto...e sappiamo che fine gli fecero fare.

Avemmo la quasi certezza che l'Apocalisse (dal greco “rivelazione”) si sarebbe palesata con il riaffiorare di un conflitto mai sanato ad Est; con l'aumento in Europa di un'assurda russofobia; con le richieste continue di armi da parte di un comico mediocre, che nel frattempo aveva messo al bando l'opposizione del suo Paese; con le richieste di allargamento della NATO da parte di Paesi neutrali; con l'invio delle suddette armi su richiesta dello Zio Sam da parte di governi ormai sempre più preda della follia che, ciliegina sulla torta, si erano messi a sanzionare una potenza economica che forniva loro il gas. Una cosetta da poco, insomma.

Tutto questo ha comunque origine nell'anno di disgrazia 1993, se non poco prima.

Disattendendo il risultato del referendum sulla conservazione dell'URSS, del 17 marzo 1991, nel quale la maggioranza assoluta (77,8%) dei cittadini sovietici decretava il mantenimento dell'Unione Sovietica e non il suo smantellamento, ad Est fu il caos.

Nascevano tante repubbliche “indipendenti” (ma che presto diverranno più o meno amiche dello Zio Sam) guidate da ex notabili comunisti ormai diventati padri padroni, manovrati dalle oligarchie locali e avviati verso un liberal capitalismo che avrebbe affamato i rispettivi popoli.

Lo scrittore Eduard Limonov fu il primo e unico a denunciare che, in quelle repubbliche, per i russi sarebbe stata la fine e che lo scoppio di guerre civili sarebbe stato fin troppo concreto.

Tutti aspetti che, di lì a poco (e lo vediamo soprattutto in questi mesi), sarebbero stati confermati.

In Europa e, in particolare in Italia, in quegli anni si defenestrava un'intera classe politica che, nel bene o nel male, aveva mantenuto un minimo di dignità e democrazia.

Nonostante la DC che, comunque, era e rimane ancora un serio problema (ma non divaghiamo).

Si tagliava la testa a Bettino Craxi in primis, reo di averla altaza, anni prima, con gli USA e di opporsi alle privatizzazioni selvagge.

Dal 1993 in poi governerà unicamente l'alta finanza, un'economia della crescita deregolamentata, i cittadini diventeranno sempre più apatici, ignoranti (con una scuola che finirà per diventare poco più di una pro forma), menefreghisti, perché tanto le decisioni saranno prese altrove: a Washington o a Bruxelles (cavoletti!).

Arriverà il berlusconismo, il prodismo, il renzismo, il salvinismo, il grillismo, il montismo, il draghismo, il melonismo.

Arriveranno personalismi esasperati e esasperanti che faranno credere, agli elettori, di contare qualcosa.

Arriverà il Covid e arriverà chi, irresponsabilmente, toglierà quel minimo di restrizioni indispensabili a preservare soprattutto le categorie più fragili (che sono preservate più dalle restrizioni che dai vaccini che, okay, possono anche andare bene, ma le restrizioni sono più efficaci).

Arriverà l'estradizione di Assange e il Vaso di Pandora sarà definitivamente scoperchiato.

Arriverà lo Zio Sam che farà accordi con gli islamisti e inviterà i suoi amici “democratici” a fare altrettanto e a dichiarare terroristi coloro i quali, pochi anni prima, li stavano combattendo.

Tutto ciò in barba ai saggi consigli del Washington Post e della sana opposizione di Ron Paul, Rand Paul e Tulsi Gabbard (che i media italiani, ovviamente, ignorano, preferendo dare spazio al fatto che una tizia sconosciuta ha scoperto come parlare in corsivo).

Arriverà “(verrà) la morte e avrà i tuoi occhi”, scriveva Cesare Pavese per indicare la fine straziante di un amore, che chiude ogni possibile speranza sul futuro.

Perché senza amore non c'è nessun futuro.

Già Pier Paolo Pasolini ci aprì gli occhi, con il suo pessimismo, verso una classe politica senza amore, arroccata su posizioni di potere. Servile, ipocrita.

Ma la classe politica non è che espressione di un Paese, di un popolo silente e che, forse, tutto sommato, quel potere brama.

Anziché prenderlo in giro. E, semplicemente, abbatterlo.

Quando nel 2013 riportai Ilona Staller Cicciolina in politica, pianificandone la campagna amministrativa per Roma (evento di cui parlò tutto il mondo, ma molto poco se ne parlò in Italia, al punto che tentarono di ignorare la notizia), sapevo esattamente cosa stavo facendo.

Eravamo in piena era Monti e contrapponevo, alle mummie liberali, il caro vecchio sesso Anni '70.

Poco importa se i liberali tentarono di boicottarci.

Il gioco, ormai, era fatto.

Non so se oggi cose di questo tipo sarebbero ancora possibili.

Non so se questa torrida devastante estate finirà.

Non so se questo folle 2022 terminerà e come terminerà.

Non avere certezze è già molto.

Perché qui, cari miei, in un'epoca in cui tutti sembrano esperti di tutto, è meglio fingere di non capirci un cazzo.

Luca Bagatin

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sabato 16 luglio 2022

"Quando il gioco si fa assurdo, gli assurdi diventano professionisti" (cit. by HST). Riflessioni by Luca Bagatin

Il problema della gran parte delle persone, che poi è la conseguenza del fatto che il mondo va a rotoli (ci sono guerre e casini di ogni tipo), è che non si mettono mai nei panni degli altri.
Personalmente i panni preferisco togliermeli.
Odio l'ipocrisia, la falsità (la maggior parte delle persone non è nemmeno consapevole di quanto possa essere falsa), la mancanza di rispetto per chi la pensa diversamente.
Amo, per questo, isolarmi e farmi i ca...voli miei.
Osservo, studio e approfondisco.
Ma, soprattutto, mi intristisco per ciò che vedo.
Ma non posso cambiare un cazzo. Farsi una birra, un panino, un dolce farcito di grassi saturi and insaturi. Questo dà davvero soddisfazione. Non siate ipocriti!

La democrazia, l'arte è morta.
Assange viene estradato e io ho smesso di scrivere cose serie alcuni mesi fa.
Dopo 25 anni circa che scrivevo con passione (ma fatica, perché scrivere è fatica, comprese queste frasi che qualcuno penserà che io stia scrivendo a cazzo di gatto).
Perché continuare a prendersi in giro?
Nessuno apre le menti, perché nessuno apre i cuori.
E se nessuno apre i cuori, come è evidente e non da oggi, io me ne vado a fare in culo volentieri.

Forse sono l'ultimo dei romantici, oppure il terzultimo degli idioti (quelli prima di me non li cito per decenza).
Sicuramente non sono "L'ultimo dei Mohicani" in quanto non sono un romanzo di James Fenimore Cooper (niente male, ma preferisco Mark Twain).
Sono più un romanzo d'avventure e di fritture di tonno con molta maionese and salsa rosa.
La mia unica vera ambizione nella vita è stata quella di corteggiare e amare donne interessanti e non banali.
Perché dietro a una donna non banale c'è quella bellezza che questo mondo del ca...volo non contempla.
La banalità, l'ipocrisia, il moralismo e la stupidità mi fanno orrore (pur amando gli horror, ma soprattutto gli spaghetti western. E, quanto agli spaghetti, anche con la salsa rosa sopra, volendo).
In generale mi fanno orrore anche molte altre cose.
Ma a tutto c'è una fine. Persino al peggio che deve ancora venire.
Ma, ad ogni modo e comunque, rimane nell'aria sempre il profumo di una donna.
E, per quel che mi riguarda, è quello che mi rimane nel cuore

La mia simpatia per politici e amministratori di ogni ordine e grado è sotto le scarpe.
Detesto ipocrisia, potere e chi rompe le balle.
I politici e amministratori possiedono tutte e tre queste caratteristiche.
Con l'aggravante (ed è grave) che vengono pagati dalla collettività (e quindi ti prendono anche per i fondelli, legalmente, senza che tu abbia personalmente votato una legge che prevede che gli devi pagare anche uno stipendio).
Non mi stupisce che un politico/amministratore dica oggi una cosa e domani un'altra.
Non mi stupisce che rompa le balle con leggi o regolamenti che nessun cittadino ha voluto.
Non mi stupisce più nulla.
Nemmeno il fatto che milioni di gonzi (che non conoscono il giornalismo Gonzo) continuino ad andare a votare e ad accettare tutto questo.
Faccio fatica a augurare il meglio ai gonzi e agli stro...
Il meglio, del resto, è nemico del bene.
Ed è meglio farsi una birra.

Rinfrescarsi le idee è sempre un bene.

Gli USA ci hanno fatto tornare alla Guerra Fredda.
Non mi stupisce se vogliono abolire il diritto all'aborto.
Un diritto che, le donne lo sanno bene, è civiltà, razionalità e buonsenso.
Gli USA guardano a un passato di inciviltà e di irrazionalità.
Perché stupirsi? Hanno eletto, negli anni, Nixon, Bush, Clinton, Obama, Trump, Biden...per dire.

E lasciato con il culo per terra Carter e Ron Paul. Sono sempre i migliori che vengono lasciati con il culo per terra.

Lasciarsi guidare dalle emozioni, dalle ideologie, dalle puttanate veicolate dai social e dalla pubblicità commerciale, porta solo nella merda.
Le guerre sono causate da questo.
Occorre invece razionalità e logica.
Sempre.
Saranno cose fredde, ma, se vuoi spegnere fuochi e vivere dignitosamente, devi essere freddo, logico e razionale.
Tutto il resto sono stronzate che appagano solo l'ego.
Che è una patologia.

Penso da sempre che, chi ha inventato le scadenze di documenti come tessera sanitaria, postepay, bancomat, tessere della biblioteca, carte d'identità ecc... abbia un serio problema con i prodotti del supermercato.
I documenti non sono yogurt.
Il giorno in cui sarà decretato che, i documenti sono degli yogurt (con o senza fermenti lattici), allora sarà più che corretto che essi abbiano una data di scadenza BEN impressa sull'apposita etichetta.

Dubitiamo possa accadere in tempi brevi.

Che Draghi rimanga o se ne vada (e sarebbe meglio, ma definitivamente in pensione), dovrà essere ricordato in eterno come il responsabile dell'aumento dei contagi da Covid 19 (per aver tolto le restrizioni) e della peggiore crisi economica (avendo approvato sanzioni folli contro il maggior fornitore di gas dell'Italia).
Senza dimenticare il suo appoggio a un folle invio di armi, anziché garantire una sana e seria neutralità al nostro Paese, stando fuori da un conflitto fra autocrazie che massacrano i rispettivi popoli.
Draghi non andrà dimenticato.
Ma ricordato come ricordiamo con orrore i responsabili della Seconda Guerra Mondiale.
 
Comunque non mi illudo.
Dopo Draghi ne arriverà un altro.
E dopo ancora voterete i soliti ipocriti e bugiardi.
L'Italia non è pronta per la democrazia, probabilmente.
Perché non sarà mai un Paese socialista.
Forse un giorno riuscirò ad emigrare in un posto migliore.
E a lasciarvi alle vostre stronzate 😎😘

I social, ormai, ti dicono cosa devi dire, come la devi pensare e magari anche che cazzo cucinare oggi a pranzo (io non so cucinare e mi deprimo se mi metto a cucinare da solo).
I fact crakers (che sono dei crakers molto poco fragranti) ti dicono se ciò che hai postato è vero oppure no.
In barba al fatto che non esiste alcuna verità.
Perché la verità è dentro di noi.
E non ci sarà nessun fottuto social che potrà portare via la nostra interiorità.
I social ti bannano se non rispetti le regole della comunità.
Ma non esiste alcuna comunità, in realtà, perché le persone sono sempre più isolate fra loro e i social contribuiscono ancora di più a isolarle.
Le comunità uniscono, ma i social, alimentando emozioni e passioni (che, come tali, sono passeggere) effimere contribuiscono a dividere le persone.
"Divide et impera", dicevano giustamente gli antichi romani.
"Aò quanno se magna?" dicono giustamente i moderni romani all'ora di pranzo.
Ecco, meglio pensare alle puttanate.
Ecco perché le cose serie non le scrivo più.
Sono perle ai porci.
E io non ho più domande da porvi, in quanto non mi stupisco più di un cazzo.

Il Potere (politico, economico, mediatico) ci sta portando alla fine di tutto.
Io ne ho scritto per oltre vent'anni.
Ma voi ve ne siete sempre fottuti.
Ora sono io a fottermene.
Perché non ho più voglia di fare e dire un cazzo.

Se abbiamo bassi salari e abbiamo avuto, negli anni, tagli ad ogni settore pubblico, lo dobbiamo a un sindacato che è conciliante con governo e padroni.

Non stupisce che la CGIL oggi voglia che Draghi (the new Richard Nixon) rimanga al governo. La CGIL, come la CISL e la UIL, sono sindacati borghesi e padronali. In  Francia, diversamente, la CGT, per molto meno, blocca il paese per mesi, con scioperi ad oltranza. I compromessi compromettono e non portano mai a nulla. Mai fare compromessi, ovvero mai compromettersi. Sarebbe compromettente.

Se osservate, tutti i politici, intellettuali, giornalisti, che un tempo erano di sinistra (in particolare comunisti), negli anni sostengono le tesi della peggiore destra liberale e guerrafondaia.
Non mi stupisce.
A costoro sono sempre mancate le basi della libertà ASSOLUTA di pensiero, che presuppone il fottersene di qualsiasi ideologia.
Perché fottersene?
Perché NON esiste una verità assoluta, nel mondo della materia.
La verità è dentro ciascuno e rimane lì dentro, finché non moriremo.
La vita dovrebbe essere ricerca e razionalità.
E rispetto per chi la pensa diversamente.
Oltre il bene e il male, altri aspetti che non esistono.
Altro concetto che gli intellettuali di "sinistra" non comprendono.
Personalmente sono fiero del mio essere stato dalla parte della libertà assoluta sin da quando sono nato (correva l'anno 1979).
Di essere un anarco socialista che si fa i cazzi suoi e che rispetta chi fa altrettanto.
Sono fiero di non avere mai avuto fra i miei riferimenti Berlinguer o i comunisti italiani, ma Pasolini, Craxi, i socialisti e gli indiani metropolitani. Oltre che Andrea G. Pinketts (quanto mi manchi, caro amico!) e tutti coloro i quali non hanno mai avuto nulla a che fare con l'intellighenzia borghese, sinistra, democristiana o liberal capitalista.
Per questo oggi posso dire che il PD è un partito di destra, opposto al socialismo.
E per me il socialismo non è statalismo, ma libertà di fare ciò che si vuole.
Nel rispetto di tutti e dove tutti lavorano per il benessere di tutti.
E non me ne frega un cazzo se questa sia o meno utopia.

Luca Bagatin