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giovedì 31 agosto 2023

Il riformismo socialista cinese fra BRICS e rapporti con il continente africano. Articolo di Luca Bagatin

Al 15esimo vertice dei BRICS di Johannesburg, tenutosi dal 22 al 24 agosto scorsi, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping ha affermato due concetti importanti.

Il primo: “Noi (Paesi BRICS) scegliamo i nostri percorsi di sviluppo in modo indipendente, difendiamo congiuntamente il nostro diritto allo sviluppo e marciamo in tandem verso la modernizzazione. Ciò rappresenta la direzione del progresso della società umana e avrà un profondo impatto sul processo di sviluppo del mondo”.

Il secondo: “Le regole internazionali devono essere scritte e rispettate congiuntamente da tutti i Paesi sulla base degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite, piuttosto che dettate da coloro che hanno i muscoli più forti o la voce più forte. Organizzarsi per formare gruppi esclusivi e confezionare le proprie regole come norme internazionali è ancora più inaccettabile”.
Sottolineando, così, come il compito dei BRICS sia, fra gli altri, quello di “sostenere l’equità e la giustizia e migliorare la governance globale”.
Il Presidente Xi, si è altresì soffermato elogiando il continente africano, con il quale la Cina ha un rapporto di lunghissima data, affermando come esso sia “un serbatoio di saggezza semplice, ma profonda”, ricordando un proverbio africano che afferma: “Se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare lontano, andiamo insieme”.
Le relazioni fra Cina e Africa, infatti, risalgono agli Anni '60, ai tempi del Grande Timoniere Mao-Tse Tung, il quale, tramite l'allora Primo ministro e Ministro degli Esteri Zhou Enlai, iniziò a intessere relazioni con tutti quei Paesi africani che miravano a liberarsi dal colonialismo occidentale e ad emancipare il Terzo Mondo dagli opposti imperialismi USA-URSS.
Zhou Enlai enunciò, già allora, i principi cardine della politica estera cinese, fondata sul mutuo aiuto: beneficio reciproco attraverso la comune cooperazione, non aggressione e rispetto della sovranità nazionale. Fu così, che, sin da allora, la Repubblica Popolare Cinese iniziò a costruire infrastruttire in Africa, a portare aiuti medici e educativi e a garantire prestiti a tassi agevolati.
Una strategia portata avanti, dopo Mao e Zhou Enlai, da tutti i loro successori e che è alla base della profonda amicizia fra Cina e Africa.
Realtà, entrambe, accomunate dal fatto di essere state preda del colonalismo occidentale, ma che, ciò vale in particolare per la Cina, hanno saputo affrancarsi da tale sudditanza ed emanciparsi, attraverso il socialismo e forme di cooperazione pacifica.
Molto interessanti, in merito ai rapporti Cina-Africa, gli studi della sinologa italiana Alessandra Colarizi e quelli della studiosa statunitense Deborah Brautigam.
Luca Bagatin
www.amoreeliberta.blogspot.it

mercoledì 30 agosto 2023

Riflessioni di Luca Bagatin su libertarismo, socialismo, libertà di pensiero, analisti da talk show, baby gang e famiglia

C'è una differenza abissale fra libertarismo e socialismo da una parte e liberal progressismo dall'altra.

I primi hanno una base conservatrice, ma questo conservatorismo non ha nulla di bigotto. È il conservatorismo positivo di chi riconosce il senso della Storia, oltre che della comunità.

Il liberal progressismo, diversamente, è una forma di moralismo che prescinde dalla Storia e dalla cultura di ciascuno. E impone, attraverso l'economia fondata sul danaro e il materialismo, lo sradicamento culturale e la spersonalizzazione degli individui.

(Luca Bagatin)

 
Sono per la totale libertà di pensiero e per la possibilità di esprimerla.

Sono, dunque, contro ogni reato d'opinione.

Perché un'opinione, per quanto possa essere aberrante, non dovrebbe mai essere considerata reato (è l'ipocrisia che dovrebbe essere considerata reato e personalmente la punirei molto, ma molto severamente).

Se qualcuno si sente offeso dalle affermazioni di qualcun altro, ne chieda direttamente conto all'interessato.

Un tempo esistevano persino i duelli, per risolvere la questione.

In generale, comunque, la gran parte della gente è così bigotta (soprattutto quella che finge di essere "progressista") e vuota che romperà sempre le palle a chiunque per qualsiasi opinione.

Quindi, alla fine, la libertà ci sarà solo dentro la nostra testa.

E' meglio, quindi, smetterla di riempirsi la bocca della parola "libertà".

E' ipocrita!

(Luca Bagatin)

  
Mi disgustano abbastanza i cosiddetti "analisti" da talk-show.

Le situazioni vanno analizzate nel lungo periodo. Non nel breve.

Chi analizza le cose nel breve periodo lo fa per visibilità e non afferra la situazione nella sua globalità. Forse sa anche di non afferrare la situazione. Ma, costui, ha comunque voglia di dire le sue sciocchezze.

Detesto i talk show televisivi perché sono pieni di analisti. Noiosi e insulsi tizi che parlano a vanvera.

Una volta Henry Kissinger chiese al premier cinese Zhou Enlai cosa ne pensasse dell'effetto della Rivoluzione Francese sul mondo. Zhou Enlai gli rispose che era ancora presto per trarre conclusioni.

Questo uno spirito intelligente e pragmatico.

(Luca Bagatin)

Il problema delle giovani generazioni di oggi è di aver vissuto troppo negli agi e nel benessere.

Non avendo mai vissuto nessuna carestia o guerra, non sanno cosa sia la difficoltà o il dolore e non ne hanno esperienza.

Vi meravigliate se molti diventano baby criminali?

Non pensate di averli cresciuti bene perché avete dato loro tutto.

Li avete probabilmente crsciuti male proprio perché avete dato loro tutto.

E' dalle difficoltà e dalle sofferenze che si diventa persone responsabili, serie, intelligenti.

Dal benessere nascono solo soggetti inutili, deboli, reietti che diventeranno presto delinquenti.

(Luca Bagatin)

Prima di pensare alla cosiddetta "difesa della famiglia" bisognerebbe pensare alla difesa della comunità. Nelle società matriarcali e arcaiche, non a caso, la cura dei figli non era affidata all'egoistica "famiglia", ma alla comunità intera.

(Luca Bagatin)

venerdì 25 agosto 2023

Le opportunità di sviluppo e cooperazione economica offerte dai BRICS a livello internazionale. Articolo di Luca Bagatin

  

Il Presidente della Repubblica di Cuba e Primo Segretario del Partito Comunista Cubano, Miguel Díaz-Canel, ha partecipato al recente vertice dei BRICS di Johannesburg, in Sudafrica.

La delegazione cubana ha invitato a potenziare le sinergie e il coordinamento fra BRICS e G77+Cina, al fine di promuovere i legittimi interessi dei Paesi del Sud del mondo e dare maggiore voce ai Paesi in via di sviluppo in ambito economico e finanziario, a livello internazionale.

Il Presidente cubano ha posto l'accento sulla necessità di un ordine monetario internazionale più stabile, sostenendo altresì la difesa del multilateralismo, del rispetto della Carta delle Nazioni Unite e del Diritto Internazionale, condannando l'imposizione di misure coercitive unilaterali, quali, nel caso specifico, l'embargo imposto dal governo degli USA contro il popolo cubano.

Inoltre, la delegazione cubana in sede BRICS ha riaffermato la necessità di promuovere un modello internazionale di cooperazione solidale e di mutuo beneficio, senza ingerenze nelle tematiche di nessuno Stato.

Anche il Presidente socialista del Venezuela, Nicolas Maduro, ha sottolineato tali necessità, affermando che “I BRICS svolgono un ruolo fondamentale nelle dinamiche geopolitiche che generano fiducia tra i popoli ed i governi dell’America Latina, dei Caraibi, dell’Africa e dell’Asia”.

Maduro ha altresì sostenuto la necessità di accelerare riforme relative al sistema finanziario globale, promuovendo la de-dollarizzazione e ricordando come il gruppo dei BRICS controlli “l’8,7% delle riserve mondiali di petrolio, il 25,2% di gas e, in generale, contribuisce per il 40% all’energia mondiale e per il 42% alle rinnovabili”.

Relativamente al vertice di Johannesburg, è intervenuto anche l'autorevole analista e manager italiano, nonché Presidente della Fondazione per gli Studi Internazionali e Geopolitici e Professore onorario dell'Università di Pechino, Giancarlo Elia Valori.

Valori, in un articolo su “Global Times” riportato il 24 agosto anche dal sito BankimpresaNews.com (https://www.bankimpresanews.com/riflessione-elia-valori/2023/08/24/43405_brics-to-break-west-hegemony-create-multipolar-global-system/), ha affermato – fra le altre cose – che il gruppo BRICS è aperto ad aiutare i Paesi a svilupparsi, così come a promuovere gli investimenti e il commercio, e non impone mai precondizioni.

Ancora più importante, il gruppo BRICS difende la multipolarizzazione e il multilateralismo. Difendendo il multilateralismo, i Paesi BRICS lottano contro il concetto di Guerra Fredda ed aprono alla possibilità di costruire un oridne economico internazionale più giusto ed equo, da cui il mondo può trarre beneficio”.

Ed ha concluso il suo intervento sottolineando come “Le economie emergenti, in particolare i Paesi BRICS, hanno sperimentato un’economia di vigorosa crescita e sono diventati importanti motori dello sviluppo economico globale. Tuttavia, di fronte a questi cambiamenti, i Paesi europei non hanno risposto attivamente. A parte le aspirazioni della Francia alla ricerca dell'autonomia strategica europea, esempi dall'Italia e altri Paesi parlano da soli: opportunità di sviluppo mancate, ostacoli terroristici, ignoranza e incompetenza politica”.

Luca Bagatin

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giovedì 24 agosto 2023

BRICS per rompere l'egemonia Occidentale, creando un sistema globale multipolare. Articolo del prof. Giancarlo Elia Valori su "Global Times" del 23 agosto 2023

 BRICS per rompere l'egemonia Occidentale, creando un sistema globale multipolare. Articolo del prof. Giancarlo Elia Valori su "Global Times" del 23 agosto 2023

Martedì è iniziato a Johannesburg, in Sudafrica, il vertice dei BRICS. È interessante notare che la Francia stava cercando di partecipare all'incontro delle economie emergenti, il che dimostra che il peso dei Paesi del Sud del mondo è in aumento e che le economie emergenti ricevono sempre più attenzione. 

Lo status dei Paesi sviluppati è attualmente in declino e la loro influenza si sta indebolendo, mentre la rilevanza degli Stati del Sud del mondo è in aumento. Come più rappresentativo "club" dei Paesi emergenti, il gruppo BRICS attira naturalmente sempre più attenzione ed è sempre più influente. 

Come piattaforma per la cooperazione tra Paesi emergenti e in via di sviluppo, il gruppo dei BRICS è impegnato a mantenere il multilateralismo, promuovendo attivamente la riforma del sistema economico globale e rafforzando la rappresentanza e la voce di questi Paesi con forze stabili e costruttive.

Molti Paesi sono stanchi del fatto che gli Stati Uniti, e l’Occidente al seguito, dominino economicamente quasi il mondo intero da decenni, forzando e imponendo transazioni in dollari, con il timore che il mancato rispetto delle direttive statunitensi si traduca in conseguenze economiche e finanziarie, sanzioni e ricatti. Al contrario, il gruppo BRICS è aperto ad aiutare i Paesi a svilupparsi, così come a promuovere gli investimenti e il commercio, e non impone mai precondizioni.

Ancora più importante, il gruppo BRICS difende la multipolarizzazione e il multilateralismo. Difendendo il multilateralismo, i Paesi BRICS lottano contro il concetto di Guerra Fredda ed aprono alla possibilità di costruire un oridne economico internazionale più giusto ed equo, da cui il mondo può trarre beneficio.

Poiché un numero crescente di potenze regionali sono interessate ad aderire al gruppo BRICS – il che dimostra la crescente influenza dell’organizzazione come nuova forza geopolitica – questo indica anche che l’attuale ordine internazionale guidato dagli Stati Uniti – in particolare l’ordine economico e il sistema finanziario – dovranno affrontare sfide sempre più impegnative.

I Paesi BRICS sono impegnati a raggiungere alcuni obiettivi economici, politici e di sicurezza, rafforzando la stabilità globale, la pace e la cooperazione economica tra i cinque Paesi. Ciò contribuirà a rompere l’egemonia occidentale, creando così un sistema economico globale multipolare.

Un altro obiettivo importante del gruppo è che le cinque potenze emergenti sperano di rafforzare la loro posizione nel mondo attraverso la cooperazione proattiva tra loro, in particolare sradicando la povertà, risolvendo il problema della disoccupazione e promuovendo integrazione economica e sociale. Si impegnano a raggiungere la crescita economica globale e lavorare insieme per garantire una crescita di qualità superiore, incoraggiando l’economia innovativa e uno sviluppo basato su tecnologia avanzata. Inoltre, cercano di aumentare partecipazione e cooperazione con i Paesi non BRICS, promuovendo la sicurezza e la pace, la  crescita economica e la stabilità politica, e impegnandosi a riformare il settore finanziario internazionale al fine di fornire alle economie emergenti e in via di sviluppo una maggiore voce in capitolo nel processo decisionale.

Lavorano anche con la comunità internazionale per mantenere la stabilità del sistema commerciale multilaterale e migliorare il commercio e gli investimenti internazionali in materia ambientale. Inoltre, si sforzano di raggiungere il Millennium Development Goal, legato allo sviluppo sostenibile attraverso la multilateralità, accordi ambientali, coordinarsi e cooperare con i Paesi del gruppo nell'ambito dell’uso razionale dell’energia per combattere il cambiamento climatico e fornire assistenza umanitaria e ridurre il rischio di disastri naturali, anche affrontando questioni come la sicurezza alimentare globale.

A giudicare dall’attuale situazione mondiale, i gruppi BRICS e G7 sono diventati una base e un forum per uno scambio di opinioni tra l'Alleanza dei Paesi sviluppati e quella tra i Paesi in via di sviluppo. Si prevede che la futura influenza del gruppo BRICS supererà quella del gruppo G7.

Le economie emergenti, in particolare i Paesi BRICS, hanno sperimentato un’economia di vigorosa crescita e sono diventati importanti motori dello sviluppo economico globale. Tuttavia, di fronte a questi cambiamenti, i Paesi europei non hanno risposto attivamente. A parte le aspirazioni della Francia alla ricerca dell'autonomia strategica europea, esempi dall'Italia e altri Paesi parlano da soli: opportunità di sviluppo mancate, ostacoli terroristici, ignoranza e incompetenza politica.

Giancarlo Eia Valori.
L'autore è Presidente della Fondazione per gli Studi Internazionali e Geopolitici e Professore onorario dell'Università di Pechino.

BRICS to break West hegemony, create
multipolar global system
By Giancarlo Elia Valori - Published "Global Times": 23 August 2023

The BRICS Summit kicked off in Johannesburg, South Africa, on Tuesday. It is interesting to note that France was looking to attend the gathering of the emerging economies, which shows that the clout of the countries in the Global South is increasing and the emerging economies are getting more and more attention.

The status of developed countries is currently declining, and their influence is weakening, while the relevance of states in the Global South is increasing. As the most representative "club" of emerging countries, the BRICS group naturally attracts increasing attention and is ever more influential. As a platform for cooperation between emerging and developing countries, the BRICS group is committed to maintaining multilateralism, actively promoting the reform of the global economic system, and strengthening the representation and voice of these countries with stable and constructive forces.

Many countries are tired of the fact that the US, and the West on tow, have almost economically dominated the entire world for decades, forcing and imposing transactions in dollars, with the fear that failure to comply with US directives would result in economic and financial sanctions and blackmail. In contrast, the BRICS group is open to helping countries develop, as well as promoting investment and trade, and never imposes preconditions.

More importantly, the BRICS group defends multipolarization and multilateralism. By defending multilateralism, the BRICS countries are fighting against the concept of the Cold War and opening the possibility of building a fairer and more equitable international economic order from which the world can benefit.

As an increasing number of regional powers are interested in joining the BRICS group - which shows the growing influence of the organization as a new geopolitical force - this also indicates that the current US-led international order - particularly the economic order and the financial system - shall face increasingly severe challenges.

The BRICS countries are committed to achieving a few economic, political and security goals by strengthening global stability, peace and economic cooperation among the five countries. This will help break Western hegemony, thus creating a multipolar global economic system. Another important goal of the group is that the five emerging powers hope to strengthen their position in the world through proactive cooperation among themselves, particularly by eradicating poverty, solving unemployment, and promoting economic and social integration. They commit to achieving global economic growth and working together to ensure higher quality growth by encouraging innovative economic development based on advanced technology. Additionally, they seek to increase participation and cooperation with non-BRICS countries, promote security and peace for economic growth and political stability, and commit to reforming international financial institutions to give emerging and developing economies a greater say in decision-making. They also work with the international community to maintain the stability of the multilateral trading system and improve the international trade and investment environment. Furthermore, they make efforts to achieve the early Millennium Development Goals related to sustainable development through multilateral environmental agreements, coordinate and cooperate with the countries of the group in the field of rational energy use to combat climate change, and provide humanitarian assistance and reduce the risk of natural disasters, including addressing issues such as global food security.

Judging from the current world situation, the BRICS and G7 groups have become a basis and a forum for an exchange of views between the alliance of developed countries and that among developing countries. The future influence of the BRICS group is expected to outweigh that of the G7 group.

Emerging economies, especially BRICS countries, have experienced vigorous economic growth and have become important drivers of global economic development. However, faced with these changes, European countries haven't responded actively. Apart from France's aspirations to seek European strategic autonomy, examples from Italy and other countries speak for themselves: missed opportunities for development, hindered by terrorism, ignorance and political incompetence.

Giancarlo Elia Valori
The author is President of the Foundation for International Studies and Geopolitics and Honorary Professor of Peking University.

domenica 20 agosto 2023

ATTIMI. Poesia di Luca Bagatin

ATTIMI

poesia di Luca Bagatin

Legs Eleven - Jack Vettriano

Cogliendo
Un attimo 
Di seduzione.
Cogliendo
L'attimo in cui
Il tuo sguardo 
Sembra sfuggire 
Ai più 
Ma non a me
Che ti osservo
Nel tuo abito
Blu.
E osservo 
Le tue gambe
Immaginando
Il resto.
Cosa resta
Di noi
Se non un presente
Di attimi
Destinati
A fuggire
Ma non 
Per questo
Meno vivi?

Luca Bagatin

venerdì 18 agosto 2023

Il "Grande Ospizio Occidentale" di Eduard Limonov: una profetica denuncia al totalitarismo liberal-capitalista. Articolo di Luca Bagatin


L'Eduard Limonov de “Grande Ospizio Occidentale” incarna, senza dubbio, lo spirito di Patrick McMurphy, protagonista del bellissimo romanzo di Ken Kesey, “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, interpretato sul grande schermo da Jack Nicholson, nel capolavoro di Milos Forman del 1975.

In “Qualcuno volò sul nido del cuculo” c'era la tirannica Grande Infermiera, sempre pronta a sedare gli Agitati del reparto. Sempre pronta a garantire ordine e lo svolgimento di una routine ammorbante impeccabile, in un ambiente apparentemente confortevole.

Ma sarà il delinquente Patrick McMurphy, già condannato per aggressione e gioco d'azzardo, a rompere le regole del gioco e la routine, sovvertendo gli equilibri del reparto dell'istituto psichiatrico, controllato dalla Grande Infermiera.

Il “Grande Ospizio Occidentale” denunciato da Limonov altro non è che il peggiore degli inferni possibili. Ovvero la nostra società Occidentale, liberal capitalista, che Limonov osserva e ha osservato sin dagli Anni '70, quando si fece espellere dall'URSS e approdò negli Stati Uniti d'America, per vivere inizialmente da senzatetto, poi da sarto, da maggiordomo di un milionario e, pian piano, iniziare le sue prime collaborazioni giornalistiche e letterarie.

E, successivamente, negli Anni '80, ormai scrittore famoso, approdò in quella Francia nella quale pubblicherà, per la prima volta e fra molte difficoltà, nel 1993 – per le edizioni “Belles Lettres” - questo suo agile saggio critico - scritto alla fine degli Anni '80 - ripubblicato prima da Bartillat (nel 2016) e, in questi ultimi mesi, da Bietti, a cura di Andrea Lombardi e con introduzione di Alain De Benoist.

L'Ospizio di Limonov, altro non è che una società sorvegliata dall'Amministrazione, che garantisce ai Malati (i cittadini) ogni tipo di piacere e comfort, utilizzando così quella violenza soft – attraverso l'esaltazione di un Popolo senza opinioni, amante del progresso e del piacere illimitato - che lo stesso Hitler uzilizzò contro i tedeschi della sua epoca, mascherando così tutto l'orrore autentico del Regime.

Un Ospizio nel quale tutto è permesso, ovvero niente è davvero permesso, come affermava Pasolini. In cui i media e i giornali permettono “libertà di parola”, ma effettivo spazio lo trovano solo coloro i quali hanno i mezzi finanziari per poter raggiungere le masse. Oppure, venendo alla nostra epoca dei “social”, tutti possono scrivere contro l'Amministrazione dell'Ospizio, ma questo non smuoverà la situazione di una virgola.

Come fa presente De Benoist nella sua introduzione, ricordando il dissidente russo Solzenicyn quando tenne una lezione agli studenti di Harvard: “Vengo da un Paese in cui non si poteva dire nulla, e scopro un mondo in cui si può dire tutto senza che ciò serva a nulla” (e ciò mi ricorda una frase del leader repubblicano mazziniano e ex Ministro della Difesa italiano Randolfo Pacciardi: “Dicono abbiamo la libertà. Quale libertà? La libertà di una protesta inutile come faccio io oggi”.

Nell'Ospizio denunciato da Limonov l'uomo è svirilizzato, addomesticato dalla pubblicità commerciale, dalla televisione, dalla musica pop, dai reality show (denunciati già nel 1988-89 da Limonov!).

Egli è coccolato in modo che non si ribelli mai e poi mai, se non a parole. In questo senso, coloro i quali Limonov definisce Agitati (ovvero l'opposto dei Malati), quali ad esempio il leader socialista libico Gheddafi (che Limonov paragona al nostro Giuseppe Garibaldi e all'eroe latinoamericano Simon Bolivar, altri Agitati da sedare e combattere, secondo le regole dell'Ospizio), vanno vilipesi e bollati come criminali, terroristi, selvaggi, barbari e chi più ne ha più ne metta.

E ciò attraverso un sistematico revisionismo che, infatti e non a caso, in particolare negli ultimi decenni – grazie a una pessima storiografia revisionista - vede trattato l'Eroe dei Due Mondi Giuseppe Garibaldi come un “mercenario”, un “ladro” o un “terrorista”.

Persino il sistema del voto elettorale, secondo Limonov, è inutile. Ovvero non è altro che una legittimazione dell'Amministrazione dell'Ospizio, la quale propone candidati incolore, de-ideologizzati, nessuno dei quali vuole davvero cambiare alla radice il sistema.

La maggioranza dei cittadini non ha un'opinione, per mancanza di voglia e incapacità” - scrive Limonov - “Vota in funzione di opinioni prefabbricate, elaborate dall'Amministrazione e suggerite dai media”. E, spesso, ne consegue, che la gran parte dei Malati-elettori abbia persino rinunciato ad andare a votare (Limonov riporta, in merito, i dati elettorali di Francia e USA alla fine degli Anni '80, epoca in cui ha scritto il suo saggio, rilevando come in Francia votasse la metà degli aventi diritto al voto, mentre negli USA gli elettori effettivi fossero addirittura una minoranza).

“E' illogico” - prosegue Limonov - “far eleggere i dirigenti dell'Ospizio a un Popolo così influenzabile: non è lo stesso Popolo, d'altronde, che il 30 gennaio 1933 ha dato il potere, con elezioni “libere e democratiche”, a un certo leader tedesco?”. Sottolineando, dunque, come l'elettoralismo possa addirittura portare al potere – con il voto “democratico” (si fa per dire) – i peggiori dittatori.

Eduard Limonov punta inoltre il dito contro l'uomo bianco, borghese, ricco e “civlizzato”, il quale “è convinto di poter capire qualsiasi conflitto sul pianeta dopo aver dato una rapida occhiata alla televisione o leggiucchiato un paio di trafiletti su qualche giornale. Non è cosciente delle conseguenze negative del proprio intervento nella vita dell'Africa, del fatto che la civiltà europea non è estranea alla moltiplicazione delle Vittime”. Quanta attualità!

E, con ciò, Limonov sottolinea come l'Amministrazione dell'Ospizio, attraverso i media, si ponga sempre dalla parte delle Vittime...ma solo se non provengono da Africa, America Latina e Asia, ovvero quelle realtà che non fanno parte dell'Ospizio.

Le realtà estranee all'Ospizio, infatti, secondo Limonov, hanno mantenuto il loro senso comunitario, aracico, ribelle, agitato, estraneo all'ammorbamento prodotto dal benessere materiale, dalla tecnologia, da un lavoro alienante che costringe le persone (i Malati dell'Ospizio) – dalla culla alla casa di riposo – a produrre sempre di più, distruggendo così sempre più risorse naturali e l'ambiente.

L'Ospizio, secondo Limonov, in nome dell'ideologia del progresso e della prosperità, ha veicolato un piacere effimero, che ha annientato - negli esseri umani che ne fanno parte - ogni senso di sofferenza e dolore. Condizioni necessarie, all'essere umano, per crescere, emanciparsi ed essere realmente felice, in quanto realmente artefice del proprio destino, attraverso il superamento degli ostacoli e delle difficoltà che la vita e la Natura che lo circonda gli offre.

La società dell'Ospizio è, invece, infantile e adolescenziale. E, nel suo imporre a tutti i Malati di essere eternamente giovani, belli, occupati e benestanti, si è dimenticata dell'ecosistema e della Natura che, se provocata, può fare davvero paura (e lo stiamo notando oggi, fra pandemie e eventi climatici estremi!).

Limonov, in conclusione, sostiene che “bisognerebbe innanzitutto distruggere l'Ospizio e le sue leggi. Solo misure radicali, estreme, potranno fermare la distruzione del pianeta: l'arresto completo del progresso criminale, lo sradicamento del “modo di vivere industriale” e la sua sostituzione con un altro”.

Altro che “sviluppo sostenibile”! Altro che “case green”! A questi palliativi inutili, Limonov contrappone l'uscita dal sistema tecnologico-industriale e un ritorno dell'essere umano a uno stato pre-industriale. Autenticamente libero e selvaggio. Padrone del proprio destino e non più allevato come un “animale in batteria” e trattato come una “risorsa umana” da spendere e macinare nell'ingranaggio del vivi-consuma-produci-crepa.

Il “Grande Ospizio Occidentale” di Eduard Limonov è saggio sociologico e psicologico affascinante, scritto da un personaggio affascinante.

Un dissidente, tanto ad Ovest quando nella sua Russia, ove fondò, assieme a giovani e artisti (fra i quali il cantante rock Egor Letov, che fu entusiasta di questo saggio) il Partito NazionalBolscevico, primo partito ad essere messo al bando in Russia – nel 2007 – che ricevette il plauso persino della giornalista Anna Politkovskaja e che, rinato nel 2010 con la denominazione “L'Altra Russia” (e, dal 2020, dopo la morte di Limonov, “L'Altra Russia di Eduard Limonov”), ancora oggi viene perseguitato.

Eduard Limonov, questo signore che avrebbe oggi 80 anni, ha profetizzato tutto. Tanto i conflitti ad Est attuali (nel 1992 denunciò i nazionalismi russofobi delle ex repubbliche sovietiche, ormai diventate capitaliste), che la situazione sociale e psicologica dell'Occidente-Ospizio.

Patrick McMurphy – l'Agitato de “Qualcuno volò sul nido del cuculo” - per essere definitivamente sedato, viene lobotomizzato per ordine della Grande Infermiera. Eduard Limonov morì, nel 2020, a 77 anni, dopo aver lottato per anni contro un tumore al cervello.

Il Grande Ospizio Occidentale (che, per ammissione di Limonov, ha ormai conquistato anche Russia e Cina), può sedare e tentare di annientare in ogni modo gli Agitati, ma questi continuaranno sempre e comunque ad esistere e le loro opere saranno ancora lette e conosciute, anche se, magari, da quei pochissimi che avranno la voglia e pazienza di approfondire.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

mercoledì 16 agosto 2023

La Sacra Natura selvaggia delle donne. Riflessioni di Luca Bagatin

 

Perché le donne fanno così tanta paura agli uomini e alle chiese, al punto che sono state represse per secoli?
Perché la donna, il suo corpo e il suo spirito è totale libertà selvaggia, inibizione, vitalità e follia allo stato brado.
Ciò spaventa chi non può controllare questi aspetti.
Un po' come l'essere umano è spaventato dagli eventi estremi della Natura, così il maschio e il clericale non possono controllare l'estremismo selvaggio di un corpo o di una mente femminile.
Che, come la Natura, è Sacra proprio per questo.
E ciò che è Sacro è, al contempo, selvaggio, incontrollabile, irrazionale e non ha nulla di borghese o civilizzato.
Perché tutto ciò che è borghese e civilizzato è innaturale e ipocrita.
 

martedì 15 agosto 2023

SACRO EROS. Poesia di Luca Bagatin

SACRO EROS

Poesia di Luca Bagatin

Musa nella foto: Holy Mane Magdala

Spiritualità, erotismo, trascendenza, eleganza

Sono la base della tua essenza.

All'ombra della Croce

E del Pentacolo

Si espande la tua mistica forza.

L'Eros che trasmetti

Non è mai volgare.

Esso è connaturato

Alla tua Sacra natura,

Che esprimi

Nei tuoi sguardi

Attraverso il tuo corpo

Nudo, oppure vestito.

Nessun indumento

Che tu possa indossare

Per quanto provocante

Possa essere

Mi indurrà mai nel peccato

Ma esso mi trasmetterà

Quella purezza trascendente

Che mi permetterà

Di risvegliare

La mia Coscienza

E unirla alla tua.

Assaporare la tua essenza Divina

E unirmi

Misticamente e eroticamente

A te.

In una danza ancestrale

In una danza di sensi e Spirito.

In una danza di Vita-Amore-Morte.

Resurrezione.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

 

ÉROS SACRÉ  

Poésie de Luca Bagatin  

Muse sur la photo : Holy Mane Magdala

Spiritualité, érotisme, transcendance, élégance

Ils sont la base de votre essence.

A l'ombre de la Croix Et du Pentacle

Votre force mystique se développe.

L'éros que tu transmets

Ce n'est jamais vulgaire.

C'est inhérent

A ta nature sacrée,

Qu'exprimez-vous

Dans ton allure

A travers ton corps

Nu ou habillé.

Pas de vêtements

Que tu peux porter

Aussi provocateur soit-il

Peut être

Il ne me conduira jamais dans le péché

Mais ça m'enverra

Cette pureté transcendante

Qui me permettra de m'éveiller

Ma Conscience

Et fusionnez-le avec le vôtre.

Je goûte ton essence Divine

Et je rejoins

Mystiquement et érotiquement

A toi.

Dans une danse ancestrale

Dans une danse des sens et de l'Esprit.

Dans une danse de Vie-Amour-Mort.

Résurrection. 

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

venerdì 11 agosto 2023

Cuba-Venezuela: un'amicizia storica nel segno del socialismo. Articolo di Luca Bagatin

Saldi i rapporti di amicizia fra Repubblica di Cuba e Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Il Presidente della Repubblica di Cuba, nonché Primo Segretatio del Partito Comunista Cubano (PCC), Miguel Díaz-Canel, ha ricevuto – dal 6 all'11 agosto – il Primo Vicepresidente del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), Diosdado Cabello.

Il Presidente Diaz-Canel, in merito, ha scritto su Twitter: “Abbracciare un fratello a casa, la gioia più grande. Lo abbiamo confermato in un incontro con Diosdado Cabello Rondón. Vedremo cosa ipotizzano gli avversari. Ribadiamo solo che chi fa casino con il Venezuela fa casino con Cuba e viceversa”, riaffermando così la sovranità dei due Paesi socialisti fratelli e la lotta alla diffamazione mediatica contro i rispettivi Paesi, orchestrata in particolare dagli USA.

Entrambi i leader socialisti, nel corso degli incontri, hanno discusso relativamente al lavoro dei rispettivi partiti, ovvero relativamente alla formazione dei militanti ed alla partecipazione democratica popolare, oltre che della storica collaborazione politica e economica fra le due nazioni, che risale al 1999, quando i rispettivi leader di allora - Fidel Castro e Hugo Chavez - posero le basi per la relativa cooperazione.

Dal 2000 il Venezuela divenne, peraltro, il principale fornitore di greggio di Cuba attraverso un accordo che prevede prezzi preferenziali in cambio di servizi medici ed educativi, che sono il fiore all'occhiello dell'Isola caraibica.

Díaz-Canel e Cabello, in rappresentanza di PCC e PSUV, hanno dunque fatto visita alla tomba dell'ex leader cubano Fidel Castro, posta fra il mausoleo dell'eroe nazionale cubano José Martì e il monumento ai martiri della Rivoluzione cubana del 26 luglio 1953, a Santiago di Cuba.

I due esponenti socialisti hanno altresì siglato un nuovo accordo di scambio e cooperazione e hanno visitato la Zona Economica Speciale di Sviluppo Mariel, a ovest de L'Avana.

Il Presidente Diaz-Canel ha inviato, inoltre, un abbraccio al Presidente socialista del Venezuela Nicolas Maduro e alla sua squadra di governo e lo ha ringraziato della sua solidarietà a Cuba, contro l'ingiusto e iniquo embargo statunitense che persiste sin dagli Anni '60 e inasprito dal tutt'altro che democratico John Fitzegald Kennedy.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

mercoledì 9 agosto 2023

Un ringraziamento particolare al prof. Giancarlo Elia Valori

Vorrei ringraziare il prof. Giancarlo Elia Valori, persona che stimo enormemente e i cui articoli e saggi (tanto sulla spiritualità e l'esoterismo, che sulle analisi geopolitiche e economiche) condivido in toto, per avermi inaspettatamente contattato e espresso - in questi giorni - la sua stima e ammirazione per quanto ho recentemente scritto.

Lo ringrazio enormemente altresì per avermi donato, con tanto di dedica, alcune delle sue più preziose pubblicazioni.

Sono rare, specie in questo periodo di caos e sfacelo intellettuale e morale, le personalità dotate di profonda sensibilità, capacità di analisi e dai principi elevati.

Al prof. Valori assieme al prof. Luigi Pruneti, al prof. Aldo A. Mola, al Generale Umberto Granati, a Gianni De Michelis, a Peter Boom, ad Andrea G. Pinketts e al mio caro amico Dario Marini, in particolare, andrà sempre la mia stima, amicizia e ammirazione.

Luca Bagatin