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venerdì 29 settembre 2017

"Breve critica (socialista autogestionaria e rivoluzionaria) al totalitarismo liberale" by Luca Bagatin

Il totalitarismo liberale è quell'aspetto che impone e antepone le regole dell'economia "libera" alle necessità ed ai bisogni delle persone, favorendo i ricchi e i più furbi, disprezzando i poveri o ignorandoli.
Il totalitarismo liberale è quello che impone un politicamente corretto ipocrita e modelli che negano le differenze (che sono sempre una ricchezza) fra le persone e i popoli.
Il totalitarismo liberale ci vuole tutti isolati, asocializzati, fisicamente di plastica e mentalmente manipolati da media e pubblicità commerciale, in nome di una società uniforme e uniformata al modello unico del capitale.

 
(Luca Bagatin)

Diritti sociali e risorse per disabili: tagliare è "democratico", tutelare è "dittatura". Articolo tratto da "L'Antidiplomatico"

 

All’inizio della sessione, il viceministro per la Suprema Felicità Sociale del Popolo, Carolina Cestari, ha segnalato che la redazione di un capitolo dedicato ribadisce il ruolo da protagonista assunto dalle persone con disabilità negli ultimi 18 anni grazie alla Rivoluzione Bolivariana.


di Fabrizio Verde
 
La Repubblica Bolivariana del Venezuela nella nuova Costituzione che sarà partorita dall’Assemblea Nazionale Costituente inserirà un capitolo interamente dedicato alle persone con disabilità. Un’iniziativa che pone il Venezuela all’avanguardia nel rispetto dei diritti umani fondamentali, come sottolineato da Delcy Rodriguez, l’ex ministro degli Esteri che presiede la Costituente. 

«Oggi, nell’Assemblea Nazionale Costituente, dove stiamo studiando un nuovo capitolo per la Costituzione, che segnerà anche un nuovo percorso d’avanguardia per il Venezuela, siamo davvero onorati di avviare un ampio dibattito affinché tutta la società venezuelana, tutte le persone disabili, possano partecipare alla costruzione e alla redazione di questo nuovo capitolo dedicato ai diritti delle persone con disabilità». 

All’inizio della sessione, il viceministro per la Suprema Felicità Sociale del Popolo, Carolina Cestari, ha segnalato che la redazione di questo capitolo ribadisce il ruolo da protagonista assunto dalle persone con disabilità negli ultimi
18 anni grazie alla Rivoluzione Bolivariana. 
L’attenzione del Venezuela bolivariano ai diritti delle persone disabili ha portato nel 2007 all’approvazione della ‘Ley para Personas Con Discapacidad’. E successivamente alla creazione, su iniziativa di Chávez, della missione sociale José Gregorio Hernández, dedicata all’attenzione verso i cittadini venezuelani con disabilità. 

«Questo è stato possibile solo grazie alla Rivoluzione. Siamo all’avanguardia nel campo della disabilità», ha spiegato Carolina Cestari. 

L’iniziativa venezuelana acquista ancora più valore se pensiamo che in tutta Europa, gli Stati cosiddetti democratici, tagliano risorse e servizi dedicati alle persone disabili. Oppure, senza allontanarci troppo dal Venezuela, nel Brasile del golpista Temer vengono cancellati i benefici sociali previsti per le persone malate di sclerosi multipla. 

Tratto da: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-diritti_sociali_e_risorse_per_disabili_tagliare__democratico_tutelare__dittatura/5694_21603/

lunedì 25 settembre 2017

Europa ed Africa unite contro il mondialismo ! Conferenza francese di Dany Colin

Bianchi e neri dovrebbero allearsi contro il mondialismo liberale, nuovo totalitarismo.
Le differenze razziste sono fomentate dalle élites liberali, così come le guerre fra poveri e le lotte fra i sessi e ciò al fine di dividere le persone e indebolirle.
Sul panafricanismo, l'amico e compagno di militanza dell'Organisation Socialiste Révolutionnaire Européenne e redattore del bimestrale francese "Rébellion" Dany Colin, originario del Congo e attivista panafricano - oltre che autore di cortometreggi, studioso di cinematografia e dottorando in filosofia - ha realizzato una brochure edita dalle Editions Livre Noir ed acquistabile in lingua originale ad un prezzo simbolico al seguente link: http://rebellion-sre.fr/boutique/europe-afrique-meme-combat-contre-mondialisme-de-dany-colin/
Il titolo della brochure è non a caso emblematico: "L'Europe et l'Afrique: meme combat contre le mondialisme !", ovvero "L'Europa e l'Africa: stessa lotta contro il mondialismo !".
Su tale tematica sarà mia cura intervistare prossimamente Dany ed intanto colgo l'occasione per segnalare la conferenza di presentazione del suo saggio, che egli terrà venerdì 27 ottobre prossimo dalle ore 20.00 presso l'Università Réelle di Montpellier e di cui qui sotto pubblichiamo la locandina, invitando tutti i lettori interessati a parteciparvi.

Luca Bagatin



Riflessioni brevi sulla pseudo democrazia USA, sul capitalismo e altro.

Uno studio del sistema interamericano pubblicato dal Royal Institute of International Affairs di Londra arriva alla conclusione che gli Stati Uniti sostengono formalmente la democrazia, ma assumono il proprio impegno reale nei confronti "dell'impresa capitalista privata". Quando i diritti degli investitori sono minacciati, la democrazia va tolta di mezzo; se invece vengono garantiti, si possono accettare anche assassini e torturatori.
(Noam Chomsky, da "Così va il mondo" - Piemme Edizioni)


Gli Stati Uniti d'America hanno considerato per decenni l'America Latina di loro proprietà, bollando di volta in volta i Presidenti latinoamericani a loro non favorevoli quali dittatori o comunisti. Ed ancora lo fanno !
Bella "democrazia" quella USA eh !
E noi europei ancora non ci vergognamo di essere loro alleati ? 
(Luca Bagatin)


Ciò che mi ha sempre affascinato nella vita, come nei film e nei libri, è il "niente è come sembra".
Non ho mai amato le soluzioni, le persone, le trame scontate.
(Luca Bagatin)
 
La Spd in Germania perde perché non è un partito socialista, ma l'essenza del capitalismo. Esattamente come il PS francese e come il popolarismo e liberalismo europeo.  
(Luca Bagatin)

Wars Across The World: il pc wargame storico del momento ! Articolo di Luca Bagatin

Wars Across The World (http://www.waw-games.com), sviluppato dalla casa indipendente francese "Strategiae" e ideato da Stéphane Parrin, già ufficiale dell'esercito ed esperto di comunicazione, è un videogioco di simulazione tattica di guerra sviluppato sullo stile dei wargame da tavolo.
Questa la sua particolarità principale, visto che è raro trovare videogiochi strategici che siano a tutti gli effetti dei giochi da tavolo in stile wargame e che al contempo siano semplici e veloci da giocare.
Altra particolarità di WAW è l'ottima caratterizzazione storica delle guerre e battaglie rappresentate.
La scelta per il giocatore è vastissima: si va dalle battaglie dell'Antica Roma sino a quelle Medievali e via via sino ai nostri giorni, passando per la Rivoluzione Americana, le Guerre Napoleoniche, la Guerra Civile Americana, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale e le guerre moderne quali il conflitto in Corea del 1950, la Guerra del Congo del 1964 e quella dei Sei Giorni del 1967, sino alla Guerra del Mali del 2012.
Ho personalmente testato diverse di queste battaglie e le dinamiche sono tutte molto semplici ed al contempo coinvolgenti. Le truppe sul campo sono ottimamente caratterizzate storicamente e a livello di movimenti e di danni inferti. I comandanti delle truppe, poi, sono personaggi storici realmente esistiti (nella Guerra del Congo è presente persino il leggendario Che Guevara che guida le truppe cubane a sostegno dei ribelli congolesi Simbas e nelle Guerre Napoleoniche il protagonista è ovviamente Napoleone Bonaparte) e ciascuno di loro ha abilità tattiche e di comando differenti che permetteranno al giocatore di decidere l'esito di ogni singola battaglia.
Gli obiettivi di ogni guerra sono differenti. Spesso si tratta infatti di conquistare roccaforti e città strategiche presenti sulla mappa. Fondamentale, ad esempio, nella Guerra dei Sei Giorni fra Arabi ed Israeliani, la conquista da parte degli Arabi di Gerusalemme e Tel Aviv, così come è fondamentale nella Guerra di Corea - se si combatte con le truppe Statunitensi e Sudcoreane - evitare che il nemico Nordcoreano sia appoggiato dall'intervento della Repubblica Popolare Cinese, la quale dispone di truppe decisamente avanzate.
Ad ogni turno di gioco il giocatore pescherà una carta, nella quale vi sono particolari bonus utili nelle singole battaglie (specie quando si viene attaccati e si dispongono di poche truppe a presidio della città, oppure quando si vogliono attaccare contingenti di truppe superiori alle nostre forze numeriche); oppure nelle carte si potranno trovare particolari eventi storici che possono favorire la fazione che stiamo rappresentando. Sarà dunque importante sapere quando e come utilizzare le carte di gioco disponibili e, a seconda dell'andamento del gioco, avremo la possibilità di capire se, quando e come potremo utilizzare le nostre carte.
Successivamente si passa al movimento navale oppure aereo (a seconda se disponiamo di sole navi, come durante la Guerra di Hastings del 1066 oppure durante la Battaglia di Saratoga del 1777; oppure se disponiamo di navi ed aerei, come ad esempio durante la Guerra di Corea del 1950) ed infine al movimento terrestre, nel quale potremo muovere le singole truppe e tentare di penetrare nelle file nemiche, attaccandole o aggirandole. Una volta ingaggiata la battaglia compariranno sullo schermo due fucili incrociati e, poco prima della fine del turno, sarà possibile visionare l'esito della battaglia, la quale si svolgerà con semplici tiri di dado virtuali per ogni truppa sul campo ed il punteggio finale sarà calcolato sulla base della potenza di tiro di ogni singolo pezzo schierato. E' dunque chiaro che un lanciafiamme e/o un carro armato ha molta più probabilità di distruggere una unità di fanteria semplice, così come un aereo potrebbe bombardare molto più facilmente sia la fanteria che i carri armati.
Ogni battaglia determinerà il vincitore, il quale avrà così la possibilità di occupare il territorio nemico, il che gli frutterà nuove risorse economiche utili per il turno successivo al fine di poter acquistare nuove truppe.
A seconda della partita/guerra che stiamo conducendo abbiamo un certo numero di turni a nostra disposizione, ma ciò non significa che la guerra non possa concludersi prima dei turni limite o a nostro favore o a nostro sfavore. In genere ogni partita dura all'incirca un'ora o due, ma a volte può protrarsi anche per oltre due ore. Ad ogni modo il tempo di ogni partita è più che ragionevole e ogni partita, anche rigiocata, non annoia mai.
I pacchetti di gioco disponibili sulla piattaforma STEAM o sul sito della casa produttrice sono essenzialmente due: Classic Collection, che comprende il gioco base comprensivo di tutorial e la battaglia di Hastings 1066, Saratoga 1777 e Normandia 1944; ed il pacchetto Expanded Collection che, oltre a queste tre battaglie comprende anche Austerlitz 1805, Berlino 1945 e Corea 1950.
Inoltre, una volta acquistato uno di questi due pacchetti potrete a vostra volta acquistare altre battaglie che desiderate dall'ampio menù disponibile. Potete trovare tutti i pacchetti e le singole battaglie al seguente link: http://store.steampowered.com/app/341040/Wars_Across_The_World/
Nel corso del tempo, inoltre, la casa produttrice ha già annunciato che saranno sviluppate altre battaglie storiche fra cui la Guerra Franco-Indiana del 1759, la Guerra del Golfo del 1990 e scenari di guerra Fantasy. L'obiettivo finale è, in sostanza, dare la possibilità al giocatore finale di poter sperimentare tutti o quasi i principali conflitti della Storia passata e recente.
Permangono ancora nel gioco alcuni "bachi di sistema", che ad ogni modo la casa produttrice sta via via risolvendo e rendendo disponibili agli utenti attraverso gli aggiornamenti automatici al gioco acquistato su STEAM.
Ci auguriamo invece che il gioco possa essere presto tradotto anche in italiano, che è purtroppo l'unica pecca per chi non conosce le lingue straniere (per quanto il gioco sia abbastanza semplice e comprensibile anche a chi abbia una conoscenza base delle lingue nelle quali è attualmente tradotto).
Lo sviluppatore ha ad ogni modo già annunciato che, chiunque abbia voglia di tradurlo in italiano sarà ben accetto ed a costui sarà regalato l'intero gioco e tutte le battaglie disponibili. Sarà sufficiente contattarlo direttamente attraverso il seguente link: http://www.waw-games.com/contact-2/.
Proprio di recente nel menù delle guerre giocabili la Strategiae ha reso disponibile la Guerra Civile Finlandese del 1918 (http://store.steampowered.com/app/574961/Wars_Across_the_World_Finland_1918/) fra la Guardia Bianca finlandese appoggiata da Germania e Svezia e la Guardia Rossa bolscevica appoggiata dalla neonata Repubblica Socialista Sovietica Federata e, prossimamente, conto di avere la possibilità di recensire direttamente questo conflitto di cui purtroppo si è persa la memoria, ma che grazie a videogiochi come questo è possibile rievocare e conoscere meglio.
Wars Across The World è sicuramente un gioco che consiglio a tutti gli appassionati di battaglie storiche e di giochi di strategia veloci ma profondi sia sotto il profilo tattoco-strategico che storico.
Un videogioco che non annoia, ma di partita in partita invoglia sempre di più ad essere giocato ed approfondito.

Luca Bagatin

sabato 23 settembre 2017

Across The Universe. Riflessioni anticapitaliste e democratiche

Il problema non è tanto l'esistenza dell'euro quale moneta di pagamento, bensì il fatto che esista una moneta di pagamento.
Il problema è, in sostanza, il capitalismo ed il suo sistema monetario.
(Luca Bagatin)

Sono contrarissimo ad ogni tipo di governabilità. Sono per l'autogoverno e l'autogestione. Ovvero il cittadino si governa da sè e se il politico deve per forza esistere deve eseguire ciò che il cittadino gli chiede. Senza intromettersi nelle decisioni popolari.
(Luca Bagatin)

Per evitare il confronto argomentato cosa ti dicono ? Che sei confuso , che farnetichi, che sei innamorato delle tue idee ecc...
In realtà basta argomentare e approfondire.
Ma spesso non lo si fa, prendendo per oro colato tutte le assurdità che raccontano media e politici.
(Luca Bagatin)

Mi chiedo se i dirittumanisti di destra e sinistra si siano finalmente pentiti di aver sostenuto i Colpi di Stato passati alla Storia con il ridicolo nome di Primavere Arabe, utili unicamente e ad aver abbattuto governi laici, socialisti e anti islamisti.
(Luca Bagatin)

Baschi e Catalani se vogliono l'indipendenza hanno il diritto di averla.

Un governo che non ascolta ciò che il popolo chiede non può dirsi democratico. 

(Luca Bagatin)
Sacrificarsi. Dare. Dare, senza attendersi nulla in cambio. Donare, non per dovere, ma spinti dalla convinzione che colui che dà è sempre più ricco di colui che riceve – e che ha l’onere di donare a sua volta. È questo, in fondo, l’unico grande principio etico. Tutto il resto deriva da qui.
(Alain De Benoist)


"Todos Somos Venezuela": dialogo mondiale per la pace, la sovranità e la democrazia bolivariana. Articolo tratto da TeleSur e l'Antidiplomatico



Circa 197 delegati internazionali provenienti dai cinque continenti del mondo si riuniscono da oggi presso il Teatro Teresa Carreño di Caracas, capitale del Venezuela, con l’obiettivo di dialogare in favore della pace nel paese sudamericano.
Per l’iniziativa ‘Todos Somos Venezuela’: dialogo mondiale per la pace, la sovranità e la democrazia bolivariana, che si terrà fino al prossimo 19 settembre, dove sarà approvato un piano internazionale di azione di solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana.
Questa giornata mondiale si svilupperà in due fasi. Tra il 16 e il 17 si insedieranno cinque tavoli di lavoro che culmineranno nella Dichiarazione dei Popoli in Difesa della Rivoluzione Bolivariana (Dichiarazione di Caracas).
Nei tavoli di lavoro saranno dibattuti temi che riguardano la difesa della sovranità e la pace, la lotta contro la guerra, l’imperialismo, il suprematismo razziale, la controrivoluzione finanziaria globale e i diritti della madre terra.
Nei giorni 18 e 19 gli invitati internazionali conosceranno alcune esperienze del processo rivoluzionario venezuelano, con visite presso urbanizzazioni della Gran Misión Vivienda Venezuela (GMVV) e incontri con realtà produttive.
In questi due giorni saranno inoltre organizzati dei forum sulla difesa integrale della nazione, l'unione civico-militare e l'antimperialismo. Le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti contro la nazione sudamericana saranno uno degli argomenti da discutere.
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro, che ha convocato i popoli a prendere parte a questa giornata internazionale il 20 agosto, ha ribadito il suo invito alla vigilia.
«Invito tutto il popolo, il movimento popolare, i movimenti di opinione, gli intellettuali venezuelani, i movimenti sociali del Venezuela, i movimenti politici, i partiti del Gran Polo Patriottico a questa giornata mondiale che si sta per sviluppare a Caracas per il dialogo mondiale per la pace, la sovranità e la democrazia bolivariana del Venezuela», ha esortato.
Nelle riunioni preparatorie della giornata internazionale hanno preso parte, tra gli altri, il Movimento Patria Grande dell’Argentina, il Movimento dei Lavoratori Sin Tierra del Brasile, i Circoli Bolivariani di New York, il Movimento dei Poveri degli Stati Uniti, la France Insoumise e il Frente Amplio dell’Uruguay.
«La consegna è una sola: Todos Somos Venezuela e ci saranno una serie di iniziative a livello di reti sociali (…) in vari idiomi ci saranno campagne mondiali, un gran dialogo perché il Venezuela ha diritto a difendersi e ha chi lo difende qui e nel mondo intero», ha sottolineato il presidente.

(Traduzione dallo spagnolo per l'AntiDiplomatico di Fabrizio Verde)

(Manifestazione a sostegno del Venezuela in Gran Bretagna, 17 settembre 2017)

giovedì 14 settembre 2017

Giornate mondiali di sostegno al Venezuela sovrano ed alla Rivoluzione Bolivariana. Articolo di Luca Bagatin

Dal 15 al 19 settembre si terranno, in tutto il mondo, in contemporanea con Caracas, delle manifestazioni di sostegno alla Rivoluzione Bolivariana ed al Venezuela sovrano, minacciato dagli Stati Uniti d'America di Donald Trump, il quale ha annunciato contro il Paese sudamericano sanzioni economiche ed un intervento militare con l'obiettivo di rovesciare il governo venezuelano democraticamente eletto e guidato dal Presidente socialista Nicolas Maduro.
Non è la prima volta che gli USA, nella Storia, intervengono militarmente per destabilizzare l'America Latina ed il Terzo Mondo in particolare. E' solo di pochi giorni fa il ricordo del compianto Presidente socialista cileno democraticamente eletto Salvador Allende, il cui governo fu rovesciato da un Colpo di Stato fomentato dalla CIA l'11 settembre del 1973 e che portò al governo il dittatore liberista Augusto Pinochet.
L'America Latina socialista e sovrana merita di essere difesa da tutto il mondo autenticamente libero e democratico ed è per questo che il Venezuela ha organizzato un evento al Teatro Teresa Carreño di Caracas, che si terrà dal 16 al 19 settembre prossimi dal titolo "Todos somos Venezuela (Tutti siamo Venezuela) - dialogo mondiale per la pace, la sovranità e la democrazia bolivariana" e, dunque, in numerosi Paesi, fra i quali Italia (il 15 settembre alle ore 17.00 a Roma presso il Parco Simon Bolivar di Montesacro) e Gran Bretagna (il 17 settembre a Londra alle ore 12.00 presso l'Ambasciata del Venezuela), si terranno in quei giorni manifestazioni concomitanti in sostegno a tale iniziativa.
Va peraltro ricordato che già nei primi giorni di agosto, nel Consiglio di Diritti Umani dell'Onu riunito a Ginevra, 57 Stati firmarono un documento in appoggio al legittimo governo del Venezuela contro ogni ingerenza straniera.
All'evento di Caracas sarà in prima linea presente il Presidente socialista della Bolivia Evo Morales al seguito di numerosi movimenti sociali in difesa della Rivoluzione Bolivariana.
Non va dimenticato, peraltro, parlando di America Latina e nella fattispecie in questo caso di Argentina, che cresce il malumore e l'indignazione per la scomparsa dell'attivista Santiago Maldonado, il 28enne della provincia di Buenos Aires scomparso il 1 di agosto agosto dopo una manifestazione - repressa nel sangue dalla polizia - in sostegno agli indigeni Mapuche le cui terre sono minacciate dalle multinazionali straniere.
Santiago Maldonado sembra dunque il primo desaparecido di un governo, quello del liberale Mauricio Macri, cha già dal suo insediamento sta via via distruggendo ogni conquista sociale attuata dal peronismo kirchnerista, in particolare per quanto riguarda i diritti dei disabili e bloccando addirittura ogni sostegno all'associazione delle Nonne di Plaza de Mayo per identificare i bambini sottratti alle madri durante le dittature antiperoniste.
L'America Latina del Socialismo del XXI secolo, dal Venezuela all'Argentina, sembra dunque sempre più in pericolo. Non facciamole mancare la nostra vicinanza. Civile, democratica, socialista e libertaria.

Luca Bagatin

mercoledì 13 settembre 2017

Gabriele D'Annunzio fondatore della prima ed autentica Repubblica libertaria e dell'Amore

«Io sono per il comunismo senza dittatura […] È mia intenzione di fare di questa città un’isola spirituale dalla quale possa irradiare un’azione, eminentemente comunista, verso tutte le nazioni oppresse»
(Gabriele D'Annunzio)




L'8 settembre 1920 il Vate Gabriele D'Annunzio - a conclusione dell'Impresa di Fiume - proclama la Reggenza del Carnaro, ovvero quella che amo definire la prima ed autentica Repubblica libertaria e dell'Amore che sia mai stata fondata.
A memoria di ciò desidero riportare due articoli che dedicai a D'Annunzio ed alla sua celebre impresa.

Luca Bagatin


Il "Manuale del Rivoluzionario" di Gabriele D'Annunzio.
Articolo di Luca Bagatin del 25 agosto 2014
 

La fantasia al potere, attraverso una critica del potere stesso, la porterà certamente Gabriele D'Annunzio (e non certo i figli di papà del '68 italiano), il Vate della letteratura italiana per eccellenza, il poeta armato, l'eroe dell'impresa di Fiume e che fece della città di Fiume – occupata con soli 1500 uomini e senza sparare un colpo – una città libera, liberata e libertaria.
Gabriele D'Annunzio fu, secondo le parole di Lenin, l'unico rivoluzionario dell'Italia dei suoi tempi e da molti fu considerato un novello Giuseppe Garibaldi, per il suo ardimento e per la sua portata socialisteggiante, dagli echi mazziniani e garibaldini.
Ce ne ha parlato a lungo lo storico Giordano Bruno Guerri, ma ce ne parla diffusamente – proprio attraverso gli scritti ed i discorsi di D'Annunzo stesso – il “suo” “Manuale del Rivoluzionario”, a cura di Emiliano Cannone ed edito dalla Tre Editori (www.treditori.com). Un bellissimo saggio che abbiamo scoperto e che desideriamo far conoscere e diffondere.
Un Manuale che, non a caso, reca in copertina un D'Annunzio nei panni di Lenin, contornato da bandiere rosse nell'atto di prendere d'assalto il Palazzo d'Inverno.
Il Palazzo d'Inverno di D'Annunzio fu il potere, la casta politica, il governo di Nitti, di Vittorio Emanuele Orlando e di Giolitti, ovvero dei parrucconi della sua epoca. Ma il Palazzo d'Inverno di D'Annunzio fu anche l'avanzante fascismo e quel Mussolini che cercò, in tutti i modi ma senza riuscirvi, di zittire il Vate della Nuova Italia.
Nel Manuale è rappresentata tutta l'anima anarchica, socialisteggiante, libertaria, antiparlamentare ed internazionalista del Nostro. Un D'Annunzio che, non a caso, dichiara che egli aspira ad un “comunismo senza dittatura” e che – ben prima e meglio di altri – lancerà invettive contro la “casta politica”, dichiarando, fra le altre cose: “La casta politica che insudicia l'Italia da cinquant'anni, non è capace se non di amministrare la sua propria immondizia, pronta a tutte le turpitudini, pur che sia lasciata fingere di godersi il suo potere impotente”.
D'Annunzio, in questo senso fu un eroe (anti)politico e, dunque, un eroe della vera democrazia, contro i soprusi e le ruberie del potere ed in questo senso non mancherà mai in D'Annunzio il suo appello all'Antica Grecia, al mito greco, all'arte ed alla bellezza in tutte le sue forme, quale valori fondanti per l'emancipazione umana. In questo senso – lo si evince dal Manuale stesso – egli scorgerà la natura della crisi dei suoi tempi, che poi è anche la natura della crisi economica e sociale dei nostri, ravvisando l'origine del problema nell'espansionismo capitalistico e nell'imperialismo anglosassone e statunitense, ovvero di coloro i quali egli definisce i “divoratori di carne cruda”. In questo senso D'Annunzio scrive: “La lotta mercantile, la lotta per la ricchezza, porta il pericolo delle più terribili conflagrazioni marziali”. Ora sappiamo che fu profetico e nelle sue parole non possiamo non scorgere quanto avvenne nella Seconda Guerra Mondiale, durante la Guerra Fredda e, oggi, nel Medioriente martoriato ed ove non vi sono eroi, bensì criminali che uccidono, in ogni dove, vittime innocenti.
Ricchezza e potere all'origine della morte dell'umanità stessa, dunque.
Con l'impresa di Fiume possiamo dire che il D'Annunzio concretizzerà i suoi ideali ed i suoi principi. Nel 1919, infatti, in opposizione al Trattato di Versailles che negava la città di Fiume all'Italia, D'Annunzio - alla testa di un drappello di legionari - la occupò e ne fece una città libera in tutti i sensi, al punto che a Fiume erano tollerate e praticate le libertà sessuali, nonché era tollerata l'omosessualità e, grazie al contributo dell'aviatore Guido Keller e dello scrittore Giovanni Comisso, fu fondato il gruppo Yoga – avente per simbolo la svastica di origine vedica (che nulla aveva a che spartire con il nazismo, anzi !) ed una rosa a cinque petali - e che proponeva una visione esoterica e spirituale della realtà.
Non solo, in collaborazione con il sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris, D'Annunzio redasse la famosa Costitituzione di Fiume o Carta del Carnaro, la quale fu un documento avanzatissimo per l'epoca, prevedendo: libertà di associazione, libertà di divorziare, libertà religiosa e di coscienza al punto che furono proibiti i discriminatori crocifissi nei luogi pubblici, assistenza ai disoccupati ed ai non abbienti, promozione di referendum, promozione della scuola pubblica, risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario, inviolabilità del domicilio e altro ancora che, peraltro, non fu mai garantito nemmeno dalla Costituzione della Repubblica italiana partitocratica, fondata nel 1948 e nella quale viviamo tutt'oggi. Una Costituzione tanto decantata, ma assai poco approfondita e che poco aveva a che spartire con la vera democrazia della Repubblica Romana del 1849 e con la Carta del Carnaro, fondata da spiriti rivoluzionari e non già da canuti uomini politici, servi dei partiti e delle ideologie e che il potere ha reso schiavi.
Un'impresa unica nella Storia, dunque, quella di Fiume, purtroppo soffocata dall'imperialismo internazionale e dal governo italiano di Giovanni Giolitti (tutt'altro che un liberale, bensì un famoso Ministro della malavita come lo soprannominò Gaetano Salvemini !) che, nel 1920, inviò le truppe italiane a sgomberare a cannonate i legionari.

Da non dimenticare frasi come queste, contenute nel “Manuale del Rivoluzionario”, che D'Annunzio lancia quali invettive ai governanti dell'Europa e del mondo di ieri, non dissimili da quelli di oggi. Frasi oggi attualissime, se osserviamo la geopolitica mondiale, europea, oltre che i flussi di migranti che approdano giornalmente sulle nostre coste, costretti ad emigrare a causa di una crisi voluta dai Governi e dal sistema economico-monetario: “In tutta Europa, in tutto il mondo, il potere politico è al servizio dell'alta banca meticcia, è sottomesso alle impostazioni ignobili dei rubatori e dei frodatori costituiti in consorzi legali. Neppure nel peggior tempo dei barbareschi e dei negrieri le genti furono mercanteggiate con così fredda crudeltà. Le nazioni sono cose da mercato. La vita pubblica non è se non un baratto immondo esercitato nel cerchio delle istituzioni e delle leggi esauste. Fino a quando ?”.
Il “Manuale del Rivoluzionario”, che raccoglie gli scritti anarco-libertari, socialisti, internazionalisti ed umanitari di D'Annunzio è certamente una fortunata opera editoriale ed il merito va certamente all'ottimo Emiliano Cannone, giovane dottore di ricerca in italianistica, per averlo curato con, peraltro, un'ottima nota introduttiva e precise note a piè di pagina.
La veste editoriale del saggio, poi, curata dalla Tre Editori, è elegantissima, anche a dispetto dell'economico prezzo di copertina. Da notare che, la fine di ogni capitolo del Manuale, reca il simbolo della bandiera della Reggenza del Carnaro: un uroboro – ovvero un serpente che si morde la coda – antico simbolo esoterico e gnostico a rappresentare la natura ciclica delle cose, ovvero simbolo di immortalità (si rammenti che Gabriele D'Annunzio fu peraltro iniziato alla Massoneria della Serenissima Gran Loggia d'Italia, oggi Gran Loggia d'Italia degli ALAM e non ne fece mai mistero), con al centro le sette stelle dell'Orsa Maggiore.
Ulteriori spunti su cui riflettere ed approfondire attorno ad un personaggio poliedrico quale fu Gabriele D'Annunzio, troppo frettolosamente relegato fra i “poeti del nostro Paese”, senza rammentarne (o preferendo piuttosto oscurarne) la portata rivoluzionaria, libertaria ed eminentemente (anti)politica e (contro)culturale.

Luca Bagatin


Giorgia Meloni sbaglia a contrapporre D'Annunzio a Che Guevara, due eroi anti-casta e per l'emancipazione sociale oltre la destra e la sinistra.
Articolo di Luca Bagatin del 9 agosto 2016


Giorgia Meloni informa i suoi “amici virtuali” di Facebook che ogni giorno, per tutto il mese di agosto, pubblicherà un aforisma – iniziando da quello celebre di D'Annunzio “Memento audere semper” - e tale notizia, tutto sommato abbastanza marginale, viene ripresa anche da alcuni organi di informazione, in particolare per informare che la sig.ra Meloni intende contrapporre la figura di D'Annunzio a quella di Che Guevara.
Lei infatti scrive che i ragazzi dovrebbero “studiare sui libri di scuola in maniera più approfondita la figura di D'Annunzio”, “un grande italiano che non ha nulla da invidiare a un qualunque Che Guevara, che pure tanti giovani amano indossare sulle loro magliette” ed afferma ciò esaltando l'impresa di Fiume del 1919.
Lodevole il fatto che la Meloni esalti e ricordi l'impresa di Fiume, meno lodevole il suo tentativo di contrapporre la figura del rivoluzionario anti-casta e libertario D'Annunzio all'altro rivoluzionario anti-casta e libertario Che Guevara.
In questo senso, sia gli studenti che la sig.ra Meloni dovrebbero studiarsi approfonditamente sia la figura di D'Annunzio che quella di Che Guevara, ma su testi che hanno trattato tali figure in modo obiettivo e non ideologizzato.
Per quanto concerne Gabriele D'Annunzio, il “Poeta soldato”, il “Vate” per eccellenza, qualche anno fa segnalammo e recensimmo l'ottimo “Manuale del Rivoluzionario”, edito dalla Tre Editori e curato da Emiliano Cannone (http://www.opinione.it/cultura/2014/08/28/bagatin_cultura-2808.aspx). In questo saggio sono riportati discorsi ed aforismi del Vate e che lo consacrano quale miglior rappresentante della cultura socialista rivoluzionaria, anarchica, antiparlamentare ed internazionalista, oltre e contro la destra (rappresentante delle élite monarchiche ed oligarchiche) e oltre e contro la sinistra (rappresentante della borghesia industrialista ed affamapopoli).
Nel saggio, infatti, fra le altre, si riportano le parole ad una celebre intervista a D'Annunzio, il quale affermava che egli ambiva ad un “comunismo senza dittatura” (esattamente come Che Guevara peraltro !) e non a caso fu ammirato da Lenin (il quale inizialmente, nella costituzione dei Soviet, si ispirò agli ideali anarchici) e la Repubblica di Fiume - costituita con il contributo di socialisti rivoluzionari e mazziniani quali ad esempio Alceste De Ambriis - fu l'inveramento di quel comunismo libertario d'annunziano che permise le libertà sessuali (con relativa tolleranza e pratica dell'omosessualità), la libertà di associazione, la libertà di divorziare, la libertà religiosa e la libera ricerca spirituale (l'aviatore Guido Keller e lo scrittore Giovanni Comisso fondarono la rivista “Yoga”, che proponeva una visione esoterica e spirituale della realtà), la proibizione dei crocifissi nei luoghi pubblici, l'assistenza ai disoccupati ed ai non abbienti, la promozione dei referendum, la promozione ed il sostegno alla scuola pubblica, il risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario ecc... tutte cose che nemmeno l'attuale Repubblica italiana di cui Giorgia Meloni è rappresentante, sembra garantire appieno.
Ci chiediamo, peraltro, se queste cose la sig.ra Meloni le sappia (visto che diversi dei punti del programma della d'annunziana e fiumana “Carta del Carnaro” sono in aperto contrasto con gli ideali da lei stessa propugnati). Così come ci chiediamo se la sig.ra Meloni sappia che Gabriele D'Annunzio fosse apertamente e dichiaratamente massone (massone lo fu anche Che Guevara e la gran parte dei rivoluzionari cubani, oltre che fiumani), appartenente alla Serenissima Gran Loggia d'Italia (oggi Gran Loggia d'Italia degli ALAM) e che la stessa bandiera della Reggenza del Carnaro fosse un chiaro richiamo al simbolismo gnostico e massonico, ovvero un uroboro (un serpente che si morde la coda) con al centro le sette stelle dell'Orsa Maggiore.
Gabriele D'Annunzio e gli eroi di Fiume, così come il Che e gli eroi di Cuba osarono ed osarono sempre, inverando appunto il motto “Memento audere semper”. Eroi (anti)politici e contro la realpolitik, alla quale contrapposero l'amore per le genti, per l'umanità, per la libertà intesa come libertà dal bisogno per approdare al sogno di una società o, meglio, di una civiltà umanitaria e comunitaria diversa ed alternativa a quella dei politicanti, degli oligarchi e degli industriali affamapopoli.
Eroi senza compromessi al punto che furono purtroppo sconfitti. La Repubblica di Fiume fu smantellata dall'esercito del Regno d'Italia nel 1921, non senza scontri (si ricordi in proposito il famoso “Natale di sangue”) e, per quanto riguarda Che Guevara, in polemica con il sostegno sovietico dell'Urss a Cuba e con le posizioni di Fidel Castro in merito, si dimise da tutte le cariche e da Ministro dell'Industria ed andò a combattere per i popoli oppressi in Congo ed infine in Bolivia, ove fu ucciso.
Ecco gli eroi da ricordare, celebrare, emulare da tutti e soprattutto dai giovani d'oggi, amebizzati dagli smartphone e dagli (a)socialnetwork. Eroi senza macchia che lottarono a sprezzo del pericolo e mai furono mantenuti ad ufo dai contribuenti.
Ecco perché è errato, come fa la Meloni, tentare di contrapporre D'Annunzio (accreditandolo magari “a destra”, niente di più sbagliato) a Che Guevara (che comunque non va assimilato alla “sinistra”, ma fu personaggio e studioso che andò ben oltre le ideologie illuministico-borghesi).
Nell'ambito del pensatoio che ho fondato - “Amore e Libertà (www.amoreeliberta.blogspot.itwww.amoreeliberta.altervista.org) – non a caso, tanto D'Annunzio che Che Guevara, sono inseriti nel “pantheon” dei nostri ispiratori (si veda il link: http://www.amoreeliberta.altervista.org/html/manifesto.htm) e proprio per le motivazioni che ho già scritto qui, come in altri articoli.
Dunque la Meloni approfitti della “pausa estiva” per leggere gli scritti ed i discorsi politici di D'Annunzio, la Carta del Carnaro e magari i saggi dello storico Giordano Bruno Guerri in proposito, oltre che il saggio a cura di Emiliano Cannone già citato un questo articolo. Eviterà di fare affermazioni imprecise e di contrapporre dei veri combattenti per l'emancipazione dei popoli, i cui ideali, oggi, nella società liquida dei consumi e della casta politica autoconservativa, mancano enormemente.

Luca Bagatin


Jim Channon, lo sviluppo del potenziale umano ed il fallimento delle politiche militari (specie made in USA)

Il 10 settembre scorso è venuto a mancare Jim Channon, fondatore, alla fine degli Anni '70, di quello che chiamò Primo Battagline Terra, ovvero un esercito composto da "monaci guerrieri" in grado di agire sul nemico attraverso strumenti di pace. Un'idea rivoluzionaria che, personalmente, mi colpì molto.
Per questo nell'agosto del 2014 ne scrissi un articolo, rifacendomi alla ricostruzione che ne fece Jon Ronson.
Di seguito desidero riportare l'intero articolo. In memoria di Jim Channon e di tutti gli hippie rivoluzionari come lui.

Luca Bagatin 


L'uomo che fissa le capre, Jim Channon, lo sviluppo del potenziale umano ed il fallimento delle politiche militari (specie made in USA).
Articolo di Luca Bagatin del 2 agosto 2014 

Ne hanno fatto anche un film.
Abbastanza grottesco. Come grottesca è la vicenda. Più che di vicenda, si tratta in realtà dell'esistenza di assurde attività praticate all'interno dell'esercito statunitense, sin dagli Anni '50.
Attività che sconfinano nel paranormale al punto che in un luogo militare chiamato Fort Bragg, a capo di un personaggio assurdo - benché Generale Maggiore - chiamato Albert Stubblebine, si stenta a credere che siano stati praticati i più curiosi esperimenti: dallo stordimento di ignari greggi di capre, sino al tentativo di attraversamento dei muri da parte di soldati addestrati all'uopo.
E' una storia che potrebbe essere stata partorita da qualche romanzo di fantascienza e/o di fantapolitica ed in realtà è la storia ricostruita dal giornalista Jon Ronson un decennio fa, attraverso il saggio "L'uomo che fissa le capre", dal quale di recente è stato tratto l'omonimo film-commedia con George Clooney.

E' una ricostruzione suggestiva e a tratti irriverente, quella di Ronson, ma profondamente inquietante.
E' inquietante, infatti, pensare che quella che si definisce o si tende a definire "la più grande democrazia del mondo", ovvero gli USA, abbia speso fior fior di quattrini in progetti così assurdi che nella maggior parte dei casi non hanno prodotto alcun risultato concreto se non il proliferarsi di progetti correlati/collaterali, quali l'utilizzo di tecniche di tortura praticati nell'ambito della cosiddeta guerra al Terrore, oppure in missioni speciali della CIA altrettanto umanamente distruttive.
Eh sì, perché la CIA sa bene come avvalersi di tecniche apparentemente "non invasive" per torturare il "nemico". Peccato che, da una democrazia, non ti aspetteresti l'utilizzo di tecniche di tortura. Così come dall'esercito degli Stati Uniti d'America non ti aspetteresti che siano mai esistiti progetti che scadono facilmente nell'imbecillità.
Purtuttavia così è stato e così pare continui ad essere. Gli USA patria anche della stupidita, verrebbe da dire. Infondo il celebre umorista statunitense Mark Twain - a noi tanto caro - scrisse: È stato meraviglioso trovare l'America, ma sarebbe stato ancor più meraviglioso perderla.
Jon Ronson racconta tutto ciò con dovizia di particolari, con interviste alla mano, attraverso ricerche ed inchieste.
Purtuttavia - psicosi paramilitari a parte - nel saggio sono raccontate personalità interessanti. Una di queste è certamente Jim Channon, fondatore - alla fine degli Anni '70 - del Primo Battaglione Terra, ovvero l'idea di un escercito composto da supersoldati o "monaci guerrieri" in grado di agire sul nemico attraverso strumenti di pace tipici dei movimenti New Age e legati alla spiritualità.
Ma chi è Jim Channon ? Tenente Colonnello dell'esercito USA, al termine della Guerra del Vietnam, Channon decise di approdare al cosiddetto "movimento del potenziale umano", frequentando gruppi spiritualeggianti, new age, misticheggianti, tipici in particolare della California ed ispirati al movimento beatnik ed hippie. Fu lì che apprese diverse tecniche di meditazione e di sviluppo, appunto, del potenziale umano.
Tornato nell'esercito decise di rendere operative queste tecniche, attraverso il manuale del Primo Battaglione Terra, di cui tutt'oggi si può trovare traccia presso il sito ufficiale: www.firstearthbattalion.org
Jim Channon è decisamente un personaggio "sui generis". E' un ex militare, ma è anche un hippie nel vero senso della parola. E' una persona molto razionale, ma nel contempo sogna un esercito di pace, che porti effettivamente la pace nel mondo, ovvero che armonizzi la politica in nome della Terra e del pianeta attraverso la ricerca della risoluzione dei conflitti per mezzo di metodi non distruttivi.
Nel film "L'uomo che fissa le capre" il Tenente Colonnello Channon è interpretato da Jeff Bridges e si chiama Bill Django. Un capellone in uniforme, così come lo era, di fatto, lo stesso Channon.
Oggi Jim Channon è un consulente aziendale e cerca di portare, nel mondo degli affari, quel tipo di valori etici che cercò di insegnare all'esercito di Reagan.

Consiglio a chiunque la lettura de "L'uomo che fissa le capre" di Jon Ronson, molto di più della visione del film che, in realtà, ne è una squinternata parodia.
Il saggio di Ronson, che si legge come un romanzo e che sembra davvero un romanzo, aprirà certamente molte menti e farà riflettere. Farà riflettere sugli USA, sul loro sistema (im)politico, sui media, su vere o presunte cospirazioni, ma soprattutto sulla necessità di nuove forme di comunicazione fra gli individui. E sulla ricerca del bene più prezioso, che nessuno Stato e nessuna forma politica ci può fornire (anzi !), ovvero la ricerca della pace interiore, premessa per la pace dell'intero pianeta.
Persone come Jim Channon hanno forse aperto una piccola via in questo senso.

Luca Bagatin

sabato 9 settembre 2017

Intervista di Luca Bagatin alla ballerina e coreografa internazionale Ralitza Kavaldjieva

Non so cosa mi colpì di Ralitza Kavaldjieva. Forse il naso, gli occhi, il sorriso.
Quando vengo colpito dal fascino di una donna ho come una specie di epifania religiosa che mi fa comprendere subito, sulla base dei tratti esteriori, l'interiorità di un animo femminile profondo.
Fu così che decisi di contattare Ralitza, conoscerla, intervistarla. E scoprii che avevamo non poche affinità ideali, caratteriali, spirituali, artistico-creative.
Ralitza è una giovane ballerina bulgara di livello internazionale. Classe 1981 manifestò già a 5 anni la passione per la danza, trasmessale da una famiglia di artisti. La nonna - Antonova Zdravka - era infatti una famosa cantante lirica, mentre la madre, Nadezdha Ivanova Miteva, fu giovane campionessa di ginnastica ritmica nel suo Paese e lo zio, Petar Antonov, fu affermato attore dei Paesi dell'Est e le permise di preparare l'esame statale che la porterà ad entrare nella Scuola Nazionale delle Belle Arti Dobri Hristov (Teatro dell'Opera di Varna).
A 9 anni Ralitza ha un sogno: diventare ricca e famosa, ma non per sé stessa. Bensì per poter avere le risorse per poter accudire quanti più cani e animali randagi possibile. I beni materiali non le interessano, ciò che le sta a cuore è l'amore per gli animali. E così ad appena 10 anni d'età sostiene il già citato esame statale per poter essere ammessa al Teatro dell'Opera di Varna, la sua città natale. Viene ammessa e l'anno seguente, a soli 11 anni, è ammessa alla Scala di Milano e qui si trasferirà con la famiglia divenendo, anni dopo, Prima Ballerina presso la Compagnia Nazionale di Raffaele Paganini.
Diplomata e laureata presso l'Accademia Nazionale di Danza, Ralitza Kavaldjieva ha aperto la Scuola di Danza dell'Est presso Ardea (Roma), che ha permesso a molti bambini di imparare non solo a danzare, ma anche a conoscere meglio il linguaggio del corpo e a "sentire la propria voce interiore". Ralitza, attraverso questo ed altri progetti e coreagrafie da lei scritti e realizzati ha voluto e vuole lanciare principalmente un messaggio di denuncia nei confronti dei disastri naturali (o "snaturali" come li definisce lei) che devastano il Pianeta Terra e di speranza attraverso un percorso di decondizionamento delle menti e di risveglio spirituale delle anime, a partire da quelle dei più piccoli. Perché i bambini, come ama dire lei, "sono speciali ed uniche anime sagge poratrici d'amore per l'umanità".
Affascinato da questa incantevole donna e dai suoi progetti di impegno artistico e soprattutto sociale, e proponendole una futura collaborazione, ho deciso ed avuto l'opportunità di intervistarla e farla conoscere meglio al pubblico, in quanto personaggio non mediatico e, come tale, destinato a diventare protagonista di un presente ed un futuro di grande rinascita spirituale per il Pianeta.

Luca Bagatin: Iniziamo con una domanda di rito: come nasce la tua passione per la danza, Rali ?
Ralitza Kavaldjieva: La mia passione nasce con la musica di Michael Jackson e Madonna. Madonna era adoratissima da mio zio, il quale me la trasmise attraverso i poster che addobbavano la mia cameretta e che furono le prime immagini che vedevo quando aprivo gli occhi la mattina.
Sognai subito di divenire una pop star come lei, allo scopo di poter salvare i cani randagi di tutto il mondo! Successivamente, frequentando il Teatro dell'Opera, ho scoperto la lirica ed il mio "spirito" si è riconosciuto in quel tipo di musica, più remota e arcaica.

Luca Bagatin: Nel mio articolo introduttivo ho riassunto il tuo percorso artistico e lavorativo. Puoi parlarcene più dettagliatamente ?
Ralitza Kavaldjieva: Hai fatto bene a riassumerlo perché il mio percorso artistico è molto lungo e ampio e ci vorrebbe il mio curriculum intero per descriverlo. Preferirei riassumerlo dicendo che è un percorso che comprende ruoli nei quali il mio carattere grintoso si riconosce molto.

Luca Bagatin: Come e quando è nata l'idea di aprire la Scuola di Danza dell'Est ?
Ralitza Kavaldjieva: Scuola di Danza dell'Est nasce ad Ardea nel 2009, nel momento in cui decisi di dare un calcio al sistema ed al mondo dello spettacolo in generale. Ed è nata dalla mia volontà di trasmettere qualcosa, soprattutto ai giovani. Ma prima di tutto, per poter fare ciò, ho dovuto essere una brava allieva.

Luca Bagatin: Come ho scritto e come mi hai spesso raccontato, le tue coreografie ed i tuoi spettacoli hanno sempre un doppio significato: artistico e spirituale. Ovvero vogliono lanciare un messaggio e coinvolgere i partecipanti, siano essi attori che spettatori. Quali sono i messaggi che vuoi lanciare ?
Ralitza Kavaldjieva: I miei spettacoli nascono da un'idea di base che solitamente si manifesta in me molto tempo prima di iniziare a realizzarli. Così inizio ad osservare tutto ciò che mi circonda e che "in realtà" è creato dalla mente materiale. Siamo un tutt'uno con ciò che vediamo, ma non ce ne rendiamo conto in quanto i nostri sensi sono limitati dalla materia. Così unisco tutto ciò in un unico pensiero attraverso più energie e creo del potenziale artistico. Un po' come fanno le formiche: assieme ed unite riescono ad abbattere ogni barriera, pur essendo microscopiche.
I miei spettacoli lanciano messaggi spirituali per coloro i quali li sanno cogliere. I bambini ai quali insegno sono degli strumenti che, assieme alla musica, possono raggiungere gli adulti e rompere i loro schemi mentali precostituiti. Il mio obiettivo è così, attraverso la danza e la musica, quello di risvegliare i loro cuori. Ritengo che le persone abbiano un potenziale Divino, ma siano cadute in una sorta di profonda "amnesia" a causa del sistema materialistico da loro stesse creato. Hanno la fortuna di abitare in un pianeta bellissimo, ma non se ne rendono conto e pensano che l'unico modo di vivere sia quello di accumulare ed utilizzare il danaro. Attraverso i miei spettacoli cerco di rompere ogni schema materialistico e raggiungere i cuori umani.
Luca Bagatin: Puoi citarci alcuni degli spettacoli da te scritti e messi in scena ?
Ralitza Kavaldjieva: Sono molti. Fra gli ultimi posso dirti che ho montato la Snow Queen in Germania due anni fa al Grand Teatro di Flansburg. Con i primi ballerini dell'Opera di Belgrado
ho ricevuto la proposta di montare la produzione del Conte di Montecristo all'Opera di Sofia e Varna, ma ho dovuto rifiutare perché stavo preparando il mio show per un importante concorso a Milano che ha vinto un premio all'American Ballet. Ho fatto poi molte altre esperienze importanti, come il Festival Intercontinentale di musica jazz e poesia, interamente dipinta su tutto il corpo con la tecnica del body painting. In quell'occasione ho rappresentato il futurismo, accompagnata dalla famosa violinista Anila Kraja. Collaboro costantemente con la Fenice ed il centro culturale bulgaro di Roma ed ho interpretato diversi ruoli nei teatri italiani più famosi. Fra i quali la Carmen di Bizet, assieme a Raffaele Paganini.

Luca Bagatin: Al mondo dello spettacolo e della televisione hai preferito un percorso tuo personale, non mediatico, indipendente, al di fuori di tutti i canali tradizionali. Come mai questa coerente ed ammirevole scelta ?
Ralitza Kavaldjieva: Perché non sono una persona disposta a scendere a compromessi. Così ho preferito seguire il mio percorso da indipendente. Opponendomi al sistema. Nel mio piccolo faccio molta beneficienza, mantenendo le bambine di alcune famiglie italiane che a causa del sistema capitalista perdono il lavoro e la possibilità di istruire i propri figli.
Ci sono bambine che vedono in me una "maestra di vita", ma non voglio insegnare nulla a nessuno. Solo aiutarle a ritrovare la loro autostima, facendo loro da semplice guida. Da ogni bambino cerco di tirar fuori il meglio. Per fare questo mi ispiro per molti versi ai concetti spirituali dei bambini indaco e cristallo, ovvero anime che hanno la missione di risvegliare la coscienza delle persone.

Luca Bagatin: Che tipo di donna è, in sostanza, Ralitza Kavaldjieva ?
Ralitza Kavaldjieva: Una donna combattiva, fedele, coraggiosa e grande lavoratrice.


Luca Bagatin (nella foto con Ralitza)