La situazione è critica e stiamo forse
andando verso un punto di non ritorno.
Mai come in questi ultimi tempi stiamo
vedendo e subendo i danni dovuti al surriscaldamento globale, ai
cambiamenti climatici ed allo smog: già l'abbiamo visto con un caldo
da record l'estate scorsa ed oggi lo vediamo con un inquinamento da
record in Pianura padana come non mai nella cosiddetta “terra dei
fuochi”; con le inondazioni in Gran Bretagna; con tornado e
inondazioni in Texas e continui terremoti in Asia. La lista dei danni
causati dal cambiamento climatico è lunga e potrebbe diventare, nel
corso dei prossimi anni, davvero critica per l'intero Pianeta. Una
situazione, in sostanza, forse ancor più preoccupante del terrorismo
dell'Isis perché potrebbe mietere molte più vittime e modificare
radicalmente il nostro modo di vivere.
La cosa sembra preoccupare solo di
recente i politicanti i quali, a parte qualche misura inuile e
palliativa come la circolazione delle automobili a targhe alterne,
sembrano non fare altro.
Da tempo poniamo una seria critica al
sistema economico globale dell'accumulazione della ricchezza e della
crescita economica che, nei fatti, si traduce in industrie di ogni
tipo che inquinano. E che, invece, senza tanti giri di parole,
andrebbero chiuse e riconvertite. Pensiamo alla situazione critica
della Cina capital-comunista, oltre che all'impero del capitalismo
globale, ovvero gli USA, massimo responsabile, assieme alla Cina e
all'India (ove il pessimo governo ha ridotto i controlli
sull'inquinamento delle fabbriche) del surriscaldamento del Pianeta e
del cambiamento climatico. Pensiamo alla distruzione della foresta
Amazzonica, autentico polmone verde del Pianeta e ad interi ettari di
verde, di boschi, di foreste in tutto il globo terrestre in nome di
un progresso che, nei fatti, è una vera sconfitta e un vero regresso
per tutti gli esseri viventi.
Ci stiamo scavando la fossa con le
nostre mani in nome di un benessere effimero e di una crescita che
rende solo una piccola parte del pianeta ricco, grasso, grosso e
fottutamente opulento alla faccia dei miliardi di persone che da
secoli sono sfruttate, private del loro sostentamento, della loro
cultura e persino delle loro colture.
Ecco, forse anche noi dovremmo imparare
a vivere come loro e tornare alle colture agricole, ovvero alle
culture originarie degli antichi popoli della terra. Puntando dunque
alla decrescita economica, come prospettato da decenni
dall'economista francese Serge Latouche e sostenuto anche dal
filosofo Alain De Benoist, il quale afferma, fra le altre cose:
“Decrescita non significa arresto di ogni attività economica o
la fine della storia. Bisogna solo abituarsi a moderare il nostro
modo di vivere, cioè capire che “più” non è sempre sinonimo di
“meglio””.
Per vivere meglio e magari evitarci un
cancro ai polmoni o altrove, in sostanza, occorre pensare ad un nuovo
equilibrio fra uomo e natura, ponendosi il problema della
sovrappopolazione de Pianeta e puntando ad un'economia basata
sull'autogestione, sulla cooperazione, sul baratto, sulla cosiddetta
economia del dono praticata anche ai giorni nostri, peraltro, dalle
società matriarcali ancora esistenti. Ovvero un'economia che non
crei bisogni indotti, bensì soddisfi i bisogni necessari a vivere.
L'esatto opposto dell'economia di mercato che, nei fatti, ci sta
portando al baratro sotto il profilo umano, sociale, materiale e, non
ultimo, sotto il profilo della salute.
Detta così sembra pura utopia, ce ne
rendiamo conto, specie in una società capitalistico-borghese fondata
sull'egoismo, sui bisogni indotti e sui bassi istinti, ove i
politicanti di turno trovano cosa buona e giusta l'”aumento dei
consumi” quando, in realtà, ciò si traduce in una nuova schiavitù
del lavoro, in aumento dell'inquinamento (e dunque dei cambiamenti
climatici), in accumulo della ricchezza in mano a pochi banchieri e
politicanti loro satelliti e sodali.
Ecco che, allora, questa utopia può
rappresentare l'unica via di fuga da un punto che rischia di diventare
di non ritorno ed ove l'unico responsabile, l'unico terrorista,
rischia di essere rappresentato dall'essere umano stesso.
Luca Bagatin