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domenica 29 marzo 2020

L'Unione Europea è uno slogan. Va superata. Così come va radicalmente cambiata mentalità, economia, politica. Un articolo di 5 anni fa di scottante attualità

L'articolo che segue, di scottantissima attualità, lo scrissi il 16 giugno 2015, relativamente alla necessità di superare l'Unione Europea e di come questa, quando i popoli ne hanno necessità, semplicemente non esista. Sia solo uno slogan.
Oltre a ciò, vorrei far presente che, vista l'emergenza epocale che stiamo vivendo, occorrerà, quanto prima, una radicale modifica di mentalità, oltre che una radicale modifica di sistema economico (che andrà del tutto sovvertito), politico e sociale.
Di ciò, non solo ho recentemente parlato al seguente link, che invito caldamente a leggere: http://amoreeliberta.blogspot.com/2020/03/se-usciremo-da-questa-terribile.html, ma ne ho scritto un saggio  - "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" - uscito quasi un anno fa e che contiene mie analisi, di incredibile attualità, raccolte negli anni: https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/490308/amore-e-liberta/
O tutto cambierà o nulla cambierà. E finiremo molto peggio.
Non abbiamo più tempo. Non è uno scherzo. Purtroppo.

Luca Bagatin

Un'alternativa latina, ellenica e terzomondista all'Unione Europea globalista. Articolo di Luca Bagatin del 16 giugno 2015

Lo abbiamo visto anche in quest'ultima occasione: l'Unione Europea semplicemente non c'è. O, meglio, c'è solo quando deve battere cassa e pretende che Stati sovrani come la Grecia o la nostra Italia, rispettino i patti di stabilità. Ma di quale stabilità stiamo parlando, visto che il debito degli Stati è comunque matematicamente impagabile ? Ma di quale stabilità stiamo parlando ? Forse di quella dei banchieri, delle grandi imprese e delle multinazionali che attraverso le misure di austerità e della flessibilità del lavoro possono continuare ad arricchirsi alle spalle del prossimo.
Così come è facile oggi per la Francia scaricare il peso dell'immigrazione sull'Italia. Proprio la Francia che decise per prima di bombardare l'ultimo baluardo contro il fondamentalismo islamico e contro gli sbarchi indisciminati, ovvero il Colonnello Gheddafi.
E' facile per le potenze globaliste d'Europa scaricare il peso sui Paesi Euromediterranei, già preda di una pesante crisi economico-finanziaria dalla quale possono uscire solo attraverso un comune sforzo di solidarietà, di abolizione del debito e di misure che vadano incontro alle esigenze dei poveri e dei diseredati.
Ecco, forse più che un'Unione Europea ci vorrebbe un'Unione dei Paesi Euromediterranei e del Sud del Mondo, in un rinnovato dialogo con il mondo ellenico, latino, latinoamericano, terzomondista, per sconfiggere fame, terrorismo, povertà, esclusione, che certo non sono risolvibili con l'accettazione supina alle regole del mercato capitalista, allo sradicamento dei popoli ed alla loro “democratica” deportazione, all'instaurazione di fantomatici grandi mercati transatlantici che di fatto impongono, ancora una volta, gli interessi di Washingon al mondo intero.
Un'Unione latina, latinoamericana, ellenica, terzomondista, alternativa tanto al blocco Nordamericano che a quello Russo-putiniano che, nei fatti, rappresentano i due nuovi blocchi di una nuova Guerra Fredda nella quale a rimetterci sono e saranno i popoli, i poveri, gli oppressi di sempre.
Utiopia o forse l'unica autentica realtà possibile?

Luca Bagatin

USA in piena emergenza sanitaria, ma non perdono occasione per lanciare accuse al Venezuela. Articolo di Luca Bagatin

Mentre il mondo è in piena emergenza sanitaria e gli USA sono il primo Paese al mondo per numero di contagiati (e la cui sanità, garantita per i soli ricchi, può rappresentare un fattore di grande criticità), questi ultimi non perdono occasione per puntare il dito contro il Venezuela socialista.
Questa volta, il governo di Trump, accusa il Presidente Nicolas Maduro di narcotraffico. Ovvero di essere alla guida di un “narcostato” e per questo – il Dipartimento di Stato USA – ha emesso contro di lui una taglia di 15 milioni di dollari per chiunque collabori al suo arresto.
L'accusa fondamentale è che il governo di Maduro sia in combutta con una fazione dissidente delle FARC (ex guerriglieri colombiani) per “inondare gli USA di cocaina”.
Il governo del Veneuzela ha risposto alle accuse facendo presente, in un comunicato, che “in un momento in cui l'umanità sta affrontando la peggior pandemia, il governo di Donald Trump torna ad attaccare il popolo venezuelano e le sue istituzioni democratiche, usando una nuova forma di colpo di stato fatto di accuse miserabili, volgari e infondate che cercano di minimizzare l'elevato riconoscimento che il Venezuela ha ottenuto nelle diverse sfere multilaterali nella lotta contro il traffico di droga (…). La profonda frustrazione della Casa Bianca dipende dalla pace che regna oggi in Venezuela, le cui autorità sono riuscite a neutralizzare tutti i colpi di stato e le destabilizzazioni pianificate e finanziate dagli Stati Uniti. (…). Allo stesso modo, il governo di Donald Trump non accetta che, usando il suo proprio e unico modello, il governo di Nicolás Maduro stia riuscendo a gestire adeguatamente le minacce del Covid-19, di fronte al clamoroso fallimento delle istituzioni statunitensi in materia.
È importante ricordare il ruolo, riconosciuto a livello internazionale, che il governo bolivariano del Venezuela ha svolto nel facilitare i negoziati e arrivare alla firma del'accordo di pace tra il governo colombiano e le FARC. Il comandante Hugo Chávez e Nicolás Maduro, prima come ministro degli esteri e poi come presidente, sono stati gli attori chiave nel raggiungimento di un accordo di pace fondamentale per la società colombiana.
Ironia della sorte, è proprio in Colombia dove si produce quella droga che gli Stati Uniti lasciano entrare e che la loro popolazione consuma sfrenatamente. La DEA è stato l'attore internazionale chiave nel garantire dalla Colombia la produzione, la trasformazione e il trasferimento fino ai neuroni dei giovani negli Stati Uniti.
Oggi, attraverso le dichiarazioni dei diretti responsabili, trovano conferme le denunce degli ultimi due anni del Governo Bolivariano sull'assoluta complicità e sottomissione agli Stati Uniti delle autorità colombiane, le quali, ignorando tali gravi reclami e respingendo le informazioni specifiche che erano opportunamente fornite loro, hanno offerto il loro territorio e le loro risorse per le cospirazioni contro il Venezuela, in totale violazione degli accordi internazionali e della Carta delle Nazioni Unite.
Il popolo venezuelano e il suo governo Bolivariano affronteranno con lo strumento della verità tutti gli attacchi e le bugie che provengono dal principale Stato che promuove il terrorismo e il traffico di droga nel mondo. (...)”.
In questo momento di profonda emergenza globale e in particolare per gli USA, nei quali scarseggiano tamponi e respiratori, al punto che rischiano di negare l'accesso dei respiratori ai disabili (sic !), il governo Trump sembra dunque ancora voler investire danaro e risorse nella destabilizzazione di un Paese sovrano, solo perché socialista.
Oltre a ciò, gli USA si rifiutano di togliere l'embargo a Cuba, Paese che sta inviando medici specializzati ovunque per far fronte all'emergenza Coronavirus.
In merito si è espresso il Segretario Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), António Guterres, il quale ha invitato a revocare le sanzioni imposte a diversi Paesi per garantire l'accesso agli alimenti, alle forniture sanitarie e per l'assistenza, di fronte alla pandemia del Covid19 che il mondo sta affrontando.
E in merito è intervenuto anche l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, che ha chiesto la sospensione delle sanzioni di fronte al Covid19.
La Bachelet ha infatti fatto presente che le sanzioni imposte dagli USA e dall'Unione Europea hanno un impatto negativo sulla salute pubblica a causa della mancanza di medicinali e attrezzature per combattere la malattia causata dal Covid19.
Un mondo più unito, che metta al bando ogni conflittualità ed ogni egoismo economicista, è oggi più che mai necessario.

Luca Bagatin

lunedì 23 marzo 2020

Se usciremo da questa terribile emergenza sanitaria globale occorrerà cambiare. Radicalmente. Riflessioni di Luca Bagatin

"L'uomo nasce
L'uomo nasce libero
Ma come uno schiavo
Vive, vive nella sua malvagità"
(dalla canzone "L'ora è giunta", cantata da Adriano Celentano) 

Quando e se usciremo da questa tremenda emergenza sanitaria, occorrerà radicalmente che le cose cambino. Che noi stessi cambiamo. Altrimenti sarà stato tutto vano.
Occorreranno massicci investimenti in sanità, scuola, formazione.
Occorrerà mettere al bando le armi, gli armamenti e ogni mezzo di offesa e di difesa.
Occorrerà mettere al bando il sistema degli interessi sui prestiti.
Occorrerà che nessuno sia più lasciato solo o lasciato indietro.
Occorrerà che non esistano più ricchi né poveri, ma che si stampino soldi, se sarà necessario, senza alcuna forma di egoistico interesse; senza alcun tipo di calcolo economicistico o finanziario.
Occorrerà finanche superare il sistema monetario, per approdare al sistema della cooperazione non egoistica fra le genti.
Occorrerà che il lavoro non sia più al servizio del profitto, ma che sia al servizio dell'essere umano e della comunità nella quale vive.
Occorerà una economia sociale e socialista di NON mercato.
Occorrerà lavorare meno, lavorare tutti e cooperare tutti. Per il benessere di ciascuno e della comunità.
Occorrerà mettere al bando teconologie pericolose per la salute come quella del 5G.
Occorrerà inquinare molto meno, pensare a forme di telelavoro e di industrie meno inquinanti.
Occorrerà pensare prima all'ambiente e all'ecosistema.
Occorrerà che chi ha fame sia sfamato, che chi sta male sia curato. Gratuitamente.
Occorrerà che non ci sia più nessuna sovrapproduzione, nessuna forma di spreco né di consumismo.
Occorrerà produrre meno e consumare il giusto.
Occorre un mondo più unito.
Occorrerà che ciascun Paese del mondo si rispetti, pur nella normale diversità fra Paesi, popoli, usi e costumi.
Occorrerà mettere al bando l'odio e far trionfare l'amore.
Altrimenti non ne usciremo davvero mai.
Non ne usciremo davvero più.
E andrà peggio. Molto peggio.

Luca Bagatin


Libertà è responsabilità

C'è gente che parla a vanvera di libertà, senza sapere cosa sia.
La libertà è senso del dovere, responsabilità, spirito di sacrificio nei confronti di tutti.
La libertà è una cosa che si conquista. Non è un diritto. Non è una illusione egoistica o individualistica.
Ho abbandonato le mie idee e origini liberali quando, fra i liberali e i cosiddetti radicali, ho trovato solo vuoto individualismo, cinismo, dogmatismo che girava attorno alla mera parola "libertà". Ormai ridotta a essere un feticcio e una scatola vuota.
Una scatola senza contenuti, senza significati che non fossero altro che ideologia e retorica.

(Luca Bagatin)

sabato 21 marzo 2020

Venezuela Coronavirus. Negati gli aiuti da parte del Fondo Monetario Internazionale. Aiuti da Cuba. Articolo di Luca Bagatin

Il Fondo Monetario Internazionale respinge la richiesta di 5 miliardi di dollari in aiuti al Venezuela, richiesta dal Presidente Nicolas Maduro, al fine di far tronte all'emergenza Coronavirus.
La motivazione del FMI è che “non c'è certezza” sul riconoscimento internazionale del governo venezuelano. Governo che, ricordiamolo, fu eletto dai cittadini.
A questo si sommano le già inique sanzioni imposte al Venezuela da tempo, da parte degli USA.
Il Presidente Maduro ha infatti affermato: “Il governo Usa sta bloccando tutte le navi e gli aerei che trasportano cibo e medicine per il Venezuela”.
Il Ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreanza aveva spiegato che “5 miliardi di dollari è l’equivalente del denaro bloccato da due anni da Usa, Regno unito e Portogallo, con cui si sarebbe potuto rafforzare il sistema sanitario e alimentare”.
Il Venezuela, ad ogni modo, non è rimasto solo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti garantito aiuti al Paese, così come la Cina e Cuba.
Quella Cina e qualla Cuba che stanno aiutando anche l'Italia.
Da Cuba, proprio oggi, sono arrivati in Lombardia 65 fra medici e infermieri specializzati, che già in passato hanno combattuto l'Ebola in Africa.
Come disse Fidel Castro “Il nostro Paese non possiede armi nucleari e battereologiche, ma inviamo medici in tutto il mondo nell'idea di salvare vite !”.
Cuba è, ancora oggi, come il Venezuela sotto embargo da parte degli USA. Solo perché socialista. Ricordiamolo tutti. Specialmente in questo periodo di emergenza mondiale.

Luca Bagatin

Ancora un omaggio alla memoria di Eduard Limonov

"Non si è mai sviluppata una società così meccanica sulla terra. Non c’è più alcuna relazione con Dio, nessuna relazione tra uomo e uomo, solo una relazione tra uomo e oggetto"

(Eduard Limonov, 1989)

"Eduard Limonov è morto. Aveva settantasette anni. È morto da giovane, da adolescente. Si è sempre rifiutato disperatamente di invecchiare, di crescere. Non è mai cresciuto. Mi verrebbe da chiamarlo “nonno”, per sottolineare la sua adolescenza, usando un epiteto assurdamente contrastante rispetto a come lui si percepiva. Limonov è morto, restando del tutto giovane. Credo che il suo unico amore fosse quello verso se stesso. Ma era grande questo amore, gigante… era l’amore di una vita integra, che nessuno avrebbe potuto portargli via (...).
(...) Una volta mi aveva detto che a Kharkov, da giovane, per un amore adolescenziale, si era tagliato le vene; non per disperazione, ma per un eccesso di vitalità – per mancanza di paura e una certa inudibile rimozione di se stesso. (...)
Limonov ha creato il partito dei giovani, che è stato ed è il fenomeno più eclatante della vita politica russa. Un partito folle e allegro, adolescente e indomito come lui stesso. Imitandolo, quei giovani hanno reso le loro carriere più adatte ad epigoni, mentre lui è rimasto da qualche parte ai margini della società, anche se tutti lo conoscevano (...).
È morto com’è vissuto. Senza piegarsi. È morto quando il suo tempo era giunto. Di una buona morte – con la coscienza chiara e lo spirito vivo. E questo è così importante… morire bene. Sì, la morte! Era lo slogan del partito nazional-bolscevico. Limonov ha ribadito queste parole uno volta di più… questa volta in maniera decisiva"

(alcuni passaggi tratti dal ricordo di Aleksandr Dugin)

Eduard Limonov VIVE

L'opera letteraria, controculturale e politica di Eduard Limonov, continuerà a vivere.
Sia nelle battaglie dei militanti del suo partito nazionalbolscevico "Altra Russia", sia nelle sue numerose opere letterarie, sia nel completissimo sito, curato dall'amico José Setien: http://www.tout-sur-limonov.fr/.
Eduard Limonov, assieme a Giordano Bruno, Gabriele d'Annunzio, Jack Kerouac, Timothy Leary, Abbie Hoffman, Moana Pozzi, Mario Appignani, Peter Boom, Andrea G. Pinketts e moltissimi altri personaggi trasgressivi e dissidenti, continuerà a vivere.
Comunque.

Luca Bagatin


martedì 17 marzo 2020

Muore Eduard Limonov. Anima dissidente d'Eurasia. Articolo di Luca Bagatin

Eduard Veniaminovich Savenko, per tutti Eduard Limonov. Per i suoi compagni di partito era, affettuosamente, “il nonno”.
Era, perché lo scrittore più trasgressivo d'Eurasia e, perché no, del mondo contemporaneo, è deceduto oggi, a Mosca, a seguito di complicazioni dopo un intervento chirurgico.
La notizia è stata data dal vice della Duma, Camera bassa del Parlamento russo, Serghej Shargunov, su Telegram ed è stata confermata dall’agenzia di Stato Ria Novosti.
Eduard Limonov aveva compiuto 77 anni il 22 febbraio scorso e già alcuni anni fa, il 15 marzo 2016, aveva subito un intervento chirurgico al cervello, con l'estrazione di un enorme ematoma, apparso misteriosamente fra i due emisferi del cervello. Limonov, che già allora rischiò la vita, evocò l'ipotesi di essere stato avvelenato, ma non ebbe modo di dimostrarlo con prove concrete.
Di ciò e della sua degenza ospedaliera, parlò diffusamente nel romanzo “Et ses démons”, pubblicato in Francia nel 2018.
Eduard Limonov era un dissidente integrale. Un nazionalista moderato, un socialista “dalla linea dura”, un anticapitalista capace di unire i valori della destra patriottica e della sinistra sociale tipici del Socialismo Russo.
Nella sua vita, rocambolesca, fu di tutto. Fu autodidatta, ex teppista amante della letteratura e della poesia nell'URSS negli Anni '60. Negli Anni '70 si farà volutamente espellere per approdare negli USA, ove vivrà di scrittura e di umilissimi lavori (per un periodo vivrà anche da senzatetto), assieme alla moglie dell'epoca, Elena Schapova.
Negli USA, Limonov, inizierà a frequentare circoli culturali e alla moda e raggiungerà la prima notorietà nel 1979, attraverso il romanzo "Sono io, Edika", uscito postumo in Italia nel 1985 con il provocatorio titolo "Il poeta russo preferisce i grandi negri".
Bisessuale dichiarato, Limonov non smetterà mai di scandalizzare volutamente il pubblico con il suo linguaggio a tratti scurrile, violento, provocatorio, erotico all'estremo, ma anche profondamente sensibile.
La scrittura e la vita di Limonov sono per molti versi state segnate dagli abbandoni sentimentali prima di Elena Schapova e successivamente della cantante Natalia Medveva, che lo sposò negli Anni '80.
Forse anche queste delusioni lo spingeranno a divenire un "poeta soldato", come d'Annunzio, partecipando negli anni '90 alla guerra civile nell'ex Jugoslavia a fianco dei serbi e successivamente tornando in Russia e organizzando un gruppo di poveri, sbandati, emarginati, punk ed ex punk delusi dal crollo dell'Unione Sovietica e vittime dell'avvento dei liberalismo oligarchico.
Quel nucleo di "desperados", nel 1992, prenderà il nome di Fronte Nazionale Boscevico e, nel 1994, di Partito Nazionalbolscevico (PNB) e sarà ispirato alle teorie eurasiatiste del filosofo Aleksandr Dugin ed a quelle culturali e sociali della Nuova Destra di Alain De Benoist, ovvero un'unione fra un programma economico socialista autentico (superamento del capitalismo, giustizia sociale, lavoro collettivo, proprietà in comune) e una visione nazionale in politica interna in grado di dare priorità allo Stato sull'economia ed una maggiore centralità della Russia in Europa.
Limonov, Dugin, il cantante e chitarrista punk rock Egor Letov e il musicista e attore Sergey Kuryokhin, saranno dunque i maggiori animatori del PNB e del suo giornale controculturale "Limonka" ("Granata") e riusciranno via via ad aggiudicarsi le simpatie dei nazionalisti e dei comunisti delusi dall'avvento di Eltsin al potere e della conseguente distruzione della Russia in favore degli oligarchi e delle politiche globaliste e imperialiste degli USA e della NATO.
Il Partito Nazionalbolscevico sarà successivamente, con l'avvento di Vladimir Putin al governo, il maggior oppositore di quest'ultimo, al punto da ricevere il plauso sia di Elena Bonner, vedova del dissidente Andrej Sacharov, che della giornalista Anna Politkovskaja, la quale definirà i Nazbol dei "giovani coraggiosi, puliti, gli unici o quasi che permettono di guardare con fiducia all'avvenire morale del Paese".
Giovani coraggiosi e dissidenti al punto che il PNB sarà l'unico partito in Russia ad essere messo fuorilegge nel 2007 e molti dei suoi componenti saranno arrestati, fra cui lo stesso Limonov nel 2001 accusato di un inesistente traffico d'armi e ciò gli costerà ben due anni di carcere. E' in questi anni che scriverà altri dei suoi romanzi fra cui il "Libro dell'acqua", "Diario di un fallito" e in particolare "Il trionfo della metafisica - memorie di uno scrittore in prigione".
Uno degli ultimi romanzi pubblicati in Italia, "Zona industriale", edito da Sandro Teti, oltre a parlare della sua avventurosa vita, racconta anche dell'incontro con un ratto bianco femmina che gli ricorda gli ex compagni di cella e che egli decide di chiamare Krys, la quale odora di bucato appena tirato fuori dalla lavatrice in quanto ama mangiare il sapone. Le pagine dedicate a Krys sono forse le più tenere scritte da un autore che, sotto la scorza del "duro" ha un vero animo sensibile, che pur nella sua gioventù ha voluto nascondere.
Limonov ha vissuto sino al 2005 con Krys, morta un anno dopo suo padre e tre anni prima di sua madre, nel piccolo e umido appartamento moscovita dove lo scrittore vive, nella zona industriale Siry.
Limonov non si è infatti mai arricchito ed ha sempre odiato la ricchezza, nonostante abbia frequentato ambienti alla moda e la sua ultima moglie sia stata l'attrice Ekaterina Volkova, dalla quale ha avuto due bellissimi figli.
Eduard Limonov, divenuto famoso in Occidente negli ultimi anni grazie alla biografia romanzata scritta da Emmanuel Carrère, pubblicata in Italia da Alelphi, nella quale purtuttavia egli non si riconosce mimimamente, non ha comunque mai smesso di fare politica, divenendo, assieme ad Aleksandr Dugin (con il quale ha politicamente rotto, ma con il quale mantiene comunque una visione politica simile), punto di riferimento di una galassia politico intellettuale vasta e che sempre più affascina le nuove generazioni.
Una galassia oltre la destra e la sinistra, in grado di abbracciare: suggestioni eurasiatiche; un'alternativa sociale ad una Europa e ad un mondo unipolare oligarchico-liberale; un ritorno al socialismo autentico ed originario, che è populismo nel senso autentico ed originario del termine, ovvero politica di popolo e per il popolo.
Non a caso Limonov si definiva un "dissidente dalla parte dei ribelli e dei deboli" e ricordò come in Russia, mentre lui fu condannato a quattro anni di carcere di cui due scontati interamente (è uscito anticipatamente per buona condotta), il cosiddetto dissidente filo-occidentale Navalny è sempre stato condannato al massimo a quindici giorni di prigione.
Ad ogni modo, nonostante al Partito NazionalBolscevico sia istato dichiarato illegale (anni fa riuscirono a presentarsi in una composita alleanza unita da elementi liberali, socialisti, nazionalisti e comunisti denominata "L'Altra Russia", ma ottenendo pochi consensi), militanti nazionalbolscevichi rimangono comunque attivi in ogni parte dell'ex URSS, come ad esempio in Ucraina a sostegno dei ribelli del Donbass contro i nazionalisti Ucraini.
Negli ultimi anni, Limonov, è stato fermato diverse volte per manifestazioni non autorizzate contro il Cremlino, guidando il partito nazionalbolscevico “Altra Russia”, rifondato nel 2010, composto ancora una volta prevalentemente da giovani e giovanissimi. Partito che, sino a domenica scorsa, ha animato in Russia le maggiori manifestazioni ambientaliste contro le discariche del business, nonché quelle per il diritto di riunione, di libertà di parola e contro la riforma della Costituzione che sta regalando a Putin il potere in eterno.
Limonov, quando la salute glielo permetteva, era sempre in piazza ad arringare la folla. E tornò in Italia di recente, nel dicembre scorso, per presentare il romanzo erotico “Il Boia”, scritto e pubblicato per la prima volta in Francia, negli Anni '80.
Eduard Limonov è e rimarrà sempre una figura dissidente ed al contempo eroica, nella Russia e nell'Europa odierna. Proprio quest'anno, peraltro, era annunciata l'uscita del film "Limonov", del regista polacco Pawel Pawlikowski, incentrato sempre sulla sua rocambolesca vita.
Ho avuto modo di intervistarlo l'agosto scorso. Ricordo che andava molto fiero di essere definito "un piantagrane" e che non gli interessava affatto di tutte le "sciocchezze" che dicevano su di lui.
A noi europei ha lasciato un grande monito, quando in una intervista, mai abbastanza ricordata dichiarò: “L’Europa sta mentendo quando afferma di difendere il bene, la democrazia, i diritti degli uomini. L’Europa, infatti, sta uccidendo i paesi dissenzienti, i diversi paesi, l’uomo diverso. L’Europa persegue il bene con tutti i mezzi del male. L’Europa è in profonda crisi, in crisi di coscienza. L’Europa è persa”.
Eduard Limonov, a chi scrive almeno, mancherà immensamente.

Luca Bagatin

La vera libertà può essere solo interiore

Ciò che penso bisognerebbe comprendere, specialmente nei momenti di crisi e emergenza, è che la libertà è dentro ciascuno di noi.
Non ha nulla a che vedere con quella dei materialisti, siano essi liberali, marxisti o fascisti.
La libertà non è materiale. Quella si chiama illusione.
La vera libertà è quella che hai dentro. Che ti fa vivere, interiormente, nonostante le difficoltà e i tormenti.
La libertà è la convinzione e consapevolezza che il tempo e lo spazio non esistono. 

Che siamo eterni.
Che non esiste bene o male. Ma che anche essi sono parte di noi. Noi, che siamo parte del Tutto.

(Luca Bagatin)


Municipali Francia. Astensione record, buon risultato per comunisti e ecologisti. Partito di Macron in picchiata. Articolo di Luca Bagatin

Astensione record in Francia al primo turno di elezioni amministrative.
Il 56% degli elettori non si è, infatti, recato alle urne. Già molto che quasi la metà dei francesi si sia recata, visto il rischio contagi a seguito dell'emergenza Coronavirus, che sta colpendo anche la Francia. In tal senso si stanno già levando voci per sospendere il secondo turno, previsto per domenica prossima.
A Parigi, pur perdendo molti consensi rispetto alla tornata precedente, si conferma al primo turno la socialista Anne Hidalgo (29,33%), che dovrà vedersela al secondo turno con la repubblicana Rachida Dati (22,72%).
Molto male, in generale, per il partito governativo di Macron. Il suo partito di ispirazione liberale - La République En Marche (LREM) - va male ovunque, da Parigi (17,26%) sino a Lione (14%) e Bordeaux (12,69%). La china che sembra prendere appare dunque ormai quella del Movimento Cinque Stelle italiano, ovvero arrivare in terza posizione, perdendo numerosissimi consensi.
A Le Havre, già feudo del centrodestra repubblicano, il premier macronista Edouard Philippe ottiene il 43,59%, ma è tallonato dal candidato del Partito Comunista, Jean-Paul Lecoq, con il 35,87 e quindi i due dovranno vedersela al secondo turno.
I comunisti del Partito Comunista Francese, in generale, ottengono ottimi risultati e sono forse la sopresa di questa tornata elettorale. Hanno ottenuto, infatti, in generale, più municipi rispetto al Fronte Nazionale della Le Pen, a LREM e agli ecologisti, eleggendo o rieleggendo candidati in ben 133 comuni.
Gli ecologisti ottengono buoni risultati nelle città principali di Lione (29%), Strasburgo (27,87%), Bordeaux (34,38%), Grenoble (46,67%), ma confermano pochi eletti/rieletti in questa tornata.
Il Fronte Nazionale di Marine Le Pen si conferma in alcune città come Fréjus (51%) e Hénin-Beaumont (74,1%). Mentre nella città di Perpignan il FN è in testa con il 36,5% dei voti.

Luca Bagatin

domenica 15 marzo 2020

Coronavirus. In arrivo gli aiuti concreti da Cuba e dalla Cina. Articolo di Luca Bagatin

Cuba è sottoposta da decenni a un embargo del tutto arbitrario e ingiusto, da parte degli USA.
Purtuttavia, nonostante ciò, è un'Isola che, da sempre, ha saputo non solo mantenere il proprio sistema sociale e socialista, ma anche investire gran parte del suo PIL in formazione e sanità pubblica (ben l'11% del suo Prodotto Interno Lordo solo nel sistema sanitario pubblico).
I medici cubani sono all'avanguardia, al punto che sono da sempre inviati, dal loro governo, in ogni parte del mondo, per sopperire alle emergenze sanitarie. Pensiamo ad esempio all'emergenza Ebola in Africa occidentale nel 2013.
Il Ministero della Salute cubano stima che, dagli Anni '60 ad oggi, i suoi medici siano stati attivi in ben 600.000 missioni, in 164 Paesi. Molti dei quali attivi ancora oggi in ben 67 Paesi, in particolare africani e latinoamericani.
E' proprio di ieri la dichiarazione dell'assessore al welfare della Ragione Lombardia, Giulio Gallera, di voler richiedere medici cubani, oltre che cinesi e venezuelani, da impiegare nell'emergenza Coronavirus. Guarda caso medici provenienti proprio da tre Paesi socialisti che in questi anni, anziché sperperare danaro in armamenti o in misure di austerità – come avvenuto negli USA e in Unione Europea – hanno investito in formazione scolastica, tecnica, scientifica e sanitaria.
E ciò nonostante le sanzioni euro-statunitensi contro il Venezuela (che ancora oggi – a causa di dette sanzioni - fa fatica a reperire medicinali), contro Cuba e le critiche mediatiche alla Cina (definita peraltro del tutto impropriamente “una dittatura”) per il suo sistema sociale, molto diverso da quello liberal-capitalista, ma che l'ha resa la prima potenza economica mondiale. E che, in pochi giorni, ha saputo mettere in campo una task force sanitaria di tutto rispetto.
La Cina, che via via sta arginando l'emergenza Coronavirus sul suo territorio, negli scorsi giorni ha già inviato ingenti aiuti all'Italia. Si parla di materiale medico, mascherine, guanti, per un totale di 31 tonnellate di materiale sanitario, oltre che 9 medici specializzati.
Cuba, da parte sua, con un comunicato dell'Ambasciata in Italia del 15 marzo – firmato dall'Ambasciatore José Carlos Rodríguez Ruiz - fa sapere, fra le altre cose che:
Condividiamo insieme al Popolo italiano l’emergenza sanitaria causata dall’espansione del virus SARS CoV-2, causante il #Coronavirus. Con accurata attenzione seguiamo le informazioni ufficiali sulla sua evoluzione in Italia e anche a livello internazionale (…).
Nei giorni scorsi sia l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia – Cuba (ANAIC), sia la Coordinatrice Nazionale dei Cubani Residenti in Italia (CONACI) hanno reso pubblici altrettanti appelli alle autorità italiane affinché considerino la possibilità di richiedere un contributo da parte di Cuba, con personale medico e con l’antivirale Interferone Alfa 2B, che è stato utilizzato con successo per contrastare il #COVID19 in Cina.
L’Assessore alla Salute e al Welfare della Regione Lombardia, Sig. Giulio Gallera, ha informato pubblicamente, sabato 14 marzo 2020, di aver richiesto sostegno medico a Cuba.
È mio dovere confermare che, in effetti, abbiamo ricevuto una lettera del Sig. Gallera, formalizzando la richiesta di contare su personale cubano specializzato nel contrasto a malattie trasmissibili. Tale lettera è stata debitamente trasmessa dall’Ambasciata di Cuba in Italia alle autorità cubane competente, con le quali restiamo in contatto per tali scopi.
Siamo anche in contatto diretto con il sig. Gallera e l’Ambasciata di Cuba a Roma manterrà informata l’opinione pubblica sul corso e sui risultati di questa richiesta.
Il comunicato – visibile in lingua spagnola al sito governativo ufficiale http://misiones.minrex.gob.cu/es/articulo/nota-informativa-no-32020-de-la-embajada-de-cuba-en-italia – si conclude con una esortazione e un auspicio: Solo la responsabilità sociale, il contributo congiunto di tutti e la collaborazione internazionale aiuteranno a risolvere, nel più breve tempo possibile, la situazione sanitaria, sociale ed economica causata dalla pandemia del #Coronavirus.
Una volta di più, la solidarietà e il contributo maggiori arrivano da Paesi socialisti. E ciò mentre l'Unione Europea è del tutto disorganizzata di fronte a tale emergenza (al punto da non avere una politica comune in merito) e non sta facendo pressoché nulla di serio in favore del nostro Paese (l'Italia sta ricevendo molti meno fondi rispetto a Spagna, Polonia e Ungheria, nonostante siamo il Paese ad oggi più colpito dal virus). Anzi, la Presidente della BCE Lagarde, già giuda del Fondo Monetario Internazionale, sembra porre nuovi ostacoli al nostro Paese, come fatto presente anche dal Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.
E' chiaro che, nei prossimi anni, sarà necessario – per i Paesi europei – modificare radicalmente politica sociale ed economica. Mettere al bando l'austerità. Investire massicciamente in formazione e strutture sanitarie e tecnico-scientifiche. Rivedere radicalmente i rapporto militari e economici con gli USA ed aprirsi ai Paesi eurasiatici e latinoamericani di ispirazione socialista.
E' grazie a un mondo multipolare e solidale che si può battere ogni tipo di emergenza. Non certo attraverso gli egoismi economicistici e particolaristici, tipici del sistema capitalista.

Luca Bagatin

giovedì 12 marzo 2020

Il NazionalBolscevismo da Ernest Niekisch a Eduard Limonov, sul secondo numero della rivista "sovranista" Il Guastatore

E' con grande entusiasmo che ho iniziato questa nuova collaborazione editoriale con la rivista cartecea "sovranista", "Il Guastatore", editata dalle Edizioni Reazione (www.edizionireazione.it) diretta da Clemente Ultimo e coordinata da Luca Lezzi.
Rivista aperta a varie riflessioni politiche e a vari orientamenti, anche contrapposti (al punto da ospitare peraltro un eretico-erotico come me), giunta al suo secondo numero.
Secondo numero che, fra gli altri, ospita appunto un mio lungo articolo storico sui cento anni di NazionalBolscevismo, da Ernest Niekisch sino a Eduard Limonov, passando per il repubblicanesimo nazionalcomunista dell'italiano Mario Bergamo, importante figura dell'antifascismo mazziniano europeo e del nostro Paese.
Nell'augurare buona lettura ai lettori che vorranno acquistarla o abbonarsi, non posso che segnalare a tutti il sito web della rivista, che è il seguente: https://ilguastatore.edizionireazione.it e la sua pagina facebook: https://www.facebook.com/rivistailguastatore/

Luca Bagatin 




mercoledì 11 marzo 2020

Giuseppe Mazzini antiliberale e anticapitalista, per una civiltà emancipata e libera dalla tirannide dell'economia

Sotto il regime esclusivo di libertà ch’essi (gli economisti) predicano e che ha più o meno regolato il mondo economico nei tempi a noi più vicini, i documenti più innegabili ci mostrano aumento d’attività produttrice e di capitali, non di prosperità universalmente diffusa: la miseria delle classi operaie è la stessa di prima. La libertà di concorrere per chi nulla possiede, per chi, non potendo risparmiare sulla giornata, non ha di che iniziare la concorrenza, è menzogna, com’è menzogna la libertà politica per chi mancando di educazione, d’istruzione, di mezzo e di tempo, non può esercitarne i diritti. L’accrescimento della facilità dei traffichi, i progressi nei modi di comunicazione, emanciperebbero a poco a poco il lavoro dalla tirannide del commercio della classe intermedia fra la produzione e i consumatori: ma non giovano a emanciparlo dalla tirannide del capitale, non danno i mezzi del lavoro a chi non li ha.

(Giuseppe Mazzini)

martedì 10 marzo 2020

Mentre l'UE accoglie 20.000 militari USA, Cina e Cuba ricercano soluzioni al Covid 19. Articolo di Luca Bagatin

Mentre in Europa stanno per arrivare 20.000 soldati Statunitensi – ovvero il più grande dispiegamento di mezzi USA in 25 anni sul nostro continente – e tutto ciò in barba ai decreti contro il Coronavirus e unicamente per riaffermare una vetusta quanto assurda e nefasta alleanza militare fra USA e Unone Europea – a Cuba si è reso disponibile un farmaco – l'interferone cubano alfa 2B - che si sta rivelando efficace in Cina, nella battaglia contro il Covid 19. Al punto che la Presidente dell'Associazione Nazionale Italia-Cuba – Irma Dioli - ha, in questi giorni, scritto al Ministro della Salute Speranza, affinché prenda in considerazione la possibilità di importarlo e utilizzarlo in Italia, attraverso la consulenza di personale medico cubano.
A Cuba, peraltro, ad oggi, non si segnala alcun caso di Coronavirus, merito probabilmente di una sanità efficiente (una fra le più efficienti al mondo) e di frontiere controllate, ovvero l'esatto opposto rispetto a quanto avvenuto in Unione Europea, ove le frontiere non sono mai state limitate e ove la sanità ha, nei decenni, subito pesanti tagli di bilancio. Ovviamente tutto in nome della “crescita” economica e dei “vincoli di bilancio” (sic !).
E' in questi momenti di profonda crisi globale che possiamo notare quanto sia pericoloso il sistema liberal capitalista, fondato sui tagli al settore pubblico/sociale e sulla indiscriminata circolazione di persone, merci e capitali, a tutto vantaggio unicamente di una economia della crescita (che è ormai un dogma ideologico), che non solo è dannosa nel lungo periodo (in termini sociali e ambientali), ma è anche insostenibile e tutt'altro che illimitata (e lo stiamo notando proprio in questi giorni).
La Cina socialista, prima ad essere stata colpita dal Covid 19, ha risposto con efficienza. Costruendo ospedali in tempi da record. Fornendo misure precauzionali e di contenimento del contagio fra la popolazione in modo tempestivo. Lavorando giorno e notte alla risoluzione del problema. E, ad oggi, i casi di contagio in Cina stanno diminuendo, mentre le guarigioni aumentano.
Nell'Unione Europea, diversamente, a parte la solerzia dei medici italiani, i quali per primi si sono dati da fare rilevando i primi casi di Coronavirus e attivandosi nell'arginarli, abbiamo assistito, fra la pessima ironia della Francia nei nostri confronti e la superficialità di Bruxelles, a una totale mancanza di strategia nel fronteggiare anche questa emergenza.
Esattamente come per il fenomeno immigrazione e nel caso della Turchia, che ha invaso uno Stato sovrano, ovvero la Siria, l'Unione Europea se ne è lavata le mani (o, peggio, ha sostenuto la Turchia !) o ha fatto molto poco. E solo oggi se ne rende conto.
E, ancora oggi, sembra del tutto sottovalutare il fatto che arriveranno 20.000 soldati USA nell'ambito di una esercitazione – certamente decisa da anni – ma del tutto inopportuna, sia in particolare questo periodo di emergenza, sia perché sotto il profilo politico-militare l'Unione Europea dovrebbe essere del tutto indipendente da una entità come gli USA, che ad oggi hanno fomentato i peggiori golpe o tentativi di destabilizzazione in Paesi laico socialisti e democratici.
Negli USA, Trump, sottovaluta il problema Covid 19, nonostante i casi in aumento e una sanità – quella statunitense - che è appannaggio solamente delle classi più ricche e quindi il problema, da quelle parti, potrebbe rivelarsi ancora più serio che altrove.
L'emergenza Covid 19 ci pone di fronte non solo a una sfida epocale, ma anche alla necessità, nei Paesi ad oggi di ideologia liberal capitalista, di modificare comportamenti e stili di vita.
La libera circolazione delle merci e delle persone andrebbe ripensata, così come andrebbe ripensato del tutto il settore pubblico, nel quale occorre investire massicciamente, in particolare in sanità, ricerca scientifica e formazione scolastica.
Attraverso le attuali tecnologie forme di telelavoro potrebbero essere già utilizzate e incentivate, così come la possibilità di lavorare meno, passando dalle 8 ore di lavoro giornaliere di oggi alle 4 ore, ma a parità di salario. In questo modo le persone potrebbero avere maggiore tempo libero, per curare i propri affetti e propri cari (da non sottovalutare il fenomeno in crescita delle baby gang, spesso ragazzi lasciati del tutto a loro stessi da genitori costretti entrambi a lavorare).
Occorre che il lavoro sia sempre più vicino al luogo in cui si abita, in questo modo si inquinerebbe meno e non si sarebbe costretti a spostarsi, sradicandosi e stando lontani dagli affetti.
Occorre iniziare a consumare meno, a vivere del necessario, ad autoprodurre.
Sfide come questa dovrebbero farci comprendere quanto illusoria e pericolosa possa essere la globalizzazione e l'ideologia nefasta della “crescita” (sbandierata da politici di destra e di sinistra, intrisi di ideologia liberale) ed i conseguenti sistemi di tagli ai servizi sociali, oltre che il sistema delle privatizzazioni. Privatizzazioni utili unicamente ai ricchi investitori e a quei ricchi uomini d'affari che non hanno alcun interesse al benessere della collettività, bensì considerano la collettività come una massa di “consumatori” da incardinare nel sistema.
Ad oggi possiamo solo riflettere e ragionare in modo pragmatico, senza farci prendere dal panico. Possiamo e dobbiamo seguire le direttive di precauzione igienico-sanitaria che ci hanno fornito in primis le autorità medico-sanitarie.
Ma dobbiamo anche ragionare sul fatto che è necessario cambiare radicalmente sistema economico-sociale, oltre che stili di vita sociali. Perché quelli imposti dall'ideologia liberal capitalista della crescita sono del tutto errati e antisociali.
Altrimenti, un domani, potremmo non essere più qui a poter leggere o scrivere le nostre riflessioni. Altrimenti, un domani, potremmo anche non essere più in grado di poter pensare.

Luca Bagatin

lunedì 9 marzo 2020

Lettera Aperta al Ministro della Salute Roberto Speranza su possibile uso medicina cubana contro il Covid-19. Di Irma Dioli, Presidente Associazione Nazionale di Amicizia Italia - Cuba

Ill.mo Ministro Speranza,

In relazione all’attuale emergenza sanitaria, con la presente desideriamo portare alla sua attenzione la disponibilità di un farmaco prodotto a Cuba, che si è reso utile per affrontare l’epidemia del nuovo coronavirus Covid-19. Si tratta dell’interferone cubano alfa 2B (IFRrec) adottato dal mese di gennaio dalle autorità sanitarie cinesi insieme ad altri farmaci e che risulta abbia dato ottimi riscontri.
Come le è noto Cuba è all’avanguardia in tutto il mondo nel campo della ricerca scientifica e della salute, nonostante il blocco economico, finanziario e commerciale a cui è sottoposta da parte degli Stati Uniti da quasi 60 anni.  L’eccellenza del suo Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologica e dell’industria biotecnologica sono una realtà di livello internazionale, così come la produzione di farmaci di elevata tecnologia come l’interferone alfa 2B.
L’affidabilità scientifica del prodotto è sancita da numerose ricerche e sperimentazioni sul campo effettuate nel corso degli anni e che hanno determinato ottimi successi.   Ciò è riscontrabile tramite le fonti specialistiche ufficiali, ma anche  dall’ampia disponibilità di articoli sul tema .
Il farmaco peraltro è già in uso in altri paesi come il Messico e la Spagna in Europa.
Ci rivolgiamo pertanto a Lei in qualità di Ministro competente per verificare la possibilità di prendere in considerazione l’importazione e l’utilizzo di tale farmaco anche in Italia.
Riteniamo fondamentale utilizzare ogni strumento, come appunto quello dell’interferone alfa 2B per contribuire ad aiutare nello sforzo di combattere il coronavirus.
Inoltre, vista la carenza di personale sanitario disponibile, ci permettiamo di suggerirle di promuovere un Accordo con le autorità cubane competenti per richiedere la collaborazione di  medici e infermieri cubani,  nelle strutture ospedaliere italiane.
L’elevata competenza, preparazione e specializzazione del personale medico cubano,  così come l’esperienza nel campo delle malattie infettive ed epidemiologiche, hanno avuto importanti riconoscimenti a livello internazionale. In questa direzione, la stessa OMS ha dichiarato che Cuba è stata esemplare nella lotta contro l’epidemia del virus Ebola in Africa.
Nel trasmetterle il nostro apprezzamento per la serietà e competenza con la quale sta affrontando la gestione del fenomeno, rimaniamo a completa disposizione.
In attesa di un suo cortese cenno di riscontro, con l’occasione i più cordiali saluti e auguri di buon lavoro.
La Presidente
Irma Dioli


Milano, 6 marzo 2020

sabato 7 marzo 2020

Valori popolari e aristocratici uniti nel nome dell'amore e dalla comunità. Contro ogni materialismo e liberal capitalismo

Sono d'accordissimo con Alain De Benoist, uno dei filosofi che più mi ha aperto gli orizzonti, ovvero unire i valori aristocratici a quelli popolari, contro i (dis)valori borghesi.
I valori aristocratici sono il senso dell'onore, il coraggio, la fedeltà alla parola data, l'esigenza nei confronti di sé, il disinteresse, il senso di sacrificio e della gratuità.

I valori popolari sono anch'essi legati alla terra, sono parte della "decenza comune".
La borghesia, il progressismo liberale, hanno distrutto tutto ciò in nome del mercato e del danaro.


Occorre che aristocratici e Quarto Stato si uniscano per tornare alla Tradizione, al senso di comunità e di amore.



(Luca Bagatin) 






giovedì 5 marzo 2020

Russia. Putin propone nuovi emendamenti di modifica alla Costituzione. I comunisti si oppongono. Articolo di Luca Bagatin

Il Presidente russo Vladimir Putin, già dalla fine di gennaio, ha proposto una riforma della Costituzione e, ad oggi, ha presentato numerosi emendamenti che, fra gli altri, mirano a preservare il suo potere, anche dopo la fine del suo mandato presidenziale, ovvero dopo il 2024.
Tale progetto di riforma, sarà oggetto di referendum popolare il 22 aprile prossimo.
La gran parte degli emendamenti presentati, ad oggi, hanno ricevuto la forte opposizione di piazza in particolare dei nazionalbolscevichi di Altra Russia, il partito guidato dallo scrittore Eduard Limonov e del Fronte della Sinistra e, alla Duma, del Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF) guidato da Gennady Zjuganov.
Tali forze di ispirazione socialista chiedono, infatti, che ogni singolo emendamento sia oggetto di voto popolare e trovano del tutto ingiusto e arbitrario il fatto che i cittadini debbano approvare o rigettare la nuova riforma costituzionale in toto.
I nazionalbolscevichi di Altra Russia e altre forze social-patriottiche, in merito, hanno manifestato a Mosca lo scorso 15 febbraio e in un comunicato hanno peraltro aggiunto che sono comunque consapevoli che nessun emendamento della Costituzione cambierà la situazione socioeconomica del Paese, fatta di ampie disparità fra ricchi e poveri.
I comunisti di Zjuganov, unico partito di ispirazione socialista ad avere comunque rappresentanza alla Duma, ovvero il Parlamento russo (essendo di fatto impedito dalle autorità governative a Altra Russia e al Fronte della Sinistra di presentare liste elettorali), da parte loro, hanno presentato 27 emendamenti e 15 progetti chiave di riforma. Progetti ad ogni modo respinti dall'autorità governativa.
Tali progetti si sostanziano nei seguenti punti: abolizione della riforma delle pensioni (ovvero per un ritorno all'età pensionabile a 60 anni per gli uomini e a 55 anni per le donne); elezione del membri del Consiglio della Federazione e dei giudici; introduzione della pianificazione dello sviluppo economico; dichiarazione dell'appartenenza delle risorse del sottosuolo al popolo russo; indicizzazione delle pensioni e degli assegni sociali; salario minimo e pensioni non inferiori al minimo sindacale; pagamento dei servizi di alloggio non superiori al 10% del reddito famigliare; il diritto della Duma di decidere relativamente alla fiducia o sfiducia al governo, ai suoi ministri e ai referenti delle autorità federali.
Il Partito Comunista della Federazione Russa, in sostanza, ritiene che l'attuale progetto di riforma costituzionale voluta dal governo non voglia affatto cambiare le condizioni socioeconomiche di lavoratori, contadini e intellettuali, bensì rafforzare gli interessi degli oligarchi e delle classi più abbienti. Rafforzando, dunque, non solo il ruolo del Presidente Putin, ma anche l'idea di coloro i quali, dal 1993 ad oggi hanno voluto distruggere l'Unione Sovietica, le sue conquiste sociali e la Costituzione introdotta da Stalin (che proprio oggi i comunisti hanno celebrato a Mosca, ricordando i 67 anni dalla morte).
Il KPRF chiede dunque un ritorno alla Costituzione socialista sovietica; denucia il processo di riforma costituzionale, invitando i suoi deputati a votare contro gli emendamenti dell'autorità governativa. Il Partito richiede, piuttosto, l'introduzione di leggi che riflettano gli interessi della maggioranza dei lavoratori russi e propone un referendum sulle sue 15 proposte chiave, promuovendo, infine, una campagna per boicottare il referendum popolare del 22 aprile prossimo, invitando i cittadini all'astensione.

Luca Bagatin

domenica 1 marzo 2020

Quarto Stato, Prima Internazionale, Terzo Mondo: ovvero AMORE E LIBERTA'

Amo i folli, le persone trasgressive, gli estremisti.
Diffido dei "normali", mi disgustano i moralisti, temo i moderati

 (Luca Bagatin)

Negli ultimi anni abbiamo sentito soffiare, ovunque nel mondo, l'onda del cosiddetto “populismo”. Pensiamo ad esempio al fenomeno dei Gilet Gialli francesi o dello spagnolo Podemos, oppure delle recenti rivolte in Ecuador e Cile.
Ma che cos'è, davvero, il populismo? Originariamente, il populismo, fu un movimento di origine contadina e socialista, nato in Russia alla fine dell'800, in opposizione allo zarismo e all'industrialismo occidentale. Successivamente si sviluppò negli USA con il People's Party e in America Latina con i vari movimenti socialisti di origine popolare, proletaria e contadina, i quali traevano peraltro ispirazione anche dai moti risorgimentali e socialisti dei nostri Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, ma finanche dall'anarchismo di Bakunin e di Proudhon.
Di questo e molto altro, ovvero di tematiche di scottante attualità politica (dall'economia globale ai temi etici) – pur attingendo al passato storico ed al presente dell'Eurasia, dell'America Latina e dell'Africa – parla l'ultimo saggio di Luca Bagatin, scrittore e collaboratore di numerose testate nazionali online, dal titolo “Amore e Libertà – Manifesto per la Civiltà dell'Amore”, edito da IlMioLibro (https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/490308/amore-e-liberta) e con prefazione del principe A. Tiberio di Dobrynia.
L'unico anti-totalitarismo, l'unico anti-capitalismo e anti-liberalismo possibile è il populismo” - spiega Bagatin, rifacendosi al pensiero populista e socialista originario - “Ovvero la politica di popolo e per il popolo; l'autogestione della comunità; la ripartizione equa delle risorse e il superamento dell'ideologia del danaro, del progresso, del lavoro, del piacere effimero, dell'elettoralismo e della rappresentanza. Il punto di arrivo, che è anche quello di partenza, è l'unione tra l'Amore e la Libertà. Ovvero una società di persone emancipate, che si autogestiscono e si autogovernano, senza necessità di sovrastrutture fondate sull'egoismo. Persone che recuperino l'amore per la Natura e per la semplicità del vivere con poco, che è l'essenza di ogni autentica libertà”.
“Amore e Libertà”, prima di essere un saggio, è un pensatoio che Bagatin ha fondato nel 2013 e che è anche il suo blog www.amoreeliberta.blogspot.it. Ha come simbolo (presente anche nella copertina del saggio) la figura centrale di Anita Garibaldi, “una rivoluzionaria moglie del primo Socialista e Repubblicano senza tessera di partito della Storia”, come scrive l'Autore nel saggio.
“Amore e Libertà” è dunque una critica al liberal capitalismo, ovvero all'ideologia oggi dominante in Europa, contrapposta alla visione comunitaria, sociale, emancipatoria e socialista tipica di pensatori, filosofi e politici che Bagatin cita nel suo saggio, approfondendone il pensiero: da Giuseppe Garibaldi ad Alain de Benoist; da Pier Paolo Pasolini a Thomas Sankara; da Eduard Limonov a Aleksandr Dugin; da Jean-Claide Michéa a Mu Ammar Gheddafi, Evo Morales, Hugo Chavez, Evita e Juan Peron, José “Pepe” Mujica e molte altre figure storiche che hanno incarnato valori di eguaglianza, sovranità, indipendenza ed amore per i rispettivi popoli.

 
Prefazione di A. Tiberio di Dobrynia
Eretico. Nel senso “che sceglie”. Atto di colui che non cede alle opinioni e alle ideologie comuni.
Eretico, perché libero di scegliere: vincolato solo al suo pensiero e a una via che non conosce bivi incerti, perché pur dentro sentieri battuti è capace di aprirsi piste non convenzionali, nuove quanto ovvie, semplici, ma per ciò stesso incomprese ai molti.
Eretico: così si definisce Luca Bagatin nell’incipit di questo suo nuovo saggio. E lo è, senza finzioni o maschere di compiacenza, tanto da farne della sua eresia intellettuale un sistemico progetto.
Tra etica ed estetica sospesa, forma e sostanza possono riorganizzarsi nell’energia più rivoluzionaria che si possa immaginare: Amore. Amore quale atto di volontà (la “scelta”) e da questo la Libertà, che è fenomeno del primo, perché dall’uno scaturisce l’altra e non viceversa.
Da qui sorge l’idea da parte dell’Autore di fondare il movimento Amore e Libertà – eresia per eccellenza! – un pensatoio fuori dai luoghi comuni, da rotte sclerotizzate, che scorre irrefrenabile su nuove carte nautiche dell’anima. Coniugando costellazioni politiche, storiche, massoniche, sentimentali, erotiche, spirituali, laiche, creative, visionarie, in alternative alchimie antisistema che possano approdare a quell’isola felice (che ancora non c’è) della “Internazionale dell’Amore”, contrapposta alle terre morte e devastate della perdente ideologia materialista del “Lavoro”, da superare con formule e algoritmi spaventosamente semplificati, in una sola definizione: con la “Civiltà dell’Amore”.
Se vogliamo risalire alle idee di liberazione della coscienza alla base del pensiero di Luca Bagatin, a ritroso nel tempo occorre andare sulle tracce di quella cultura underground newyorkese degli anni ’50-’60 che nel fenomeno della Beat Generation trovò il massimo esponente nello scrittore Jack Kerouac, le cui opere hanno segnato un tempo mitico, insieme a Ginsberg, Corso, Ferlinghetti, scuotendo le certezze di un mondo in decadimento con versi forti urlati dalla strada, dagli inchiostri acidi, sui ritmi esistenziali di musiche affacciate all’immaginario, e restituendo all’individuo un valore altro d’indipendenza interiore, e sostituendo all’abbattimento psicologico provocato da un marcio sistema politico e finanziario, un’alternativa e sana follia: capace di ribaltare sterili dogmi e riconquistarsi e riconoscere le proprie stelle.
Da qui, l’Autore percorre esperienze sociopolitiche e di libera creatività che attraversano i momenti più importanti della sua vita, da adolescente prima a maturo pensatore oggi. Ed eccolo negli entusiasmi del primo impegno, vicino ai giovani comunisti, ai verdi, ai circoli ambientalisti, ai radicali, ai repubblicani e liberalsocialisti, ai movimenti laici, spiritualisti, e delle pornostar. E poi ad introspezionarsi e vergare pagine d’argute riflessioni sui temi controversi del capitalismo borghese e del materialismo proletario, sugli aspetti migliori di grandi personaggi più vicini al suo intimo sentire, più vicini al cuore del popolo.
Allora, pagina dopo pagina di Amore e Libertà – critico e irriverente pamphlet sociopolitico – l’Autore evoca con magistrali incantesimi emozionali le rarefatte figure della Triade più emblematica delle principali incarnazioni di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza: Casanova, Garibaldi, Cagliostro. A questi s’alza un coro d’armonia suggestiva, intramontabile di pensiero e idee. Da Mazzini a Simon Bolivar, da Peron a Evita, Chavez, Anita Garibaldi, la Blavatsky e così a seguire…
L’anima dei Popoli ribolle ma l’evoluzione è ribelle. La politica dell’America Latina ha saputo affrancarsi dalle logiche partitocratiche, dai poteri forti che annientano le società civili; da qui dall’oceano, per contro, l’Europa ancora soggiace allo sguardo dell’invisibile Medusa, e l’unione delle genti da tanti intellettuali auspicata, è ancor miraggio nella desertica schiavitù morale ed economica degli stati sopraffattori. Nella letteratura anti sistema, l’Autore non dimentica di argomentare anche con il filosofo francese Alain De Benoist e il suo J’accuse al mostro dalle mille facce del potere bancario e di certa mala politica che lo sostiene, che domina incontrastato il mercato, il libero commercio, la speculazione internazionale, il debito pubblico, controllando e lucrando sulla moneta di scambio come fosse sua esclusiva proprietà, così conducendo gli stati privati della loro sovranità nazionale a perire sotto una montagna di debiti insanabili, e spingendo i popoli inconsapevoli verso il baratro di crisi economiche spesso volute a tavolino, individui da tartassare, dissanguare e distruggere alle fondamenta della loro libertà, dignità, diritti umani.
Una terza via possibile, verso la dorata Civiltà dell’Amore è necessario ricercare, ma interclassista, e non più di scontro di ideologie perverse franate ormai sotto i colpi di una mutata realtà che anela riprendersi sé stessa, interamente, libera d’orpelli di cattivi pensatori e dommatiche zavorre, sì che possa risvegliarsi libera ed evolvere, dal cencio imprigionato d’ogni Adamo, una Umanità Nuova.
A. Tiberio di Dobrynia

Per acquisti del saggio: https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/490308/amore-e-liberta/
Per contatti con l'Autore: burroughs279@yahoo.it