domenica 29 gennaio 2017

Riflessioni sull'ambiente, sulle eroine e sugli eroi by Luca Bagatin

L'ambiente è il nostro patrimonio universale, il luogo dal quale veniamo (Madre Natura), l'habitat che ci ospita e che ospita tutti gli esseri del Creato.
Pare che questo, al neo-eletto Presidente yankee Donald Trump, non interessi. Ma l'ambiente, deve ricordarselo, è di tutti, non certo suo o delle multinazionali che difende e di questo i popoli della Terra dovranno chiedergliene il conto durante ed alla fine del suo mandato.
Il produttivismo e la crescita economica, peraltro, producono – oltre che inquinamento e devastazione degli ecosistemi – anche la prosecuzione dell'imperante schiavitù del lavoro e del salario, che sono i due aspetti dai quali l'essere umano dovrebbe essere liberato al fine di potersi garantire un presente ed un futuro a contatto con la Natura ed i suoi simili, liberato dalla schiavitù delle tecnologie, dall'immoralità e dalla solitudine che esse producono in seno alle comunità.




Penso che il movimento Femen non termini oggi o domani, perché le questioni per le quali queste donne coraggioose si battono e si sono battute non sono finite né finiranno.
Probabilmente prenderanno solo altre forme (come Oxana Shachko che continua le sue battaglie nel mondo dell arte).
Penso che non si possa fare per tutta la vita le stesse battaglie e condurle sempre allo stesso modo. Personalmente, nella mia attività di pensatore e militante, non l'ho mai fatto . Occorre sempre reinventare e reinventarsi.
Oggi, in piena decadenza morale, civile e spirituale, le nuove battaglie di liberazione possono essere incentrate sull'esaltazione del sacrificio e dell'eroismo; contro i ricchi ed il loro molle e decadente stile di vita; per la liberazione della schiavitù del lavoro e del salario e per una vita dignitosa per tutti; per l'autogestione dei mezzi di produzione e di azione democratica, ovvero per l'autorappresentanza politica in appositi comitati popolari aperti a tutti, al posto dei partiti e dei politicanti.


Pare che fra un mese il paese in cui ho abitato per trent'anni cambierà toponomastica e che una delle vie principali, ovvero Via Garibaldi, sarà sostituita con il nome di un prete.
Già era accaduto con la scuola elementare che frequentai da bambino: da Scuola Elementare Giuseppe Garibaldi a Scuola Elementare Madre Teresa di Calcutta (sic !).
Non c'è più rispetto per gli Eroi ed i nostri Padri che, con tanto sacrificio, ci hanno garantito un po' più di libertà e che oggi vengono rimossi. Occorre invece tenerli nel cuore, nello spirito, nell'anima, imitare ogni loro gesto ed esempio, proprio in un'epoca barbarica come quella che stiamo vivendo e che necessita di un nuovo Risorgimento garibaldino e mazziniano.

Giuseppe Garibaldi, oltre ad essere stato un eroe sui campi di battaglia in America Latina e in Italia contro i tiranni, fu un socialista umanitario, sansimoniano e romantico. Allorquando fu eletto in Parlamento protestò – nel 1868 - contro lo Stato esattore delle tasse e dilapidatore della sostanza pubblica. Ben presto Garibaldi, coerentemente con i suoi ideali, si dimetterà da deputato e tornerà a fare il mestiere di sempre, nella sua Caprera, ovvero l'agricoltore, denunciando un governo e un parlamento non dissimili da quelli dei giorni nostri, dichiarando: “Quando i posteri esamineranno gli atti del governo e del parlamento durante il Risorgimento vi troveranno cose da cloaca”.

Luca Bagatin
www.amoreeliberta.blogspot.it

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