domenica 14 febbraio 2016

La Massoneria italiana della Gran Loggia d'Italia degli ALAM apre il suo Tempio al pubblico per presentare un saggio perduto sull'Alchimia. Articolo di Luca Bagatin

Non capita tutti i giorni che un Tempio massonico sia aperto al grande pubblico. E ciò non perché vi sia qualche cosa da nascondere, ma in quanto la Massoneria è un'associazione iniziatica discreta e, come tale, per i suoi lavori rituali, necessita del giusto raccoglimento spirituale.
Ai più la Massoneria apparirà come una cosa assai balzana nell'epoca ipertecnologizzata nella quale viviamo, ad altri apparirà come il luogo degli oscuri complotti politico-economici che muovono i destini del mondo.
Chi ha voglia di apprendere, di capire, di approfondire - cosa rarissima nell'epoca del gossip e dell'ignoranza elevata al grado di saggezza di un popolo sempre più bue e addomesticato dalla televisione e dalla politica – scoprirà che la Massoneria è una istituzione per spiriti coraggiosi e pazienti. Spiriti che amano la gnosi, l'alchimia, la spiritualità, il mistero insito nell'animo umano, nella sua pschiche più profonda: nella sua Anima immortale.
Per questo è e fu osteggiata sia dalle Religioni Monoteiste Istituzionalizzate, che dai regimi totalitari e dittatoriali. La Massoneria è la libertà incarnata nello spirito e nell'animo umano. E solo coloro i quali le si accosteranno con umiltà, pazienza e studio incessante della gnosi potranno trarne beneficio. E saranno pochi, anche fra i massoni e i cosiddetti iniziati, che raggiungeranno tale obiettivo.
Non capita tutti i giorni, dicevamo all'inizio di questo nostro articolo, che un Tempio massonico sia aperto al grande pubblico. E' quanto è avvenuto sabato 13 febbraio scorso a Roma, alle ore 16.00, presso la sede centrale della Massoneria italiana della Gran Loggia d'Italia degli ALAM in Via San Nicola de' Cesarini 3, per la presentazione del rarissimo volume “La Grande Opera” di M. Coutan: testo alchemico del 1775 riportato alla luce grazie al pordenonese Sabato Cerchia.
La presentazione del saggio è avvenuta alla presenza del Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro prof. Antonio Binni, il quale ha esordito con un discorso introduttivo dai profondi connotati esoterico-alchemici: “Il testo che presentiamo è un testo francese tradotto dal Caldaico ed è un testo alchemico. L'alchimia è all'origine della scienza moderna e la Grande Opera è appunto la rappresentazione dell'alchimia”. Il prof. Binni ha proseguito il suo discorso citando i grandi filosofi del passato: “Uno dei più grandi filosofi che abbiamo avuto, Hegel, affermava che l'uomo è una natura senza essenza. Pico della Mirandola affermava che l'uomo è un miracolo, in quanto, a differenza degli animali, l'uomo può divenire un santo o un assassino. Platone, del resto, affermava che l'uomo si trova a metà del guado: se egli desidera può trasformarsi, ovvero può evolversi, senza tradire la sua natura di uomo”. Il Gran Maestro ha dunque introdotto il tema centrale della Massoneria, anche come continuatrice della filosofia alchemica: “La Massoneria illumina l'intelletto attraverso l'iniziazione e questa ha, come risultato finale, la trasformazione dell'animo umano, ovvero diventare migliori di come si è. L'essenza della Massoneria è dunque quella di progettare il bene della famiglia umana e la Grande Opera non è altro che la trasformazione dell'essere umano. Nel testo di Coutan, la trasformazione è legata al fenomeno alchemico in quanto l'Alchimia è una profonda esperienza spirituale che può essere accostata alla Massoneria. Gli alchimisti, infatti, erano aperti all'infinito e lo erano attraverso la mutazione della materia: da grezza a pura ed in questo modo essi potevano trasformare la loro anima. Non a caso il grande psicanalista Carl G. Jung ci parla dell'Alchimia come strumento volto al bene della personalità”.
Il prof. Antonio Binni ha dunque spiegato come è stato ritrovato e recuperato l'antico testo alchemico di Coutan e detto a chi andranno i proventi della vendita del medesimo: “”La Grande Opera” è un libro scomparso per moltissimo tempo ed è stato ritrovato e ripubblicato con il contributo della Gran Loggia d'Italia grazie ad un nostro Fratello, Sabato Cerchia, che, dopo numerose ricerche è riuscito a recuperarlo e a farlo tradurre dal francese. Il testo è edito dalla casa editrice barese “L'Arco e la Corte” ed i proventi andranno interamente in beneficenza, come spesso facciamo nell'ambito delle nostre iniziative, senza fare pubblicità alcuna in quanto il dono non deve essere reso pubblico e avere una contropartita. In quanto il dono è frutto dell'amore”, ha così concluso il Gran Maestro dell'Obbedienza prima di dare la parola a Sabato Cerchia, giovane geometra di Pordenone, il quale ha raccontato di essersi avvicinato alla Massoneria e alla Gran Loggia d'Italia tramite internet e di essersi particolarmente interessato di Alchimia e proprio tale sua passione lo ha condotto a ricercare questo antico testo di Coutan, che è riuscito a recuperare, dopo moltissime ed estenuanti ricerche, tramite una libreria antiquaria di Perugia.
Essendo un testo francese e non conoscendo io il francese mi sono fatto aiutare da alcuni miei Fratelli di Loggia” - ha esordito Cerchia. “Per le illustrazioni ho chiesto una mano a Laura Spedicato e con me ha collaborato anche Veronica Mesisca”.
Veronica Mesisca, altra curatrice del testo, con una formazione scientifica alle spalle, è poi intervenuta per dare la sua interpretazione del testo medesimo che, avendo lei una formazione scientifica, all'inizio l'aveva lasciata un po' perplessa.
Il saggio “La Grande Opera” all'inizio mi aveva lasciata un po' perplessa” – ha spiegato la Mesisca - “ma successivamente mi ha appassionata molto. All'inizio, con Sabato Cerchia, pensavamo di realizzarne addirittura un testo per ragazzi, in quanto, pur essendo un testo scritto alla metà del XVIII secolo, è un saggio che desidera trasmettere il pensiero filosofico-alchemico alle persone più semplici, ovvero al popolo.
Per Coutan, infatti, il profano non è il non-Iniziato, ma la parte di ciascuno di noi che si rifiuta di conoscere, di accostarsi alla conoscenza. La sua opera ha dunque un intento formativo e di crescita morale attraverso l'uso della narrazione fiabesca, tipica dei testi alchemici e nella fattispecie tipica di un testo alchemico-divulgativo e per tutti coloro i quali desiderano conoscere ed elevarsi moralmente e spiritualmente.
La verità occulta è presente anche nel testo di Coutan, ma questa è occulta solo in quanto può essere compresa solo intimamente dal lettore stesso”.
Il Gran Maestro prof. Antonio Binni è intervenuto poi nuovamente per un discorso conclusivo nel quale ha affermato, fra le altre cose: “Noi massoni siamo davvero stanchi di essere dipinti per come non siamo. Non si entra in una associazione iniziatica senza avere costumi irreprensibili. Come gli Alchimisti di un tempo, anche noi, oggi, operiamo per il bene della società umana”.
Un discorso che potrebbe essere una vera risposta ai tanti massonofobi sparsi fra gli operatori dei mass-media di casa nostra (vedi anche la massonofoba fiction “Il Sindaco pescatore”, trasmessa recentemente da Rai Uno, tendente a equiparare la mafia alla Massoneria) ed ai politicanti quali Chiara Appendino, candidata dei Cinque Stelle a Sindaco di Torino, la quale ha affermato che, nella sua eventuale giunta, qualora fosse eletta, non vuole massoni. Una cosa che riporta alla mente la messa al bando della Massoneria da parte del nazifascismo.
Il Tempio aperto della Gran Loggia d'Italia degli ALAM, le sue opere discrete, lo studio incessante di simboli e della gnosi parlano da soli. A tutti coloro i quali hanno la capacità di saper ascoltare.

Luca Bagatin

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