sabato 6 gennaio 2018

Marina Ripa di Meana, una donna libera sino alla fine. Articolo di Luca Bagatin

"Fatelo sapere". Queste le ultime parole del videomessaggio di Marina Elide Punturieri, conosciuta da tutti come Marina Ripa di Meana, deceduta il 5 gennaio 2018 nella sua casa romana.
Fate sapere che la sedazione profonda è una alternativa alla "dolce morte", all'eutanasia, ed è consentita in Italia ai malati terminali.
E' un messaggio che mi ha commosso molto il suo. Un messaggio eminentemente politico, come politica è stata tutta la sua vita anticonformista e libertaria.
Amava lo scandalo e la provocazione, Marina Ripa di Meana, ma sempre all'insegna dell'intelligenza, dell'arguzia, della sana goliardia.
Usò la sua popolarità per dare voce all'ambientalismo militante, accanto al marito Carlo, il quale, va ricordato, votò nel 1998 - da deputato dei Verdi - contro l'adozione dell'euro quale moneta unica, denunciandone i pericoli e denunciò, anni dopo, fra i pochissimi, l'intervento militare dell'Italia in Libia.
Marina Ripa di Meana era una radical chic consapevole di esserlo, ma le etichette non le interessavano, preferendo andare avanti per la sua strada, senza ipocrisie e falsi pudori.
Fu icona di una stagione certamente migliore della nostra, quella dei Moravia (suo testimone di nozze, assieme a Goffredo Parise) e dei Pasolini, oltre che di Bettino Craxi, di cui fu molto amica.
Scrittrice, intellettuale, opinionista, addirittura regista e militante politica pur non appartenendo formalmente a nessun partito, ma da sempre vicina a socialisti, verdi e radicali (e ciò mi ricorda la mia originaria formazione politica, peraltro nel partito che guidò negli Anni '90 suo marito e dal quale, come il sottoscritto, uscì). Marina Ripa di Meana ha fatto del suo corpo e del suo essere - mai tenuto nascosto, mai mascherato - un manifesto sino alla fine.
Un manifesto colorato come i suoi abiti ed i suoi bizzarri cappellini. Un manifesto che ha lottato per sedici lunghi anni contro una delle malattie peggiori che possano colpire essere umano. Un manifesto che ha voluto mostrarsi anche nella sofferenza, per dare speranza ai tanti che oggi soffrono di quella malattia.
La ricorderemo come la donna rara che è sempre stata. Una di quelle che oggi, forse, non esistono più.

Luca Bagatin


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