lunedì 29 gennaio 2018

Intervista di Luca Bagatin alla tour operator Elisa Avalle a proposito di Cuba

Elisa Avalle, 34enne piemontese, un passato nel marketing e da qualche tempo novella tour operator a Cuba, celebre Isola dei Caraibi.
Ho avuto la possibilità di porle alcune domande in merito.

Luca Bagatin: Hai vissuto diversi anni a Cuba e oggi hai deciso di aprire una agenzia di tour operator proprio nell'Isola. Cosa puoi dirci relativamente a Cuba, al suo popolo e come mai hai deciso di aprire una attività proprio nell'Isola caraibica ?
Elisa Avalle: Sono arrivata a Cuba per la prima volta nel 2011, quando decisi di aprire un'attività con la mia amica cubana che conoscevo da tempo, a Milano, grazie ad amicizie in comune.
Lei viveva da anni nel nostro Paese. Devo dire che mi sono recata a Cuba più per curiosità e per la possibilità di aprire un ristorante, piuttosto che per l'attrazione nei confronti dell'Isola.
Ricordo che in quegli anni stavo passando un momento delicato della mia vita. Ero stanca di una Milano "finta", fatta unicamente di apparenze. Ho un passato da modella e devo dire che è un "mondo" totalmente nevrotico... Quindi volevo in qualche modo scappare ed evadere da tutto ciò che riguardava l'ipocrisia e la finzione. Desideravo un cambiamento e sentivo che ne avevo assolutamente necessità per poter "salvare" me stessa.
Quando la mia amica Dayma, quindi, mi ha proposto un viaggio all'Avana e di prendere in considerazione l'idea di aprire un'attività, ho accettato.
La mia prima impressione su Cuba non fu molto positiva, a dire il vero. Mi sembrava tutto molto vecchio...come se il tempo si fosse fermato. Macchine vecchie, palazzi pericolanti...non c'era nemmeno internet ! Ricordo di essere andata nel panico totale ! Non potevo connettermi con il mondo, proprio io che ero abituata ad avere sempre il telefono in mano !
La mia prima reazione è stata quindi: "Bene, questo non è il Paese per me e voglio tornare a Milano al più presto".

I giorni comunque passavano e, mano a mano che iniziavo a conoscere le persone, la storia ed i luoghi, ho capito una cosa importante. Non era Milano, la moda e tutto ciò che mi circondava che non funzionava. Ero io stessa il mio problema. Avevo dimenticato la bellezza delle piccole cose, della semplicità e dell'umiltà.
Ho così iniziato a riscoprire me stessa, l'amore per il prossimo. A sorridere alle persone senza pensare a nulla. Ho riscoperto la spontaneità, l'essere me stessa senza tacchi e senza trucco.
Cuba mi ha permesso di ritrovare la mia vera anima e per questo le devo molto ed amo quest'Isola con tutta la mia forza.
Se oggi mi sento una donna felice, forte e non me ne frega nulla dei modelli e dei preconcetti che ci inculcano i media attraverso la finzione, è solo grazie a Cuba.
Nell'"imperfezione" cubana ho trovato la perfezione di umanità e felicità attraverso il prossimo.

Luca Bagatin: C'è chi sostiene che Cuba sia una dittatura. Che ne pensi ? Cosa rispondi a chi lo sostiene, secondo la tua esperienza ?
Elisa Avalle: Sostengo che Cuba sia una nazione i cui ideali di libertà e sovranità siano stati difesi da una rivoluzione voluta dal popolo e per il popolo. Cuba è una realtà nella quale ogni cittadino è uguale all'altro. Tutti hanno diritto allo studio, all'assistenza sociale, all'assistenza medica, senza diseguaglianze.
Possiamo dire la stessa cosa del nostro Paese, che, se non puoi permettertelo, all'Università non puoi certo andare ?

Luca Bagatin: Le autorità governative e la "burocrazia" ha in qualche modo intralciato la tua attività di tour operator ?
Elisa Avalle: Quando ho deciso di tornare a lavorare a Cuba, dopo che la mia prima attività - che stiamo per ampliare - ha avuto molto esito, non ho fatto altro che bussare alle porte delle istituzioni e parlare in modo trasparente. Non mi sono "venduta" per ciò che non ero, ma semplicemente ho raccontato cosa avevo già fatto a Cuba, la mia attività di marketing ed eventi in Italia e che cosa volevo fare sull'Isola. Mi hanno ascoltata attentamente ed hanno apprezzato la mia onestà e grande passione.
Il mio progetto non è solo creare un tour operator a scopo di lucro, ma anche e soprattutto un progetto culturale ed ecosostenibile. In questo senso le autorità cubane mi hanno aiutata ed appoggiata e sono sempre disponibili per consigli e confronti su tutto. Sono dunque contenta del fatto che siano entusiasti del mio progetto !

Luca Bagatin: Che ne pensi dell'embargo imposto dagli Stati Uniti d'America a Cuba ?
Elisa Avalle: Penso che debba finire questa storia assurda e fatta di ingiustizie. Gli statunitensi, come popolo, amano molto Cuba e i cubani, così come i cubani vivono molto dell'influenza statunitense dovuta alla vicinanza geografica. Reputo quindi l'embargo totalmente assurdo e la dimostrazione che a volte i popoli sono più saggi dei propri governanti. Infatti gli statunitensi, nonostante il blocco, conrinuano a visitare Cuba.
Cuba, invece, non impedisce affatto ai cubani di andare negli USA come e quando vogliono, purchè vengano accettati dallo Stato ospitante, ovviamente.

Luca Bagatin: Come immagini il futuro di Cuba ed il tuo futuro lì ?
Elisa Avalle: Spero che Cuba non perda ciò per cui ha tanto lottato, ovvero la sua sovranità popolare e culturale. Mi immagino una Cuba non diversa, ma che porti avanti i valori che il suo popolo ha saputo difendere.
Il mio futuro lo vedo tra l'Italia e Cuba. Se l'Italia è la mia terra d'origine, Cuba mi ha in un certo senso adottata e dato la forza per andare avanti.
A Cuba non devo vergognarmi di essere donna per fare business o pensare che qualcuno mi cerchi per secondi fini. E brutto dirlo, ma l'Italia è un Paese estremamente maschilista, sia politicamente che culturalmente. I clienti italiani entravano nel mio ristorante e cercavano il "marito" o il titolare e non accettavano che fossero due donne a portare avanti un'attività...
In Italia deve cambiare profondamente il modo di pensare e la sua cultura patriarcale, cosa che penso non avverrà purtroppo mai.
In Italia c'è la mia famiglia e quindi mi dividerò sempre fra i due Paesi, ma dipendesse solo da me non avrei dubbi nello scegliere chi mi ha dato tanto e non mi ha mai considerata "meno" perché sono donna o straniera.

Luca Bagatin

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