
È un mondo di following e di followers.
Un mondo di seguitori e inseguiti, praticamente.Tipo guardie e ladri, in sostanza.
Forse
l'obiettivo è fuggire, seminando un sacco di gente. O, meglio, di
followers.
Come si dice: chi semina raccoglie.
Pare che, se raccogli un tot numero di followers, diventi un influencer.
Ovvero ti pagano senza fare o sapere un cazzo .
Come si dice: chi semina raccoglie.
Pare che, se raccogli un tot numero di followers, diventi un influencer.
Ovvero ti pagano senza fare o sapere un cazzo .
Ad oggi, su Instagram, ho 40 seguitori, ma, nel
frattempo, sto inseguendo 43 persone.
Seguo più persone di quelle che mi inseguono.

Instagram, in sostanza, più che un gioco di
società, è un gioco di abilià nella fuga e nell'acchiappo, senza
la necessità di usare un ACCHIAPPATOIO ! E' una metafora della vita,
quella puttana che, se non stai attento, ti fotte senza passare dal
VIA e/o senza avere il foglio di VIA. Senza, quindi, ritirare le
ventimilalire del Monopoli, unico posto al mondo ove l'euro non è
entrato ancora in corso legale. Ovvero è ancora, fortunosamente,
illegale.
Nel frattempo, ho capito
che su Instagram non posso postare post. Al massimo posso impostare
foto. Il divertimento di fare ciò devo ancora capirlo, a parte il
fatto che ci sono followers o following o come ca...spita si
chiamano, di sesso femminile, che sono parecchio avvenenti. L'unico
avvenimento rilevante di Instagram, direi, piuttosto, anzichenò.

A me pare l'ennesimo
social asociale. Un social socialmente pericoloso, in particolare se,
al di là dello schermo, c'è qualche malintenzionato pronto a
fotterti i tuoi dati personali.
Che poi mi chiedo anche
da dove derivi il termine “Instagram”. Forse da istante o da
istantanea. Un tempo esistevano le macchinette fotografiche Polaroid.
Quelle sì che realizzavano delle foto istantaneamente, ma su carta,
cazzo ! Su carta FO-TO-GRA-FICA ! Su carte FICA, in sostanza. Mica su
uno schermo di pixel sponsorizzato dalla Disney Pixar o dalla Sisley
o da checcapperoneso (senza ashtag).
Ah, a proposito. Qualcuno
fra voi, pubblico non pagante, pubblico badante, pubblico di badanti
che badano alle cazzate che sto scrivendo, sa dirmi che cavolo voglia
significare il termine “ashtag” ?

Ora, io non so se le
fibre siano ricche di proteine - sono l'esatto opposto di un
dietologo o di un dietista – ma so certamente che l'”ashtag”
non è ricco delle medesime.
Buona istantanea su
Instagram a tutti.
Io, nel frattempo,
passerò presto a sfanculare snapchat.
Luca Bagatin
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