lunedì 8 febbraio 2021

Presidenzali in Ecuador. Il socialista Arauz in testa. Andrà al ballottaggio con l'anticapitalista indigenista Yaku Perez. Articolo di Luca Bagatin

Si andrà al ballottaggio l'11 aprile, ma Andres Arauz, classe 1985, candidato della coalizione socialista correista Movimento Unione Nazionale per la Speranza (costituita dai partiti “Rivoluzione Cittadina” (socialista) e “Centro Democratico” (centrosinistra)), è decisamente in testa, con il 32,19% dei consensi, alle elezioni presidenziali che si sono tenute il 7 febbraio scorso in Ecuador.

Per la legge elettorale ecuadoriana, è eletto Presidente colui il quale superi il 50% dei voti, oppure il 40%, ma distacchi il secondo candidato di dieci punti.

Al secondo posto Yaku Perez, candidato indigenista, sostenuto dal partito Pachakutik, socialista, anticapitalista e ambientalista, sostenitore dei diritti degli indigeni, che ha raccolto il 19.81% dei voti, superando inaspettatamente il candidato liberale di centrodestra Guillermo Lasso, imprenditore e banchiere, che ha raccolto il 19,6% dei voti.

Ultimo fra i candidati principali, l'imprenditore Xavier Hervas, candidato della Sinistra Democratica, fermo al 16,01%.

Queste elezioni presidenziali segnano una svolta per l'Ecuador, dopo la rinuncia del Presidente Lenin Moreno di ricandidarsi.

Lenin Moreno, eletto nelle file socialiste correiste, una volta divenuto Presidente, tradì in pochi mesi il suo stesso programma elettorale, intraprendendo politiche liberali di flessibilità del codice del lavoro, riduzione della spesa pubblica e misure in favore delle grandi imprese, oltre che amnistiando gli evarosi fiscali e iniziando a indebitare il Paese con il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.

Oltre a ciò, si dovrà a Moreno la destituzione del suo Vicepresidente Jorge Glas e la sua incarcerazione con la mai provata accusa di corruzione. La medesima accusa aveva colpito l'ex Presidente Rafael Correa, costretto a chiedere asilo politico al Belgio.

Sempre Lenin Moreno sarà l'artefice della consegna di Julian Assange – protetto dall'Ambasciata dell'Ecuador a Londra, per volontà dell'ex Presidente Correa - al governo britannico.

Gli elettori ecuadoriani hanno dato un segnale forte nelle urne, premiando il candidato sostenuto da Rafael Correa e facendolo concorrere, al secondo turno, con il candidato socialista anticapitalista, ambientalista e indigenista Yaku Perez (critico nei confronti della fazione di Correa, in particolare per l'eccessivo sfruttamento del sottosuolo).

Andres Arauz, il cui Vicepresidente, qualora fosse eletto al ballottaggio, sarebbe il celebre giornalista Carlos Rabascall, è il più giovane candidato ecuadoriano alla presidenza. Già Ministro del Patrimonio e della Cultura sotto la presidenza di Correa, nel 2017, è economista ed ex direttore generale della Banca Centrale dell'Ecuador.

Una sua vittoria, molto probabilmente, favorirebbe il rientro il patria di Rafael Correa e una amnistia per Jorge Glas, oltre che il ripristino di quei diritti sociali e economici, negati da Lenin Moreno e un riavvicinamento dell'Ecuador ai Paesi socialisti dell'America Latina, da Cuba al Venezuela, dalla Bolivia all'Argentina e un rafforzamento della partnership economica con Cina e Russia.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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