martedì 27 luglio 2021

Russia. Il Partito Comunista si mobilita contro il rifiuto della candidatura di Pavel Grudinin. Articolo di Luca Bagatin

Il Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF), guidato da Gennady Zjuganov, maggiore partito di opposizione nel Parlamento russo, terrà manifestazioni, il 30, 31 luglio e 1 agosto a sostegno del deputato Pavel Grudinin, al quale è stata rifutata, dalle autorità, la possibilità di candidarsi alle elezioni parlamentari del 17, 18 e 19 settembre prossimi.

Pavel Grudinin, direttore dell'azienda agricola autogestita “Fattoria Lenin”, deputato comunista, fu candidato alle elezioni presidenziali russe del 2018, prendendo l'11,77% (oltre 8 milioni e mezzo di voti).

Gli è stata rifiutata la possibilità di candidarsi in quanto la sua ex moglie aveva delle partecipazioni in una società offshore e ciò risulterebbe contrario alla legge russa.

Il Partito Comunista contesta tale decisione, in quanto gli affari di Grudinin non hanno nulla a che vedere con quelli della ex moglie e ritiene che tale decisione serva unicamente a mettere fuori dai giochi un candidato forte, che potrebbe mettere i bastoni fra le ruote al partito di governo liberale “Russia Unita”.

Il KPRF si presenta come grande coalizione che raccoglie ben 56 partiti di sinistra patriottica, fra cui fra cui il “Fronte di Sinistra”, “Per un Nuovo Socialismo” e “Russia Lavoratrice” (Trudovaya Rossya).

Sempre sul fronte dell'opposizione di sinistra è stata riufutata la presentazione delle liste dei nazionalbolscevichi de “L'Altra Russia di Eduard Limonov”, alle quali le autorità hanno addirittura negato manifestazioni di protesta in merito, per quanto gli attivisti del partito abbiano presentato regolare domanda di poter manifestare pacificamente.

Saranno presenti alle elezioni di settembre, invece, il partito socialista patriottico “Russia Giusta – Patrioti - Per la Verità”, di Zakhar Prilepin, Gennady Semigin e Sergey Mironov (al quale ha aderito anche l'attore statunitense Steven Seagal), che vorrebbe stringere un accordo post elettorale con il partito di Zjuganov e, infine, il partito “Comunisti di Russia” di Maxim Suraykin, che presenta un programma anticapitalista e intransigente, molto più anticapitalista e radicale rispetto a quello del partito di Zjuganov (non improbabile che i nazionalbolscevichi di Limonov possano pensare di appoggiarlo). Il partito “Comunisti di Russia” ha comunque dichiarato che non intende ostacolare alcun partito di sinistra, bensì creare le basi – alla Duma, ovvero il Parlamento russo – per un “fronte rosso” anticapitalista contro Putin e il liberal capitalismo.

Temi caldi della sinistra patriottica socialista e comunista russa: le nazionalizzazioni dei settori chiave dell'economia, un salario minimo garantito, la piena accessibilità di istruzione e sanità, l'abolizione dell'inumana riforma pensionistica e un sistema fiscale che vada a colpire i ceti più ricchi.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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