Presso l'Aula Magna del Rettorato dell'Università degli Studi Roma Tre, si è tenuto, lo scorso 25 giugno, un incontro con Gerardo Hernandez Nordelo, Deputato dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba, ovvero il parlamento cubano.
Introdotto dal Consigliere politico dell'Ambasciata di Cuba, Damian Delgado Vasquez, l'incontro ha visto la partecipazione dell'Ambasciatrice di Cuba, Mirta Granda Averhoff, la quale ha consegnato la Medaglia dell'Amicizia a Lanfranco Lancione, Presidente dell'associazione SocialCuba e da oltre vent'anni impegnato in attività sociali di fratellanza e solidarietà nei confronti del popolo cubano, sostenendo progetti socio-sanitari e sociali, anche in favore dei bambini senza famiglia a Pinar del Rio.
L'Ambasciatrice ha sottolineato come, la sua generazione e quella del Deputato Nordelo, sia nata nei primi anni della Rivoluzione socialista cubana e come i padri di quella generazione abbiano orgogliosamente seguito Fidel Castro e la sua leadership, per la costruzione di una società più giusta rispetto a quella proposta dal capitalismo.
L'Ambasciatrice ha altresì spiegato come Cuba, negli anni, sia stata oggetto di numerosissimi attentati terroristici preparati a Miami e sostenuti dagli USA, al fine di destabilizzare le conquiste ottenute dal socialismo nell'Isola e minare la credibilità del governo.
Ben 3.478 sono state le vittime innocenti di quegli attentati, fra i quali l'imprenditore italiano Fabio Di Celmo, nel 1997, il quale avrebbe voluto investire nell'Isola. Egli fu ucciso da una bomba il cui mandante fu il terrorista antisocialista Luis Posada Carriles, ex agente della CIA e mai condannato per questo crimine, protetto dal governo statunitense.
Fu così, ha spiegato l'Ambasciatrice, che Cuba decise di inviare un'unità anti-terrorismo negli USA, per infiltrarsi nelle organizzazioni terroristiche di Miami e smantellarle. Uno dei suoi cinque componenti, poi arrestati dal governo USA con l'ingiusta accusa di spionaggio, fu proprio il Deputato Gerardo Hernandez Nordelo.
Nordelo, assieme agli altri cinque, ovvero a Ramòn Labanino, Antonio Guerrero, Fernando Gonzàles Llort e Renè Gonzàles, fu liberato dopo sedici anni di prigione e grazie al sostegno della comunità internazionale e di numerosi Premi Nobel, giuristi e intellettuali di tutto il mondo, i quali si opposero a tale “processo politico”.
Gerardo Hernandez Nordelo ha infatti raccontato la sua vicenda e spiegato come, ancora oggi, a causa dell'embargo imposto dagli USA a Cuba, per ragioni puramente ideologiche, il popolo cubano sia duramente colpito sotto ogni punto di vista (gli USA, durante la pandemia, impedirono a Cuba persino di ricevere ossigeno e medicinali), ma ha anche spiegato come anche gli stessi cittadini statunitensi ne siano indirettamente colpiti, in quanto a ciascuno di loro è impedito sia acquistare prodotti cubani (come sigari e rum di ottima qualità), che di visitare Cuba come turisti o per motivi di lavoro.
Egli ha inoltre ricordato come, per contro, Cuba abbia inviato, durante la pandemia, numerose brigate mediche in tutto il mondo, Italia compresa, per salvare vite.
Come disse Fidel Castro, leader che anche chi non è comunista o socialista dovrebbe studiare e approfondire: “Il nostro Paese non lancia bombe contro altri popoli, né manda migliaia di aerei a bombardare città; il nostro Paese non possiede armi nucleari, né armi chimiche, né armi biologiche. Le decine di migliaia di scienziati e di medici su cui conta il nostro Paese sono stati educati nell’idea di salvare vite”.
In un mondo alla deriva è di questo che avremmo bisogno. Di un messaggio che arriva da lontano, al contempo socialista, democratico e profondamente umanista, oltre ogni sciocco pregiudizio ideologico.
Luca Bagatin
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Luca Bagatin, Gerardo Hernandez Nordelo e Amelia Scrocco |
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