venerdì 17 ottobre 2025

La piazza argentina si mobilita per celebrare il Peronismo, chiedere la liberazione di Cristina Kirchner e denunciare il regime liberal capitalista di Milei. Articolo di Luca Bagatin

 

A pochi giorni dalle elezioni parlamentari, che si terranno il 26 ottobre prossimo, la piazza peronista argentina si mobilita per celebrare l'80esimo anniversario del “Giorno della Lealtà”, festeggiato in Argentina ogni 17 ottobre.

Tale anniversario è particolarmente importante, perché ricorda la grande mobilitazione sindacale e operaia che, il 17 ottobre 1945, ottenne la liberazione dell'allora colonnello Juan Domingo Peron, il quale aveva guidato, due anni prima, un movimento sociale comprendente socialisti e sindacalisti rivoluzionari, promuovendo i diritti dei lavoratori attraverso le sue funzioni di Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale.

Il suo arresto fu ordinato dai suoi oppositori, sostenuto anche dall'immancabile ambasciatore-destabilizzatore USA di turno, ma la mobilitazione popolare portò al suo rilascio.

Il 17 ottobre è considerata, in Argentina, la data di fondazione del Peronismo o Giustizialismo, corrente del socialismo che, ancora oggi, porta avanti giustizia sociale, indipendenza economica, sovranità nazionale e diritti civili e che condusse Peron al governo, attraverso le elezioni presidenziali del febbraio 1946, sostenuto dal Partito Laburista.

Ancora oggi, i sostenitori di Juan Domingo e Evita Peron, la sua indimenticata consorte, scendono in piazza, non solo per celebrare il Peronismo, ma anche per chiedere a gran voce la liberazione dell'ex Presidentessa peronista Cristina Fernandez de Kirchner, agli arresti domiciliari per un'ingiusta condanna per corruzione, che le impedisce di candidarsi alle elezioni parlamentari.

La marcia dei movimenti sociali e sindacali è culminata difronte alla residenza dell'ex Presidentessa, a Buenos Aires, e, come accade da mesi – nel corso delle varie mobilitazioni popolari - ha denunciato le politiche di persecuzione politico-giudiziaria contro l'esponente peronista.

Gli organizzatori, puntando il dito contro l'attuale regime liberal capitalista del trumpiano e filo statunitense Javier Milei, hanno affermato che “ottant’anni dopo, il peronismo riunisce il popolo argentino davanti a una realtà che riproduce vecchi attacchi contro i diritti conquistati: tagli al lavoro e alle pensioni; precarizzazione dell’occupazione; smantellamento dello Stato; consegna delle risorse nazionali e scarsa considerazione per la salute e l’istruzione pubblica”.

Il Peronismo sta tornando in Argentina. E, allo stesso modo, il Socialismo non si piegherà, nel resto dell'America Latina, ai diktat dell'ipocrita e per nulla democratico regime suprematista bianco a Stelle e Strisce che, nonostante i numerosi e storici tentativi di destabilizzazione, golpe e embarghi vari (in Venezuela, a Cuba, in Nicaragua, ma l'elenco è lunghissimo), è sempre stato respinto.

E se non lo sarà oggi, lo sarà domani.

Perché il riscatto dei popoli oppressi è una realtà inarrestabile, che nessun regime, men che meno quello fondato sul danaro e su una finta idea di libertà, potrà fermare.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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