martedì 23 luglio 2019

D'Annunzio il rivoluzionario e "La passione di Fiume" raccontata da Mario Maria Martini. Articolo di Luca Bagatin

Sono passati 100 anni dall'Impresa di Fiume.
Un'impresa guidata dal Vate della letteratura italiana, Gabriele d'Annunzio che, con 1500 legionari dissidenti, senza sparare un colpo, occupò la città di Fiume e ne fece la città della vita, dell'amore, della libertà, proclamandone, il 12 settembre 1919, l'annessione al Regno d'Italia.
Una occupazione durata ben sedici mesi, che ebbe l'opposizione di tutte le grandi potenze mondiali - Regno d'Italia compreso - e il solo sostegno della Russia bolscevica di Vladimir Lenin (oltre che il plauso di Gramsci, dalle colonne de “L'Ordine Nuovo”), che considerò d'Annunzio un rivoluzionario e, quest'ultimo, dichiarò che il suo ideale era “un comunismo senza dittatura”.
Proclamò così, il Vate, assieme ad Alceste de Ambriis, Guido Keller e altri, la Reggenza del Carnaro, l'8 settembre 1920, sulla base di principi libertari, mazziniani, garibaldini e socialisti.
Una Reggenza fondata su una Costituzione avanzatissima, specie per l'epoca, nella quale furono introdotte, fra le altre: libertà di associazione; libertà di divorziare; libertà religiosa, sessuale e di coscienza al punto che furono proibiti i discriminatori crocifissi nei luoghi pubblici; eleggibilità delle donne ad ogni carica; assistenza ai disoccupati e ai non abbienti; promozione di referendum; promozione della scuola pubblica; risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario; inviolabilità del domicilio.
Celebri peraltro le denunce che mosse d'Annunzio, alla casta politica italiana dell'epoca ed all'imperialismo anglo-statunitense, proponendo finanche una “Lega dei Popoli Oppressi”, dallo spirito garibaldino e terzomondista.
Di tutto ciò e ancor meglio, di tutta l'Impresa di Fiume, ne scrisse Mario Maria Martini (1880 - 1953), nel suo “instant book”/documentario/diario “La passione di Fiume”, pubblicato da Sonzogno nel 1919 e ripubblicato 100 anni dopo, di recente, da NovaEuropa.
Un saggio unico perché un vero e proprio documento storico di quel periodo. Una raccolta di fatti, documenti ed eventi vissuti in prima persona dal Martini, che appassionerà sia il lettore comune che lo studioso più attento.
Scritto nella forma del diario, “La passione di Fiume” raccoglie finanche articoli di giornale dell'epoca e carteggi. Il più importante quello fra Martini e d'Annunzio.
Saggio che, nella nuova edizione rieditata da NovaEuropa, presenta anche foto d'epoca e ritratti.
Mario Maria Martini fu un dannunziano della prima ora. Un letterato e giornalista di quell'epoca, molto amico dello scrittore Giovanni Comisso che, con Guido Keller, animerà a Fiume la rivista e il gruppo spirituale “Yoga”. Una vera avanguardia esoterica e naturistica.
Tale fu la portata di questa sua opera, che ha meritato di essere riesumata e riproposta al pubblico 100 anni dopo.
E tale fu la portata dell'Impresa di Fiume e dei suoi eroi che, attraverso la loro goliardia, amore per la vita e la libertà e la ricerca interiore, diedero vita forse alla prima e unica Repubblica dell'Amore mai esistita al mondo.
Molti di costoro, successivamente, finiranno nelle fila dell'antifascismo socialista e repubblicano. In primis De Ambriis, sindacalista rivoluzionario e mazziniano.
D'Annunzio, ferocemente e goliardicamente critico nei confronti del regime fascista e ferocemente antinazista, finirà – una volta fallita l'impresa fiumana - sottoposto al controllo degli agenti fascisti.
Le sue gesta e i suoi scritti, ad ogni modo, non sono rimasti e non rimarranno dimenticati.
Il grande storico del dannunzianesimo, Giordano Bruno Guerri, gli ha peraltro dedicato l'ennesima emblematica opera, “Disobbedisco”, sui 500 giorni di Fiume.
D'Annunzio, de Ambriis, Keller e molti altri, rimarranno gli eterni disobbedienti che hanno creduto in un mondo diverso, in cui i poveri e i diseredati del mondo potessero emanciparsi e fossero posti al centro dell'azione politica e potessero contrapporsi all'egoismo dei potenti e degli impuri d'anima e di cuore.

Luca Bagatin

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