lunedì 4 maggio 2020

Riflessioni alternative alla modernità e al capitalismo, per un'etica sociale

"Non vi è dubbio che il successo delle teorie del complotto proviene prima di tutto dalla straordinaria semplificazione che propongono, e per questo la modernità, che si caratterizza innanzitutto per una sempre crescente complessità dei fatti sociali, costituisce per esse un terreno privilegiato. Più lo stato del mondo è complesso, più la semplificazione radicale che la teoria reca con sé appare salvifica"

(Alain de Benoist, 'Psicologia della teoria del complotto', in «Trasgressioni», n° 14, gennaio-aprile 1992, p. 7.)


"In nessun caso i tradizionalisti e i conservatori possono essere dalla parte della borghesia, poiché questa  è ovviamente una patologia sociale, la portatrice di decentralizzazione, invidia, bugie e cattiveria.
Il capitalismo è rappresentato dalla figura dell'imprenditore, ovvero una persona che gestisce i suoi interessi egoistici, che lotta per il proprio privato, cercando di espandere il proprio indvidualismo, che è sempre opposto all'interesse altrui.
Pertanto, tutta la nostra storia si basa non solo sull'odio per il capitalismo, ma su un profondo disaccordo con l'etica capitalista"

(Aleksandr Dugin)

Il vero anarchico non è colui il quale non rispetta le regole, ma non rispetta solamente le regole che egli non ritiene giuste e adatte ad una società ordinata.
Il vero anarchico è infatti colui il quale crede in una società ordinata. Dove le persone libere sono solamente quelle che hanno interiorizzato il senso dell'ordine (civile, morale, spirituale).
Pierre-Joseph Proudhon l'aveva ben compreso. 

(Luca Bagatin)

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