C'è chi, ancora oggi, si stupisce
della corruzione presente nella Capitale, delle infiltrazioni
mafiose, della commistione malavitosa fra vip, imprenditori e politici di destra e
sinistra.
C'è chi, purtuttavia, in tempi non
sospetti, quel malaffare lo denunciava già. Parliamo degli “Amici
de Il Mondo”, ovvero dei radicali di Mario Pannunzio – Ernesto
Rossi in primis (entrambi nella foto qui sotto) - che, sin dagli Anni '60, denunciavano la
speculazione edilizia e la commistione fra politica, criminalità ed
imprenditoria.

Moana la pragmatica, ma anche
l'inascoltata che, all'epoca, prese solamente lo 0,52% dei consensi e
che morì l'anno successivo, pur indimenticata dalle persone che
l'hanno seguita ed amata.
Il Partito dell'Amore - che non
smetteremo mai di dire che non era il partito delle pornostar, bensì
il partito delle persone comuni, al punto che l'unica persona
popolare in lista era Moana, mentre tutti gli altri candidati erano
persone provenienti dalla cosiddetta società civile, fra cui
un'insegnante di lettere ed un postino – fu la prima lista civica
italiana. Una lista civica che, non avendo rendite di posizione né
posti di potere da garantire e/o da auto-garantirsi, andava al cuore
dei problemi.
E candidava Moana – simbolo-icona del
Partito stesso - che, abbandonata definitivamente la carriera di
pornodiva, pur senza rinnegarla, accettava di entrare seriamente in
politica, con determinazione e lanciando lo slogan “Governare con
più Amore”, ovvero stare più vicino ai problemi della gente
comune, come lei stessa ricordava in una video-intervista dell'epoca.
La Roma di Moana e del Partito
dell'Amore, così come quella degli intellettuali del settimanale “Il
Mondo” e del primo Partito Radicale guidato da Mario Pannunzio ed
Ernesto Rossi, sarebbe stata certamente molto diversa.
Per uscire dal
pantano occorre ripartire da lì.
Luca Bagatin
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