martedì 18 aprile 2017

Elezioni Presidenziali francesi 2017: possibile trionfo della Francia autenticamente socialista e sovrana ? Articolo di Luca Bagatin

Aumentano nei consensi sino a far pensare quasi ad un possibile ballottaggio fra loro alle imminenti elezioni Presidenziali francesi, che si terranno il 23 aprile prossimo.
Stiamo parlando di Marine Le Pen, leader del Front National e di Jean-Luc Mélenchon, leader del raggruppamento La France Insoumise (ovvero La Francia Indomita) ed ex socialista di lungo corso in polemica dal 2008 con il Partito Socialista di Hollande (ormai partito liberal-capitalista), oltre che estimatore delle politiche sociali attuate da Hugo Chavez in America Latina. La prima è attestata fra il 23 ed il 24% dei consensi; il secondo fra il 19 ed il 20% e sta investendo moltissimo in comunicazione, in particolare multimediale fra i giovani, al punto che è stato realizzato un simpatico videogame gratuito da giocare online con protagonista proprio Mélenchon in lotta contro i Poteri Forti finanziari ed economici (www.fiscalkombat.fr).
Entrambi candidati anti-sistema, ovvero saldamente ancorati a politiche sovraniste e sociali, sembrano rispondere a quell'ampia fetta di elettorato delusa dalle politiche di austerità di una Europa capitalista, burocratica e senz'anima.
Entrambi criticano le politiche del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea, preferendo che siano i cittadini stessi a decidere se rimanere o meno nell'Unione Europea. Entrambi guardano all'uscita della Francia dalla NATO, che in tutti questi anni ha servito gli interessi statunitensi, finendo per defenestrare leaders quali Mu'Ammar Gheddafi, ovvero gli unici argini al terrorismo fondamentalista. Entrambi presentano programmi simili per quanto concerne gli aspetti sociali: vogliono l'abolizione della precarizzante legge sul lavoro Loi Travail (l'equivalente del nostro Jobs Act) ed entrambi sono per l'abbassamento dell'età pensionabile, oltre ad una possibile riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario e l'introduzione di misure protezionistiche sul commercio.
A differenziarli le politiche sull'immigrazione: più stringenti quelle della Le Pen, più aperte quelle di Mélenchon. Inoltre, mentre Mélenchon pone maggiore attenzione alle questioni ambientaliste (ad ogni modo non del tutto tralasciate dalla Le Pen), la Le Pen pone maggiore attenzione alla laicità dello Stato, da estendere anche ai luoghi di lavoro, con un apposito codice.
Le Pen e Mélenchon, ad ogni modo, sembrano rappresentare meglio di altri quella necessità di sano populismo - ovvero di politiche di popolo ed in favore del popolo - disattese in tutti questi anni dai rappresentanti di quel Partito Socialista trasformatosi in partito capitalista e padronale e del Partito Repubblicano, che ha perduto ogni riferimento autentico al sovranismo di Charles De Gaulle, per vendersi all'alleato statunitense.
Oggi queste politiche di matrice capitalista e padronale sono rappresentate dall'ex banchiere Emmanuel Macron e da François Fillon. Il secondo sembra ormai fuori dai giochi (tanto quanto il candidato del Partito Socialista, Hamon, attestato ad un misero 9%), mentre il primo è il vero candidato delle élite economico-finanziarie da battere ed attualmente attestato al 24%.
I giochi, dunque, sono aperti.
Quel che è certo è che anche le Presidenziali francesi hanno dimostrato ciò che il filosofo Alain De Benoist ha spiegato più volte. Assistiamo in questi anni non più ad una contrapposizione destra-sinistra (che ormai rappresentano entrambe da tempo - come peraltro accaduto per molti anni anche in America Latina, prima dell'avvento al governo di leaders socialisti e sovranisti - le élite economico-oligarchiche), bensì ad una contrapposizione fra istanze sociali, sovraniste e popolari da una parte ed élite padronali ed oligarchiche dall'altra.
E' questa, evidentemente, in Europa, l'ora dei popoli sovrani per troppo tempo rimasti inascoltati.

Luca Bagatin

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