sabato 13 aprile 2019

Elezioni Europee. Il Partito Comunista pronto a contrapporsi a europeismo e liberal-capitalismo. Articolo di Luca Bagatin

Chiedersi se questa Unione Europea abbia migliorato la vita dei cittadini, il loro tenore di vita, il loro senso di partecipazione attiva e democratica è finanche superfluo. La risposta è no.
Ai bisogni delle persone si è sostituita l'economia. L'ideologia di una “crescita” che non è e non può essere illimitata, in quanto le risorse sono limitate e non ci si rende ancora conto che più si consuma e più si distrugge l'ambiente e si costringono le persone a lavorare di più, a fronte di salari sempre più ridotti, in quanto c'è sempre chi vuole profitti maggiori e, pur di ottenerli, è disposto a delocalizzare la propria azienda.
Un'Europa nella quale i cittadini si sentono sempre più, dunque, succubi di scelte prese altrove e in balìa di fantomatici “mercati”, che nulla hanno a che vedere con il mercato sotto casa e con la piccola distribuzione. In balìa di Commissioni e Parlamenti “europei” lontani dalla propria realtà locale, dal proprio comune sentire, dalle proprie tradizioni. Decisioni alle quali ogni cittadino non può opporsi, non può appellarsi. E' la legge del “mercato”, della “crescita”, è “l'Europa” e la “competitività” che ce lo impongono, ci si sente rispondere.
La democrazia, purtuttavia, è un'altra cosa. E' partecipazione e compartecipazione popolare. Altrimenti si rischia di finire come in Francia, ove un Presidente liberal-europeista è inviso alla maggioranza del suo popolo che – da ben ventidue settimane – manifesta incessantemente chiedendo le sue dimissioni.
Le elezioni europee del 26 maggio, che già di per sé vanno ad eleggere dei parlamentari e non prevedono forme di democrazia diretta, prevedono – almeno in Italia - ancora una volta uno sbarramento al 4%. Non così permettendo a tutti i cittadini di eleggere un proprio rappresentante, ma escludendone moltissimi. Come se non bastasse, se un partito non ha già un suo rappresentante nel Parlamento europeo, tale partito sarà costretto a dover raccogliere le firme...impresa davvero ardua se non impossibile !
In tutto ciò un piccolo partito, quello che ancora si presenta con la storica falce e martello, il Partito Comunista di Marco Rizzo, sembra che avrà la possibilità di presentarsi senza dovere raccogliere le firme. In quanto sarà collegato alle liste del Partito Comunista Greco, il KKE, che ha già un suo rappresentante nel Parlamento di Bruxelles.
Quel KKE che, a differenza della sinistra liberal-capitalista greca di Tsipras e Varoufakis, che ha ridotto il popolo greco in bolletta, si è sempre opposto all'austerità europeista della “crescita” (buona per i ricchi, ma non per i poveri) ed alle politiche del Fondo Monetario Internazionale (il quale ha ammesso di aver sacrificato la Grecia per salvare l'Euro...sic !).
Il PC di Rizzo sembra essere il solo e unico partito socialista che si candiderà alle elezioni europee in Italia e forse uno dei pochissimi partiti socialisti a candidarsi in Europa. E questo in quanto è l'unico a volersi porre in discontinuità con il sistema liberal-capitalista e europeista. Proponendo non solo l'uscita dall'Unione Europea, che impone assurdi vincoli di bilancio, e dalla guerrafondaia Alleanza Atlantica, ma anche proponendo un sistema economico diverso. Socialista, appunto. Alternativo sia alle destre che alle sinistre liberal-capitaliste.
Così scrive – fra le altre cose - una nota del Partito Cominista dei giorni scorsi:
L’Europa dei lavoratori e dei popoli che noi vogliamo realizzare, potrà essere costruita solo al di fuori dell’Unione Europea che è un’alleanza imperialista al cui timone ci sono le grandi società della finanza. L’Unione Europea è il principale promotore delle politiche di attacco ai diritti dei lavoratori e delle classi popolari, protagonista di guerre e responsabile della crisi. Non esiste spazio per la creazione di una società che metta in primo piano i diritti sociali nella gabbia dell’Unione Europea e dell’euro. Non esiste alcun futuro di progresso, di giustizia e di pace per le nuove generazioni in un sistema antidemocratico che mira a schiacciare i diritti e la condizione dei popoli in favore del profitto di pochi. Crediamo sia necessario rafforzare il processo di ricostruzione comunista per dare ai lavoratori e alle classi popolari una reale alternativa alla falsa scelta tra le forze di governo e di opposizione, tra europeisti e nazionalisti, divisi nella propaganda ma sempre uniti nella difesa degli interessi della finanza e nell’approvazione di politiche antipopolari. Un’alternativa che non può essere rappresentata da liste elettorali di sinistra, prigioniere di contraddizioni politiche e prive di qualsiasi prospettiva, funzionali solo alla conservazione di vecchi gruppi dirigenti, che puntualmente si presentano a ogni elezione con nomi e simboli diversi, contribuendo solo a disorientare il proprio popolo”.
Il Partito Comunista, nonostante l'alto sbarramento elettorale, può forse rappresentare una alternativa, anche per chi comunista non è. Per chi non si rassegna a mettere in vendita il presente e il futuro di un'Europa che, come ha detto lo scrittore Eduard Limonov “...persegue il bene con tutti i mezzi del male. L'Europa è in profonda crisi, in crisi di coscienza”.


Luca Bagatin

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