mercoledì 17 aprile 2019

Brevi riflessioni su Radio Radicale, il socialismo, la sinistra e il web. A cura di Luca Bagatin

Su Radio Radicale sembra sceso un pregiudizio politico. In parte comprensibile.
Senza più la forza di Marco Pannella, con una lista "radical boniniana" percepita e non a torto come la rappresentante dell'establishment e con un partito radicale transnazionale sempre meno significativo, era difficile aspettarsi diversamente.
A me spiace, perché Radio Radicale è stata spesso una voce libera. Però mi sembra un po' la metafora del radicalismo italiano: da avanguardia libertaria contro il sistema a gruppo liberal capitalista assoluto.
Chi vuole confrontarsi con il "mercato", anziché combatterlo, non può che aspettersi che questo. Ovvero che il "mercato", appunto, soffochi ogni voce libera.

La differenza abissale fra il socialismo e la sinistra sarà evidente anche alle elezioni europee di quest'anno.
Socialista sarà ad esempio la lista del Partito Comunista, alternativa al capitalismo, all'ideologia del mercato e della crescita economica "illimitata".
La sinistra presenta diverse liste, più o meno "liberal", tutte con un progetto interno al sistema del capitale e della sua riproduzione sistematica, in una spirale viziosa senza fine. Una spirale infinita di nuove povertà e nuove diseguaglianze.

Sono sul web dal 2002. Stabilmente dal 2004. Come blogger e autore.
Ho notato che il web sta diventando sempre più come la TV. Non un "luogo", per quanto virtuale, nel quale scambiarsi idee, opinioni, approfondimenti, ma un contenitore per fare soldi attraverso la pubblicità. Ovvero un "luogo" dove diffondere merda e banalità, funzionali al consumo facile. Come il mercato, che è la merda del mondo sedicentemente civilizzato.
Andando avanti, temo sarà anche peggio.
Il che mi ha non poco deluso.

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