lunedì 4 maggio 2020

Venezuela. Fallito ennesimo tentativo di destabilizzazione del Paese. Il governo socialista resiste. Articolo di Luca Bagatin

Ennesismo tentativo di destabilizzazione del Venezuela. Ennesimo tentativo fallito, a circa un anno dal tentato golpe da parte dell'ex deputato dell'opposizione Juan Guaidò e dal suo sodale Leopoldo Lopez.
E' accaduto la mattina del 3 maggio scorso, come ha dichiarato il Ministro dell'Interno e della Giustizia venezuelano Néstor Reverol.
"Un gruppo di mercenari terroristi provenienti dalla Colombia ha tentato di compiere un'invasione via mare, con l'obiettivo di commettere atti terroristici nel Paese, assassinare il leader del governo rivoluzionario e aumentare la spirale di violenza (...) e con essa portare a un nuovo tentativo di colpo di stato ". In questo modo il Ministro Reverol ha spiegato il tentativo di incursione via mare da parte di una trentina di mercenari armati, a bordo di diversi motoscafi, lungo le coste dello Stato di La Guaira, nel nord del Paese.
Lo stesso Ministro ha fatto presente che il tentativo di invasione è fallito e che molti dei mercenari sono stati uccisi dalle forze speciali bolivariane, mentre altri sono stati catturati nelle prime ore del 3 maggio. Le autorità venezuelane hanno inoltre provveduto al sequestro di un arsenale di fucili d'assalto.
Reverol ha assicurato che il Paese rimane costantemente in allerta contro qualsiasi tentativo di destabilizzazione contro il legittimo governo socialista guidato da Nicolas Maduro, il quale, già un anno fa, fu ampiamente sostenuto dalla popolazione contro ogni tentativo di golpe da parte dei leader dell'opposizione liberale.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Presidente dell'Assemblea Nazionale Costituente (ANC), Diosdado Cabello, il quale ha puntato il dito contro gli USA, affermando:
"È un piano orchestrato dagli Stati Uniti, che utilizza agenti della DEA e del traffico di droga, per un'incursione militare nella nostra patria".
Il presidente dell'ANC ha sottolineato inoltre come uno dei morti dell'operazione fosse il capitano Robert Colina, alias Pantera, accusato di essere responsabile di un campo paramilitare in Colombia e collegato ad un traffico di armi da un milione di dollari, scoperto alcune settimane fa.
Secondo Cabello, Colina aveva legami con l'ex militare Clíver Alcalá, deportato di recente negli Stati Uniti, dopo essere stato accusato di traffico di stupefacenti e aver ammesso i suoi piani di voler portare armi nel territorio venezuelano, con il sostegno del deputato dell'opposizione Juan Guaidó, al fine di assassinare il Presidente Nicolás Maduro e alti funzionari del governo socialista.
Cabello ha inoltre puntato il dito contro il Presidente della Colombia, Iván Duque, in quanto, a suo dire, protettore delle azioni di Alcalá e Colina.
"Questa Assemblea costituente nazionale respinge fortemente gli atti di violenza e rifiuta che i governi degli Stati Uniti e della Colombia continuino a cercare di minare le istituzioni in Venezuela. E la cosa più triste è che sono finanziati dal traffico di droga", ha concluso Cabello.
Ancora una volta, il Venezuela socialista, resiste alle aggressioni esterne.

Luca Bagatin

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