domenica 25 ottobre 2020

Coronavirus. La chiave della vittoria si chiama Socialismo

Lo scrisse già il 24 marzo 2020 - quando la Cina stava pian piano e faticosamente uscendo dalla crisi sanitaria - Yuri Afonin, Vicepresidente del Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF) e deputato alla Duma.

Yuri Afonin scrisse quanto segue. Parole attualissime, che mettono a confronto la realtà socialista - che sta affrontando e ha affrontato l'emerganza Covid 19 con grande serietà e determinazione (sino, in Cina, pressoché a tornare alla normalità) - e quella liberal capitalista, ancora in difficoltà e nella quale è assente quasi del tutto il senso di comunità e di responsabilità civica, ma preferisce anteporre la fredda sfera economica rispetto al rafforzamento della sanità pubblica e a misure sociali e di superamento del modello dell'accumulo di capitale.

L. B. 


Il segreto del successo cinese nella lotta contro il Coronavirus: la società civile socialista (24 marzo 2020)

di Yuri Afonin 

tratto da: https://kprf.ru/party-live/cknews/192725.html

Oggi è già evidente all'intero pianeta che per lottare contro l'epidemia di coronavirus occorre apprendere dalla Cina. I cinesi hanno dovuto combattere questo virus quando ancora non si sapeva quasi nulla, quando ancora non erano stati sperimentati metodi terapeutici. Ma ora le statistiche per la Cina dimostrano: l'epidemia è stata praticamente fermata, nuovi casi di portatori di virus sono quasi interamente cittadini cinesi che arrivano dall'estero o stranieri. I canali per la diffusione dell'epidemia all'interno del Paese sono bloccati. Ciò è in netto contrasto con la situazione nei principali paesi capitalisti: Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna e soprattutto Italia, dove l'epidemia continua a crescere. Basti pensare che ad oggi il numero di decessi per coronavirus in Italia ha già raddoppiato il numero delle vittime della malattia in Cina, sebbene la popolazione italiana sia 23 volte inferiore!

I media occidentali, pur riconoscendo questi successi della RPC, descrivono il sistema cinese di lotta contro il virus come esempio di totalitarismo dilagante. Secondo costoro, lo Stato cinese ha introdotto misure restrittive severe, le forze dell'ordine cinesi hanno costretto tutti a stare a casa con il pretesto dell'epidemia, i cittadini cinesi sono sottoposti a una severa sorveglianza e così via. 

Tuttavia, come persona che ha ripetutamente visitato la Cina nel quadro della cooperazione tra il Partito Comunista della Federazione Russa e il Partito Comunista Cinese e ha viaggiato in molte città e province di questo paese, posso dire che i commentatori occidentali, di regola, non si soffermano sull’essenziale. In genere comprendono molto poco di cos'è la Cina, quanto la società cinese sia diversa dalle loro società. Inoltre, naturalmente, i media occidentali subiscono l’evidente ordine ideologico di screditare la Cina socialista, che nel 21° secolo è diventata il principale ostacolo al blocco imperialista occidentale sulla strada del dominio del mondo.

Dobbiamo invece concordare sul fatto che il moderno stato cinese ha un enorme potenziale che è stato usato molto efficacemente nella lotta contro l'epidemia. Il sistema sanitario cinese si è dimostrato eccellente. I media occidentali non vedono che il ruolo più importante nella lotta contro l'epidemia in Cina non viene ora svolto dallo Stato, ma dalla società civile cinese. 

Stiamo parlando dell'imponente sistema di organi di autogoverno di condominio, di quartiere e distrettuali in Cina. Questo sistema di comitati locali a più livelli fu creato con il sostegno del Partito Comunista Cinese quasi immediatamente dopo la sua ascesa al potere, negli anni '50. Naturalmente, non è stato creato da zero, ma è basato su antiche tradizioni comunitarie cinesi. 

Questo potente sistema di autogoverno di base ha assistito il PCC nell'attuazione delle sue politiche per decenni. E oggi occupa un posto molto importante nella vita della società cinese. I comitati locali forniscono assistenza sociale diversificata, monitorano l'ordine nel loro quartiere e distretto, aiutano i residenti a risolvere problemi di lavoro e abitativi, a fornire servizi, a organizzare spettacoli amatoriali e persino a risolvere conflitti familiari.

Questo sistema di autogoverno dal basso svolge oggi un ruolo cruciale nella lotta contro l'epidemia. Gli attivisti e i lavoratori dei comitati si recano nelle case e visitano gli appartamenti, spiegano in dettaglio le misure anti-epidemia del governo, misurano la temperatura, distribuiscono gli aiuti di Stato e consegnano cibo agli anziani in modo che non debbano andare a fare la spesa. 

Le numerose restrizioni alla vita sociale che sono necessarie per debellare l'epidemia in Cina non sono tanto imposte dalla macchina statale ma funzionano come misure di autocontrollo e autodisciplina. Oggi, responsabile del controllo dell'osservanza delle misure di quarantena da parte dei residenti in Cina è il rappresentante del comitato di autogoverno locale, cioè un loro vicino, con cui hanno familiarità fin dall'infanzia. E non un poliziotto armato fino ai denti, come nei paesi occidentali.

La società socialista cinese, grazie alle sue sviluppate strutture di autogoverno di base, è molto più in grado di auto-organizzarsi della società occidentale. Ma nei Paesi occidentali, dove secoli di capitalismo hanno atomizzato la società, oggi le misure anti-epidemia devono davvero essere imposte con una mano rigida e persino armata. Tuttavia, queste misure non funzionano in modo efficiente come in Cina.

A questo proposito, uno studioso noto negli ambienti della sinistra russa, Lev Kitses, ha formulato un giudizio interessante: le strutture di base che vediamo in Cina sono un vero esempio di società civile. Mentre la "società civile" in Occidente è in gran parte un simulacro, un'imitazione. In sostanza, è composta principalmente di ONG finanziate dal grande capitale e da esso utilizzate per gestire la società.

Va anche tenuto presente che i comunisti cinesi hanno costruito questo sistema di autogoverno di base, basandosi in gran parte sull'esperienza sovietica: guardando al nostro sistema di consigli locali, commissioni sindacali e commissioni locali. Noi abbiamo distrutto tutto questo ripristinando il capitalismo mentre la Cina socialista ha fatto tesoro della nostra preziosa esperienza sociale, l'ha sviluppata e fatta crescere. 

In ultima analisi, questo significa che dobbiamo imparare sia dalla Cina che dall'Unione Sovietica. Perché una vera società civile è davvero ciò che è necessario per la vita e lo sviluppo nel 21° secolo.

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