Per imparare la ricchezza
e la possibilità della vita sociale, oggi che si fa un gran parlare
di socialismo, è anzitutto importante imparare a stare,
semplicemente, anche con un solo altro uomo: credo che questo sia il
tirocinio d'ogni società e credo che se non si risolve questa umile
ma necessaria partenza, ci troveremmo forse domani di fronte a una
società esteriormente bene organizzata, e pubblicamente perfetta e
senza peccato, nella quale però i rapporti privati, quelli tra uomo
e uomo, quelle tra le persone, rimarrebbero rapporti di vuoto, di
indifferenza, di isolamento e di impenetrabilità.
Il nostro male, di noi
uomini moderni, è la solitudine e questa incomincia assai nel
profondo, alle radici dell'essere, e nessuna ubriacatura pubblica,
nessuna sinfonia politica può presumere di levarla tanto facilmente.
C'è invece, a mio avviso, tra persona e persona, il modo di rompere
questa solitudine, di far passare come un messaggio fra l'una e
l'altra, e di comprendere, dunque, di scoprire quasi, il legame
profondo che lega l'una all'altra (...). Credo che oggi il
capovolgimento da un individualismo a un giusto socialismo, per
essere persuasivo dev'essere tentato e analizzato come bisogno del
cuore, come impulso dell'attimo, come linea in azione dentro il più
dimesso corso della nostra esistenza. La società deve nascere come
bisogno profondo dell'esistenza, qui maturare e da qui slanciarsi.
(Federico Fellini. Tratto da Carlo Lizzani "Storia del cinema
italiano", Milano, Parenti, 1961)
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