
Su tale figura, nella
letteratura, sono state costruite e scritte miriadi di storie: da
"Isabella d'Egitto" di Achim Von Arnim a "Frankenstein"
di Mary Shelley, sino all'italiano "Pinocchio" di Carlo
Collodi e molte altre, tutte con un risvolto spirituale ed esoterico.
La più emblematica è
certamente quella di Gustav Meyrink (1868 - 1932), "Il Golem",
appunto, che la casa editrice Tre Editori (www.treditori.com)
ha recentemente pubblicato in una pregevole edizione commentata da
Anna M. Baiocco, con tanto di illustrazioni d'epoca di Hugo
Steiner-Prag.
Meyrink, pseudonimo di
Gustav Meyer, austriaco, di professione banchiere ma assai poco
incline alla materia e più alle scienze occulte in seguito a disagi
esitenziali, fu Teosofo, Rosacroce e si convertì al Buddhismo
Mahayana negli ultimi anni della sua vita.
Fu autore del fantastico,
tale da affascinare il maestro dell'orrore H.P. Lovecraft e
l'italiano Julius Evola, il quale contribuì alla diffusione delle
sue opere, ma il suo scopo era essenzialmente esoterico, piuttosto
che letterario. Il suo stile è assai semplice, ma le sue opere sono
oniriche e sottendono significati nascosti, che solo il lettore più
attento e la sua coscienza più intima possono comprendere,
approdando ad una dimensione trascendentale.
"Il Golem" di
Meyrink, pubblicato per la prima volta in volume nel 1915 (ma già
negli anni precedenti a puntate sulla rivista "Die weissen
Blatter") e ambientato in una Praga magica, oscura e misteriosa,
si ispira al libro del rabbino Yeudah Rosenberg del 1909. Il
protagonista è l'intagliatore di pietre preziose Athanasius Pernath,
che vive nel ghetto ebraico e la vicenda si svolge, per la maggior
parte, in prima persona e, come dicevamo, in una dimensione onirica,
sospesa fra la realtà ed il sogno. Il romanzo è un percorso
iniziatico e alchemico che il lettore compie fra la terra ed il
cielo, in una ricerca perenne sospesa fra il buio e la Luce della
conoscenza. Luce e conoscenza alla quale finalmente si approderà e
che è l'unica in grado di illuminare il cuore e la mente.
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Gustav Meyrink |
"Il Golem" di
Meyrink sembra dunque un percorso buddhista, nel quale il
protagonista e l'ignaro lettore si ritrovano a praticare un cammino
che li condurrà da uno stato di sonnambulismo, di sonno/veglia, sino
al risveglio della mente. In una vera e propria esperienza
spirituale, dunque, che attraversa varie tradizioni e diverse culture
mistiche e spirituali, unite ed accomunate tutte dalla ricerca del
Divino in ciascun essere vivente, come vuole la tradizione teosofica
e gnostica alla quale lo stesso Meyrink apparteneva.
"Il Golem",
opera singolare nel suo genere, ha peraltro ispirato l'omonimo film
del 1915 di Paul Wegener e Henrik Galeen e finanche, nei tempi
odierni, una delle storie del fumetto della Sergio Bonelli Edotore a
sfondo esoterico "Dampyr", nel quale appare, in una di
queste, - fra i personaggi - lo stesso Gustav Meyrink, autore che
merita di essere scoperto e riscoperto.
Luca Bagatin
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