sabato 20 ottobre 2018

"Riflessi incondizionati - Parte terza" di Luca Bagatin

In questi anni ho scritto molto meno di Massoneria, se non persino ho evitato di scriverne.
Ho perduto l'entusiasmo di un tempo, perché, pur credendo fermamente negli ideali cagliostriani e massonici di Fratellanza Uguaglianza e Libertà, li vedo e ho visti poco praticati dagli uomini, che spesso tanto li decantano. L'idea di una società egualitaria e senza classi dovrebbe essere l'idea massonica per eccellenza.
Il ricco borghese che si accosta o crede di accostarsi al Sacro, non è nemmeno in grado di capire ciò e con il Sacro ha ben poco a che vedere. Ma tant'è.
La via maestra, nel mondo materiale, rimane pertanto la solitudine e il Silenzio. Fuori da ogni Istituzione.

Per me è addirittura fisicamente impossibile non stare dalla parte di chi trasgredisce, scandalizza, non è conforme.
Pur mantenendomi da sempre un indipendente e un libero pensatore con le mie idee, ho ricercato la trasgressione ideale sin da ragazzino nel mondo beat, hippie, cyberpunk, con i radicali, con i teosofi, i buddisti, i devoti di Sai Baba e via via con le pornodive, con i socialisti rivoluzionari, i nazionalbolscevichi, i bolivariani e i populisti autentici, ovvero i socialisti autogestionari e anticapitalisti.
L'obiettivo è per me sempre stato lo stesso: rompere il muro della censura, aprire la mente delle persone, farle ragionare e permettere alle persone di autogestirsi e autogovernarsi, senza che nessuno possa disporre dei corpi e delle menti.
Senza che nessuno, in sostanza, rompa le balle in nome del danaro del potere o della propria ideologia del cavolo.

Sono, sin da bambino, una persona molto spirituale.
E ho sempre creduto in Dio.
Per questo all'età di dieci anni mi sono allontanato dalla chiesa cattolica. E non ho mai amato o creduto nelle religioni.

Non sono un gran fan delle elezioni e delle istituzioni totalizzanti.
Questo potrebbe fare di me un anarchico, anche se preferirei definirmi autogestionario.
Comuni, Province, Regioni, Enti, Stati...possono essere utili solo ed unicamente se aiutano concretamente la povera gente e sono dalla povera gente autogestiti.

Ho sempre avuto naturale simpatia per le persone schiette e dirette.
La sostanza prima della forma.
Non penso sia un caso se personaggi storici e leader come Garibaldi, Che Guevara, Chavez, Gheddafi, Evo Morales, Pepe Mujica e persino Bettino Craxi non amassero gli abiti formali o vestirsi da cravattoni.
Craxi in Parlamento si presentò persino in blue jeans.
Mancanza di rispetto ?
Tutt'altro: sostanza prima della forma.
Appartenenza alle classi popolari e rispetto per queste prima di ogni altra classe.
Schiettezza in luogo di astruse costruzioni dettate da una società di merda e piena di merda (leggi: ricchezza).
Personalmente non ho mai messo in vita mia la cravatta o un abito formale completo (al massimo giacca e pantaloni, ma mai cravatta). Se richiesto, ho peraltro sempre declinato ogni invito, facendo presente il mio pensiero.

Amore non è attaccamento. E' superamento dell'attaccamento. E' qualche cosa di difficile da comprendere nel mondo materiale. Per comprenderlo non c'è nulla di meglio che il rimanere soli. Soli con la propria coscienza. Soli con la propria anima. Soli con il proprio cuore.
In ascolto del cuore del prossimo. In ascolto del cuore del mondo.

"Riflessi incondizionati - Parte seconda" di Luca Bagatin (clikka qui per leggere)

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