mercoledì 7 agosto 2019

Embargo USA contro il Venezuela. Il Presidente socialista Maduro: "E' un crimine contro il popolo". Articolo di Luca Bagatin

Sembra che agli Stati Uniti d'America, ancora una volta, dopo i falliti golpe dell'ex deputato Guaidó, il fatto che il Venezuela abbia mantenuto la sua sovranità nazionale e il suo governo socialista autentico, democraticamente eletto, non vada proprio giù.
E così Trump ha firmato l'ordine esecutivo di embargo totale, ovvero tutte le proprietà del Venezuela negli USA vengono bloccate e ogni transizione economica viene del tutto vietata.
Il Presidente venezuelano Maduro parla di “crimine contro il popolo”, perpetrato dal governo di Trump. Una “grave aggressione che mira a far fallire il dialogo”, afferma una nota del Ministero degli Esteri del Venezuela. Una aggressione che “strangolerà la popolazione”, afferma ancora il governo socialista di Caracas.
Del resto, il dialogo fra governo e opposizione, era già stato avviato a fine maggio, con l'invio di rispettivi rappresentanti in Norvegia e tutto sembrava che stesse tornando alla normalità. Guaidó, del resto, falliti i vari tentativi di golpe - non avendo ricevuto né l'appoggio della gran parte della popolazione, né dell'esercito - e travolto dallo scandalo dei presunti “aiuti umanitari”, non poteva fare altro che scendere a patti con il governo. Il quale si è sempre dimostrato aperto al dialogo e disposto a indire nuove elezioni parlamentari.
Nonostante ciò, gli USA, massimi sostenitori di Guaidó assieme all'Unione Europea, non sono stati per nulla soddisfatti e, non potendo cacciare Maduro sul piano né democratico né golpista – essendo sostenuto dalla maggioranza del popolo venezuelano – ci provano ancora una volta, oggi, attraverso l'embargo. Come sta facendo da decenni con Cuba. Tentando quindi di affamare la popolazione.
Una vera ennesima violazione del diritto internazionale e dei diritti umani.
Il Venezuela, ad ogni modo, conta sull'appoggio di importanti Paesi quali Cina e Russia, i quali sostengono da sempre il dialogo internazionale e un nuovo ordine multipolare fondato sulla cooperazione internazionale.
Il Ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Jorge Arreanza, ha pertanto chiesto un pronunciamento dell'ONU relativamente a tale embargo.
Arreanza ha così dichiarato: “Mi rivolgo al Segretario Generale delle Nazioni Unite e all'Alto Commissario per i diritti umani […] si tratta della violazione del diritto all'alimentazione, alla salute, alla tranquillità di 30 milioni di venezuelani; le minacce di invasione militare, la tensione politica permanente. Non è forse questa la più grande violazione dei diritti umani del continente ?”.
Concretamente, tale embargo, impedisce al governo di accedere alle fonti di finanziamento internazionali; congela miliardi di dollari del Venezuela nelle banche internazionali e sanziona le operazioni in oro e in criptovaluta; proibisce il commercio di petrolio via mare e confisca i beni di proprietà del Venezuela nel territorio USA. Oltre a ciò, impedisce alla Banca Centrale del Venezuela di operare nel sistema finanziario internazionale.
Il Presidente socialista Nicolas Maduro, ad ogni modo, punta al dialogo con Washington e ha dichiarato, nel corso di una intervista con il giornalista statunitense Max Blumenthal: “C’è speranza per un dialogo, un nuovo tipo di rapporti tra gli Stati Uniti e la rivoluzione bolivariana, e il Venezuela. Ho detto al presidente Trump che se un giorno, oggi o in futuro, ci sarà un’opportunità per un dialogo rispettoso e comprensivo, sono pronto a tendere la mano. Che Dio lo voglia !”.

Luca Bagatin

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