Mentre alle elezioni regionali della Liguria stravincono gli astensionisti con il 54%, ovvero coloro i quali si oppongono ai due schieramenti di cosiddetto centrodestra e cosiddetto centrosinistra, entrambi uniti dall'omologazione, dall'incapacità e dall'irresponsabilità, sin dal 1994, nel civile Uruguay, vince al primo turno il Frente Amplio, ovvero la coalizione Socialista del XXI Secolo, che portò al governo José “Pepe” Mujica (la cui madre, peraltro, era originaria della Liguria), ovvero il miglior Presidente della Storia, che guidò l'Uruguay dal 2010 al 2015.
Al primo turno di domenica scorsa, infatti, il socialista Yamandù Orsi (già Sindaco di Canelones e aderente al Movimento di Partecipazione Popolare, di ispirazione socialista democratica e rivoluzionaria), con il 43,9% ha ampiamente superato il liberal-capitalista conservatore Alvaro Delgado, candidato dell'attuale partito di governo, il Partido Nacional, che si è fermato al 26,77%.
Al terzo posto Andres Ojeda, del liberal-moderato Partido Colorado, con il 16,85% e a seguire Gustavo Salle, del partito conservatore Identità Sovrana (2,83%); Guido Manini Rios, del partito nazional-conservatore di estrema destra Cabildo Abierto (2,58%) e Pablo Mires, del democristiano Partito Indipendente (1,8%).
Il ballottaggio si terrà il 24 novembre prossimo e il candidato socialista promette un programma fondato su: 1) promozione dell'apertura economica, dell'innovazione, dello sviluppo tecnologico e di efficienza nella gestione pubblica; 2) sicurezza, attuando politiche per rafforzare la convivenza pacifica e contrastare la criminalità organizzata; 3) riforma del sistema di protezione sociale, in modo che nessun cittadino rimanga senza protezione pubblica.
Il socialismo autentico, quello che l'Europa non conosce più dal 1993 ad oggi, dunque, sembra tornare anche in Uruguay, dopo le lezioni di Brasile, Venezuela, Colombia e la riconferma di leader socialisti in Nicaragua e Messico, oltre che in Bolivia e Cile.
Luca Bagatin
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