sabato 8 settembre 2018

"Il Golem" di Gustav Meyrink. Articolo di Luca Bagatin

Il Golem è una creatura della mitologia ebraica che scaturisce da un atto magico, mediante l'utilizzo di nomi sacri. Il termine "golem" significa "materia grezza" o "embrionale" e appare una sola volta nella Bibbia, come qualche cosa di imperfetto. Si deve alla tradizione cabalistica medievale il significato di Golem quale creatura magica, in particolare grazie al testo esoterico ebraico chiamato "Sefer Yetzirah", il quale tratta della creazione del cosmo e, secondo alcuni autorevoli commentatori, fornirebbe istruzioni sul come plasmare la materia e creare dunque tale particolare tipo di automa in grado di seguire gli ordini del proprio creatore. Il Golem potrebbe essere paragonato, nella modernità, ad una sorta di robot o computer, se vogliamo.
Su tale figura, nella letteratura, sono state costruite e scritte miriadi di storie: da "Isabella d'Egitto" di Achim Von Arnim a "Frankenstein" di Mary Shelley, sino all'italiano "Pinocchio" di Carlo Collodi e molte altre, tutte con un risvolto spirituale ed esoterico.
La più emblematica è certamente quella di Gustav Meyrink (1868 - 1932), "Il Golem", appunto, che la casa editrice Tre Editori (www.treditori.com) ha recentemente pubblicato in una pregevole edizione commentata da Anna M. Baiocco, con tanto di illustrazioni d'epoca di Hugo Steiner-Prag.
Meyrink, pseudonimo di Gustav Meyer, austriaco, di professione banchiere ma assai poco incline alla materia e più alle scienze occulte in seguito a disagi esitenziali, fu Teosofo, Rosacroce e si convertì al Buddhismo Mahayana negli ultimi anni della sua vita.
Fu autore del fantastico, tale da affascinare il maestro dell'orrore H.P. Lovecraft e l'italiano Julius Evola, il quale contribuì alla diffusione delle sue opere, ma il suo scopo era essenzialmente esoterico, piuttosto che letterario. Il suo stile è assai semplice, ma le sue opere sono oniriche e sottendono significati nascosti, che solo il lettore più attento e la sua coscienza più intima possono comprendere, approdando ad una dimensione trascendentale.
"Il Golem" di Meyrink, pubblicato per la prima volta in volume nel 1915 (ma già negli anni precedenti a puntate sulla rivista "Die weissen Blatter") e ambientato in una Praga magica, oscura e misteriosa, si ispira al libro del rabbino Yeudah Rosenberg del 1909. Il protagonista è l'intagliatore di pietre preziose Athanasius Pernath, che vive nel ghetto ebraico e la vicenda si svolge, per la maggior parte, in prima persona e, come dicevamo, in una dimensione onirica, sospesa fra la realtà ed il sogno. Il romanzo è un percorso iniziatico e alchemico che il lettore compie fra la terra ed il cielo, in una ricerca perenne sospesa fra il buio e la Luce della conoscenza. Luce e conoscenza alla quale finalmente si approderà e che è l'unica in grado di illuminare il cuore e la mente.
Gustav Meyrink
"Il Golem" di Meyrink sembra dunque un percorso buddhista, nel quale il protagonista e l'ignaro lettore si ritrovano a praticare un cammino che li condurrà da uno stato di sonnambulismo, di sonno/veglia, sino al risveglio della mente. In una vera e propria esperienza spirituale, dunque, che attraversa varie tradizioni e diverse culture mistiche e spirituali, unite ed accomunate tutte dalla ricerca del Divino in ciascun essere vivente, come vuole la tradizione teosofica e gnostica alla quale lo stesso Meyrink apparteneva.
"Il Golem", opera singolare nel suo genere, ha peraltro ispirato l'omonimo film del 1915 di Paul Wegener e Henrik Galeen e finanche, nei tempi odierni, una delle storie del fumetto della Sergio Bonelli Edotore a sfondo esoterico "Dampyr", nel quale appare, in una di queste, - fra i personaggi - lo stesso Gustav Meyrink, autore che merita di essere scoperto e riscoperto.

Luca Bagatin

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