martedì 3 settembre 2024

La necessità del ritorno del socialismo in Europa. Articolo di Luca Bagatin

E' piuttosto interessante il risultato ottenuto dal partito della populista/socialista di sinistra di Sahra Wagenknecht alle recenti elezioni in Turingia (15,6%) e in Sassonia (11%), così come il suo partito, Bündnis Sahra Wagenknecht, ottenne già un buon risultato alle recenti elezioni europee, con il 6,2% dei consensi.

Sahra Wagenknecht è una socialista vecchio stile, come quelli che in Europa non esistono più da circa trent'anni, salvo i rarissimi casi di Jean-Luc Mélenchon, dei britannici Jeremy Corbyn e George Galloway, dell'irlandese Mick Wallace e dei socialisti slovacchi di Robert Fico e quelli di Peter Pellegrini.

Una socialista e populista di sinistra, nel senso originario e positivo del termine (populisti/socialisti furono anche gli amici dei nostri Mazzini e Garibaldi e populista/socialista è tutto il filone della Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864), che mette al centro la lotta allo sfruttamento, al divario fra ricchi e poveri, attraverso politiche sociali forti e che lotta per la pace nel mondo, ovvero per un ritorno alla ragionevolezza.

Dall'altra parte è intransigente nei confronti di un'immigrazione che è più utile alle classi imprenditoriali e al sistema della crescita economica, che può seguitare – così - a sfruttare manodopera a basso costo, anziché lavorare per l'emancipazione del Terzo e del Quarto Mondo, con il quale dialogare e commerciare, pacificamente.

Questa non si chiama politica di sinistra unita a idee di destra, ma recupero del socialismo da Pierre Leroux a Proudhon, da Garibaldi al repubblicanesimo mazziniano, passando per il socialismo democratico più moderno, che, pur rigettando il materialismo marxista, non ha dimenticato il valore liberatorio delle tesi di Marx ed Engels e lo ha rinnovato, in varie forme, anche grazie ai pensatori e leader socialisti che sono venuti dopo, nelle varie parti del mondo.

Del resto, i nostri Pietro Nenni e Giuseppe Saragat, i nostri Pietro Longo e Bettino Craxi, non furono altro che dei modernizzatori del socialismo, che hanno portato avanti battaglie quali il salario minimo (i primi a proporlo furono i socialisti democratici, infatti); la difesa dei ceti meno abbienti; delle pensioni; una democrazia sempre più partecipativa; un'economia che tutelasse la proprietà, ma senza favorire le classi più agiate e il padronato.

Oltre a promuovere una società ordinata, in cui tutti rispettassero le leggi e si evitassero le degenerazioni bombarole di piazza, oltre che gli opposti estremismi, sia nel Paese che a livello internazionale.

Oggi, in un'epoca in cui si parla di “crescita economica” (che non è limitata e che genera sfruttamento di ogni risorsa, sia umana che energetica e ambientale) e ove si produce più di ciò che si può effettivamente consumare, vediamo dilagare nelle strade violenza, criminalità, noia, abulia e il fenomeno pericolosissimo delle baby gang, oltre che nuovi fenomeni terroristici.

Vediamo una scuola pubblica che non forma più, ma, al massimo, avvia al lavoro, sempre più precario.

Vediamo una sanità allo sbando con personale sanitario che, addirittura, subisce criminali aggressioni.

Vediamo e abbiamo visto, negli anni, la sistematica privatizzazione dei settori chiave e strategici dell’economia italiana (che furono costruiti e difesi da socialisti e repubblicani nella Prima Repubblica)

Vediamo poi, il dilagare dei fondamentalismi.

Del fondamentalismo guerrafondaio e atlantista (senza la lungimiranza, moderazione e visione dei pur già atlantisti, ma non guerrafondai della Prima Repubblica); il dilagare del fondamentalismo pseudo “ecologista”; il dilagare del fondamentalismo del politicamente corretto; il dilagare del fondamentalismo di un’ “onestà” più sbandierata a parole che nei fatti; il dilagare di un nuovo e pericoloso fondamentalismo antisemita e filo nazista.

Difronte a tutto ciò occorre porre un argine, che sia autenticamente socialista e democratico allo stesso tempo. Che è cosa assente, come dicevo, da troppo tempo, in Europa e ciò rischia di portarci molto indietro.

Perché le pseudo sinistre post-comuniste, pseudo-socialiste e pseudo-ecologiste (diventate sostenitrici delle classi più abbienti) e le pericolose destre (più o meno estreme) hanno fatto, dal 1993 ad oggi, anche troppo danno a questo continente, che ha perso i suoi eroi socialisti o li ha lasciati andare alla deriva o dimenticati. Pensiamo ad alcuni nomi fra tutti: Garibaldi, Mazzini, Craxi, Mitterrand.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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