Il 30 aprile scorso, si è celebrato, a Ho Chi Minh City, ovvero l'ex Saigon, il 50esimo anniversario della vittoria del popolo vietnamita, contro l'aggressione statunitense.
Tale vittoria portò alla liberazione del Vietnam del Sud e alla riunificazione del Paese.
Numerose le delegazioni di partiti di ispirazione socialista e comunista provenienti da ogni parte del mondo, dal Laos a Cuba, alla Cina, passando per il Mozambico, l'Angola e vari altri Paesi africani, sino a rappresentanti provenienti dal Venezuela, dalla Francia, dal Giappone e da numerosi altri Paesi.
Il Segretario Generale del Comitato Centrale del Partito Comunista del Vietnam (PCV), To Lam, ha ricordato tale importante celebrazione come “la pietra miliare più brillante nella Storia della costruzione e della difesa del Paese; che segna la gloriosa conclusione di trent'anni di tenace lotta per l'indipendenza, la libertà e la riunificazione della Patria; che pone fine al dominio ultracentenario del vecchio e del nuovo colonialismo; e che conduce il Paese verso una nuova era: l'era dell'indipendenza nazionale e del socialismo”.
Parole di immensa gratitudine sono state spese nei confronti del Primo Ministro (1945 – 1955) e successivamente Presidente della Repubblica democratica del Vietnam (1955 - 1969) Ho Chi Minh, patriota e eroe della liberazione nazionale del Vietnam.
Il quale, peraltro, in gioventù emigrò negli USA, in Gran Bretagna e in Francia, ove svolse umili lavori, ma – in particolare in Francia - ebbe modo di formarsi una coscienza sociale, anticolonialista e socialista e si iscrisse, nel 1919, in Francia, alla Sezione Francese dell'Internazionale Operaia (SFIO) e, nel 1921, al Partito Comunista Francese.
Il Segretario del PCV, To Lam, nel suo discorso, ha ricordato, inoltre, di come Ho Chi Minh si fosse prefissato lo scopo di riunificare il Paese, nel socialismo, liberandolo dal colonialismo francese e dall'aggressore statunitense. E ha ripercorso tutta la lunga lotta di liberazione del Vietnam, sino alla Grande Vittoria di Primavera del 1975. che, ha affermato To Lam, “ha fortemente incoraggiato il movimento di liberazione nazionale dei popoli del mondo per la pace, l'indipendenza nazionale, la democrazia e il progresso sociale, aprendo la strada al crollo del neocolonialismo in tutto il mondo e segnando una svolta cruciale in storia umana nel XX secolo”.
Il Segretario To Lam, ha sottolineato come il Vietnam “da nazione povera e arretrata, devastata dalla guerra e sottoposta a embargo e blocco” si sia “trasformato in un Paese in via di sviluppo con un reddito medio-alto, profondamente integrato nella politica mondiale, nell'economia globale e nella civiltà umana, assumendo numerose responsabilità internazionali e svolgendo un ruolo attivo e positivo in diverse organizzazioni internazionali e importanti forum multilaterali. Il tenore di vita della popolazione è notevolmente migliorato, con il tasso di povertà in forte calo, attestandosi a solo l'1,93%, rispetto a oltre il 60% nel 1986”.
A 50 anni dalla sua liberazione e riunificazione, dunque, il Vietnam – che ha una politica estera volta all'apertura, al dialogo con tutti i Paesi e al multipolarismo - ha qualche cosa da ricordarci e insegnarci, sulla via del progresso e della cooperazione, oltre che nell'ambito della costruzione di una piena sovranità nazionale, fondata su valori socialisti.
Luca Bagatin
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