giovedì 8 maggio 2025

Al via le celebrazioni, a Mosca, per gli 80 anni della vittoria sovietica contro il nazifascismo. Articolo di Luca Bagatin

 

Sono passati 80 anni da quel 9 maggio 1945 che segnò la vittoria dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche contro il nazifascismo hitleriano.

80 anni da quella che i popoli sovietici ricordano come Giornata della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, nella quale morirono circa 27 milioni di persone sovietiche, fra civili e soldati.

Data storica, celebrata in URSS (e successivamente nei Paesi post-sovietici) quale festa nazionale dal 1965 e che va ricordata, assieme al 27 gennaio 1945, giornata nella quale i soldati sovietici liberarono il campo di sterminio nazifascista di Auschwitz.

Date che non possono essere né dimenticate, né oscurate da questioni geopolitiche e che tutti i popoli post-sovietici e europei dovrebbero celebrare, senza polemica alcuna e, anzi, cogliendo l'occasione di tale ricorrenza per edificare ponti, anziché per innalzare nuovi muri.

In particolare in un'epoca nella quale nazifascismi e antisemitismi sembrano rialzare, drammaticamente, la testa.

A Mosca, per le celebrazioni ufficiali, sono giunti numerosi leader mondiali, non solo provenienti da Paesi post-sovietici, fra i quali – tra gli altri - il Presidente cinese Xi Jinping; quello slovacco Robert Fico; quello serbo Aleksandar Vučić; il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva; quello vietnamita To Lam; il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez e quello venezuelano Nicolas Maduro.

Il Presidente Xi Jinping, nei giorni scorsi, aveva ricordato che quest'anno ricorre anche l'80esimo anniversario non solo della vittoria dell'URSS contro il nazifascismo, ma anche la Guerra di Resistenza cinese contro il Giappone, alleato alla Germania nazista e all'Italia fascista.

Egli ha altresì sottolineato come tale lezione storica di lotta antifascista, debba insegnare a Russia e Cina ad opporsi a ogni forma di egemonia e prepotenza politica, creando un futuro migliore per l'umanità.

Il Presidente Xi ha ribadito che, mai come oggi, occorra difendere “equità e giustizia a livello internazionale”, rilanciando il suo progetto di “costruzione di una comunità globale dal futuro condiviso”, volta a superare gli attuali deficit di pace, sviluppo, sicurezza e governance internazionale.

Anche il Presidente socialista brasiliano Lula ha affermato, sui social, come il suo arrivo in Russia “riafferma il nostro impegno per il multilateralismo. Firmeremo accordi di cooperazione in scienza e tecnologia e cercheremo di ampliare i nostri partenariati commerciali”.

Anche il Presidente socialista Robert Fico, che già aveva recentemente polemizzato con l'esponente della destra estone, Kaja Kallas, rappresentante per gli affari esteri dell'UE, la quale aveva messo in guardia i leader dell'UE dal partecipare al Giorno della Vittoria, è volato a Mosca.

Prima di partire, alla presenza dei rappresentanti istituzionali della Repubblica slovacca, il Presidente Fico ha deposto – presso l'aeroporto di Piešťany - corone di fiori al monumento dedicato ai soldati rumeni caduti contro il nazifascismo. Ricordando come, durante la liberazione della Slovacchia, morirono 60.000 soldati dell'Armata Rossa e 10.000 soldati rumeni.

Il Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, giunto anch'egli a Mosca il 7 maggio scorso, ha colto l'occasione per incontrare il Presidente del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa – maggior partito d'opposizione – Gennady Zjuganov.

Attribuiamo grande importanza a questa celebrazione, alla portata che sta assumendo, al significato che porta con sé”, ha affermato Díaz-Canel, il quale ha sottolineato come, ai tempi d'oggi, si cerchi di minimizzare in contributo dell'URSS nella lotta contro il nazifascismo, mentre proprio in quest'epoca, in cui l'ideologia nazifascista appare in ascesa, occorre riaffermarlo.

Una vittoria, quella sovietica, che è stata anche una vittoria per tutta l'umanità e per la liberazione dei popoli oppressi, ha sottolineato il Presidente cubano.

Zjuganov si è detto concorde, ricordando come il militarismo e il capitalismo, insiti nel nazifascismo, causarono l'Olocausto e milioni di vittime, anche tra il popolo sovietico.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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