Le elezioni regionali e legislative in Venezuela, tenutesi domenica 25 maggio, per l'elezione dei 285 deputati all'Assemblea Nazionale (Parlamento); dei 260 dei Consigli Legislativi Statali (parlamenti regionali) e 24 governatori, hanno visto una vittoria schiacciante della coalizione socialista del Gran Polo Patriottico Simon Bolivar, sostenuta dal Presidente Nicolas Maduro, che ha riportato l'82,68% dei consensi.
Al secondo posto il centrodestra di Alleanza Democratica, che ha ottenuto il 6,26%; seguito da Alianza UNTC Única, con il 5,18% e da Fuerza Vecinal (o Neighborhood Force Alliance), con il 2,57%. Il resto dei voti è andato a liste minori.
L'affluenza è stata del 42,63%.
I socialisti del Gran Polo Patriottico Simon Bolivar, hanno eletto anche 23 dei 24 governatori del Paese, ottenendo schiaccianti maggioranze.
Alle elezioni hanno partecipato 54 partiti politici e oltre 6.800 candidati.
Il Presidente Maduro ha dichiarato, in merito: “Il popolo è il protagonista. Dopo gli embarghi, il fascismo e la violenza, oggi la Rivoluzione bolivariana ha dimostrato di essere più viva che mai”, sottolineando come le elezioni si siano svolte in un clima pacifico e senza incidenti.
Il Presidente Maduro, alla chiusura della campagna elettorale aveva dichiarato, altresì, che il modello socialista venezuelano vuole puntare alla democrazia diretta e partecipativa, sottolineando che: “Stiamo testando un nuovo modello di democrazia diretta, superando la democrazia borghese e rappresentativa, il vecchio concetto di democrazia liberale, che non è liberale, che è falso ed elitario; perché nei Paesi capitalisti è la democrazia dei miliardari”. Aggiungendo che nei Paesi liberal capitalisti, “se non sei miliardario, non puoi essere un candidato, non puoi essere niente, non puoi essere nessuno. Questi Paesi sono manipolati da un potere economico sempre più perverso”.
Riferendosi alla democrazia partecipativa, egli ha affermato che “È un metodo necessario e infallibile per una nuova forma di governo: il governo del popolo. Rompere gli schemi. Andare direttamente ai programmi concreti che i cittadini hanno nelle loro comunità”.
In tal senso egli vorrebbe proporre, con l'anno nuovo, una riforma costituzionale volta a riformare il sistema elettorale, comprendendo anche un sistema elettorale comunale, più inclusivo e vicino al cittadino.
Luca Bagatin
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