Domenica 6 luglio scorsa si è aperto, a Rio de Janeiro, il vertice dei BRICS, alla presenza dei capi di Stato e di governo e dei Ministri degli Esteri dei Paesi membri (Brasile, Cina, Sudafrica, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Indonesia, India, Iran e Russia) e di quelli associati (Bielorussia, Bolivia, Kazakistan, Cuba, Malesia, Nigeria, Thailandia, Uganda, Uzbekistan e Vietnam).
Il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che ha ospitato il vertice, ha criticato la decisione della NATO di aumentare le spese militari, in particolare in un momento storico nel quale il mondo ha assoluta necessità di investire risorse nella lotta alla povertà e alla disuguaglianza.
Egli ha, inoltre, criticato il regime di Netanyahu, affermando che “Non possiamo rimanere indifferenti al genocidio compiuto da Israele a Gaza, all'uccisione indiscriminata di civili innocenti e all'uso della fame come arma di guerra”.
Relativamente alla crisi ucraina, ha invitato a sostenere il dialogo fra Russia e Ucraina, fortemente incoraggiato dal Gruppo degli Amici per la Pace, costituito da Cina e Brasile, con il sostegno dei Paesi del Sud del mondo.
Egli, inoltre, ha criticato il ruolo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale, in quanto le loro politiche hanno ridotto l'afflusso degli aiuti internazionali, mentre il debito dei Paesi poveri, nei confronti di tali istituzioni, è aumentato.
In tal senso ha chiesto di aumentare il potere contrattuale dei BRICS nell'ambito del FMI, passando dall'attuale 18%, almeno al 25%, corrispondente al peso economico che i Paesi BRICS effettivamente detengono.
Il Presidente socialista Lula ha altresì puntato il dito contro il liberal capitalismo, responsabile dell'aumento delle diseguaglianze nel mondo e ha spiegato che è necessario che i più ricchi paghino più tasse e che la lotta all'evasione fiscale sia posta al primo posto.
Egli ha inoltre affermato che i BRICS si stanno impegnando per adottare una governance per l'Intelligenza Artificiale, in modo che essa agisca nell'ambito di un modello equo ed inclusivo e non divenga privilegio di pochi Paesi ricchi o venga manipolata ad uso e consumo di qualche miliardario, per i suoi scopi personali.
Un Lula a tutto campo, che ha riaffermato valori socialisti autentici, di buonsenso, di cooperazione, pace e sicurezza internazionale, ripresi poi da tutto il gruppo dei BRICS.
Il gruppo dei BRICS, nel suo complesso, ha inoltre sollevato serie preoccupazioni relativamente all'aumento dei dazi da parte degli USA, che negano le regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e “minacciano di ridurre il commercio globale, interrompere le catene di approvvigionamento globali e introdurre incertezza”.
I BRICS stanno dunque rappresentando sempre più una seria alternativa all'egemonia liberal capitalista che rappresenta un Occidente a guida USA (con l'UE al traino) in decadenza, senza prospettive di ampio respiro e sempre pronto a far parlare le armi, anziché la ragionevolezza, la logica, l'equità, la giustizia e l'inclusivismo.
Luca Bagatin
Nessun commento:
Posta un commento