sabato 18 dicembre 2021

L'Avana. Summit dell'ALBA-TCP per rafforzare l'alleanza caraibico-latinoamericana opposta all'imperialismo. Articolo di Luca Bagatin

Il 14 dicembre scorso si è tenuto, a L'Avana, Capitale di Cuba, il XX Simmut dell'ALBA-TCP (Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America – Trattato Commerciale dei Popoli).

Presenti, fra gli altri, il Presidente di Cuba Miguel Diaz-Canel; quello del Venezuela, Nicolas Maduro; della Bolivia, Luis Arce e del Nicaragua, Daniel Ortega.

Tale Alleanza politico-commerciale, di ispirazione bolivariana e socialista, fondata nel 2004 da Venezuela e Cuba, per volontà dell'allora Presidende venezuelano Hugo Chavez, comprende, oltre a Venezuela e Cuba, anche Bolivia, Nicaragua, Grenada, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine e Dominica.

Nel Summit del 14 dicembre scorso, i Paesi membri hanno ribadito la volontà di rafforzare tale accordo politico-commerciale, a diciassette anni dalla sua fondazione, allo scopo di rafforzare l'integrazione latinoamericana e caraibica e i suoi meccanismi di difesa della pace e della cooperazione.

Rinnoviamo il nostro impegno a rafforzare questo meccanismo di accordo politico, basato sui principi di solidarietà, giustizia sociale, cooperazione e complementarietà economica, come risultato della volontà politica dei suoi fondatori, i comandanti Fidel Castro Ruz (di Cuba) e Hugo Rafael Chávez Frías (del Venezuela)”, ha indicato la dichiarazione finale del suddetto incontro.

Allo stesso tempo, i Paesi membri dell'ALBA-TCP, hanno ribadito la necessità di contrastare “le rivendicazioni del dominio e dell'egemonia imperialista e le crescenti minacce alla pace e alla stabilità regionali”, ribadendo la necessità di sostenere un ordine internazionale “trasparente, democratico, giusto ed equo, basato sul multilateralismo, il rispetto e i principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale”.

Il documento finale del Summit ha condannato il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli USA contro Cuba e ha respinto le “misure coercitive unilaterali contro il popolo e il governo del Venezuela”. Denunciando, altresì, “l'uso di strategie di guerra non convenzionali contro i governi e i leader progressisti della regione”, oltre che rifiutando ogni forma di criminalizzazione della migrazione irregolare, di razzismo, di discriminazione razziale, di xenofobia e di incitamento all'odio nei confronti dei migranti.

In tema di migrazioni, il documento finale del Summit, ha espresso l'impegno a voler proteggere i diritti umani delle persone che migrano, secondo “i principi di una migrazione responsabile, sicura, ordinata e regolare, lavorando per sradicare le cause della migrazione irregolare”.

Il Summit ha, inoltre, posto l'accento sul cambiamento climatico, definito “una delle principai minacce per l'umanità” e, pertanto, il documento finale, chiede “un'azione concertata per la piena attuazione degli impegni delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e dell'Accordo di Parigi sulla base dell'equità e del principio delle responsabilità comuni, ma differenziate”, riaffermando, peraltro, l'impegno da parte dei Paesi che compongono l'ALBA-TCP, di promuovere i “diritti inviolabili di Madre Terra e della sua interrelazione con l'essere umano in armonia con la natura”.

Il documento, infine, ha voluto mettere in evidenza gli ottimi risultati ottenuti da Cuba nello sviluppo di tre vaccini contro il Covid 19 e riconosciuto il lavoro “umanistico e altruistico svolto dal contingente medico Henry Reeve e il suo contributo contro il Covid 19 in varie nazioni” (fra le quali, non dimentichiamo, l'Italia).

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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