Cooperazione, sviluppo, diritti e garanzie sociali, rispetto per l'autonomia delle realtà che la richiedono.
Queste dovrebbero essere le parole chiave dell'attuale momento storico, preda di una follia collettiva che pervade un Occidente sempre meno responsabile.
Che soffia sui venti di guerra, introduce dazi, promuove deregolamentazione (pensiamo all'Argentina di Milei, che sta distruggendo tutte le conquiste sociali dei governi peronisti) e destabilizzazione.
In tutto questo ci sono comunque realtà e uomini di buona volontà.
Ci sono incontri seri e proficui, come quello fra il Premier spagnolo Pedro Sanchez e il Presidente della Repubblica Popolare cinese Xi Jinping.
Il primo ha sottolineato che la Cina è un partner importante dell'UE e che la Spagna ha sempre sostenuto lo sviluppo delle relazioni fra UE e Cina. E ha sottolineato che, nelle guerre commerciali, non c'è alcun vincitore.
Concorde il premier cinese, il quale ha sottolineato come occorre che UE e Cina resistano congiuntamente al “bullismo unilaterale”.
E ciò, non solo per salvaguardare i legittimi interessi di Cina e UE, ma anche per mantenere equità e giustizia nell'ambito della comunità internazionale.
E anche la Groenlandia, che è nelle mire di Trump, sembra guardare con fiducia alla Cina e alla cooperazione con essa, in ambito commerciale, per quanto riguarda la pesca e lo sviluppo sostenibile.
La Ministra degli Esteri del nuovo governo autonomo groenlandese, Vivian Motzfeldt, ha dichiarato il suo interesse a rafforzare i rapporti con la Cina, in particolare per quanto riguarda gli accordi di libero scambio.
Il nuovo governo autonomo della Groenlandia, guidato dal social-liberale Jens-Frederik Nielsen, del resto come quello precedente, guidato dal socialista democratico Múte Bourup Egede, vuole l'indipendenza, sia dalla Danimarca che da eventuali mire statunitensi.
In merito, durante la campagna elettorale, aveva infatti dichiarato: “Non vogliamo essere Americani. No, non vogliamo essere danesi. Vogliamo essere groenlandesi e vogliamo la nostra indipendenza in futuro. E vogliamo costruire il nostro Paese da soli”.
Difficile non comprenderlo, ovvero difficile non comprendere le ragioni del popolo della Groenlandia.
Luca Bagatin
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