domenica 27 aprile 2025

A 70 anni dalla Conferenza di Bandung il Sud del mondo è più vivo che mai e lotta ancora per un mondo più equo e giusto. Articolo di Luca Bagatin


In questi giorni ricorre il 70esimo anniversario della Conferenza di Bandung, storico avvenimento che riunì, per la prima volta, il cosiddetto Sud del mondo e che si tenne dal 18 al 25 aprile 1955, a Bandung, appunto, in Indonesia.

Conferenza che vide protagonisti e promotori, in particolare, il Premier cinese Zhou Enlai, quello indiano Nehru, Presidente indonesiano Sukarno, quello jugoslavo Tito e il Premier egiziano Nasser e che fu incoraggiata moltissimo dal sociologo, saggista, massone e attivista panafricano William Edward Burghardt Du Bois (1869 – 1963), molto amico di Mao Tse-Tung, oltre che membro del Partito Laburista Americano (ottenne il 4% dei consensi candidandosi alla carica di Senatore, nello Stato di New York) e successivamente, da anziano, aderente al Partito Comunista degli Stati Uniti d'America, pur sempre critico nei confronti dell'URSS, ma fervente sostenitore del ruolo terzomondista della Cina socialista.

A Du Bois fu, purtroppo, antidemocraticamente impedito, dal maccartista e anti-socialista governo USA, di partecipare alla Conferenza di Bandung, che permise il dialogo fra i Paesi Non Allineati (in gran parte a guida socialista come la Cina, la Jugoslavia, l'Egitto e l'India), gettando le basi per l’unione di quel Sud del mondo sfruttato dalla colonizzazione e dagli imperialismi dei blocchi contrapposti USA-URSS

Qualche anno dopo, peraltro, nel 1959, Du Bois tenne una conferenza presso l’Università di Pechino, in cui sostenne il miglioramento dei legami fra le comunità afroamericane statunitensi e la Cina. E sostenendo che l’Africa e la Cina avrebbero dovuto camminare assieme, unite entrambe dalla lotta al colonialismo e allo sfruttamento.

Nel novembre 2023, un importante manager e analista geopolitico quale il prof. Giancarlo Elia Valori, in un articolo pubblicato anche dal Nuovo Giornale Nazionale, dal titolo “La Cina e il mondo contemporaneo” (https://www.nuovogiornalenazionale.com/index.php/estero/politica-internazionale/14579-la-cina-e-il-mondo-contemporaneo.html), scriveva, a proposito della Conferenza di Bandung e dell'approccio socialista cinese, rispetto a quello occidentale liberale: “Oggi, lo ripetiamo, la differenza più significativa è tra la prospettiva internazionale cinese e quella liberale occidentale. Il socialismo in sé ha contenuti ideologici, storici, e tradizionali di integrazione ed è dedicato alla ricerca della cooperazione e della liberazione di tutti i popoli secondo i cinque principi della Conferenza di Bandung (18-24 aprile 1955), sui quali la Repubblica Popolare della Cina ha sempre basato la sua politica estera con coerenza:

i) rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale;

ii) non-aggressione reciproca;

iii) non interferenza reciproca negli affari interni di ciascuno;

iv) uguaglianza e reciproco beneficio;

v) coesistenza pacifica.

La prospettiva liberale, invece, persegue la globalizzazione in superficie, ma in realtà essa è guidata dai Paesi liberal-capitalisti occidentali al servizio dei loro interessi e delle proprie multinazionali. Al momento, i Paesi occidentali sviluppati a coda degli Stati Uniti d’America stanno apparendo come una forza antiglobalizzazione, il motivo è che scoprono che la globalizzazione si discosta sempre più dai desideri di colui che li domina”.

Nel ricordo di tale importante Conferenza, nei giorni scorsi, il Presidente cinese Xi Jinping ha visitato Vietnam, Malesia e Cambogia. Rafforzando i legami sia di amicizia che di mutua collaborazione economica, con queste importanti realtà del Sud-Est asiatico, nel solco dell'equità, della giustizia, del multilateralismo e della lotta all'unipolarismo statunitense, ideologico e volto a danneggiare l'economia mondiale e a rendere il mondo meno stabile e sicuro.

Vietnam, Malesia e Cambogia attribuiscono, peraltro, grande importanza al ruolo dei BRICS. La Malesia ne è già Paese partner, mentre il Vietnam ha richiesto formale adesione.

Il Sud del mondo è più vivo che mai e lotta per un mondo più unito, stabile, pacifico e votato alla cooperazione.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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