Giorgia Meloni continua a
salire nei sondaggi. La sua fermezza, la sua autorevolezza e la sua
capacità di incarnare un'Italia finalmente stabile sono elogiate. Ma
se il Primo Ministro italiano rimane popolare, è anche perché non
dà davvero fastidio a chi a Bruxelles e Washington detiene le
redini.
Perché dietro l'atteggiamento marziale e la retorica
sulla sovranità, Meloni si inserisce in una continuità atlantista e
filoeuropea che rassicura le potenze tutelari. Sostegno incrollabile
alla NATO, allineamento docile e lealtà al pareggio di bilancio
dell'UE: questo è il vero segreto della sua longevità. Finché
rimane in linea su queste questioni strategiche, ha carta bianca per
esperimenti interni, che riguardino l'immigrazione, la tassazione o
la retorica identitaria.
L'ombra della povertà
Ma mentre
Meloni sfila sui palcoscenici internazionali, la vera Italia sta
affondando. La povertà assoluta colpisce quasi un italiano su dieci,
un fenomeno mai visto in un decennio. Un quarto della popolazione
vive sotto la minaccia dell'esclusione sociale. La sostituzione del
Reddito di cittadinanza con un Assegno di inclusione più restrittivo
ha lasciato migliaia di famiglie in situazioni precarie, soprattutto
al Sud. E i salari, schiacciati dall'inflazione nel 2022-2023,
faticano a recuperare.
Un'economia in stallo
Crescita
anemica, debito colossale, disoccupazione giovanile endemica: la
penisola sopravvive, ma non progredisce. Le riforme strutturali
promesse vengono diluite in continui compromessi, mentre il governo
preferisce ostentare simboli identitari piuttosto che affrontare le
cause profonde dei problemi dell'Italia: produttività in calo,
servizi pubblici degradati e divario Nord-Sud.
L'illusione
della sovranità
Il paradosso sta qui: Meloni parla di un'Italia
orgogliosa e indipendente, ma il suo potere deriva proprio dalla sua
conformità internazionale. Si impegna con la NATO, si sottomette
alle regole di Bruxelles, applica le direttive macroeconomiche e in
cambio può bloccare il dibattito interno, lusingare gli istinti di
sicurezza e stringere la morsa sui più deboli.
In breve,
Giorgia Meloni governa un'Italia che si crede sovrana ma non lo è.
Il margine di manovra che le viene concesso in ambito interno
nasconde a malapena la durezza delle condizioni sociali e l'assenza
di un autentico piano di emancipazione economica.
Finché gli
italiani riterranno una facciata di stabilità preferibile alla
verità dei numeri, Meloni manterrà il controllo. Ma il giorno in
cui la realtà dell'impoverimento raggiungerà la retorica,
l'illusione rischia di svanire bruscamente.
David Saforcada
53 anni, bonapartista e Presidente del movimento politico francese “L'Appel au Peuple”, unico movimento bonapartista in Francia, guidato anche dal Principe Joachim Murat, discendente del Re di Napoli. Partito che difende i valori patriottici e sociali fedeli allo spirito promosso da Napoleone III.
Ha prestato servizio per circa dieci anni nell'esercito francese nel comparto di fanteria di marina, partecipando a diverse operazioni all'estero. Lavora attualmente nel settore privato.
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