giovedì 27 novembre 2025

Positivi colloqui fra Xi Jinping e Donald Trump. Proteste della Cina contro la Premier giapponese sulla questione Taiwan. Articolo di Luca Bagatin

 

Il 24 novembre scorso, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente degli USA Donald Trump, sottolineando il successo del recente Accordo di Busan, in Corea del Sud, fra Cina e Stati Uniti d'America.

Egli ha sottolineato il riavvicinamento delle relazioni sino-statunitensi, inviando, così, un messaggio positivo al mondo.

Un accordo, ad avviso di Xi, volto ad avvantaggiare le parti e a farle prosperare assieme, sulla base del buon senso e della concretezza.

Egli ha sottolineato la necessità di proseguire su questa strada, fondata su uguaglianza, rispetto e reciproco vantaggio.

Egli ha anche fatto presente a Trump il principio della Cina sulla questione Taiwan, il cui ritorno alla Repubblica Popolare Cinese è “parte integrante dell'ordine internazionale del dopoguerra”.

Egli ha ricordato come Cina e USA siano state entrambe impegnate, fianco a fianco, nella lotta contro il nazifascismo e il militarismo, durante la Seconda Guerra Mondiale, che le ha viste vittoriose.

I due Presidenti hanno anche discusso relativamente alla crisi ucraina e il Presidente Xi ha sottolineato, ancora una volta, il sostegno della Cina a tutti gli sforzi volti a favorire la pace, auspicando che le parti coinvolte nel conflitto possano appianare le divergenze e raggiungere presto “un accordo di pace equo, duraturo e vincolante e risolvere la crisi alla radice”.

Recentemente, la Cina, attraverso il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun, ha peraltro esortato gli USA ad ascoltare l'appello di gran parte della comunità internazionale e di revocare l'embargo e le sanzioni contro Cuba, le quali, anche secondo le relazioni ONU, hanno avuto ripercussioni gravi sull'economia e la situazione umanitaria dell'Isola Caraibica.

Il portavoce Guo, ha peraltro ricordato come una recente risoluzione adottata dall'Assemblea Generale dell'ONU, votata a larghissima maggioranza, abbia invitato gli USA a porre fine all'ingiustificato e antistorico embargo contro Cuba, richiedendo altresì di rimuovere Cuba dall'elenco dei Paesi ritenuti dagli USA “sponsor del terrorismo”.

Sulla questione Taiwan, lo scorso 21 novembre si era invece espresso l'Ambasciatore cinese Fu Cong, rappresentante della Cina presso le Nazioni Unite, il quale aveva inviato, in merito, una lettera al Segretario Generale dell'Onu Antonio Guterres.

In tale documento, l'Ambasciatore Fu Cong, aveva criticato le posizioni provocatorie della Premier giapponese Sanae Takaichi, la quale aveva dichiarato che “una situazione di emergenza per Taiwan è una situazione di emergenza per il Giappone” ed aveva parlato di diritto all'autodifesa del Giappone, minacciando di usare la forza contro la Cina.

L'Ambasciatore Fu ha espresso forte insoddisfazione, in quanto la Premier Takaichi si è rifiutata di scusarsi e ritrattare le sue dichiarazioni dal sapore militarista e l'ha accusata di violare il diritto internazionale. Oltre a far presente che le sue dichiarazioni rappresentano una chiara provocazione nei confronti del popolo cinese e dei popoli asiatici, i quali hanno storicamente subito l'aggressione militarista e imperialista giapponese.

Egli ha altresì ricordato che la questione Taiwan riguarda unicamente e storicamente il popolo cinese e su questo la Cina non tollera alcuna interferenza straniera, facendo presente che, qualora il Giappone osasse intervenire militarmente nello Stretto di Taiwan, “La Cina eserciterà con risolutezza il suo diritto all'autodifesa ai sensi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale e difenderà con fermezza la sua sovranità e integrità territoriale”.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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