Il 17 novembre scorso, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, ha adottato la risoluzione 2803, relativamente agli accordi per il territorio palestinese di Gaza.
In merito, la Repubblica Popolare Cinese, oltre alla Russia, si sono astenute.
In merito si è espresso l'Ambasciatore cinese all'ONU, Fu Cong, affermando: “Gaza, devastata da due anni di guerra, è una terra di rovine che necessita urgentemente di essere ricostruita. Oltre due milioni di persone continuano a vivere in condizioni di privazione e di sfollati. La Cina sostiene il Consiglio di Sicurezza nell'adozione di tutte le misure necessarie per raggiungere un cessate il fuoco duraturo, alleviare il disastro umanitario e avviare la ricostruzione postbellica per riaccendere la speranza di pace e sviluppo per la popolazione di Gaza”.
Egli così ha motivato l'astensione cinese: “La bozza di risoluzione è vaga e poco chiara su molti elementi critici. Il penholder chiede al Consiglio di autorizzare l'istituzione di un Consiglio per la Pace e la Forza di Stabilizzazione Internazionale, che svolgerà un ruolo chiave nella governance postbellica di Gaza. Avrebbe dovuto spiegarne dettagliatamente la struttura, la composizione, i termini di riferimento e i criteri di partecipazione, tra gli altri. Questa avrebbe dovuto costituire una base essenziale per le serie discussioni del Consiglio. Tuttavia, la bozza di risoluzione contiene scarsi dettagli su questi elementi critici. Nonostante le ripetute richieste di maggiori informazioni da parte dei membri del Consiglio, il penholder non ha ancora fornito alcuna risposta”.
Egli ha sottolineato che la risoluzione non precisa, inoltre, il principio secondo il quale Gaza appartenga al popolo palestinese e a nessun altro.
Ha altresì aggiunto che tale risoluzione non garantisce effettivamente la partecipazione dell'ONU e del Consiglio di Sicurezza, per quanto riguarda la ricostruzione economica e la governance postbellica di Gaza.
Infine, ha dichiarato che tale risoluzione “non è il frutto di consultazioni approfondite tra i membri del Consiglio”.
Pur non avendo voluto porre il veto, la Cina, ha spiegato Fu Cong, ha preferito astenersi. In merito ha dichiarato: “Nonostante le numerose questioni sopra menzionate nella bozza di risoluzione e le principali preoccupazioni della Cina al riguardo, considerando la fragile e grave situazione a Gaza, l'imperativo di mantenere il cessate il fuoco e le posizioni dei Paesi della regione e della Palestina, la Cina si è astenuta dal voto”.
Ad ogni modo, ha spiegato le preoccupazioni della Cina, in quanto “la questione palestinese è al centro delle questioni mediorientali. È una questione di equità e giustizia internazionale. La comunità internazionale deve promuovere con fermezza la soluzione dei due Stati e perseguire la soluzione politica della questione palestinese. Ciò significa istituire uno Stato palestinese indipendente con piena sovranità sulla base dei confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale, realizzando così il diritto del popolo palestinese alla sovranità, alla sopravvivenza e al ritorno. La Cina ha sempre sostenuto fermamente la giusta causa del popolo palestinese nel ripristino dei suoi legittimi diritti nazionali. Siamo pronti a collaborare con la comunità internazionale per compiere sforzi incessanti per una soluzione globale, giusta e duratura alla questione palestinese”.
Luca Bagatin

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