venerdì 12 dicembre 2025

Anche con Trump la musica non cambia. L'obiettivo è sempre quello di distruggere il socialismo, a iniziare da quello latinoamericano. Articolo di Luca Bagatin

 

Gli USA di Trump, per quanto riguarda l'America Latina, sembrano non aver rinunciato all'idea di distruggere e/o destabilizzare i governi socialisti, come nel desiderata di tutti i precedenti Presidenti USA, che del resto hanno da sempre storicamente operato per fare in modo di distruggere il socialismo, ovvero la giustizia sociale, la sovranità nazionale e l'indipendenza economica, tanto in America Latina quanto in Europa, Libia, Siria e via discorrendo.

E continuano a farlo, con il pretesto, questa volta, della cosiddetta “lotta al narcotraffico”, puntando il dito contro i governi socialisti di Colombia e Venezuela.

In merito, nei giorni scorsi, oltre al Ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, al deputato peronista argentino Jorge Taiana e alla portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, era già intervenuto il Presidente socialista della Colombia Gustavo Petro, il quale è tornato sull'argomento.

Il Presidente Petro, sui social, ha affermato che: “Trump è molto disinformato sulla Colombia. È un peccato, perché sta liquidando il Paese che più di tutti sa del traffico di cocaina.
Durante la mia amministrazione, la Colombia ha condotto 1.446 scontri armati e 13 attentati contro i cartelli della droga, sequestrando 2.700 tonnellate di cocaina, la quantità più alta mai registrata al mondo, equivalente a 32 miliardi di dosi che non hanno mai raggiunto i Paesi consumatori.
18.000 laboratori rudimentali sono stati distrutti senza un solo morto e 30.000 ettari di coca sono già stati registrati dagli agricoltori per la sostituzione delle colture, con il supporto di aziende private statunitensi.
Questa terribile disinformazione da parte del Presidente degli Stati Uniti lo porta a rilasciare dichiarazioni e ad adottare misure che non possono essere dirette contro un presidente democraticamente eletto dalla maggioranza della società colombiana. È così che la Colombia viene mancata di rispetto.
Invito gli Stati Uniti a sostenere il controllo delle grandi spedizioni di cocaina attraverso le acque territoriali colombiane. Insieme accelereremo la costruzione di navi della nostra marina: motoscafi ad alta velocità, fregate porta-elicotteri e altro ancora.
La Colombia non ha bisogno che la sua sovranità venga violata: siamo i più interessati a fermare le mafie che hanno causato 300.000 vittime in mezzo secolo, e questo Stato ha affrontato questa violenza con decisione.
Non sono mai stato ostile agli Stati Uniti, ma non accetto imposizioni basate sulla disinformazione alimentata da politici colombiani alleati con le mafie o da ex ufficiali militari accusati di gravi violazioni dei diritti umani e di loschi affari”.

Egli ha anche denunciato il sequestro della petroliera venezuelana da parte degli USA, al largo delle coste del Venezuela. Il Presidente Petro ha parlato di atto di pirateria volto a sequestrare il petrolio venezuelano.

E anche il Presidente di Cuba, Miguel Diaz-Canel, aveva espresso la sua solidarietà e appoggio al governo socialista venezuelano sulla vicenda.

Cuba esprime il suo pieno appoggio alla dichiarazione di denuncia del governo venezuelano e condanna fermamente l'assalto a una petroliera nel Mar dei Caraibi, perpetrato dalle Forze Armate degli Stati Uniti” aveva affermato Diaz-Canel su X.

Anch'egli ha parlato di “atto di pirateria”, di “violazione del diritto internazionale” e di “escalation di aggressione contro un Paese fratello”.

Il Presidente socialista del Venezuela, Nicolas Maduro, in merito, ha affermato che “è stato smascherato il vero obiettivo dell'offensiva imperiale: il desiderio ossessivo di impossessarsi delle sue risorse naturali”.

Egli ha spiegato come la petroliera trasportasse petrolio greggio venezuelano verso i mercati internazionali nei Caraibi e che l'atto delle forze militari USA va considerato come atto di pirateria navale.

Egli ha anche fatto presente che “Se il Venezuela non avesse le maggiori riserve petrolifere del mondo, il Venezuela non esisterebbe per i miliardari e i suprematisti degli Stati Uniti. Vogliono rubare il petrolio del Venezuela e non pagarlo”, e ha concluso affermando che “fin dai tempi di Bolívar, per decreto presidenziale, tutto ciò che si trova sottoterra – oro, minerali, petrolio e gas – appartiene al popolo sovrano del Venezuela per mandato costituzionale, e nessuno e niente può rubare le risorse naturali e la ricchezza del popolo”.

Anche la Repubblica Popolare Cinese, attraverso il portavoce del Ministero degli Esteri, Guo Jakun, ha ribadito di opporsi fermamente alle sanzioni unilaterali illegali, prive di fondamento nel diritto internazionale e non autorizzate dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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