Il Presidente socialista della Colombia, Gustavo Petro, ha commentato molto duramente l'esito del secondo turno delle elezioni presidenziali in Cile che, domenica 14 dicembre scorsa, hanno visto la vittoria dell'estremista di destra José Antonio Kast, il quale ha ottenuto il 58% dei voti, contro il 41,8% della candidata della coalizione socialista, comunista e democratico cristiana, Jeannette Jara.
Il Presidente Petro ha affermato che “Stanno arrivando venti di morte” e ha paragonato Kast a Pinochet, Hitler e altri dittatori. E, sui social, ha altresì affermato che “il fascismo avanza, non stringerò mai la mano a un nazista o al figlio di un nazista”, ricordando che Kast è figlio del nazista Michael Kast, emigrato dalla Germania in Cile per sfuggire alle forze Alleate che lo avevano arrestato e, in Cile, collaborò con la dittatura militare di Augusto Pinochet.
Il Presidente Petro ha affermato che “È triste che Pinochet abbia dovuto imporsi con la forza, ma è ancora più triste ora che le persone scelgono il loro Pinochet: eletti o no, sono figli di Hitler, e Hitler ha ucciso milioni di persone”.
Il Presidente colombiano Petro ha esortato la gioventù cilena a vegliare sulla tomba di Neruda. E a resistere al fascismo, invitando i giovani cileni a “abbracciare la vita e non unitevi mai alla morte”.
Il Presidente cileno eletto, José Antonio Kast, ha ricevuto il plauso dall'estrema destra internazionale, ovvero da Donald Trump passando per Bolsonaro, Milei, Fujimori, la Meloni e Salvini (sic!).
Decisamente un passo in dietro per l'America Latina libertaria e socialista, che si oppone anche fermamente alle recenti interferenze statunitensi in Colombia e in Venezuela, ree di essere governate da socialisti che hanno permesso ai rispettivi popoli di riappropriarsi delle risorse naturali.
In merito, peraltro, è intervenuto anche il Senatore indipendente statunitense Bernie Sanders, il quale ha affermato che Trump cerca di distogliere l'attenzione dai problemi interni degli USA, attraverso la sua campagna di aggressione contro il Venezuela.
Sanders, in merito, ha pubblicato un post su X, scrivendo che “I costi dell'assistenza sanitaria stanno salendo alle stelle. I costi degli alloggi stanno salendo alle stelle. I costi del cibo stanno salendo alle stelle. NO. Non abbiamo bisogno che Trump ci trascini in una guerra illegale e incostituzionale con il Venezuela per distogliere l'attenzione dalle crisi che il nostro Paese sta affrontando. Che fine ha fatto lo slogan "America First"?”.
Anche nell'ambito del 25esimo vertice dei Capi di Stato e di Governo dell'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America - Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP), tenutosi domenica 14 dicembre scorsa, vi è stata una condanna unanime relativamente agli atti di pirateria statunitensi al largo delle coste del Venezuela e contro ogni nuova colonialista “Dottrina Monroe”.
Stessa condanna era già stata espressa anche dalla Repubblica Popolare Cinese, il cui governo ha affermato l'impegno a difendere la sovranità del Venezuela e le sue risorse naturali e ha sostenuto la richiesta di Caracas di fare appello alle Nazioni Unite, per fermare le minacce militari statunitensi nella regione dei Caraibi.
La Repubblica Popolare Cinese è peraltro il principale acquirente del petrolio venezuelano. E' chiaro che i tentativi di Trump sono direttamente e/o indirettamente volti contro la Cina, in una ridicola quanto anti-storica riedizione della Guerra Fredda. Con la differenza che ad essere autocratici, autarchici e protezionisti sono gli USA, non certo la Cina.
La Repubblica Popolare Cinese, infatti, a differenza degli USA, promuove, pragmaticamente, dialogo, commercio e pace con tutti i popoli e i Paesi. E pensare che questo dovrebbe essere uno dei fondamenti della Costituzione degli Stati Uniti d'America (da sempre ampiamente tradita da tutti i Presidenti USA)!
Luca Bagatin

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