venerdì 25 luglio 2025

Il Nicaragua celebra i 46 anni di Rivoluzione Sandinista. Articolo di Luca Bagatin

 

Il 19 luglio scorso, in Nicaragua, si è celebrato il 46esimo anniversario della Rivoluzione Sandinista.

Alla celebrazioni erano presenti rappresentanti di Cina, Russia, Palestina, Vietnam, Venezuela, Cuba, Honduras Repubblica Popolare Democratica di Corea, Algeria, Burkina Faso, Bielorussia e Turchia.

Il Presidente sandinista Daniel Ortega ha ricordato i crimini commessi dagli USA in Nicaragua, nel corso degli Anni '80, quando la CIA addestrò i terroristi dell'estrema destra, ovvero i Contras, contro la democrazia sandinista. Egli ha altresì ricordato come il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, ancora oggi, rappresenti una alternativa all'imperialismo, al fascismo e al colonialismo, sostenga il popolo palestinese e si opponga a una Europa capitalista che si vuole riarmare.

Egli, in tal senso, ha affermato che l'ONU necessita di una rifondazione e che il mondo desidera disperatamente la pace, in modo che tutti i Paesi possano svilupparsi e porre fine alla povertà.

La Co-presidente, Rosario Murillo, nel suo discorso ha sottolineato che “Il nostro Nicaragua, Territorio Libero, Terra Gloriosa di Guerrieri della Pace, saluta con Onorevole Gioia e Sicura Speranza tutti i Popoli che ora lottano, senza arrendersi, per un altro Mondo ormai indispensabile, e le Delegazioni che li rappresentano in questo formidabile Atto di Impegno per la Liberazione e per la Vocazione Fraterna, Solidale e Condivisa, per il Bene Comune, di cui il Pianeta e l’Umanità hanno tanto bisogno”.

Particolarmente sentito il discorso di del Vice Ministro del Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC), Ma Hui, il quale, portando i saluti del Segretario del PCC, nonché Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, ha affermato che “In un mondo pieno di trasformazioni e turbolenze, i rischi e le sfide che tutti i Paesi del pianeta si trovano ad affrontare stanno crescendo. Siamo lieti di constatare che, sotto la guida del Co-Presidente Comandante Daniel Ortega e della Co-Presidente Compagna Rosario Murillo, il popolo nicaraguense, strettamente unito attorno al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, difende con fermezza la propria sovranità e dignità nazionale e persiste nel seguire il percorso di sviluppo adattato alle realtà del proprio Paese, raggiungendo costantemente nuovi traguardi nel suo sviluppo socio-economico, per i quali esprimiamo le nostre congratulazioni”.

Il Presidente Ortega, riferendosi agli USA di Trump, ha successivamente affermato che “Sono tempi in cui l’umanità, avendo così tanti mezzi, così tanti strumenti per creare condizioni di pace, stabilità, progresso, benessere, negli stessi Stati Uniti con tutti questi migranti, e per offrire una politica di cooperazione con tutti i Paesi del mondo, e specialmente con i Paesi in Via di Sviluppo, non lo fa.

D'altra parte, la Repubblica Popolare Cinese lo fa, e quindi si arrabbiano quando la Repubblica Popolare Cinese sviluppa attività in Africa, in Asia, in America Latina. Si arrabbiano e minacciano i governi per aver accettato l'ingresso di aziende della Repubblica Popolare Cinese. Quindi, la speranza è riposta in queste potenze, come la Repubblica Popolare Cinese, che ha un atteggiamento umano, solidale e generoso, e questo naturalmente rende più facile per tutti i Paesi riceverla, e questo fa arrabbiare il governo degli Stati Uniti”.

Egli ha peraltro ricordato come la Cina socialista abbia, in questi anni, fattivamente sostenuto il Nicaragua e i suoi programmi sociali, nella costruzione di abitazioni per i meno abbienti e con la donazione di vaccini anti-Covid, di attrezzature per gli ospedali e di moderne attrezzature tecnologiche per la formazione professionale.

La Rivoluzione Sandinista in Nicaragua, trionfò il 19 luglio 1979, ponendo fine alla dittatura sanguinaria del liberal-conservatore Anastasio Somoza Garcia, sostenuto dagli USA.

Il sandinismo, come il peronismo argentino, è una corrente del socialismo, la quale favorì la partecipazione dei lavoratori all'economia nazionale, ridandogli nuova linfa vitale.

Esso fu ispirato al rivoluzionario nicaraguense Augusto Cesar Sandino (1895 - 1934), massone e teosofo, capace di coniugare valori spirituali teosofici (votati alla povertà assoluta e al sacrificio) e socialismo. Sandino fu una sorta di Giuseppe Garibaldi nicaraguense, il quale fu il primo che, nel 1927, si ribellò all'occupazione statunitense del Nicaragua, sotto la presidenza di Franklin Delano Roosevelt, infliggendo numerose sconfitte agli USA ed ai loro marines, pur senza riuscire a liberare il Paese.

L'ideologia sandinista fu ripresa nel 1962 dal dirigente del FSLN Carlo Fonseca Amador (1936 - 1976), oppositore di quel dittatore Somoza che fu l'uomo di riferimento di Roosevelt in Nicaragua e da Roosevelt stesso considerato “il nostro figlio di puttana”. Quel Somoza che, nel 1934, fece assassinare Sandino, dando vita a una lunga dittatura, che durò dal 1936 al 1979.

La piattaforma del sandinismo, ovvero del FSLN, era votata alla lotta armata alla dittatura sostenuta dall'imperialismo statunitense e, dunque, alla liberazione del Paese dall'oppressore ed all'instaurazione del socialismo non materialista in un contesto capitalista.

Fu solo nel luglio 1979 che i sandinisti, guidati, fra gli altri, da un giovane Daniel Ortega e sostenuti dall'esterno da Cuba, dal Messico, dai Paesi del Patto di Varsavia e dalla Libia socialista di Gheddafi, sconfissero e fecero fuggire Somoza, dando vita a un governo provvisorio, capace di coniugare valori democratici, spirituali, teosofici, cristiani, marxisti e socialisti.

50.000 i morti nicaraguensi nel conflitto. 120.000 quelli fuggiti nei Paesi limitrofi.

Il nuovo governo sandinista riuscì a risollevare le sorti del Paese e a garantire quei diritti umani prima negati, ricevendo l'appoggio persino di parte della Chiesa cattolica (quella che diventerà la corrente denominata “Chiesa dei Poveri” e della cosiddetta “teologia della liberazione”). Si pensi che persino dei sacerdoti furono chiamati a ricoprire la carica di Ministro del nuovo governo sandinista.

Fra le prime riforme, l'abolizione della pena di morte; l'introduzione dello Statuto dei diritti e garanzie dei nicaraguensi; fu sancita l'uguaglianza di tutti i cittadini, la libertà religiosa e di coscienza e di organizzazione politica. Sul piano economico vennero confiscati i beni della famiglia del dittatore Somoza e dei suoi complici; fu nazionalizzato il sistema del commercio con l'estero e quello finanziario; fu sancito il controllo statale sulle risorse naturali; furono ridotti gli affitti, creato un fondo contro la disoccupazione e introdotta una riforma agraria, con la redistribuzione dei terreni ai contadini.

Sul piano dell'istruzione fu dichiarata gratuita l'istruzione universitaria e il processo di alfabetizzazione portò a una riduzione dell'analfabetismo dal 50% al 12%.

Nel 1983 il Nicaragua fu dichiarato, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, un Paese modello nella salute.

Nel corso degli Anni '80, gli USA di Reagan tornarono a interferire nella politica del Nicaragua, finanziando i summenzionati Contras, ovvero i gruppi armati controrivoluzionari, i quali compirono numerosi attacchi contro ospedali, chiese, fattorie e massacrando la popolazione civile. Tale situazione terminò solo nel 1988, con la dichiarazione del “cessate il fuoco” fra Contras e governo sandinista.

Solo nel 1990 il FSLN fu sconfitto alle elezioni e subì una battuta d'arresto, portando al potere la liberal conservatrice Violeta Chamorro, sostenuta dagli USA, la quale avviò riforme liberiste che riportarono indietro il Paese e a nuove diseguaglianze.

Solo nel 2006, guidati da Daniel Ortega, il quale fu peraltro un grande amico del nostro Presidente del Consiglio socialista Bettino Craxi, che molto si spese per la causa sandinista, i sandinisti ripresero la guida del Paese e sconfissero definitivamente i liberali.

Ancora oggi il governo è guidato dal FSLN di Ortega e della moglie Rosario Murillo, i quali godono di un consenso di oltre il 70% dei voti.

Il Nicaragua mantiene, in politica estera, ottimi rapporti con tutti i Paesi latinoamericani e le correnti del Socialismo del XXI Secolo; in politica interna ha fatto scendere il tasso di povertà dal 42,5% al 30% fra il 2009 al 2014 ed è passato – fra il 2007 e il 2016 – dal 25% al 52% di utilizzo di energie rinnovabili.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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