Sarà forse un accordo
storico quello che vede l'Italia firmare un'intesa con la Repubblica
Popolare Cinese, in merito al progetto sulla Via della Seta. Un
accordo che, finalmente, porrà il nostro Paese in discontinuità
rispetto alle politiche imposte dai diktat statunitensi ed
europeisti.
Un accordo che riconosce
il ruolo di prima potenza mondiale alla Cina. La Cina Popolare è
infatti un Paese che, da feudale e successivamente coloniale, è
riuscito a risollevare dalla povertà – grazie al socialismo con
caratteristiche cinesi - 700 milioni di abitanti e ad avviare
investimenti in tutto il mondo, senza sfruttare nessuno, senza
destabilizzare altri popoli, senza chiedere sudditanze
politico-economico-militari. Anzi, spesso risollevando le sorti di
gran parte dei Paesi del Terzo Mondo, avviando importanti partnership
nell'ambito di un'ottica multipolare.
Il Presidente del
Consiglio italiano Giuseppe Conte, relativamente a tale intesa, ha
dichiarato: "Si tratta di un progetto importante di
connettività infrastrutturale. Ritengo possa essere una grande
opportunità per il nostro Paese". Tale accordo prevede
infatti una collaborazione in ambiti quali strade, ferrovie, ponti,
porti, energia e telecomunicazioni.
Non si sono fatte
attendere le critiche di USA e Unione Europea che - non potendo
accettare che l'Italia finalmente abbia preso una decisione nel suo
sovrano interesse, avvicinandosi alla prima potenza economica del
mondo - tentano di metterle i bastoni fra le ruote.
Sarebbe questa una buona
occasione per fare la voce grossa con l'Unione Europea e allentare i
rapporti con l'unipolarismo statunitense, visto anche che Trump
minaccia il ruolo dell'Italia nella NATO, nefasta alleanza che ci ha
resi sudditi militari di un Paese straniero e guerrafondaio.
Purtroppo, ad ogni modo, il vicepremier Di Maio sembra rassicurare
gli USA e, abbandonando le vesti del paladino della sovranità
nazionale, indossa nuovamente quelle atlantiste. E così fa il
suo omologo Salvini, il quale, invece, ben lontano da ogni
compromesso, parla di “colonizzazione” cinese, evidentemente
ignorando che la Cina - a differenza degli USA – non ha mai
colonizzato nessuno, né politicamente né economicamente.
L'accordo della nuova Via
della Seta, fra il Premier Conte ed il Presidente della Repubblica
Popolare Cinese Xi Jimping, dovrebbe ufficialmente essere siglato a
fine marzo.
Chissà se l'Italia,
finalmente, sceglierà di fare il suo interesse, prendendo peraltro
atto del fatto che gli USA - nello scacchiere economico-politico
internazionale - contano sempre meno e sono destinati a contare
ancora meno e che la strada del multipolarismo pacifico, con rapporti
economici e di cooperazione con tutti, avviata da decenni dalla Cina,
è l'unica via pragmatica per lo sviluppo dei popoli e dei Paesi.
Luca Bagatin
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