Finalmente l'ONU -
attraverso l'Alto commissario per i diritti umani Michelle Bachelet -
ha sollecitato “un'indagine approfondita su tutti i casi
segnalati di uso eccessivo della forza” da parte delle forze
dell'ordine nell'ambito delle manifestazioni organizzate dai Gilet
Gialli, i quali manifestano da ben sedici settimane contro il governo
Macron, che, ben lungi dal rassegnare le dimissioni e indire nuove
elezioni, sembra non preoccuparsi minimamente dei numerosi casi di
violenza contro manifestanti inermi. Il portavoce del governo
francese, Benjamin Griveaux, si dice addirittura “stupito” dalla
richiesta dell'Onu di avviare un'inchiesta sull'”uso eccessivo
della forza” da parte della polizia francese durante le
manifestazioni di Gilet Gialli.
C'è da stupirsi, è
vero. C'è da stupirsi che ci sia chi si stupisca delle richieste
dell'ONU. C'è da stupirsi che tutto ciò avvenga nel cuore
dell'Europa. C'è da stupirsi che un governo non ascolti i suoi
stessi cittadini e, peggio, che li faccia assalire, senza minimamente
fare autocritica e cospargersi il capo di cenere. C'è da stupirsi
che l'Unione Europea taccia su questo, ma, nel frattempo, sanzioni
ben altri Paesi, come il Venezuela, non soltanto lontanissimi
chilometri dall'Europa, ma ove il governo socialista in carica –
che difende le conquiste sociali della Rivoluzione Bolivariana - è
sostenuto dalla maggioranza della popolazione e lo è a dispetto di
un deputato che si è autoproclamato, in barba alla legge,
“Presidente ad interim” e che, guarda caso, ha il sostegno di
gran parte dei Paesi europei (sic !).
In Francia ci sono stati,
in questi mesi, migliaia di feriti fra manifestanti inermi e pacifici.
Fra questi la ventenne studentessa di filosofia Fiorina Jacob Lignier
e uno dei leader dei Gilet Gialli, Jerome Rodrigues, che, feriti dai
lacrimogeni della polizia, hanno perso un occhio. C'è chi ha perso
una mano e ci sono immagini ove addirittura vi sono manifestanti
disabili aggrediti.
Però i grandi media
preferiscono sottolineare altro, pare. Preferiscono ad esempio dare
spazio ai facinorosi e ai violenti che si mescolano alle proteste,
che insultano, che fomentano la violenza, ma che con le
rivendicazioni democratiche e civili dei Gilet Gialli – sostenute
da gran parte dei francesi - non c'entrano nulla.
Ai media sembrano
interessare poco le richieste dei manifestanti, che da ben quattro
mesi manifestano e lo fanno pacificamente, nel cuore di un'Europa
preda dell'austerità imposta da istituzioni che non rappresentano e
che non ascoltano i cittadini. Un'Europa che è in pericolo, come
dice Macron, ma lo è proprio perché appare in deficit di
democrazia.
Fra le proposte
democratiche e civili dei Gilet Gialli la richiesta di un salario
minimo di 1300 euro netti e di uno massimo a 15.000 euro; aumento dei
fondi per i disabili; taglio delle tariffe di luce e gas, con
rinazionalizzazione delle società energetiche; lotta alla povertà e
eliminazione del problema dei senzatetto; abolizione del Senato e
introduzione di una Assemblea dei cittadini; riduzione delle imposte
sul reddito e inasprimento delle tasse sulle grandi imprese
commerciali (McDonald, Google, Carrefour, Amazon); proibizione delle
delocalizzazioni; affrontare le cause della migrazione forzata;
divieto di vendita del patrimonio pubblico francese; mezzi adeguati
alle forze di polizia e all'esercito, con straordinari pagati;
pensioni a 60 anni; introduzione dei referendum popolari in
Costituzione; abolizione dell'indennità Presidenziale a vita e altre
misure che, ad oggi, nessun partito né della destra, né del centro,
né della sinistra, ha mai proposto o attuato.
Proposte che sembrano
andare in controtendenza rispetto al potere del danaro ed alle
politiche del governo francese (ma non solo, se pensiamo che persino
la Russia di Putin ha vergognosamente aumentato l'Iva e l'età
pensionabile), del Fondo Monetario Internazionale e della Banca
Centrale Europea. Proposte che forse non superano il sistema del
capitale, ma che vanno in una direzione più giusta e più umana.
Lo
scrittore Eduard Limonov usò, a suo tempo, una frase emblematica per
descrivere l'attuale situazione europea: "L'Europa
sta mentendo quando afferma che difende il Bene, la democrazia, i
diritti degli uomini. L'Europa, infatti, sta uccidendo i paesi
dissidenti, i diversi paesi, i diversi uomini. L'Europa persegue il
bene con tutti i mezzi del male. L'Europa è in profonda crisi, in
crisi di coscienza" .
Per contro
occorre che i cittadini, in ogni dove, risveglino le proprie
coscienze, accantonino ogni spirito egoico e d'odio. Helena Petrovna
Blavatsky, peraltro grande amica dei nostri eroi risorgimentali
Mazzini e Garibaldi, nel suo “La Chiave della Teosofia”, scrisse
queste parole: "Cercare di realizzare delle riforme politiche
prima di avere riformato la natura umana è come mettere vino nuovo
in bottiglie vecchie. Fate che gli uomini sentano e ravvisino nel
profondo dei loro cuori ciò che è il loro reale, vero dovere verso
l’umanità e allora spariranno da soli tutti i vecchi abusi di
potere, tutte le leggi inique della politica nazionale che è basata
sull’egoismo umano, sociale e politico. Folle è quel giardiniere
che cerca di eliminare le piante velenose dalla sua aiuola
tagliandole a livello del suolo, invece di estirparle con le radici.
Non si possono realizzare delle riforme politiche durevoli, se
restano al potere gli stessi egoisti di prima".
Riformare la
natura umana è quanto di più difficile possa esistere, forse,
specie in quest'epoca in cui è più facile essere preda dei beni
materiali, dell'ideologia della crescita e del consumo, piuttosto che
dei sentimenti e dell'amore verso il proprio prossimo.
Ma è
l'unica strada per l'emancipazione e per la libertà dal bisogno. E'
l'unica strada per salvare ciò che di buono, ancora, può esistere
nell'essere umano.
Luca Bagatin
Merci pour cet article.
RispondiEliminaNous ne lâcherons rien ��