Dal 25 al 28 luglio scorso, in Sudafrica, a Johannesburg, si è tenuto il Summit dei Movimenti di Liberazione, ospitato dall'African National Congress (ANC), partito di governo socialista democratico e populista di sinistra.
Al Summit erano presenti rappresentanti del Movimento di Liberazione Popolare dell'Angola; dell'Organizzazione Popolare dell'Africa Sudoccidentale della Namibia (SWAPO); del Fronte di Liberazione del Mozambico (FRELIMO); dell'Unione Nazionale Africana dello Zimbabwe - Fronte patriottico (ZANU-PF); del Chama Cha Mapinduzi, ovvero del Partito Rivoluzionario della Tanzania (CCM); del Partito Comunista Cinese; del Partito Comunista di Cuba; del Fronte di Liberazione Nazionale dell'Algeria; del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale del Nicaragua; del Fronte Nazionale del Borswana; del Partito Democratico del Botswana e di Russia Unita. Sono giunti, peraltro, i saluti anche da parte del Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF).
Tema del Summit: “Difendere le conquiste della liberazione, promuovere lo sviluppo socioeconomico integrato, rafforzare la solidarietà per un'Africa migliore”.
Nel suo discorso introduttivo, il Presidente del Sudafrica e leader dell'ANC, Cyril Ramphosa, ha affermato che “Insieme, i nostri movimenti sono stati forgiati nel calderone della lotta anti-apartheid e anticoloniale. Oggi, insieme, dobbiamo essere nuovamente forgiati nel fuoco di una nuova lotta. La lotta per la giustizia sociale ed economica per il nostro popolo, l'unità regionale, l'integrazione e la sovranità in un ordine globale sempre più ostile”.
Egli ha aggiunto che: “Ci riuniamo quest'anno in occasione del 64° anniversario dell'indipendenza della Tanzania, del 50° anniversario dell'Indipendenza di Angola e Mozambico, del 45° anniversario dell'indipendenza dello Zimbabwe e del 35° anniversario dell'indipendenza della Namibia. È un momento non solo di celebrazione, ma anche di riflessione critica. Dobbiamo onorare la memoria dei nostri giganti fondatori: Julius Nyerere, Eduardo Mondlane, Samora Machel, Agostinho Neto, Sam Nujoma, Robert Mugabe, Joshua Nkomo, Kenneth Kaunda, Oliver Tambo, Nelson Mandela e molti altri”.
Il Presidente Ramphosa ha infatti sottolineato che “La loro visione, il loro coraggio, la loro audacia, la loro bravura e il loro sacrificio hanno gettato le basi dell'Africa meridionale libera in cui viviamo oggi. Ricordiamo con profonda riverenza il compagno Sam Nujoma e il compagno Hage Geingob della Namibia, recentemente scomparsi, fedeli sostenitori della SWAPO e combattenti per tutta la vita per la giustizia, l'uguaglianza e la dignità. Anche noi, qui in Sudafrica, ricordiamo il recentemente scomparso David Dabede Mabuza, ex Presidente della Repubblica del Sudafrica e dell'African National Congress”.
Egli ha fatto presente come “l'Europa si è sviluppata attraverso lo stesso sottosviluppo dell'Africa” e come sia necessario “respingere la xenofobia in tutte le sue forme”.
In tal senso ha sottolineato che “La nostra libertà è stata conquistata non solo dalle instancabili lotte dei nostri popoli, ma anche dagli sforzi di persone provenienti da tutto il mondo”.
E come, sulla base di tale esperienza, “riaffermiamo il nostro sostegno ai popoli della Palestina, del Sahara Occidentale e di Cuba. Condanniamo con la massima fermezza i crimini contro l'umanità e il genocidio commessi dallo Stato di apartheid di Israele contro il popolo palestinese. Siamo particolarmente inorriditi dalla deliberata fame inflitta alla popolazione di Gaza.
Chiediamo allo Stato di Israele di consentire l'ingresso e la distribuzione di cibo e aiuti essenziali tra i palestinesi affamati. Chiediamo la fine immediata dei bombardamenti incessanti sui civili e della distruzione delle loro case, dei loro ospedali, dei loro luoghi di culto. Chiediamo al mondo di fermare l'uccisione di bambini e neonati per fame”. Sottolineando come “La nostra posizione rimane molto chiara. La liberazione è indivisibile. Non saremo veramente liberi finché tutti non saremo liberi…”.
Il Presidente Ramphosa ha proseguito affermando che “Dovremmo sostenere la visione di un ordine mondiale multipolare, multiculturale, equo, inclusivo e giusto. Dovremmo chiedere la riforma delle istituzioni di governance politica ed economica globale, la fine delle sanzioni unilaterali e la creazione di un sistema di governance globale giusto, radicato nella dignità e nell'equità. Collaborando con forze affini in tutto il mondo, dobbiamo essere gli architetti del nuovo ordine mondiale che cerchiamo”.
Il capo del Dipartimento internazionale del Partito Comunista Cinese (PCC), Liu Jianchao, è successivamente intervenuto portando i saluti dei 100 milioni di membri del PCC e del Presidente e Segretario Generale Xi Jinping.
Egli ha esaltato la lotta di liberazione economica e di rinascita delle civiltà africane, liberatesi dal giogo del colonialismo europeo, ricordando anche le lotte di Nelson Mandela. Egli ha altresì fatto presente come la stessa Cina abbia affrontato un percorso lungo e difficile verso l'emancipazione e la modernizzazione, che l'ha portata, attraverso la saggia guida del PCC, ad essere la seconda economia del mondo.
Relativamente all'Africa, Liu Jianchao ha affermato che “La Cina sosterrà l'Africa nel coltivare i motori della modernizzazione, vale a dire un'industrializzazione verde, equilibrata e sostenibile, la modernizzazione agricola e una forza lavoro qualificata per trasformare ogni risorsa, le ricche risorse e il dividendo demografico in veri e propri motori di crescita. E la Cina sosterrà l'Africa nel rivitalizzare le civiltà africane e nel trarre forza dalla sua splendida civiltà nel cammino verso la modernizzazione. Come disse una volta il compagno Nelson Mandela, la rinascita africana è ormai più di un'idea”.
E' stato inoltre letto un messaggio da parte del Partito Comunista della Federazione Russa, nel quale si afferma, fra le altre cose, che “Siamo orgogliosi che l'Unione Sovietica, guidata dal Partito Comunista, abbia dato un contributo significativo al sostegno della lotta di liberazione. Migliaia di attivisti dei vostri movimenti hanno ricevuto formazione nelle scuole e nelle università militari dell'allora Unione Sovietica. I nostri ufficiali militari hanno lavorato nei campi del movimento di liberazione in Africa. I diplomatici sovietici hanno difeso i vostri legittimi interessi alle Nazioni Unite. Abbiamo fornito questo supporto nonostante l'Occidente cercasse di etichettarvi come terroristi. Oggi, il potere politico appartiene ai governi democratici che riflettono gli interessi del popolo”.
Secondo i rappresentanti dell'African National Congress, partito che governa il Sudafrica, “L'ANC ritiene che la sopravvivenza politica, economica e culturale dell'eredità di liberazione dell'Africa meridionale richieda un'onesta introspezione, un apprendimento condiviso e un'unità concreta”.
In tal senso “Il Summit promuoverà quadri di collaborazione interpartitica, integrazione regionale, coinvolgimento dei giovani e governance delle risorse sovrane. Riaffermando valori condivisi e rafforzando alleanze, il Summit dei Movimenti di Liberazione del 2025 traccerà un percorso che protegga le conquiste del passato e costruisca al contempo un futuro africano giusto, inclusivo e autodeterminato”.
Il prossimo vertice dei Movimenti di Liberazione africana e panafricana, sarà ospitato dal Partito Rivoluzionario della Tanzania (CCM), che al momento governa in Paese, guidato da Samia Suluhu Hassan e che sarà anche la candidata alle elezioni presidenziali e parlamentari del 29 ottobre prossimo.
L'Africa sovrana e socialista, sostenuta dai BRICS, c'è e ribadisce e sostiene quella giustizia e quell'ordine internazionale equo e giusto, troppo spesso violato da chi ha fatto del colonialismo, del razzismo, del suprematismo e dell'ipocrisia, la sua bandiera.
Luca Bagatin
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