mercoledì 31 agosto 2016

Il sindacalismo rivoluzionario di Filippo Corridoni e Alceste De Ambriis. Articolo di Luca Bagatin

Filippo Corridoni
Il sindacalismo rivoluzionario sembra sempre essere marginalizzato dalla cultura in generale ed italiana in particolare, preferendo privilegiare la storia del socialismo riformista e del comunismo.
Il sindacalismo rivoluzionario, che ebbe fra i suoi massimi teorici il socialista rivoluzionario Georges Sorel, ad ogni modo, trae linfa in Italia dal Risorgimento mazziniano e garibaldino, oltre che dal socialismo libertario del già mazziniano Carlo Pisacane, il quale, non a caso, redasse il suo “Saggio sulla rivoluzione”.
Il sindacalismo rivoluzionario, oltre ad attingere a parte del pensiero mazziniano e marxista, fu influenzato particolarmente dall'anarchismo di Proudhon.
La visione dei sindacalisti rivoluzionari italiani – come ricorda il giovane storico Luca Lezzi nel suo breve saggio su “Filippo Corridoni – un sindacalista rivoluzionario” (Edizioni Circolo Proudhon) – era l'idea di un'Italia economicamente liberista, socialmente industriale e operaia, politicamente repubblicana, federalista e libertaria, con un nazionalismo di stampo sindacalista, comunale e federativo.
I massimi esponenti del sindacalismo rivoluzionario italiano furono Alceste De Ambriis (1874 – 1934) – già eroe della dennunziana Repubblica di Fiume ed autore della sua Costituzione, ovvero l'avanzatissima “Carta del Carnaro” - e l'amico Filippo Corridoni (1887 - 1915) al quale, appunto, lo storico Luca Lezzi dedica il suo raro saggio.
Raro saggio a rara figura, così come raro fu l'esempio dei legionari dannunziani di Fiume, che contribuirono a fondare la prima Repubblica libera e libertaria che la Storia abbia mai conosciuto (con tanto di libertà di culto, libertà di costumi sessuali, libertà di divorzio, garanzie per i meno abbienti...).
Alceste De Ambriis e Filippo Corridoni, non a caso, daranno vita, nel 1912, all'Unione Sindacale Italiana (USI) - in contrapposizione alla Confederazione Generale del Lavoro (CGL) – sindacato ancora oggi attivo e rappresentante dell'anarcosindacalismo e del socialismo libertario.
Alceste De Ambriis
Forti dei loro ideali, De Ambriis e Corridoni porteranno avanti le loro proposte eminentemente sindacali, ovvero antistataliste, antiburocratiche e contro ogni protezionismo, attraverso un percorso rivoluzionario, sindacale ed antiparlamentare fatto di rivendicazioni e scioperi animati.
Lo stesso Benito Mussolini, ai tempi socialista, rimarrà impressionato dall'ardimento del Corridoni al quale, una volta diventato Duce, dedicherà addirittura una città – Corridonia, in provincia di Macerata – tentando di accaparrarsene il pensiero. Purtuttavia sappiamo bene come il fascismo – statalista, autoritario e borghese - fosse lontanissimo dagli ideali sindacalisti rivoluzionari di Corridoni, De Ambriis e compagni, al punto che ne rimarranno delusi persino i Delio Cantimori ed i Curzio Malaparte, già di provata fede mazziniana ed anarchica, i quali aderirono in un primo tempo al fascismo in quanto ritenevano che questo rappresentasse gli ideali rivoluzionari di Mazzini e di Corridoni. Così, come sappiamo, non fu.
Alceste Da Ambriis, dopo l'Impresa di Fiume, aderirà all'antifascismo, mentre Filippo Corridoni morirà prima, come volontario nella Prima Guerra Mondiale a San Martino del Carso, nel 1915, con un colpo di fucile in fronte, così come egli stesso avrebbe voluto da interventista, ritenendo che l'intervento in guerra dell'Italia rappresentasse il completamento dell'Unità nazionale e potesse essere di beneficio alle classi proletarie.
Nel già citato saggio di Luca Lezzi “Filippo Corridoni – un sindacalista rivoluzionario”, in appendice è presente un interessante scritto del Corridoni, dall'emblematico titolo “Sindacalismo e Repubblica”. In esso il Nostro critica fortemente la classe borghese, parlando forse per la prima volta di quel “capitalismo straccione” che ha sempre caratterizzato buona parte della grande impresa italiana, ovvero quella che, per non perdere i propri guadagni, si è sempre affidata alla protezione dello Stato. Di qui la sua lotta contro il protezionismo e la burocrazia; la proposta di federare le province italiane al fine di decentrare il potere amministrativo; la proposta - peraltro mutuata da Giuseppe Garibaldi - di creare una “nazione armata”, ovvero l'abolizione dell'esercito permanente permettendo ai comuni cittadini di possedere armi al fine di difendersi da invasioni esterne, sul modello svizzero; la soppressione della polizia di Stato in favore di polizie comunali; il diritto di referendum (sistema peraltro già sperimentato nella libera Repubblica di Fiume); la lotta all'emigrazione di massa e l'istituzione della democrazia diretta in luogo del parlamentarismo che, nei fatti, non ha mai rappresentato davvero le necessità dei cittadini.
Prospettive, quelle dei sindacalisti rivoluzionari e di Filippo Corridoni in particolare, davvero di stretta attualità. Oscurate purtroppo dai cosiddetti “vincitori”: prima dai fascisti che tentarono, a fini propagandistici, di fare proprio il mito di Mazzini, Garibaldi e Corridoni; successivamente dai social-comunisti e dai loro eredi “democratici” o “social-democratici” che, preferendo la via parlamentaristica, finiranno per diventare i migliori amici dei borghesi ed oggi – non a caso - i migliori e maggiori sostenitori della globalizzazione capitalistica.
Ad ogni modo l'esempio di questi eroi rimane, così come le loro proposte, che, oggi, andrebbero assolutamente riprese e rese attuali.

Luca Bagatin

Cari Radicali, se fossi presente al vostro Congresso vi direi.... Riflessioni di Luca Bagatin, presidente e fondatore di "Amore e Libertà"

Sta per iniziare il Congresso dei Radicali a Rebibbia, il primo senza Marco Pannella.
Purtroppo, trovandomi da tutt'altra parte, non potrò andare per dire la mia, come mi sarebbe piaciuto fare, pur non essendo mai stato radicale, ma avendo condiviso con i Radicali una parte del mio cammino di gioventù.
Avessi potuto avrei suggerito loro - come suggerii ai Repubblicani qualche tempo fa al loro ultimo Congresso - Pannella presente (https://www.youtube.com/watch?v=-C0EpA8Rvp0) - di scogliere il partito e di trasformarlo in una Fondazione culturale utile a diffondere fra le genti ciò che manca in quest'epoca globalista, tecnologica, egoista e fondamentalmente ignorante: Storia, cultura, educazione, formazione, condivisione (reale, non stupidamente onanistica e virtuale !).
I Repubblicani contestarono la cosa, a parer mio scioccamente, visto che tutt'oggi non riescono a cavare un ragno dal buco.
Per quanto concerne i Radicali non perdo al momento troppo tempo nello scrivere un articolo in merito, ma solo queste brevi riflessioni.
Sarebbe bello ci ritrovassimo tutti nell'ambito di Amore e Libertà a provare a sovvertire l'ordine prostituito, proponendo una società socialista autogestionaria, senza partiti né istituzioni (che non rappresentano affatto i cittadini), ove tutti avessero la possibilità di dire la loro e di incidere, anche nei processi produttivi e di DECRESCITA economica, provando a costruire quella Civiltà dell'Amore che solo le Civiltà Matriarcali hanno conosciuto ed in parte solo le esperienze della Repubblica Romana del 1849 e la dannunziana Repubblica di Fiume riuscirono a rappresentare nei tempi più recenti.
Una bella utopia assai lontana, forse, per chi è abituato alla "politica politicante" ed all'"economicismo" capitalistico, purtroppo abbracciato anche dai Radicali da troppi decenni, dimenticando il loro stesso passato e che li ha condannati all'autoreferenzialità ed alla marginalità. Utili stampelle globaliste dell'attuale stato di cose presente.


Luca Bagatin
www.amoreeliberta.blogspot.it

sabato 27 agosto 2016

Il Martinismo e "Gli illuminati nella società umana". Articolo di Luca Bagatin

Assieme alla Teosofia, al Rosacrocianesimo, alla Massoneria e a numerose altre correnti gnostiche ed esoteriche, il Martinismo è una Via Iniziatica che si propone il perfezionamento dell'individuo o, meglio, come mi piace sempre dire e ricordare, il raggiungimento dell'Unità con il Divino: la scoperta del Divino dentro ciascun essere umano, affinché l'essere umano stesso non sia più separato dalla sua intima essenza Divina e Spirituale.
Il Martinismo è ispirato al cosiddetto Filosofo Incognito, ovvero a Loius Claude de Saint-Martin (1743 - 1803) e l'Ordine che lo rappresenta è, appunto, l'Ordine Martinista fondato nel 1888 dall'esoterista, già teosofo e massone Gérard Encausse, detto Papus e successivamente tramandatosi, nel corso delle generazioni da Maestro a Discepolo, sino ai giorni nostri.
Recentemente è stato pubblicato, dall'elegante casa editrice Jouvence (www.jouvence.it), un interessante e raro saggio in merito, a cura di Apis - Gran Maestro dell'Ordine Martinista Egizio e co-fondatore della Fratellanza Martinista Italiana (www.fratellanzamartinista.org)– dal titolo “Gli illuminati nella società umana”.
Il saggio, oltre a raccogliere appunto l'omonimo saggio di Louis Claude de Saint-Martin “Gli illuminati nella società umana”, consta, nella prima parte, di una ampia introduzione dello stesso Apis, il quale presenta al pubblico la vita e l'opera del Saint-Martin ed anche e soprattutto la storia dell'Ordine Martinista da Papus in avanti.
Apis ci presenta dunque la figura di Loius Claude de Saint-Martin, filosofo illuminista di ispirazione cristiana, neoplatonica e gnostica, allievo in un primo tempo dell'esoterista Martinez de Pasqually (1727 - 1774), che lo iniziò alla Massoneria dell'Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell'Universo ai tempi in cui il Nostro intraprese la carriera militare.
Il sistema teurgico di Martinez de Pasqually era, per molti versi, ispirato a quello del mistico e scienziato svedese Emmanuel Swedenborg (1688 - 1772) ed il principio sul quale si fondava era la necessità che l'essere umano, al fine di superare il degrado nel quale era precipitato, si reintegrasse e ritornasse al suoi stato originario di comunione con la Divinità dal quale si era separato e ciò sarebbe stato possibile – secondo il de Pasqually – entrando in contatto con Entità Superiori e Spiriti disincarnati.
Nel 1773 Louis Claude de Saint-Martin entrerà poi in contatto con Jean-Baptiste de Willermoz (1730 - 1824) - anch'egli allievo di Martinez de Paqually – fondatore del Rito Scozzese Rettificato che, a differenza del Rito Scozzese Antico ed Accettato, si distingue per la sua ispirazione chiaramente cristiana.
Purtuttavia, nel corso degli anni, Louis Calude de Saint-Martin si distaccherà dai suoi maestri e dalla Massoneria, abbracciando l'opera dell'alchimista e filosofo tedesco Jacob Böhme (1575 – 1624) - che gli fu rivelata da Madame de Böcklin nel suo soggiorno di Strasburgo - e ciò in quanto egli ritenne che la Massoneria della sua epoca si fosse eccissivamente “profanizzata” ed avesse perduto il suo originario afflato spirituale. Tale visione delle cose fu peraltro condivisa dal conte Alessandro Cagliostro (il quale aveva tentato in quegli anni, purtroppo senza successo, di riformare la Massoneria in senso unitario, attraverso la diffusione del Rito Egizio) e dal conte di Sant-Germain. Non a caso, questi tre Grandi Iniziati agli Antichi Misteri, scrissero un manifesto unitario di stampo Rosacrociano, il cui scopo doveva essere proprio la diffusione della filosofia della Re-integrazione del proprio sé, ovvero l'unione mistica con il Divino.
Louis Claude de Saint-Martin, come ci ricorda Apis nel suo saggio introduttivo, fu ad ogni modo l'unico filosofo dell'epoca ad elaborare una vera e propria “dottrina sociale esoterica”, formulando proposte concrete di riforma della società secondo criteri di giustizia ed uguaglianza alla luce di una autentica visione spirituale del mondo.
“Gli illuminati nella società umana” - presentato da Apis, tradotto dall'avvocato e giornalista Mauro Cerulli e scritto dal Saint-Martin e che fu pubblicato per la prima volta nel 1797, è infatti un'opera che analizza i guasti della società del XVIII secolo ed offre i presupposti per una “illuminazione” della società stessa attraverso l'apertura ai principi spirituali dal Saint-Martin stesso propugnati, ovvero attraverso un lungo percorso di ricerca interiore.
L'opera di Saint-Martin è infatti un vero e proprio manifesto che suggerisce al lettore che l'unico modo per trasformare il mondo è quello di trasformare sé stessi attraverso la completa adesione allo Spirito Divino. Parole quanto mai profetiche in un'epoca come la nostra che, avvolta nel più becero materialismo e nella più becera mercificazione di ogni situazione, oggetto e rapporto, ha perduto ogni senso di umanità e di antica ed autentica spiritualità.

Luca Bagatin

giovedì 25 agosto 2016

Massoneria fa rima con democrazia ed emancipazione sociale. Un confronto fra Luca Bagatin ed Iskrae.eu

Il sito Iskrae.eu dedica un intero articolo (http://www.iskrae.eu/?p=55322) in risposta ad un mio commento ad un altro loro articolo dal sapore massonofobico (http://www.iskrae.eu/?p=55181) . 
Non ho alcun pregiudizio ed amo il confronto, per cui, nel ringraziarli per aver permesso questo dibattito online, colgo l'occasione per rispondere loro con un altro commento che pubblico peraltro integralmente di seguito e che spazia da tematiche squisitamente massoniche ad aspetti relativi al movimento operaio e socialista nel suo complesso.

L. B.


Innanzitutto permettetemi di ringraziarvi per aver dedicato addirittura un articolo ad un mio semplice commento. Saranno felici anche le mie piccole, medie e grandi fans, che colgo l'occasione per salutare ;)
Ora, è chiarissimo il pregiudizio dell'articolista nei confronti della Massoneria e, si sa, sradicare un pregiudizio è pressoché impossibile. Specie se radicato negli anni. Per cui risponderò senza alcuna pretesa di fare ciò. Personalmente, ad ogni modo, ho un solo pregiudizio: quello nei confronti di tutti gli intolleranti.
La persecuzione antimassonica ci fu e c'è tutt'ora, anche se in forme diverse. Ci fu ai tempi dell'Inquisizione cattolica (vittime il poeta Tommaso Crudeli ed il conte di Cagliostro) e ci fu durante il nazismo, ove finirono nei lager molti massoni. In Italia, molti di costoro, finirono invece al confino. In merito vi invito ad approfondire testi di Storia accreditati e ne parla anche un romanzo italiano "Il ramo d'acacia" di Enrico Proserpio, purtroppo di difficile reperibilità (ma da me recensito anni fa http://www.liberalcafe.it/sunday/2151/libri/il-ramo-dacacia.html) in quanto edito da una piccolissima casa editrice (se non autoprodotto).
Permettetemi anche di farvi notare che ai tempi di Palermi la Gran Loggia d'Italia (GLDI e non GLI), si chiamava Serenissima Gran Loggia d'Italia e che quanto è scritto nell'articolo è pura fantasia complottistica (abbondantemente dimostrato da chi ????) giacché il fascismo fece chiudere le logge nel 1925 e iniziò una dura persecuzione.
Vi invito in proposito a studiare i testi del prof. Aldo A. Mola, ma ve ne sono moltissimi altri di storici altrettanto accreditati. Non roba per complottisti style Abate Barruel e roba clericale varia insomma (stupisce che un sito che si dice comunista attinga a fonti clericali e borghesi style Sole24Ore, ma tant'è, sarà un segno dei tempi...del resto il vecchio PCI è oggi rappresentato al governo dai difensori del capialismo assoluto...sic !).
Relativamente al punto in cui vengono tirati in ballo gli aspetti cosiddetti "esoterici" del nazismo, si sappia che questi non hanno alcuna attinenza diretta con la Massoneria, ma furono false interpretazioni "esoteriche" di taluni personaggi dell'epoca che, peraltro, stravolsero completamente anche gli insegnamenti di Madame Blavatsky. Di questo parla diffusamente lo storico Giorgio Galli ed anche il sottoscritto nel saggio "Universo Massonico".
Equiparare nazismo ad esoterismo serio equivale ad equiparare il terrorismo all'Islam intero. C'è chi lo fa e lo ha fatto in tempi anche recenti, ma personalmente trovo tutto ciò una aberrazione.
Nell'articolo noto peraltro che si accenna ad Aleister Crowley quale artefice di chissà quali cambiamenti nella Storia. La cosa, permettetemi, mi fa un po' sorridere. Crowley, tipo parecchio simpatico e a tratti comico (ricordo quando si lamentò con il borgomastro di non ricordo quale paese indignandosi che il problema principale di quel paese erano le prostitute. Ed il borgomastro gli rispose: ma qui non ci sono prostitute ! Ed Aleister: Infatti è questo il problema ! :)), amava parecchio stupire. Divenne massone tanto per burlarsi della Massoneria dei tempi, così "ingessata" ed elaborò delle sue interessanti teorie. Fu anche scrittore mediocre. Simpatico, ma l'unica cosa che condizionò fu la controcultura degli Anni '60 e '70 del '900, in particolare i Beatles.
Il resto mi appaiono fantasie storicamente infondate, che personalmente non ho mai letto né udito (mi darete del distratto e/o del duro d'orecchi) se non nei libelli di tal David Ike, fighetto inglese che sui testi complottisti si è costruito una carriera.
Sulla P2 ci sono testi e sentenze. Ne parlo diffusamente anche nel mio saggio "Universo Massonico". Ma siete liberi anche di non credere alla giustizia italiana e a pensare che voi sareste dei giudici migliori rispetto ad altri.
Loggia Montecarlo ? Altra roba complottistica e storicamente infondata. Ma mi rendo conto che la sindrome di Leo Taxil è dura a morire, per cui non perderò ulteriore tempo.
Su che cosa sia la teosofia della Blavatsky e l'antroposofia di Steiner vi rimando ai loro testi. Un po' più ostici rispetto ai libelli complottistici da supermercato, me ne rendo conto. Da notare che queste correnti non hanno nulla a che vedere con la Massoneria. La Società Teosofica è ad ogni modo di derivazione massonica. Ne fece parte anche una bravissima maestra: Maria Montessori. Ed anche un grande rivoluzionario: Gandhi. Oltre che un tipo fisicamente parecchio fico: il sottoscritto ;)
Sulla Rivoluzione cubana e la Massoneria vi invito semplicemente ad andare a Cuba e ad approfondire sul posto. In America Latina, sin dai tempi del rivoluzionario José Martì (ma anche prima) gli ideali massonici di emancipazione sociale hanno sempre prevalso. Vi sembra dubbio ? Approfondite, non rimanete con i paraocchi ! http://unisolanelsole.blogspot.it/2015/04/massoneria.html Qui qualche articolo http://www.ilgiornale.it/news/interni/cuba-patria-massoneria-904092.html, ma ve ne sono numerosi in merito. Ma, ad ogni modo, andate a Cuba e chiedete in giro. Andate magari direttamente alla sede della Gran Logia de Cuba. Ah: la Massoneria è laicissima e non è una religione ! Sul Comandante Eterno Hugo Chavez, la sua appartenenza all'Ordine massonico, affiliato presso la Loggia di Ciudad Bolivar, la dichiarò lui stesso in un discorso nel 2008 e fu confermato dal Gran Maestro della Gran Loggia di Francia Michel Barat in un’intervista ad un giornale venezuelano.
Anche qui, ad ogni modo, fatevi un giro nel Venezuela chavista e noterete come la Massoneria sia, sin dai tempi di Bolivar e De Miranda (eminenti rivoluzionari e massoni) sia da sempre tenuta in grandissima considerazione. Così come lo è in tutta l'America Latina rivoluzionaria ove non a caso convivono ideali, prospettive e principi: massonici, cristiani, socialisti, libertari che hanno permesso proprio in questi anni il suo grande risveglio (come ai tempi del massone Allende o del massone e teosofo Sandino).
In merito alla Massoneria nei Paesi latini scrissi un recente articolo: http://www.pensalibero.it/2016/06/27/la-massoneria-dellamerica-latina-dei-paesi-latini-un-esempio-emancipazione-sociale/
Quanto alla Prima Internazionale mi permetto di dire di essere anche uno studioso ed appassionato di quel periodo e di storia del movimento operaio risorgimentale ed ottocentesco.
In realtà Mazzini (che fu carbonaro, ma non massone !) e Bakunin (che fu massone al solo scopo di propagandare gli ideali anarchici nelle logge) furono espulsi anche per ben altri motivi, ma ad ogni modo fu proprio la loro espulsione e quella di mazziniani ed anarchici, l'inizio della sconfitta del movimento operaio internazionale che ancora oggi fatica a trovare uno suo sbocco.
Marx non nutriva simpatia per le società segrete rivoluzionarie e allora ? Anche Mazzini non simpatizzava per la Massoneria dicendo che si occupava poco di unità italiana e più di questioni spirituali. E allora ?
Oggi le cose sono cambiate e, per quel che mi riguarda, da mazziniano e garibaldino, da anarchico e socialista rivoluzionario non marxista (ma che ritiene utile approfondire il pensiero di Marx) ritengo che la crisi della Prima Internazionale (ne ho scritto in molti articoli) coincida con l'avanzare della borghesia e la sconfitta degli ideali di emancipazione che oggi sono stati schiacciati proprio da quella sinistra che - come ricorda il già comunista Jean-Claude Michéa - ha abbracciato il capitalismo assoluto (http://amoreeliberta.blogspot.it/2016/02/il-vicolo-cieco-delleconomia-articolo.html).
Il discorso ad ogni modo è molto lungo (da me trattato, ma lo sarà ancora in altri scritti) ma rammenterete che Marx ed Engels (che non si definivano certamente di destra, ma nemmeno di sinistra nel senso illuministico-borghese) MAI avrebbero voluto fondare un partito elettoralistico di stampo borghese. E così Mazzini, il cui Partito d'Azione era un partito di combattenti e rivoluzionari (come ricordai anche nell'ultimo congresso del PRI: https://www.youtube.com/watch?v=-C0EpA8Rvp0
Curioso che invece i seguaci occidentalistici degli ideali marxisti abbiano invece fondato dei partiti elettoralistici (non a Cuba, non in Urss, ove peraltro inizialmente i Soviet avrebbero dovuto essere delle assemblee di tipo democratico).
Curioso anche che ad esempio il PCI abbia, con diversi suoi esponenti, abbracciato atlantismo e capitalismo: pensiamo al Napolitano che avalla la guerra in Libia contro Gheddafi, ovvero l'invasione di uno Stato sovrano, peraltro socialista ed al D'Alema della guerra nell'ex Jugoslavia....per non parlare delle riforme di stampo capitalista avallate dagli eredi del PCI oggi al governo ed al governo anche con il capitalista Prodi !).
Mi rendo conto di essere andato fuori tema, ma i discorsi sono molti e prendersela con l'associazione umanitaria massonica (come la definì il Generale Eterno Garibaldi) e non con i diretti responsabili dell'avanzare del capitalismo assoluto borghese e finanziario mi appare davvero ridicolo. Anzi, davvero molto triste.



Luca Bagatin
www.amoreeliberta.blogspot.it

lunedì 22 agosto 2016

"Rébellion" e l'Organizzazione Socialista Rivoluzionaria Europea: il Socialismo è tornato ed ha i colori della Francia e dell'Europa Rivoluzionarie ! Articolo di Luca Bagatin

Il cosiddeto “socialismo europeo” sembra essere morto da tempo, avendo i suoi sedicenti esponenti abbracciato il capitalismo assoluto, così come ci ricordano i filosofi anticapitalisti Alain De Benoist e Jean-Claude Michéa nei loro numerosi interventi e saggi, molti dei quali abbiamo anche spesso recensito.
Stiamo parlando dello pseudo socialismo degli Hollande e degli eredi di Zapatero; quello dei Blair e degli Schultz, passando per Matteino Renzi ed il centrosinistro PD.
Costoro, lungi dall'essere socialisti, bensì difensori del progressismo e dell'illuminismo borghese cosmopolita ed indifferenzialista, ovvero del capitalismo, sono infatti i difensori delle politiche imposte dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea; delle privatizzazioni selvagge; del precariato lavorativo (vedi i vari “Jobs Act” e “Loi Travail”); sono i difensori del rafforzamento delle élite economiche e della conseguente perdita della sovranità nazionale delle comunità e dei cittadini che le compongono; sono i difensori dell'apertura indiscriminata delle frontiere e del conseguente sfruttamento della manodopera a basso costo; del rafforzamento delle istituzioni europee a discapito delle identità e delle diversità nazionali e dei rispettivi popoli e, non ultimo, sono i difensori della permanenza nel territorio europeo delle basi militari statunitensi e di quel Patto Atlantico giustamente criticato dal Generale Charles De Gaulle in nome della sovranità e dell'indipendenza economica e militare dell'Europa.
Ecco dunque che, in contrapposizione a lorsignori della “sinistra del Capitale” (“gauche du Capital” o “gauche au caviar”), si affaccia in Europa e nella fattispecie nell'avanguardista Francia l'Organizzazione Socialista Rivoluzionaria Europea (OSRE), sorta nel 2009 grazie al contributo dei redattori della rivista “Rébellion”, fondata a Tolosa nel 2003 ed animata principalmente da Louis Alexandre, Olivier Gnutti e Jean Galié.
Un'Organizzazione che, per la prima volta, andando oltre le contrappositioni borghesi Destra/Sinistra, riprende in mano gli ideali della Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864 ed è erede del socialismo francese nelle sue diversità, ovvero quello di Proudhon, Pierre Leroux, Sorel, Blanqui e della Comune di Parigi e del Nazionalbolscevismo di Niekish. Un socialismo rivoluzionario che, come recita la descrizione presente nel sito ufficiale (scaricabile al link: http://rebellion-sre.fr/osre/) sia rispettoso delle identità di ciascun popolo; rigetti il burocraticismo statalista e sostenga, invece, la democrazia partecipativa all'interno di uno Stato di tipo federalista.
In questo senso l'OSRE si batte contro l'Europa tecnocratica di Bruxelles, che è semplicemente una forma di “parodia della sovranità” ed è agli antipodi di ogni tipo di principio di sussidiarietà e di democrazia sociale.
Scopo principale dell'OSRE è costituire una piattaforma anticapitalista e di critica alla società mercificata e mercantile che compra e vende ogni cosa – persino l'”amore” (sic !) attraverso i più svariati siti d'incontri online (sic !) - schiavizzando così i popoli ed i lavoratori.
Popoli e lavoratori che devono assolutamente riappropriarsi della loro sovranità nazionale, politica, sociale, ovvero di tutti quegli aspetti che la globalizzazione ha loro tolto negli ultimi decenni. In questo senso l'OSRE si propone quale interprete di una società che proponga a ciascuno di vivere dignitosamente, mettendo fine al profitto ed all'interesse egoistico ed individualistico.
L'OSRE – come peraltro indicato nel suo manifesto programmatico scaricabile al link http://rebellion-sre.fr/osre/manifeste/, propone la trasformazione delle forme di proprietà attraverso l'autogestione delle imprese da parte dei lavoratori medesimi e la trasformazione delle forme di produzione e di lavoro liberando i lavoratori dalla schiavitù del salario e proteggendo l'ambiente, inteso sia come luogo di lavoro che come ecosistema nel quale i cittadini si trovano a vivere.
In questo senso i rappresentanti dell'OSRE ritengono prioritarie forme di nazionalizzazione e contestuale socializzazione di tutti i settori industriali e finanziari del Paese, rivalorizzando così il sistema dei servizi pubblici alla comunità a cominciare dalla sanità e dal sistema scolastico.
L'OSRE, come dicevamo, si propone di restituire il potere al popolo, che è appunto il fondamento della democrazia in generale e della democrazia partecipativa in particolare. Nel Manifesto programmatico si esplica infatti chiaramente che l'obiettivo dell'OSRE è una democrazia partecipativa di tipo federalista, fondata su comitati ed assemblee popolari, dando particolare importanza ai Comuni ed ai consigli di fabbrica, permettendo così ai lavoratori di creare delle libere associazioni di produttori.
L'OSRE non ha un programma politico definitivo, bensì l'Organizzazione e la sua rivista “Rébellion” sono un luogo di discussione aperto a militanti e simpatizzanti di ogni età e nazionalità ed è possibile abbonarsi anche dall'Italia (cosa che ho personalmente fatto, aderendo anche all'OSRE) ad un prezzo davvero simbolico, seguendo le indicazioni al link: http://rebellion-sre.fr/boutique/abonnement-a-rebellion-6-numeros-2/
Louis Alexandre e Jean Galié hanno peraltro pubblicato un saggio - con prefazione di Alain De Benoist - dall'emblematico titolo “Rébellion, l'Alternative Socialiste Révolutionnaire Européenne” (Ribellione, l'Alternativa Socialista Rivoluzionaria Europea) nel quale è spiegata la prospettiva programmatico-ideale dell'OSRE e del Socialismo Rivoluzionazio europeo. Il saggio è acquistabile in formato e-book al link: http://alexipharmaque.eu/ebook/rebellion-l-alternative-socialiste-revolutionnaire-europeenne-de-louis-alexandre-et-jean-galie.
Il Socialismo è quindi tornato ed ha i colori della Francia e dell'Europa Rivoluzionarie !

Luca Bagatin

sabato 20 agosto 2016

Onore al Generale ! Onore a Garibaldi ! by Luca Bagatin

Penso che a Garibaldi molti non perdonino la passione, l'aver agito più con il cuore che con la testa.
Per molti è incomprensibile gettarsi in battaglia solo per passione, per amore del prossimo, senza troppo pensarci.
Per molti è assurdo pensare che un uomo abbia aderito a molte iniziative e poi, alla fine della sua vita, schifato dalla pochezza degli uomini, abbia abbandonato tutte le cariche che questi gli avevano attribuito ed abbia preferito ritirarsi nella sua Caprera a fare il contadino.
Gli italiani capiscono di più Mazzini, che fu un rivoluzionario intellettuale, ma capiscono meno Garibaldi, che fu un rivoluzionario autodidatta, un uomo di fatica nato, vissuto e morto povero.
Personalmente, senza nulla togliere a Mazzini, capisco di più Garibaldi. E per Garibaldi sarei morto volentieri.


Luca Bagatin

"Power & Revolution": l'ultima generazione di simulatore geopolitico per pc targato Eversim. Articolo di Luca Bagatin

Giocare imparando o, meglio, imparare a conoscere giocando.
Questa frase potrebbe riassumere la “mission” della casa produttrice francese di videogame “seriosi” e geopolitici, ovvero la Eversim (www.eversim.com), di cui abbiamo spesso parlato in altri articoli.
Eversim ha di recente elaborato un nuovo simulatore geopolitico chiamato “Power & Revolution”, che è l'evoluzione dei passati “Commander in Chief” del 2007, di “Rulers Of Nations” del 2010 e di “Masters of the World” del 2013.
“Power & Revolution”, quale quarto capitolo della saga, si propone di rivoluzionare radicalmente la filosofia e la giocabilità dei suoi predecessori. Oltre alla possibilità di gestire una qualsivoglia nazione del Pianeta sia in termini politici che economico-sociali e legislativi, interpretando il ruolo del Capo di Stato e/o di Governo della nazione in questione, “Power & Revolution” permette al giocatore di interpretare il ruolo del capo di qualsivoglia partito di opposizione della nazione prescelta, oppure del capo dei rivoluzionari o degli indipendentisti nel caso in cui si decidesse di giocare lo scenario relativo ai colpi di Stato o alle lotte di liberazione/indipendenza nazionale.
La particolarità di questo tipo di simulatori è l'assoluta fedeltà alla realtà geopolitica odierna: i Capi di Stato hanno le sembianze dei Capi di Stato attualmente in carica e così tutti gli altri politici di maggioranza ed opposizione (solo i nomi sono, comprensbilimente, diversi). Ed anche i dati economico-politico-sociali con i quali ci si trova ad operare sono assolutamente realistici.
Gli obiettivi dei gioco sono presto detti: nel caso in cui si decidesse di giocare lo scenario “governativo”, il nostro Capo di Stato avrà il compito di risollevare le sorti economico-sociali del Paese senza incorrere in manifestazioni di piazza e/o in tentativi di colpi di Stato che comunqe in “Power & Revolution” avrà la possibilità di sedare e soffocare gestendo direttamente le operazioni di polizia e/o dell'esercito schierato a proteggere le varie città interessate dalla manifestazione. Per poter rimanere in carica, ad ogni modo, dovrà – come nella realtà – affrontare le elezioni e condurre, vittorioso, la sua campagna elettorale. E qui la simulazione di gioco è davvero realistica: innanzitutto dovrà raccogliere fondi per il suo partito attraverso il lancio di campagne di sottoscrizione o trovando sostenitori privati (non sempre legali...con il rischio di essere scoperto e quindi di perdere voti e sostegni !).
Successivamente dovrà elaborare la sua strategia elettorale ed il suo programma, attraverso apparizioni televisive e comizi pubblici nei quali lo esporrà. In questo caso il giocatore dovrà scegliere le tematiche più “scottanti” da affrontare e farle presentare al suo Capo di Stato, il quale apparirà sullo schermo e parlerà ai suoi potenziali elettori, tentando di convincerli (evitando ad ogni modo di scontrarsi con la linea ideologica ufficiale del partito) sino a che...effettuerà il suo ultimo dibattito televisivo con il capo del maggiore partito di opposizione e dovrà sfidarlo in un match sulle proposte concrete che porrà ad entrambi l'intervistatore televisivo.
Alla fine i risultati delle elezioni, partito per partito, saranno visibili attraverso una grafica molto accattivante e sarà così decretato il vincitore che, nel caso fosse riconfermato il Capo di Stato da noi interpretato, potrà continuare a governare indisturbato sino alla fine del suo mandato.
La medesima sorte è riservata al capo del partito di opposizione che sceglieremo nell'apposito scenario. In questo caso il nostro compito sarà quello di contrastare le politiche governative, attraverso non solo i voti contrari in Parlamento, ma anche attraverso manifestazioni e sit-in di piazza e dichiarazioni televisive e sulla stampa (il simulatore prevede l'esistenza di un vero e proprio quotidiano di informazione aggiornato settimanalmente !). In casi estremi potremmo anche decidere di far passare il nostro partito alla clandestinità e quindi tentare un arduo colpo di Stato al fine di defenestrare il Capo di Stato in carica con la forza.
Il terzo scenario innovativo proposto da “Power & Revolution” è lo scenario delle rivoluzioni, ove ci troveremo ad interpretare il capo di un qualsivoglia movimento terroristico o di liberazione nazionale esistente. Questo è uno scenario prettamente militare e quindi il nostro compito sarà quello di reperire il danaro sufficiente ad armare le nostre truppe, reclutare mercenari ecc... intessendo inoltre fitte relazioni internazionali e gestendo direttamente le nostre truppe alla conquista del Paese.
Gli scenari sono molto realistici ed attuali. Si pensi ad esempio al conflitto in Siria ed in Libia, ma anche quello dell'Ucraina contro il Donbass, alla situazione yemenita, al movimento di liberazione curdo e così via... e permettono al videogiocatore di avere un'idea più precisa di quanto sta avvenendo attualmente nel mondo e le dinamiche geopolitiche che a questi eventi sottendono.
Molto accattivante anche lo scenario relativo alle elezioni USA 2016 ove è possibile scegliere un qualsiasi candidato dei Democratici e dei Repubblicani e farlo concorrere alle elezioni, facendogli presentare proposte concrete e facendolo dibattere pubblicamente con il suo rivale, sino alla notte dei risultati ove comparirà la cartina degli Stati Uniti d'America con tanto di Stati conquistati dall'uno o dall'altro candidato.
Eversim, del resto, nasce come azienda leader nel settore dei videogiochi educativi ed è attualmente l'unica ad offrire prodotti relativi a questa specifica categoria.
“Power & Revolution”, ultimo ma forse non definitivo capitolo della saga dei pc game geopolitici, ci appare davvero uno strumento ludico molto profondo, adatto a videogiocatori ed a cultori di politica internazionale di tutte le età. E' acquistabile sia direttamente dal sito web dedicato: www.power-and-revolution.com che sulla piattaforma Steam al link: http://store.steampowered.com/app/467520/?snr=1_7_15__13.

Luca Bagatin

Esportazione dei "diritti umani" ? No grazie.

Gli "esportatori di diritti umani" sono più spesso "importatori di casi umani" da sfruttare ed immettere nel circolo della criminalità più o meno organizzata.
Diffidate dalle oligarchie occidentali ! Diffidate !

 

martedì 16 agosto 2016

In memoria di Alessandro conte di Cagliostro: un Grande Iniziato d'Amore e Libertà

Ad agosto si celebra il ricordo della (presunta) morte fisica del Grande Iniziato Alessandro conte di Cagliostro, torturato dall'Inquisizione cattolica per il solo fatto di essere massone e di essere stato peraltro il primo grande riformatore della Massoneria del Suo tempo, attraverso l'introduzione e la pratica del Rito Egizio da egli ideato e sviluppato ed oggi pressoché dimenticato.
Alassandro Cagliostro è una delle figura ispiratrici del nostro pensatoio "Amore e Libertà" e lo è in quanto la sua vita fu l'esempio stesso delle sue opere, spesso osteggiate dal Potere della Sua epoca.
Qui di seguito vogliamo riportare due articoli dell'ideatore e presidente di "Amore e Libertà" Luca Bagatin relativi a Cagliostro, contenuti peraltro anche nel suo primo saggio "Universo Massonico" (Bastogi editrice). 
E' a Cagliostro, oltre che al Cristo, che le nostre preghiere sono sempre rivolte affinché ci illuminino lungo il cammino.





ALESSANDRO CAGLIOSTRO CONTRO GIUSEPPE BALSAMO
articolo di Luca Bagatin tratto da
YR MAGAZINE NR. 4
RIVISTA UFFICIALE DELL'ARCO REALE IN ITALIA - RITO DI YORK

Un Grande Iniziato, contro un vile ciarlatano prezzolato ad hoc per screditare il primo, interpretando la sua parte.
La rilettura della vita e dell'insegnamento del Gran Cofto a partire dalle opere di Pier Carpi, Marc Haven, Carlo Gentile e Giuseppe Abramo: studiosi di esoterismo e misteriosofia.



Esponente della Tradizione esoterica e della Gnosi, il conte Alessandro Cagliostro, di origini portoghesi, coniò il trinomio Fratellanza, Uguaglianza, Libertà, poi mutuato dalle Logge Massoniche d'Europa e finanche dalla Rivoluzione Francese, con la quale non ebbe purtuttavia nulla a che spartire. Salvo prevedere l'ineluttabilità dei fatti storici che seguiranno.

Questo è l'autentico Cagliostro: magistralmente descritto in particolar modo da Pier Carpi, studioso di misteriosofia, regista, romanziere e fumettista italiano, che ne realizzò anche un film del '74, tratto dall'omonimo saggio “Cagliostro il Taumaturgo” (rieditato dalle Edizioni Mediterranee, nel '97, con il titolo “Cagliostro il Maestro sconosciuto”) e la cui sceneggiatura fu scritta in collaborazione con un'insospettabile Enrica Bonaccorti e l'allora compagno Daniele Pettinari.
Giuseppe Balsamo, palermitano e di umilissime origini, fu invece un pretesto dei nemici di Cagliostro per incastrarlo e farlo passare per ciarlatano, imbroglione, imbonitore. E lo stesso Balsamo rimase egli stesso vittima peraltro giungendo ad autoconvincersi di possedere poteri taumaturgici !
E di nemici, fra i potenti del Secolo dei Lumi, Cagliostro ne ebbe molti.
La Chiesa in primis, che mal sopportava la nascita e diffusione della Massoneria, specialmente di quella gnostica ed egizia fondata dal Cagliostro stesso con la Loggia “La Saggezza Trionfante” all'Oriente di Lione, ed il suo rifarsi al templarismo di Jaques de Molay ed al Rosacrocianesimo delle origini di Christian Rosenkreutz. Dottrine tutte ritenute in contrasto con il dogma cattolico.
Si pensi, per contro, che Cagliostro fu amico e confidente di Papa Clemente XIII, successivamente assassinato per aver sciolto l'Ordine dei Gesuiti.
Fra i nemici dell'Iniziato abbiamo poi la Regina Maria Antonietta di Francia, alla quale aveva predetto la triste fine se non avesse posto rimedio alle sofferenze del popolo francese e così tutti i nobili europei che temevano la grande popolarità di cui godeva Cagliostro fra gli umili ed i semplici, che curava grazie alle sue mistiche facoltà.
Da non dimenticare la graziosissima figura di Serafina (che i nemici di Cagliostro faranno passare per la sgualdrina Lorenza Feliciani, moglie di Giuseppe Balsamo), sua fedelissima compagna, il cui incontro, Pier Carpi, descrive in un capitolo ricchissimo di suggestioni e dall'emblematico titolo “La Via Iniziatica”.
Un capitolo nel quale è presente l'Iniziazione di Cagliostro agli Antichi Misteri della Tradizione per mezzo del mistico Althotas, suo Maestro Spirituale, che lo introdurrà nell'universo dell'Alchimia e della Teurgia: spiegandogli il significato simbolico della Tradizione Egizia, Rosacrociana e Templare.
La sua Serafina è, invece, Iniziata Gran Sacerdotessa, come indica questo bellissimo passo del capitolo che vorrei riportare: La giovane era come quel giorno nella grotta delle rocce rosse, teneva in mano un calice fumante di verde, presiedeva i lavori sacerdotali del Tempio. Le sue parole erano incomprensibili, mentre il verde fumoso del suo calice saliva verso la statua incarnata di Iside.
[….] Serafina depose il calice, avvolgendosi nel verde a spirale.
- A me il pugnale allora, perché non dovranno avermi ed il segreto del Tempio dovrà perire con me - .
Il volto della Sfinge si rischiarava, il sole dentro di esso ora aveva meno luce, era meno rosso, e la scena che Cagliostro sentiva di vivere si svolgeva nel volto freddo e impenetrabile della Sfinge.
Serafina prese il pugnale che la sacerdotessa gli porse, senza un grido lo portò al petto, dove lo affondò dolcemente. Serafina crollò a terra e la scena disparve. Cagliostro chiuse gli occhi. Era tranquillo, perché sapeva che l'avrebbe ancora incontrata.
Chi muore nel segreto del Tempio, con nel cuore il segreto del Tempio, vive.
E così, terminata l'onirica iniziazione, i due si rincontreranno nel mondo fisico allorquando Cagliostro scorgerà, a Roma, ad un funerale, un carro trainante una bara. Nella bara vi era proprio Serafina, che riconobbe come la compagna iniziata con lui nel Tempio e la risvegliò con un bacio sugli occhi. La fece uscire dalla bara e da allora rimasero alchemicamente uniti sino alla morte.
Pochi altri testi trattano con congizione di causa e documenti alla mano la realtà storica ed esoterica del conte Alessandro Cagliostro.
Penso al volume del martinista ottocentesco Marc Haven (pseudonimo di Emmanuel Lalande), amico di Papus, che scrisse “Cagliostro il Maestro sconosciuto – Studio storico e critico sull'Alta Magia”) ed al ben più recente “Il mistero di Cagliostro ed il sistema egiziano” (Bastogi Editrice) di Carlo Gentile, già Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d'Italia e che ricoprì anche importanti incarichi nell'Ordine Martinista.
Per concludere, vorrei segnalare la bellissima ed approfondita analisi curata sul numero 1 del 2009 della rivista ufficiale del GOI, “Hiram”, dal Gran Segretario Giuseppe Abramo.
Nel suo articolo “Cagliostro” (la cui bibliografia si rifà in toto ai volumi precedentemente citati, più altri testi minori), Abramo, oltre a confutare la tesi Balsamo uguale a Cagliostro, ne analizza la dottrina ed il credo, riassumento la dotta analisi che ne fece il Fratello massone Arturo Righini nella rivista di Studi Iniziatici “Ignis” nel 1925.
Il tutto a partire dagli scritti e dalle affermazioni che lo stesso Cagliostro ci ha lasciato a partire da quella che ritengo la più significativa: Non sono di alcun epoca, né di alcun luogo; al di fuori del tempo e dello spazio il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza, e se immergendomi nel mio pensiero risalgo il corso delle età, se distendo il mio spirito verso un modo di esistenza lontano da quello che voi percepite, divengo colui che desidero. Partecipando coscientemente all'essere assoluto, regolo la mia azione secondo l'ambiente che mi circonda. Il mio nome è quello della mia funzione, perché sono libero; il mio paese è quello in cui fìsso momentaneamente i passi.
Datatevi, se lo volete, da ieri, rialzandovi con l'aiuto degli anni vissuti da antenati che vi furono estranei; o da domani, per l'orgoglio illusorio di una grandezza che non sarà mai la vostra.
Spiace che la notissima e clikkatissima enciclopedia multimediale on-line Wikipedia non citi minimamente né l'opera di Pier Carpi né quella di Haven e sposi invece la tesi dei nemici di Cagliostro, non permettendo così al vasto pubblico di internet di approfondire l'autentica versione.
Ad ogni modo, l'emblematica figura del Gran Cofto Alessandro Cagliostro, dimostra, assieme a quella dell'altrettanto misterioso Conte di Saint Germain e dei fondatori del Martinismo Martinez de Pasqually e Louis Claude de Saint-Martin, come il Secolo dei Lumi non fu solamente mera ragione e mero materialismo, bensì diede l'impulso per una rinnovata apertura verso gli antichi concetti Ellenistici, Ermetici e dunque Gnostici del Vero, del Bello e del Buono.
Che sono anche alla base di ogni Civiltà degna di questo nome.

Luca Bagatin


                                                 CAGLIOSTRO: IL MAGO MASSONE

                                                articolo di Luca Bagatin del 4 luglio 2011

"Cagliostro il Mago Massone" di Philippa Faulks e Robert L. D. Cooper, edito in Italia dalle Edizioni Mediterranee, è l'ultimo libro dedicato al Grande Iniziato del XVIII secolo.
Libro fondamentale e che restituisce finalmente il giusto posto alla figura del conte Alessandro Cagliostro, che, come già scrisse il regista Pier Carpi, non fu il ciarlatano Giuseppe Balsamo.
Come scrivono gli autori Faulks e Cooper, la vita e la morte di Cagliostro sono avvolte da un'aura di mistero, ma, nonostante ciò, i nostri, sono riusciti comunque a raccogliere documenti fondamentali per conoscene i suoi insegnamenti esoterici ed i motivi per i quali la sua fama lo ha accompagnato sino ai nostri giorni.
"Cagliostro il Mago Massone" inizia con la descrizione della vita del conte e dei suoi continui viaggi. Nato nel 1748, probabilmente in Portogallo, il Nostro fu allevato nella città di Medina nella casa del mufti Salahaym dal tutore Althotas.

Sarà proprio Althotas a condurlo in innumerevoli viaggi: da La Mecca, nel 1760, passando per l'Egitto, l'Asia e l'Africa, sino a Malta, ove Althotas morirà.
A Malta, Cagliostro sarà iniziato all'Ordine dei Cavalieri di Malta dal cavaliere Luigi D'Aquino e con lui intraprenderà altri viaggi, da Napoli sino a Roma. Qui, il Nostro, incontrerà e si innamorerà di Serafina Feliciani, figlia di un noto commerciante romano, che diverrà presto sua moglie.
Giunto a Londra, Cagliostro, sarà iniziato alla Massoneria nella Loggia Esperience di Rito di Stretta Osservanza Templare. Correva l'anno 1776.

Cagliostro, invero, proprio grazie agli insegnamenti di Althotas ed a quelli appresi nel corso dei suoi viaggi - specie in Estremo Oriente -  conosceva già i segreti della Teurgia e della Gnosi e si dice fosse in grado di trasmutare i metalli in oro e di curare gli ammalati.
La sua fama, dunque, crebbe ben presto in Inghilterra, ma ciò fu in realtà l'inizio delle sue sventure. Qui, a causa dell'invidia nel suoi confronti, si fece molti nemici che gli causarono false accuse di frode e lo condussero, assieme alla moglie, nelle prigioni di Sua Maestà Britannica.
Nel 1777, i Cagliostro, partirono dunque alla volta di Bruxelles anche grazie all'aiuto dei suoi Fratelli massoni. Successivamente si recarono in Olanda ed anche qui, Cagliostro, non smise di stupire il pubblico con i suoi prodigi e guarigioni. Purtuttavia le sue idee innovative sulla Massoneria - come ad esempio l'iniziazione femminile - gli procurarono altre inimicizie.
Cagliostro mise dunque appunto l'idea di creare una Massoneria di Rito Egizio, con, per le Logge femminili, Gran Mestra sua moglie Serafina. L'idea di Cagliostro, ad ogni modo, era ben più profonda ed attingeva agli Antichi Misteri ed alla teurgia. Il suo scopo ultimo si sostanziava nella riunificazione delle Logge in un'unica Massoneria, che attingesse ai Sacri Misteri dell'Antico Egitto.
I Cagliostro, nel frattempo, giungeranno in Polonia, Prussia e Russia. Saranno accolti con tutti gli onori sia dai massoni che da tutte le Corti europee.
Purtroppo, però, a causa del potere dei suoi numerosi nemici, finirà ben presto in disgrazia. L'ingenuità di Cagliostro, infatti, era pari alla sua erudizione nel campo delle scienze occulte.
Nel 1785, sarà infatti coinvolto ingiustamente nel cosiddetto "Scandalo della collana di Diamanti" ai danni della Regina di Francia Maria Antonietta. Scandalo orchestrato ad arte dalla contessa de La Motte che, ad ogni modo, come predetto dallo stesso Cagliostro, sarà scoperta e condannata ad essere esposta nuda e frustata di fronte alla Conciergerie.
Cagliostro, ad ogni modo, ritenuto complice della de La Motte, anche grazie al già allora nascente giornalismo diffamatorio (si veda il "Courier de l'Europe" dell'epoca, di cui, grazie alle gratuite diffamazioni, diverrà direttore un certo Thevenau de Morande, già precedentemente "amico" di Cagliostro), sarà esiliato dalla Francia e riparerà a Roma.
La Roma papalina di allora, oltre ad essere profondamente arretrata culturalmente ed economicamente, aveva messo al bando i massoni e la Massoneria.
L'ingenuità di Cagliostro gli giocò, dunque, nuovamente, un brutto scherzo. L'Inquisizione cattolica, infatti, lo arresterà, imprigionerà e torturerà con una sola accusa: quella di essere massone.
Il conte Alessandro Cagliostro, infatti, fu condannato unicamente in quanto appartenente alla nobile confraternita della Massoneria. Il suo fu, dunque, il primo atto di massonofobia assieme a quello che colpì il poeta Tommaso Crudeli, altro celebre martire massone.
Questa, in sintesi, la prima parte del libro di Philippa Faulks e Robert Cooper.
La seconda parte inizierà con un'interessantissima documentazione relativa alle origini ed alla storia della Massoneria.
La Massoneria, nata ufficialmente nel 1717 in Inghiliterra, in realtà, ha origini più antiche. Gli autori del volume la fanno risalire almeno al XVI secolo, in Scozia, allorquando William Schaw, Maestro d'Opera alla corte di Re Giacomo VI, decise di istruire i muratori di corte.
I muratori, dediti alla costruzione di cattedrali, erano ad ogni modo completamente analfabeti e digiuni di filosofia e speculazioni di qualsiasi tipo. Schaw decise di istruirli ad un particolare rituale di sua invenzione, gettando così le basi della cosiddetta Massoneria Operativa. Un rituale esclusivo, non scritto ma solamente orale, che conteneva anche insegnamenti filosofici, alchemici, gnostici, esoterici.
Le prime regole furono dettate nella Loggia dei muratori di Edimburgo nel 1598 e diffuse a tutte le Logge di Scozia. Il rituale doveva essere imparato esclusivamente a memoria e per mezzo della cosiddetta "Arte della Memoria", diffusissima durante il Rinascimento. Ovvero quella particolare pratica avente origine nell'Antica Grecia, che permetteva agli eruditi di imparare interi volumi a memoria immaginandosi un grande edificio fatto di molte stanze e corridoi. Ad ogni stanza, da immaginarsi il più particolareggiata possibile,  corrispondeva un periodo del volume da ripetere a memoria.
Tecnica che, verosimilmente, Schaw insegnò ai suoi muratori ignoranti ed analfabeti.
Sarà poi nel XVIII secolo che si passerà dalla Massoneria Operativa a quella Speculativa, con l'iniziazione in Massoneria di non muratori, bensì di appartenenti all'aristocrazia, al clero ed alla borghesia. E così, via via, dalla Gran Bretagna, essa si diffonderà in Francia ed in tutta Europa, incontrando subito l'avversione della Chiesa cattolica, la quale non poteva sopportare che potesse esistere un'associazione a lei concorrente in campo spirituale, in particolare un'associazione senza dogmi ed unicamente fondata sulla filosofia e le speculazioni umane.
I primi massonofobi, dunque, saranno i cattolici. Nel corso della Storia essi saranno affiancati da comunisti, nazisti e fascisti: il totalitarismo non poteva sopportare la libertà di pensiero.
La terza parte di "Cagliostro il Mago Massone" è ampiamente dedicata alla Massoneria elaborata da Cagliostro, ovvero quella di Rito Egizio, dotata di profondissimi insegnamenti spirituali. Per la prima volta, peraltro, viene riportato interamente il rituale originale scritto da Cagliostro: composto da Statuti e Regolamenti, Preparazione della Loggia e Catechismi e conservato attualmente in originale presso il Museo della Gran Loggia di Scozia.
Infile, gli autori, dedicheranno un intero capitolo di commento al rituale stesso, ricco di simbolismo e significato.
Chi ama ed ha amato Cagliostro non può dunque non leggere ed appassionarsi a "Cagliostro il Mago Massone". Un libro di cui sentivamo tutti l'esigenza per riportare alla luce uno fra i più grandi massoni e mistici che la Storia abbia mai conosciuto.




Luca Bagatin 

E' uscito l'ultimo numero della rivista francese "Rébellion" !

E' uscito l'ultimo numero della rivista bimestrale "Rébellion" degli amici dell'Organizzazione Socialista Rivoluzionaria Europea (OSRE) (www.rebellion-sre.fr).
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sabato 13 agosto 2016

Buon compleanno Fidel: lider maximo della democrazia dei Caraibi !

 
 CUBA: LA DEMOCRAZIA DEI CARAIBI. 
Articolo di Luca Bagatin del 17 luglio 2015
Questa storia di Fidel Castro dittatore e di Cuba quale ultimo avamposto del comunismo stalinista cominciava ad andarmi stretta.

La propaganda radical-liberal-edonista mi aveva stancato da tempo e francamente iniziavo a trovarla pretestuosa e presuntuosa.

Ora, io non sono comunista anche se non mi ripugnerebbe affatto esserlo. Ciascuno ha le sue idee ed io le rispetto quasi tutte. Solo che dei comunisti non ho mai accettato la visione materialistico-economicista, che peraltro è la medesima dei liberali.

Sono da sempre un ammiratore del Generale Juan Domingo Peron, ex Presidente dell'Argentina che disse un giorno che a lui non importava se Fidel Castro e Che Guevara fossero comunisti. Per lui erano dei giustizialisti, nel senso che avevano fatto del bene al popolo cubano.

Ecco, la penso esattamente come lui.

Senza Fidel Castro e Che Guevara Cuba sarebbe ancora sotto il tallone del dittatore e criminale Fulgencio Batista il cui unico scopo era intascarsi i danari degli yankee e della mafia e sfruttare il suo stesso popolo.

Fidel Castro a differenza di Che Guevara, che fu un marxista della prima ora, era un comunista utopista. La stessa “Revolucion cubana” del 1959 non fu una rivoluzione socialista, bensì una rivoluzione di popolo e per il popolo. Il socialismo arrivò dopo, ma spesso in forme piuttosto libertarie, autogestionarie, piuttosto che comuniste/collettiviste tout-court.

Soprattutto nessuno dei rivoluzionari si sognò mai di esportare la rivoluzione, ma nessuno di loro rinunciò a dare sostegno ai movimenti di emancipazione sociale e nazionale in giro per il mondo: dall'Angola sino al Sudafrica che subì – sino al benefico ed auspicato trionfo di Nelson Mandela – il regime dell'apartheid.

Sì, è vero, Cuba si alleò ai sovietici. Avrebbe potuto rimanere un Paese non allineato ed invece si alleò con i russi. Ma che avrebbero mai potuto fare Fidel ed il Che con un embargo economico e con un rischio d'invasione da parte degli yankee ? Perché mai rinunciare alla sovranità nazionale e rischiare, oltretutto, di morire completamente di fame ? Ricordo che la stessa Repubblica libertaria di Fiume di Gabriele d'Annunzio si fece riconoscere dai sovietici. Certo, i russi erano una dittatura e nemmeno delle migliori, ma dall'altra parte era davvero così rosea la situazione come ci hanno fatto credere per decenni di pubblicità commerciale edonista e rimbabimento politico ? Gente che bambarda altra gente inerme e che impone il proprio sistema economico “libero”, può dirsi una democrazia ? Un governo che fa pagare le cure mediche a chi non ha danaro è una democrazia ? Un sistema politico che prevede la concorrenza fra candidati che spendono milioni di dollari o di euro a caccia di voti...anziché spenderli in progetti sociali, culturali ecc...è una democrazia ?
Lo ripeto, non sono né sarò mai comunista, ma sicuramente non dirò mai che il sistema yankee o capitalista sia un sistema democratico e civile. Sono entrambi sistemi criminali e antiumanitari e ne ho già spiegato le ragioni in innumerevoli articoli, oltre che nel mio ultimo saggio.
A Cuba la sanità è gratuita ed i medici sono all'avanguardia. Ed operano in tutto il mondo, senza egoismi. Ma questo quasi nessun giornale “libero” lo scrive.
A Cuba è riconosciuta la libertà di culto, anche se ho sentito assurde leggende metropolitane che vorrebbero che a Cuba il Natale non si fpotesse festeggiare sino al 1998, allorquando il papa dei cattolici incontrò il Lider maximo.
A Cuba peraltro i massoni – cosa strana...visto che persino nell'Italia degli Anni '90 sono stati perseguitati – sono liberi di riunirsi nelle loro Logge. Che sono peraltro molto numerose sull'isola caraibica, anche perché la gran parte dei rivoluzionari appartenevano alla Massoneria.
A Cuba l'istruzione è libera e gratuita e l'analfabetismo è praticamente debellato, come, nonostante l'embargo economico, la gente non muore più di fame.
Oltretutto i diritti umani sono rispettati...nonostante ciò che ci raccontano dalle nostre parti.
I diritti delle donne sono esattamente gli stessi rispetto a quelli degli uomini e l'Assemblea Nazionale, ovvero il Parlamento cubano, è composto da quasi il 50% di donne. Eh sì, perché anche Cuba ha un Parlamento regolarmente eletto a suffragio universale e Fidel Castro o, meglio, oggi suo fratello Raul, non ha affatto un potere illimitato.
E sui diritti degli omosessuali, la deputata Mariela Castro, figlia di Raul Castro, si sta battendo affinché possa essere riconosciuto il matrimonio fra persone dello stesso sesso.
C'è un partito unico, il Partito Comunista Cubano (www.pcc.cu), che purtuttavia non si presenta alle elezioni, ma è un simbolo: il simbolo della Rivoluzione. E poi, visto il pluripartitismo elettoralistico dei Paesi cosiddetti “liberal-democratici”...possiamo davvero dire che ciò sia una pecca ? Fra l'altro a Cuba ogni candidato all'Assemblea Nazionale è uguale all'altro, visto che non esiste – come nei nostri Paesi “liberal-democratici” - alcun tipo di propaganda elettorale ove vengono spesi milioni di euro per ottenere voti...spesso frutto di “amicizie” interessate e clientele (sic !).
Oggi finalmente anche il Presidente degli USA Obama ha capito che l'embargo nei confronti di Cuba era una follìa. Per quanto chi scrive teme che Cuba – anche con il possibile arrivo di Dominique Strauss-Kahn (uno che dovrebbe andare a nascondersi visti i suoi trascorsi !) nell'isola quale consulente di Raul Castro...il futuro dei Caraibi sembra tingersi di grigio !
Raul non è Fidel. Così come in Venezuela Maduro non è Chavez. Ma al momento meglio loro che qualcun altro.
Confidiamo ad ogni modo nei popoli caraibici e latinoamericani. Che la Rivoluzione sia sempre nei loro cuori e nelle loro menti e che non finisca tutto come la Grecia di Tsipras: nella resa ai potenti ed agli sfruttatori criminali di turno.

Luca Bagatin
www.amoreeliberta.blogspot.it



mercoledì 10 agosto 2016

Stelle cadenti. Stelle lucenti.

Mi piacciono le donne come lei.
Capire che cosa c'è dietro ai loro occhi. Affrontare la paura di guardarle, perché stai guardando dentro la loro anima. 

Stelle cadenti. Stelle lucenti. 

(Luca Bagatin)


Populismo, Amore e Libertà. Riflessioni (populiste) di Luca Bagatin

Se Deputati e Senatori percepissero uno stipendio di massimo mille euro mensili, si risparmierebbero milioni di euro ai contribuenti.
Un referendum in tal senso sarebbe l'unico veramente serio da fare.


I comunisti italiani, storicamente, sono sempre stati borghesi e non hanno mai voluto superare davvero il capitalismo. Se lo avessero fatto avrebbero cessato di esistere. E ciò non era per loro conveniente.



I migliori rapporti d'amore sono quelli che non nascono, ma rimangono nel cuore delle persone amate e che si amano.



I sogni non aiutano a vivere meglio, ma sono decisamente più stimolanti della realtà materiale che ci circonda.

Rosy Bindi & gli elenchi dei massoni italiani: l'ennesima conferma che paghiamo politici per fare indagini su gente onesta, mentre i veri colpevoli/disonesti (Pier Paolo Pasolini insegnò), tutt'altro che occulti, rimangono a piede libero.




Ritengo che nelle istituzioni ci debbano andare DAVVERO i cittadini comuni.
Al bilancio una casalinga, all'ambiente un operatore ecologico e così via.
Sì, sono populista: la democrazia prevede la partecipazione diretta del popolo.







Chi non è populista è, con tutta evidenza, un oligarca o un difensore dell'oligarchia.

martedì 9 agosto 2016

Giorgia Meloni sbaglia a contrapporre D'Annunzio a Che Guevara, due eroi anti-casta e per l'emancipazione sociale oltre destra e sinistra. Articolo di Luca Bagatin

Giorgia Meloni informa i suoi “amici virtuali” di Facebook che ogni giorno, per tutto il mese di agosto, pubblicherà un aforisma – iniziando da quello celebre di D'Annunzio “Memento audere semper” - e tale notizia, tutto sommato abbastanza marginale, viene ripresa anche da alcuni organi di informazione, in particolare per informare che la sig.ra Meloni intende contrapporre la figura di D'Annunzio a quella di Che Guevara.

Lei infatti scrive che i ragazzi dovrebbero “studiare sui libri di scuola in maniera più approfondita la figura di D'Annunzio”, “un grande italiano che non ha nulla da invidiare a un qualunque Che Guevara, che pure tanti giovani amano indossare sulle loro magliette” ed afferma ciò esaltando l'impresa di Fiume del 1919.

Lodevole il fatto che la Meloni esalti e ricordi l'impresa di Fiume, meno lodevole il suo tentativo di contrapporre la figura del rivoluzionario anti-casta e libertario D'Annunzio all'altro rivoluzionario anti-casta e libertario Che Guevara.

In questo senso, sia gli studenti che la sig.ra Meloni dovrebbero studiarsi approfonditamente sia la figura di D'Annunzio che quella di Che Guevara, ma su testi che hanno trattato tali figure in modo obiettivo e non ideologizzato.

Per quanto concerne Gabriele D'Annunzio, il “Poeta soldato”, il “Vate” per eccellenza, qualche anno fa segnalammo e recensimmo l'ottimo “Manuale del Rivoluzionario”, edito dalla Tre Editori e curato da Emiliano Cannone (http://www.opinione.it/cultura/2014/08/28/bagatin_cultura-2808.aspx). In questo saggio sono riportati discorsi ed aforismi del Vate e che lo consacrano quale miglior rappresentante della cultura socialista rivoluzionaria, anarchica, antiparlamentare ed internazionalista, oltre e contro la destra (rappresentante delle élite monarchiche ed oligarchiche) e oltre e contro la sinistra (rappresentante della borghesia industrialista ed affamapopoli).

Nel saggio, infatti, fra le altre, si riportano le parole ad una celebre intervista a D'Annunzio, il quale affermava che egli ambiva ad un “comunismo senza dittatura” (esattamente come Che Guevara peraltro !) e non a caso fu ammirato da Lenin (il quale inizialmente, nella costituzione dei Soviet, si ispirò agli ideali anarchici) e la Repubblica di Fiume - costituita con il contributo di socialisti rivoluzionari e mazziniani quali ad esempio Alceste De Ambriis - fu l'inveramento di quel comunismo libertario d'annunziano che permise le libertà sessuali (con relativa tolleranza e pratica dell'omosessualità), la libertà di associazione, la libertà di divorziare, la libertà religiosa e la libera ricerca spirituale (l'aviatore Guido Keller e lo scrittore Giovanni Comisso fondarono la rivista “Yoga”, che proponeva una visione esoterica e spirituale della realtà), la proibizione dei crocifissi nei luoghi pubblici, l'assistenza ai disoccupati ed ai non abbienti, la promozione dei referendum, la promozione ed il sostegno alla scuola pubblica, il risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario ecc... tutte cose che nemmeno l'attuale Repubblica italiana di cui Giorgia Meloni è rappresentante, sembra garantire appieno.

Ci chiediamo, peraltro, se queste cose la sig.ra Meloni le sappia (visto che diversi dei punti del programma della d'annunziana e fiumana “Carta del Carnaro” sono in aperto contrasto con gli ideali da lei stessa propugnati). Così come ci chiediamo se la sig.ra Meloni sappia che Gabriele D'Annunzio fosse apertamente e dichiaratamente massone (massone lo fu anche Che Guevara e la gran parte dei rivoluzionari cubani, oltre che fiumani), appartenente alla Serenissima Gran Loggia d'Italia (oggi Gran Loggia d'Italia degli ALAM) e che la stessa bandiera della Reggenza del Carnaro fosse un chiaro richiamo al simbolismo gnostico e massonico, ovvero un uroboro (un serpente che si morde la coda) con al centro le sette stelle dell'Orsa Maggiore.

Gabriele D'Annunzio e gli eroi di Fiume, così come il Che e gli eroi di Cuba osarono ed osarono sempre, inverando appunto il motto “Memento audere semper”. Eroi (anti)politici e contro la realpolitik, alla quale contrapposero l'amore per le genti, per l'umanità, per la libertà intesa come libertà dal bisogno per approdare al sogno di una società o, meglio, di una civiltà umanitaria e comunitaria diversa ed alternativa a quella dei politicanti, degli oligarchi e degli industriali affamapopoli.

Eroi senza compromessi al punto che furono purtroppo sconfitti. La Repubblica di Fiume fu smantellata dall'esercito del Regno d'Italia nel 1921, non senza scontri (si ricordi in proposito il famoso “Natale di sangue”) e, per quanto riguarda Che Guevara, in polemica con il sostegno sovietico dell'Urss a Cuba e con le posizioni di Fidel Castro in merito, si dimise da tutte le cariche e da Ministro dell'Industria ed andò a combattere per i popoli oppressi in Congo ed infine in Bolivia, ove fu ucciso.

Ecco gli eroi da ricordare, celebrare, emulare da tutti e soprattutto dai giovani d'oggi, amebizzati dagli smartphone e dagli (a)socialnetwork. Eroi senza macchia che lottarono a sprezzo del pericolo e mai furono mantenuti ad ufo dai contribuenti.

Ecco perché è errato, come fa la Meloni, tentare di contrapporre D'Annunzio (accreditandolo magari “a destra”, niente di più sbagliato) a Che Guevara (che comunque non va assimilato alla “sinistra”, ma fu personaggio e studioso che andò ben oltre le ideologie illuministico-borghesi).

Nell'ambito del pensatoio che ho fondato - “Amore e Libertà (www.amoreeliberta.blogspot.itwww.amoreeliberta.altervista.org) – non a caso, tanto D'Annunzio che Che Guevara, sono inseriti nel “pantheon” dei nostri ispiratori (si veda il link: http://www.amoreeliberta.altervista.org/html/manifesto.htm) e proprio per le motivazioni che ho già scritto qui, come in altri articoli.

Dunque la Meloni approfitti della “pausa estiva” per leggere gli scritti ed i discorsi politici di D'Annunzio, la Carta del Carnaro e magari i saggi dello storico Giordano Bruno Guerri in proposito, oltre che il saggio a cura di Emiliano Cannone già citato un questo articolo. Eviterà di fare affermazioni imprecise e di contrapporre dei veri combattenti per l'emancipazione dei popoli, i cui ideali, oggi, nella società liquida dei consumi e della casta politica autoconservativa, mancano enormemente.



Luca Bagatin