lunedì 16 giugno 2025

La Repubblica Popolare Cinese condanna l'aggressione israeliana all'Iran e sostiene dialogo, negoziati e de-escalation del conflitto. Articolo di Luca Bagatin

La Repubblica Popolare Cinese attraverso l'Ambasciatore presso le Nazioni Unite, Fu Cong, e il Ministro degli Esteri Wang Yi, ha condannato con forza l'aggressione israeliana contro l'Iran.

L'Ambasciatore Fu Cong, il 13 giugno scorso, in sede ONU ha affermato: “La Cina condanna le azioni di Israele che violano la sovranità, la sicurezza e l’integrità territoriale dell’Iran, si oppone all’intensificazione delle tensioni e all’espansione dei conflitti, ed è profondamente preoccupata per le potenziali gravi conseguenze delle operazioni israeliane. (…) Esortiamo Israele a cessare immediatamente ogni avventurismo militare ed evitare ulteriori crescenti tensioni. Chiediamo a tutte le parti interessate di rispettare la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale, a risolvere le controversie attraverso mezzi politici e diplomatici e a mantenere congiuntamente la pace e la stabilità regionali. 

La Cina è seriamente preoccupata per l’impatto negativo degli attuali sviluppi sui negoziati diplomatici sulla questione nucleare iraniana. La Cina è sempre stata impegnata a risolvere pacificamente la questione nucleare iraniana attraverso il dialogo e il negoziato. Ci opponiamo all'uso della forza e alle sanzioni unilaterali illegali e ci opponiamo agli attacchi armati contro gli impianti nucleari pacifici. Come Stato Parte del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP), il diritto dell’Iran agli usi pacifici dell’energia nucleare dovrebbe essere pienamente rispettato. 

Il 14 giugno, il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi, parlando telefonicamente con il Ministro degli Esteri iraniano Seyed Abbas Araghchi, ha ribadito la condanna nei confronti della violazione della sovranità, sicurezza e integrità territoriale dell'Iran da parte di Israele.

Il Ministro Wang ha inoltre sottolineato che “La forza non può portare pace duratura. Solo sostenendo la visione della sicurezza comune possono essere affrontate a fondo le legittime preoccupazioni di tutte le parti. La Cina ha costantemente affrontato e gestito le questioni regionali basate sui meriti della questione stessa, esortando Israele e Iran a risolvere le differenze attraverso il dialogo e a cercare una via per una coesistenza pacifica. La Cina è pronta a svolgere un ruolo costruttivo in questo senso”.

Dello stesso avviso il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, che, parlando alla stampa, ha esortato tutte le parti a prendere immediatamente misure per ridurre le tensioni e evitare ulteriori escalation, invitandole a creare le condizioni per risolvere le questioni “attraverso il dialogo e i negoziati”.

Luca Bagatin

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giovedì 12 giugno 2025

Cristina Kirchner condannata. La piazza peronista argentina si mobilita contro il golpe giudiziario e così il mondo socialista latinoamericano. Articolo di Luca Bagatin

 

L'ex Presidentessa peronista dell'Argentina, Cristina Kirchner, è stata condannata dalla Corte Suprema argentina a sei anni di prigione, per presunta corruzione relativa al periodo nel quale governò in Paese.

La sentenza è arrivata, guarda caso, prima della sua candidatura alle elezioni legislative di ottobre, che le avrebbe peraltro garantito l'immunità giudiziaria.

Cristina Kirchner, già moglie del compianto Presidente peronista Nestor Kirchner, deceduto nel 2010, ha governato l'Argentina dal 2007 al 2015.

Paladina dei diritti sociali e civili, assieme al marito, attuò un piano di nazionalizzazioni, riuscendo a far fronte alla spesa pubblica galoppante e a ridurre la povertà in tre anni (passata dal 21% all'11%). Finanziò massicciamente il sistema scolastico ed educativo, oltre che assicurò casa e lavoro a disoccupati e disagiati, ricevendo il riconoscimento ufficiale della FAO. Nel 2010 legalizzò i matrimoni omosessuali.

Politiche differenti, opposte a quelle dell'attuale folle Presidente argentino liberal capitalista Milei, che sta facendo tornare il Paese indietro di decenni e sta generando malcontento popolare.

Solidarietà a Cristina Kirchner è arrivata dal Frente de Todos, la coalizione peronista, socialista e comunista che l'ha sempre sostenuta alle elezioni, oltre che da tutta la base peronista del Partito Giustizialista e dell'associazione politica Peronismo Militante.

Il movimento peronista argentino si è mobilitato in suo sostegno, manifestando nelle piazze e denunciando una giustizia a orologeria volta a eliminare la principale rappresentante dell'opposizione popolare.

Di fronte all'ombra della proscrizione che incombe su Cristina, non esitiamo: eravamo, siamo e saremo al suo fianco. Perché la vera lealtà si risponde con più lealtà, impegno e coraggio.

Sappiamo qual è il nostro dovere in questo momento cruciale della Storia: difendere Cristina non come atto individuale, ma come causa collettiva. Perché non si tratta solo di una persona, ma di un progetto di Nazione che incarna i sogni di giustizia sociale, indipendenza economica e sovranità politica. E questo progetto non si negozia: si difende, si milita e si conquista”, hanno scritto i peronisti argentini sui social.

Sostegno alla ex Presidente è arrivato anche dal Presidente socialista della Colombia, Gustavo Petro, il quale su Facebook ha ricordato i numerosi casi di golpe giudiziario contro i socialisti latinoamericani, in tutti questi anni:

Ho appena parlato con Cristina Fernández de Kirchner in Argentina. La mia solidarietà a lei che sta andando in prigione.

Senza dubbio, siamo in tempi difficili. Presidenti come Lula, Pedro Castillo, Cristina Fernández, Rafael Correa, Dilma Rousseff, Zelaya, Manuel López Obrador, Evo Morales, tutti progressisti, il progressismo è vario, hanno subito colpi di Stato, processi ingiusti e carcere per anni.

Dopo 30 anni, quando la strada delle dittature e delle guerre rivoluzionarie è stata abbandonata, la primavera democratica dell'America Latina è in pericolo.

Il cambiamento di politiche dove le estreme destre e destre ammontano ai governi degli Stati, nei centri di potere mondiale, incentivano le rotture democratiche.

L'elettorato di questi Paesi ha preferito, anziché l'imperativa costruzione dell'economia per la vita, decarbonizzata, perseguitare i migranti dei nostri Paesi e far salire l'irrazionalità e il fascismo.

Il comfort illusorio e il guadagno del petrolio possono più della vita dei suoi stessi figli, per il momento.

Ho sempre proposto il dialogo politico come soluzione, ma il fanatismo nei grandi centri di potere economico latinoamericani non preferisce questa strada.

In Colombia stanno già predicando un colpo di stato e non sono solo parole.

Gente di estrema destra colombiana e negli USA, mantengono conversazioni fluide per farlo. Conversazioni che testimoni di queste riunioni hanno registrato e che, secondo me, dovrebbero essere pubblicate, mostrano a che punto arrivano queste intenzioni di sedizione.

In realtà, alla violenza e al colpo si risponde con l'unità pacifica, ma attiva e forte del popolo.

Io arriverò dove il popolo mi dirà, nello Stato sociale di diritto della Costituzione.

Cercherò una soluzione pacifica e negoziata senza che la lotta per i diritti del popolo, la giustizia sociale e la costituzione si ritirino”.

Anche il Presidente socialista brasiliano Lula, peraltro già vittima di un golpe giudiziario, dal quale anni dopo fu scagionato, ha voluto sostenere Cristina Kirchner, sui social, con queste parole: Ho osservato con soddisfazione la serenità e la determinazione con cui Cristina affronta questa situazione avversa e la sua determinazione a continuare a lottare. Le ho parlato dell'importanza di rimanere forti in questi tempi difficili”.

Forte sostegno all'ex Presidentessa argentina e denunce di “golpe giudiziario” sono arrivate anche dal Presidente socialista del Venezuela, Nicolas Maduro; da quello cubano Miguel Díaz-Canel; dal socialista boliviano Luis Arce; dalla socialista messicana Claudia Sheinbaum; dal Presidente socialista cileno Gabriel Boric e dagli ex Presidenti socialisti Evo Morales e Rafael Correa, rispettivamente di Bolivia e Ecuador, anche loro vittime di golpe.

Tutti costoro ritengono che la condanna a Cristina Kirchner sia volta a indebolire il processo socialista in America Latina, la sua sovranità e indipendenza regionale.

Del resto è una storia che anche l'Italia conobbe ai tempi della falsa rivoluzione di Tangentopoli, che colpì tutti i partiti democratici di governo, ma in particolare i socialisti di Bettino Craxi. Leader che guardava a un socialismo largo, ampio, volto al Terzo Mondo, al multilateralismo, alla sovranità, all'indipendenza e alla lotta ad ogni potere forte, nazionale e internazionale.

E' una storia vista anche se in forme diverse - anche ai tempi di Juan Domingo Peron e al golpe che lo colpì nel 1955; ai tempi della detronizzazione di Nicolae Ceausescu (primo in Europa a parlare di nuovo ordine multilaterale) e, in tempi più recenti, di Gheddafi e Assad. Entrambi laico-socialisti, contro ogni fondamentalismo e destabilizzazione.

Il socialismo autentico sembra, dunque, sempre essere il nemico di coloro i quali temono giustizia sociale, emancipazione, laicità, multilateralismo, sovranità e indipendenza economica.

Il nemico di quegli USA che non vogliono rinunciare alla loro supremazia sul resto del mondo e di quegli europei che hanno distrutto il socialismo, dall'esterno e/o dall'interno, per soppiantarlo con irresponsabilità, nuova mentalità da Guerra Fredda e distruzione dello stato sociale, del settore pubblico e dell'indipendenza economica.

Luca Bagatin

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mercoledì 11 giugno 2025

Il socialista slovacco Robert Fico, ancora una volta, contro l'irresponsabilità della Commissione UE. Articolo di Luca Bagatin

 

Il socialista slovacco Robert Fico non demorde e ai diktat di una UE guidata dalla poco responsabile e destrorsa Maggioranza Ursula, proprio non ci sta.

Egli aveva, del resto, già rispedito recentemente al mittente le assurde richieste dell'esponente della destra estone, Kaja Kallas, rappresentante per gli affari esteri dell'UE, affermando: “L'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri, Kaja Kallas, ha messo in guardia i leader europei dal partecipare alle celebrazioni del Giorno della Vittoria che si terranno a Mosca a maggio. (...)

Parto per Mosca il 9 maggio. L'avvertimento della signora Kallas è una forma di ricatto o un segnale che sarò punito al mio ritorno da Mosca? Non lo so. Ma so che siamo nel 2025, non nel 1939.

L'avvertimento della signora Kallas conferma la necessità di un dibattito all'interno dell'UE sull'essenza stessa della democrazia. Tra questi rientrano quanto accaduto in Romania e Francia durante le elezioni presidenziali, i "Maidan" organizzati dall'Occidente in Georgia e Serbia e il modo in cui sono stati ignorati gli abusi del diritto penale contro l'opposizione in Slovacchia.

Signora Kallas, vorrei informarla che sono il legittimo Primo Ministro della Slovacchia, un Paese sovrano. Nessuno può dettare i miei movimenti. Mi recherò a Mosca per rendere omaggio alle migliaia di soldati dell'Armata Rossa caduti per la liberazione della Slovacchia, nonché ai milioni di altre vittime del terrore nazista. Proprio come ho reso omaggio alle vittime dello sbarco in Normandia o nel Pacifico, o come intendo onorare i piloti della RAF. E lasciatemi ricordare che sono uno dei pochi nell'Unione Europea che afferma costantemente la necessità della pace in Ucraina e non sostiene la continuazione di questa guerra insensata.

I commenti della signora Kallas sono irrispettosi e mi oppongo fermamente ad essi”.

Oggi, il socialista Fico, rifiuta, ancora una volta, i diktat della dirigenza UE relativamente all'assurdo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che danneggerebbe ancora una volta la stessa UE, mettendo termine alle forniture di energia russa.

Il nuovo pacchetto di sanzioni predisposto dalla Commissione UE, propone di vietare le transazioni con i gasdotti nord Stream della Russia. La Commissione, ha altresì proposto di abbassare il limite di prezzo previsto dal G7 sul greggio russo, a 45 dollari al barile.

Il Premier slovacco Fico si oppone da sempre a quello che ha definito “suicidio economico” ed in merito ha scritto, sui social:

La Repubblica Slovacca non sosterrà il prossimo 18esimo pacchetto di sanzioni contro la Federazione Russa a meno che la Commissione europea non fornisca una vera soluzione alla situazione di crisi in cui si troverà la Slovacchia dopo un completo blocco della fornitura di gas, petrolio e combustibile nucleare dalla Russia”.

Robert Fico guida il partito socialista democratico Direzione-Socialdemocrazia (SMER), che conta circa il 25% dei consensi e ha una piattaforma che rifiuta le ricette economiche liberali e promuove un'economia fondata sull'intervento pubblico; sulla sovranità nazionale e l'euro-scetticismo e su politiche anti-immigrazioniste, come del resto hanno sempre fatto tutti gli storici partiti socialisti del secolo scorso (molti dei quali totalmente scomparsi in Europa o quantomeno sono scomparse le loro serie leadership), che rifiutavano lo sfruttamento della manodopera straniera a basso costo, promuovendo politiche di cooperazione e partnership con i Paesi del Terzo Mondo e del Sud del mondo.

Si potrebbe dire che Fico è l'unico vero leader socialista in UE, assieme all'ex leader laburista Jeremy Corbyn, oggi deputato indipendente al Parlamento britannico e molto attivo nelle lotte per la pace e contro ogni forma di imperialismo, tanto quanto l'ex laburista George Galloway – entrambi non a caso fortemente critici nei confronti degli pseudo laburisti di Starmer, degni eredi dello pseudo laburista Blair; l'irlandese Mick Wallace e la tedesca Sahra Wagenknecht.

Il socialismo in UE latita, ma, fortunatamente, non è del tutto assente. Quel che è certo è che non è rappresentato dalla cosiddetta “Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici”, che sostiene la guerrafondaia e irresponsabile Maggioranza Ursula.

Luca Bagatin

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martedì 10 giugno 2025

Riflessioni socialiste, massoniche e democratiche sul presente. Di Luca Bagatin

  

https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/670930/ritratti-del-socialismo/  

Massoneria e Socialismo sono metodi e valori troppo seri e elevati per lasciarli nelle mani di "massoni" e "socialisti".

(Luca Bagatin)

Alle elezioni ci sono gli sbarramenti.

Ai referendum c'è il quorum.

Milioni di voti di cittadini italiani non considerati.

Cosa che mi capita da quando ho iniziato a votare (e sono ben oltre vent'anni).

Poi dicono che in Italia c'è democrazia.

Ah sì?

Personalmente non me ne sono accorto.

(Luca Bagatin) 

La mia ironia deriva spesso dalla disillusione nei confronti del genere umano.

Che, per la maggior parte, ama inseguire desideri materiali, lanciare invettive e fottere il prossimo (se e quando gli è possibile).

La maggior parte del genere umano fa questo, anziché adoperarsi per crescere interiormente, studiare, elevarsi.

Se lo fa, lo fa solo per proprio tornaconto.

Ho immensa pena per il genere umano, che non capisce nemmeno il perché, spesso, gli capita di essere comandato a bacchetta, anziché essere libero di fare ciò che vuole.

(Luca Bagatin) 

Non c'è alcuna incoerenza fra l'essere socialista democratico, garibaldino, mazziniano, bonapartista, peronista, socialista del XXI Secolo e dengista.

Perché?

Perché tutti questi aspetti sono uniti da:

Giustizia sociale;

Sovranità nazionale;

Unione fra capitale e lavoro;

Interclassismo;

Società ordinata;

Cooperazione internazionale.

(Luca Bagatin) 

"Non si interrompe un'emozione" è lo slogan che coniò Federico Fellini, denunciando la pubblicità commerciale in televisione, in particolare nei film.

La pubblicità commerciale è la negazione dell'arte e dell'intelligenza umana.

Un pubblicitario potrebbe usare il suo ingegno non già per veicolare bisogni indotti, a coscienze addormentate, ma per elevare le coscienze. E risvegliarle.

L'arte è questo.

Il resto si chiama in ben altro modo.

(Luca Bagatin) 

A volte penso che, il cosiddetto Occidente liberal capitalista, abbia preferito diventare ignorante (distruggendo in primis la scuola pubblica e la cultura in generale) per non fare i conti con la propria Storia.

Che è razzista, suprematista bianca, fintamente democratica (lo è solo esteriormente).

Lo dico dopo anni di analisi. Essendo stato, in gioventù, uno che credeva all'Occidente liberal capitalista.

Che ha tradito completamente i suoi valori.

Valori che, in realtà, non ha mai avuto davvero.

Fu solamente grazie ad alcune correnti spirituali, come la Massoneria, che si ebbe democrazia e libertà.

Massoneria non a caso perseguitata.

E lo è, a vario titolo, anche oggi.

O è stata persino svuotata di significato da parte di boriosi che non comprendono né i Rituali né i Simboli.

(Luca Bagatin)

Una delle ragioni per le quali ho iniziato, negli anni, ad apprezzare la Cina, cercando di approfondirla, è il fatto che per i cinesi la Storia è importante.

Non la dimenticano. Per loro è un punto di riferimento. Per il passato e il presente.

Da noi la Storia è qualcosa di vago, relegato al passato. La si studiacchia a scuola e nulla di più.

E non impariamo nulla da essa.

Mentre i cinesi, un po' come gli Apprendisti Libero Muratori nelle Logge, ascoltano e osservano, in silenzio, noi, come gli stolti, apriamo bocca e le diamo fiato.

Su qualsiasi argomento. Solo perché ne abbiamo sentito dire. Senza approfondimento. Senza osservazione.

Siamo ignoranti, infantili. E non apprendiamo nulla. Sappiamo solo denigrare, distruggere.

Quando, in realtà, facciamo solo sfoggio della nostra stupidità e insipienza profana.

(Luca Bagatin) 

lunedì 9 giugno 2025

Intervista al prof. Giancarlo Elia Valori sul ruolo della Cina e del Sud Globale nell’ordine mondiale che verrà

 

Professor Valori, gli atti eroici della Sua straordinaria madre e il Suo contributo alla pace e all’umanitarismo sono noti e meritori della più alta gratitudine. Le saremmo grati se potesse anche menzionare il fronte principale orientale della guerra antifascista, ovvero il teatro cinese, e il contributo determinante della Cina alla vittoria nella guerra mondiale contro il fascismo.


Ringrazio per il ricordo della mia cara madre. Però prima di tutto vorrei ricordare che la Repubblica della Cina il 14 agosto 1917 entrò nella Prima guerra mondiale, dichiarando guerra alla Germania; e subito occupò Qingdao, la più grande base navale tedesca all’estero, situata sulla penisola dello Shandong. E quando la Conferenza di Versailles (18 gennaio 1919-21 gennaio 1920) assegnò all’Impero nipponico le ex basi tedesche dello Shandong, con l’avallo del governo rinunciatario del primo ministro, Qian Nengxun (10 ottobre 1918-13 giugno 1919) e del presidente della Cina, Xu Shichang (10 ottobre 1918-2 giugno 1922), le correnti intellettuali, letterarie e politiche il 4 maggio 1919 indissero in tutto il paese una serie di proteste, alle quali aderirono anche titolari di piccole e medie imprese, nonché operai. Gli organizzatori si rifacevano al Movimento di nuova cultura, nato nel 1915 e sviluppatosi presso l’Università di Pechino, ove si esaltava l’importanza della scienza e della democrazia, respingendo la cultura tradizionale cinese. Il Movimento del 4 maggio, segnò – secondo la storiografia cinese – l’inizio della storia contemporanea.
Per quanto riguarda la Seconda guerra mondiale il 15 agosto 2025 sarà l’LXXX anniversario della sconfitta giapponese. L’invasione, l’aggressione e l’occupazione nipponica di molte parti della Cina, ha comportato innumerevoli crimini di guerra (sperimentazione umana, uso di armi chimiche, omicidi di massa, lavoro forzato, politica sulla schiavitù sessuale, arresti arbitrari, torture indiscriminate, uccisione di persone innocenti, cannibalismo, ecc.). Ovunque andassero i soldati giapponesi, le case e le fabbriche erano distrutte, le risorse e la ricchezza saccheggiate, le donne violentate e le vite delle persone massacrate. La maggior parte delle prove della suddetta brutalità fu distrutta e nascosta dal governo giapponese prima che Tokyo firmasse formalmente la resa il 2 settembre 1945.
Molti storici, e il sottoscritto personalmente, ritengono che il vero inizio della Seconda guerra mondiale si ebbe in Cina nel 1936 e non in Polonia nel 1939 come comunemente si sostiene. Ma andiamo con ordine.
Il 19 settembre 1931 il Giappone attaccò la Manciuria. Il 7 novembre dello stesso anno il Partito Comunista Cinese (fondato dieci anni prima) eresse la Repubblica Sovietica Cinese nello Jiangxi, primo ministro: Mao Zedong (1893-1976). Già dal dicembre 1930 era iniziata di fatto la guerra civile. Cinque campagne di annientamento verso i comunisti volute da Jiang Jieshi si concluderanno nell’ottobre 1933 prostrando i comunisti. Questi dall’ottobre 1934 sino allo stesso mese dell’anno successivo daranno vita alla leggendaria Lunga Marcia dei Diecimila Li (Changzheng) per passare dallo Jiangxi, ormai indifendibile allo Shaanxi. Dodicimila chilometri impervi percorsi dall’Armata Rossa (fondata nel 1927; poi Esercito Popolare di Liberazione). Partirono in 130mila contro 400mila, e arrivarono a destinazione solo in 20mila.
Nel 1936 Jiang Jieshi giunse al culmine del proprio potere controllando 11 delle 18 province cinesi. Però il 7 luglio i giapponesi attaccarono la Cina. E da questa data iniziò effettivamente la Seconda guerra mondiale in cui la Cina (non ancora Repubblica Popolare) dette il contributo di 35 milioni di morti, superiore ai 26 milioni di morti patiti dall’Unione Sovietica, nella guerra mondiale contro il fascismo. Per cui il contributo cinese alla vittoria è stato il più alto fra tutti i Paesi in guerra.

Quali sono le sue idee sull’ordine internazionale nato dal secondo dopoguerra? E il ruolo fondamentale delle Nazioni Unite? E il valore attuale del multilateralismo?


L’ordine mondiale nato dopo la Seconda guerra mondiale, ed entrato in crisi una prima volta il 15 agosto 1971 – con la fine della parità fissa definita con gli Accordi di Bretton Woods (22 luglio 1944), che gli Stati Uniti d’America utilizzarono per far pagare agli europei la loro superinflazione da guerra del Vietnam in parallelo con la costruzione della Great Society di Lyndon Johnson – oggi si basa sulla forza industriale, finanziaria e militare, di Stati Uniti d’America ed Europa, che controllano il capitale di produzione petrolifera, i mercati commerciali, gli insediamenti del dollaro e i corsi d’acqua globali, e costituiscono l’intero ordine mondiale del petro-dollaro, differenziando la Repubblica Popolare della Cina, l’Asia e l’Africa e dividendo il mondo in base alle note considerazioni. O scegli il dollaro o scegli la guerra; ed il dollaro sta soffrendo da molto tempo.
Come in tempi antichi le tribù nomadi bloccavano la Via della Seta e monopolizzavano il commercio tra Oriente e Occidente, gli Stati Uniti d’America e l’Europa stanno frenando e fermando la cooperazione e lo sviluppo dell’intera Asia e dei Paesi in via di sviluppo. Secoli fa, erano una cavalleria della prateria, archi, frecce e scimitarre: oggi è una nave della marina e un sistema finanziario in dollari.
Pertanto, la Repubblica Popolare della Cina e i Paesi produttori di petrolio e in via di sviluppo, sono attualmente alla ricerca di modi per dribblare gli intermediari e fare la differenza. Se c’è un’altra forza potente che può dare garanzie di sicurezza militare e allo stesso tempo offrire fondi e prodotti industriali sufficienti, allora l’intero petrolio può essere liberato dal dominio del dollaro e può commerciare direttamente a confrontarsi con la domanda, nonché persino introdurre nuovi sistemi industriali moderni.
Tenere il petrolio lontano dal dollaro statunitense e dalle guerre e usare il petrolio per la cooperazione, l’assistenza reciproca e lo sviluppo comune sono la voce interiore dell’intero Medio Oriente e dei Paesi in via di sviluppo: una forza che assieme non può essere ignorata nel mondo.
Per cui si auspicano interventi che esprimano una posizione contraria alle guerre tariffarie e alle guerre commerciali, a favore del multilateralismo e contro l’unilateralismo e il protezionismo commerciale. Su queste basi un importante funzionario membri della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo ha sottolineato che, negli ultimi due decenni, la RP della Cina ha sostenuto fermamente il sistema commerciale multilaterale basato su regole, ha praticato un vero multilateralismo, ha partecipato pienamente ai negoziati dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, ha guidato i negoziati in settori quali facilitazione degli investimenti e commercio elettronico, e ha lavorato per le regole dell’OMC al passo con i tempi. La concorrenza deve essere solo leale e basata su regole e leggi. Tal maniera è la norma fondamentale delle relazioni internazionali, in accordo con lo Statuto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite come suo punto di riferimento. Ed appunto un ulteriore passo per un futuro condiviso è migliorare il benessere umano. Occorrono inoltre: scambi culturali per promuovere la conoscenza e l’apprendimento reciproco; lo sviluppo innovativo dell’economia a favore della prosperità comune; garantire la sicurezza internazionale e favorire uno sviluppo ordinato; costruire un sistema di governance globale basato sullo jus gentium, che dall’inizio degli anni Duemila è entrato in crisi; rafforzare l’autorevolezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, i cui documenti sin troppo spesso sono solo carte stracce per alcuni degli stessi findatori dell’ONU e null’altro; far avanzare l’equità e la giustizia affinché si fornisca un approccio pratico e un percorso di pace che sfoci in un reale multilateralismo.

Quest’anno ricorre il 55º anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Italia, nonché il 50º anniversario delle relazioni diplomatiche tra Cina e Unione Europea. In tale contesto, La invitiamo a parlare del concetto cinese di Comunità di destino condiviso per l’umanità, con particolare attenzione al significato delle tre Iniziative Globali: quella per lo sviluppo, per la sicurezza e per la civiltà.


Nel Terzo Millennio le tre iniziative globali: per lo sviluppo, per la sicurezza e per la civiltà (su cui mi soffermerò successivamente in particolare), sono portate avanti dai BRICS, che perseguono il concetto di cooperazione aperta e inclusiva e stanno attirando sempre più Paesi a partecipare – ciò dimostra ancora una volta che la grande iniziativa cinese per costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità è corretta e tempestiva. I BRICS oggi rappresentano una piattaforma strategica per la cooperazione tra paesi emergenti e in via di sviluppo; offrono un canale istituzionale per promuovere iniziative a raggio internazionale; rappresentano la voce dei Paesi del Sud del mondo nel riformare e migliorare l’ordine globale; e si propongono come alternativa ai meccanismi dominati dall’Occidente.
Inoltre il modello “BRICS+” espande la rete di partenariato globale e rafforza la solidarietà e la cooperazione tra gli Stati BRICS e ulteriori mercati. Il meccanismo di cooperazione BRICS si conforma al mondo con la tendenza allo sviluppo della multipolarizzazione e della globalizzazione economica, quindi si attende che tali Paesi diano nuovi e maggiori contributi alla promozione della creazione di un nuovo ordine politico ed economico internazionale che sia più giusto, uguale, equo e democratico.
Tutto questo perché il meccanismo di cooperazione BRICS è un’importante piattaforma per la cooperazione. Quanto più il meccanismo di collaborazione BRICS si sviluppa, tanto più esso può rafforzare il potere della pace mondiale e dello sviluppo, e maggiormente sarà in grado di svolgere un ruolo più vasto nella salvaguardia degli interessi di tutti i Paesi compresi quelli dentro o fuori il gruppo e degli Stati in via di sviluppo.
Il Presidente Xi Jinping afferma che l’impulso al miglioramento delle relazioni internazionali globali sostiene il rispetto della diversità delle civiltà mondiali; la promozione dei valori comuni di tutta l’umanità; l’attribuzione di importanza all’eredità del passato e alle innovazioni coeve e future; il rafforzamento degli scambi e della cooperazione internazionale tra i popoli; e la promozione della coesistenza inclusiva, degli scambi e dell’apprendimento reciproco tra etnie e popoli diversi.
Le iniziative perorate dal Presidente Xi Jinping hanno messo radici e stanno inducendo la comunità internazionale nella giusta direzione dello sviluppo comune, della pace e della stabilità a lungo termine. Guardando al futuro, la Repubblica Popolare della Cina – in specie alla vigilia di queste ricorrenze che stiamo ricordando in questa intervista – continuerà a collaborare con tutte le parti per attuare attivamente le proposte, prettamente cinesi, mirate a una comunità mondiale con un futuro condiviso.

Il principio guida del pensiero attuale cinese mirato alle grandi contraddizioni mondiali e alla loro risoluzione può estrinsecarsi nella forma in cui si manifesta oggi la politica estera di Pechino. La comunità di destino condiviso per l’umanità (Rénlèi mìngyùn gòngtóngtǐ) rappresenta il concetto centrale della teoria diplomatica cinese contemporanea. Si basa sull’idea che tutti i Paesi del mondo condividano interessi e destini comuni, in un’epoca di interdipendenza globale. Questo principio guida propone:

  1. un mondo di pace duratura;

  2. sicurezza collettiva;

  3. prosperità condivisa;

  4. inclusività culturale;

  5. sviluppo ecologico e sostenibile.

È una visione strategica a lungo termine che mira a superare l’unilateralismo e l’egemonia, proponendo invece una governance globale più equa e multilaterale. Tale principio guida è legato alle predette tre iniziative globali (infra), i cui strumenti operativi mettono in pratica la visione della comunità di destino condiviso:

  1. iniziativa per lo sviluppo globale: essa mira a rilanciare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e a promuovere la cooperazione Sud-Sud in materia di sviluppo sostenibile;

  2. iniziativa per la sicurezza globale: essa promuove una sicurezza comune, integrata, cooperativa e sostenibile, opponendosi a logiche da guerra fredda e alle sanzioni unilaterali non approvate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite;

  3. iniziativa per la civiltà globale: essa sottolinea il rispetto per la diversità culturale e la necessità del dialogo interculturale, contrastando narrazioni di “scontro di civiltà”.

Questi sono i principali percorsi per attuare concretamente il concetto di comunità di destino condiviso. Nel discorso cinese, il Sud Globale non è visto come un alleato contro l’Occidente, ma quale partner naturale per portare avanti un processo di miglioramento onde superare l’attuale sudditanza economica. I Paesi in via di sviluppo e gli Stati produttori di petrolio diventano i destinatari prioritari e privilegiati delle tre predette iniziative globali. Il Sud del mondo è il nucleo strategico dell’espansione e dell’efficacia dei BRICS. Per cui la Repubblica Popolare della Cina si propone come membro e leader solidale di questi soggetti di diritto internazionale, promuovendo una solidarietà sud-sud per correggere l’asimmetria dell’attuale ordine mondiale nato dopo la Seconda guerra mondiale e basato su padroni e servitori.

Giancarlo Elia Valori 

domenica 8 giugno 2025

La Repubblica Popolare Cinese per il cessate il fuoco e la risoluzione pacifica del conflitto a Gaza, denuncia il veto degli USA. Articolo di Luca Bagatin

 

Relativamente alla situazione umanitaria a Gaza, gli USA, il 4 giugno scorso, hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU volto a chiedere il cessate il fuoco.

Risoluta la posizione della Repubblica Popolare Cinese attraverso l'Ambasciatore presso le Nazioni Unite, Fu Cong, il quale ha dichiarato che “La Cina è profondamente delusa dal risultato del voto di oggi. Il progetto di risoluzione sulla situazione umanitaria a Gaza, presentato dall’E10 del Consiglio di sicurezza, chiede chiaramente un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza e la revoca del blocco delle forniture umanitarie. Queste sono le richieste più pressanti della gente di Gaza, che sta lottando in mezzo alla morte e alla disperazione, e riflettono la voce travolgente della comunità internazionale. Gli Stati Uniti hanno ancora una volta abusato del loro potere di veto, estinguendo il barlume di speranza per la popolazione di Gaza e continuando spietatamente a lasciare oltre due milioni di persone nell’oscurità. Deve affrontare la messa in discussione della comunità internazionale”.

Egli ha altresì sottolineato che: “La gente non può fare a meno di chiedersi: dov’è equità e giustizia? Per oltre 600 giorni, oltre 54.000 persone a Gaza hanno perso la vita. Israele continua a intensificare la sua offensiva e il blocco, trasformando Gaza in un inferno vivente” (…) “La gente non può fare a meno di chiedersi: dov’è lo stato di diritto internazionale? Dallo scoppio del conflitto, abbiamo assistito all’armamento degli aiuti umanitari, al targeting delle infrastrutture civili, come scuole e ospedali, e all’uccisione spietata di giornalisti e operatori umanitari” (…) “La gente non può fare a meno di chiedersi: dov’è l’autorità del Consiglio di Sicurezza? Il risultato del voto di oggi rivela ancora una volta che la causa principale dell’incapacità del Consiglio di sedare il conflitto a Gaza è il ripetuto ostacolo da parte degli Stati Uniti, che hanno posto il veto alla richiesta del Consiglio di cessare il fuoco più volte. E a causa della sua protezione di Israele, diverse risoluzioni adottate dal Consiglio non sono state attuate in modo efficace. Le affermazioni secondo cui le azioni del Consiglio di sicurezza interferirebbe con gli sforzi diplomatici sono completamente insostenibili”.

L'Ambasciatore Fu Cong ha concluso sottolineando che “La comunità internazionale non cesserà mai i suoi sforzi per perseguire l'equità e la giustizia, sostenere lo stato di diritto internazionale e salvaguardare l'autorità del Consiglio. Un veto da parte di un singolo membro permanente non può fermare la marcia verso la pace. Esortiamo gli Stati Uniti ad assumersi le proprie responsabilità come membro permanente del Consiglio, ad abbandonare i suoi calcoli politici e ad adottare un atteggiamento giusto e responsabile nel sostenere il Consiglio per intraprendere tutte le azioni necessarie. La Cina è pronta a lavorare con la comunità internazionale per aiutare a porre fine al conflitto a Gaza, alleviare il disastro umanitario, attuare la soluzione dei due Stati e, in definitiva, raggiungere una soluzione completa, giusta e duratura della questione palestinese”.

Luca Bagatin

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Persecuzioni anticomuniste in Repubblica Ceca: il Partito Comunista di Boemia e Moravia rischia di essere messo al bando. Articolo di Luca Bagatin

 

In Repubblica Ceca, lo scorso 30 maggio, la Camera dei Deputati messo mano alla riforma della legislazione penale, approvando un emendamento che mette al bando la cosiddetta “promozione del comunismo”.

Chi sostiene il comunismo – movimento politico che, per inciso, ha liberato i Paesi dell'Est europeo dal totalitarismo nazifascista e emancipato e istruito milioni di persone – rischia, in sostanza, almeno cinque anni di carcere.

A denunciarlo, in primis, il Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM), rappresentato peraltro nel Parlamento europeo da un deputato e nelle cui fila sono stati eletti vari rappresentanti a livello amministrativo, regionale e locale.

In un comunicato, il KSCM, sottolinea che “Il governo di Petr Fiala è stato finora responsabile dell’introduzione della censura, del divieto di pagine web e della persecuzione degli oppositori politici, della loro criminalizzazione e del licenziamento per motivi politici.
Il Partito Comunista di Boemia e Moravia respinge fermamente tale emendamento al Codice Penale. Lo ritiene deliberato e discriminatorio. I ripetuti tentativi di vietare il KSCM, che sono stati respinti dall’opinione pubblica in passato, miravano a soddisfare i loro elettori e intimidire chiunque criticasse l’attuale regime.
Il KSCM non sarà messo a tacere, così come i valori che i comunisti difendono: cooperazione internazionale, solidarietà, progresso e pace”.

Solidarietà al KSCM è giunta da numerosi partiti comunisti del mondo, fra i quali il Partito Comunista Brasiliano, quello Tedesco, Bielorusso, Greco, Spagnolo e Austriaco.

Luca Bagatin

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giovedì 5 giugno 2025

W. E. B. Du Bois, un intellettuale e attivista socialista per l'emancipazione dell'Africa e degli afroamericani. Articolo di Luca Bagatin

 

Quest'anno ricorrono i 70 anni dalla Conferenza di Bandung, che getterà le basi per riunire, per la prima volta, il Sud del mondo e i Paesi Non Allineati ai blocchi contrapposti.

Conferenza che vide protagonisti e promotori, in particolare, il Premier cinese Zhou Enlai, quello indiano Nehru, Presidente indonesiano Sukarno, quello jugoslavo Tito e il Premier egiziano Nasser e che fu incoraggiata moltissimo dal sociologo, saggista, massone e attivista panafricano William Edward Burghardt Du Bois (1868 – 1963).

E proprio di Du Bois andremo a parlare, anche grazie agli spunti forniti da un agile saggio del prof. Marco Sioli, edito da Sandro Teti, dal titolo “All'ombra di Mao – W. E. B. Du Bois un afroamericano tra URSS, Cina e Africa”.

Du Bois fu figura importante e centrale del panafricanismo mondiale, oltre che del socialismo.

Sociologo, saggista, poeta e scrittore, la sua vita fu profondamente segnata dal razzismo degli USA negli anni nei quali si trovò a vivere.

Ciò lo spinse a lottare per la causa degli afroamericani prima e dei popoli africani poi, oltre che a schierarsi dalla parte dei popoli oppressi, del pacifismo e del socialismo.

Nel dicembre 1910, Du Bois, fu peraltro iniziato alla Massoneria nella Widow Son Lodge No. 1 e il percorso massonico influenzò molto la sua lotta per l’emancipazione degli oppressi.

Nel 1926 viaggiò a Mosca e entrò, per la prima volta, in contatto con il mondo marxista-leninista. Un mondo che lo accettava per ciò che era e non per il colore della sua pelle.

Del comunismo sovietico, la prima cosa che lo impressionò, fu il fatto che questo metteva l'istruzione al primo posto. L'istruzione era alla base della società, ovvero dell'emancipazione sociale e dello sviluppo dell'intelligenza.

In tal senso nei suoi scritti, egli sottolineò sempre come la presenza di un unico partito, nei Paesi comunisti, non andava vista come una mancanza di democrazia, ma come una forma diversa di democrazia. Una democrazia nella quale, attraverso i Soviet dei villaggi, le persone potevano partecipare direttamente alla gestione politica.

Egli, peraltro, si trovò concorde con le idee dei laburisti britannici Sidney e Beatrice Potter Webb, peraltro membri della Società Fabiana, culla del miglior socialismo britannico delle origini.

I coniugi Webb furono ferventi sostenitori del comunismo sovietico, in quanto promotore dell'educazione, dell'emancipazione delle classi lavoratrici, delle donne e garantiva un salario pubblico e condizioni dignitose per tutti.

Oltre a ciò, Du Bois, plaudeva al comunismo sovietico anche in quanto riuscì a rendere la religione un fatto privato e non più una forma di ideologia da propagandare alle masse incolte.

Inutile dire che, Du Bois, per le sue simpatie comuniste finirà presto, in patria, nel mirino dell'FBI, ma non smetterà mai, nei suoi discorsi e scritti, di parlare di emancipazione dei lavoratori, dei diritti degli afroamericani, della necessità di pianificare l'economia e renderla funzionale alle necessità delle persone e non del profitto privato; oltre a parlare di pace mondiale.

Du Bois sosteneva, altresì, che nei Paesi socialisti la libertà fosse giustamente disciplinata per il bene della comunità nel suo complesso; che il lavoro fosse garantito dallo Stato; che la pigrizia e la povertà assolute fossero abolite, così come l'eccessivo sfarzo e l'accumulo di beni superflui.

Nel 1950 si candidò, a 82 anni, con il Partito Laburista Americano, alla carica di Senatore, nello Stato di New York e ottenne ben il 4% dei voti, con una campagna elettorale di denuncia dei due partiti principali, quello Democratico e Repubblicano, entrambi considerati da Du Bois egualmente guerrafondai.

Il governo maccartista, guerrafondaio e anticomunista statunitense, nel 1955, non a caso, gli impedì di partecipare alla Conferenza di Bandung, in Indonesia, che egli molto caldeggiò.

Sarà la Cina socialista maoista ad affascinare, ad ogni modo, Du Bois, che la riconobbe quale guida del Terzo Mondo. Egli, in particolare, la considerava “di colore”, in quanto tristemente abituata dalla Storia ad essere sfruttata dall'Occidente imperialista ed alla ricerca di un riscatto.

Molto amico del Grande Timoniere Mao Tse-Tung e del Premier cinese Zhou Enlai, W. E. B. Du Bois, accompagnato dalla moglie, Shirley Graham, nel 1959, tenne una conferenza presso l’Università di Pechino, in cui sostenne il miglioramento dei legami fra le comunità afroamericane statunitensi e la Cina. E sostenendo che l’Africa e la Cina avrebbero dovuto camminare assieme, unite entrambe dalla lotta al colonialismo e allo sfruttamento.

Negli ultimi anni della sua vita, si iscrisse al Partito Comunista degli Stati Uniti d'America e, pressato dalle continue vessazioni e indagini da parte dell'FBI, con la moglie, si trasferì in Ghana, all'epoca governato dal Presidente panafricano e socialista Kwame Nkrumah.

Nkrumah visse e lavorò in gioventù negli USA, ove conobbe il razzismo e lo sfruttamento. Fu così che sviluppò una coscienza marxista e socialista e, nel 1949, fondò il Partito della Convenzione del Popolo, due anni dopo essere tornato in Ghana.

La sua politica fu improntata all'anticolonialismo, al panafricanismo, al socialismo africano e alla nonviolenza, sull'esempio di Gandhi. Grazie alle sue lotte, infatti, il Ghana riuscì a liberarsi dal giogo e dallo sfruttamento britannico e, nel 1960, fu eletto Presidente.

La sua politica fu improntata allo sviluppo dell'istruzione, alla promozione della cultura panafricana, alla decolonizzazione, ai diritti delle donne e fu molto ispirato da Du Bois.

In politica estera, Kwame Nkrumah tentò di avere buoni rapporti sia con gli USA che con l'URSS e la Repubblica Popolare Cinese, ma ricevette il sostegno unicamente da parte di queste ultime due, mentre gli USA sostennero, seppur indirettamente, il golpe militare che rovesciò il suo governo, nel 1966, che lo costrinse all'esilio.

Gli USA, infatti, non potevano accettare l'espansionismo del socialismo in Africa. Così come non hanno mai gradito, nel mondo, nessuna forma di socialismo e emancipazione sociale e civile delle persone.

W. E. B. Du Bois, fortunatamente, non riuscì a vedere la fine del governo di Nkrumah, in quanto morì, serenamente, ad Accra, capitale del Ghana, Paese che lo aveva naturalizzato suo cittadino, nel 1963, a 95 anni.

Un anno prima, le massime autorità cinesi, invitarono lui e la moglie, come ospiti d'onore, alla parata del tredicesimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Presenti sul palco anche Mao, Zhou Enlai e Deng Xiaoping, futuro leader riformista cinese.

Du Bois e la moglie furono i primi occidentali ad essere ammessi sul palco delle autorità.

Per quanto da noi figura ancora poco studiata ed approfondita, quello di Du Bois fu un pensiero e un'azione che rimasero nella coscienza dei movimenti di liberazione nazionale e dei popoli oppressi, oltre che del movimento afroamericano.

Martin Luther King, in merito, nel 1963, disse: “Du Bois ci ha lasciato, ma non è morto. Lo spirito di libertà non è sepolto nella tomba del valoroso”.

Luca Bagatin

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W. E. B. Du Bois e Zhou Enlai
 
W. E. B. Du Bois e Kwame Nkrumah

mercoledì 4 giugno 2025

Addio a Josip Joška Broz, erede politico del Presidente Tito e del socialismo jugoslavo. Articolo di Luca Bagatin

 

Il 3 giugno scorso è deceduto Josip Joška Broz, nipote dell'indimenticato Maresciallo e Presidente della Repubblica Socialista Federele di Jugoslavia, Josip Broz Tito.

Classe 1947, Joška Broz fu Presidente del Partito Comunista Serbo, dalla sua nascita, nel 2010, fino al suo scioglimento, nel 2022. Nel 2022 venne nominato Presidente Onorario di Sinistra Serba, nuovo partito di ispirazione socialista e comunista.

Fu peraltro deputato dell'Assemblea Nazionale Serba - dal 2016 al 2022 - nel gruppo parlamentare del Partito Socialista di Serbia, comprendente comunisti e verdi.

Laureato alla Facoltà di Scienze Forestali di Belgrado, Joška Broz lavorò come guardia forestale e metallurgico e, successivamente, fu supervisore dei terreni di caccia del nonno Tito e fu sua guardia del corpo fino alla morte, nel 1980.

Il panorama politico serbo e, in generale, il campo socialista autentico, perde un suo valente esponente.

Luca Bagatin

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martedì 3 giugno 2025

Il cinema e l’intelligenza artificiale. Hollywood vs Cina? Articolo del prof. Giancarlo Elia Valori

 

Si può affermare che per gli esseri umani sia difficile prevedere con precisione lo spazio di crescita dell’IA nell’èra dei film contemporanei, ma i vantaggi della tecnologia dell’intelligenza artificiale nel processo di produzione industriale cinematografica ci stanno facendo gradualmente riflettere. Nel giugno 2024 è stata pubblicata la prima monografia al mondo sulla pittura realizzata con l’intelligenza artificiale, intitolata “Pittura IA: l’‘evento positivo’ dell’arte contemporanea a inchiostro”, scritta da Sun Lijun. È stato il primo a utilizzare un approccio pionieristico e sperimentale per mostrare in modo creativo e intuitivo il “confronto” e il “gioco” tra l’intelligenza artificiale e l’arte umana, accostando dipinti a inchiostro generativi realizzati con l’intelligenza artificiale con originali dipinti sempre a inchiostro e impostando doppi schermi.

Il cortometraggio di fantascienza The earth cannon, il film d’animazione The foolish old man removes the mountains e il film di pupazzi interamente basato sull’intelligenza artificiale Jingyanggang, prodotti dall’Accademia del Cinema di Pechino, hanno tutti raggiunto una maggiore efficienza produttiva e migliori effetti visivi grazie all’applicazione della tecnologia dell’intelligenza artificiale. Iron Sky è un altro film di fantascienza di grande successo prodotto da Sun Lijun. Ad eccezione della calligrafia sul manifesto, tutte le immagini, le inquadrature in movimento del film e gli altri processi sono stati completati tramite produzione IA, il che ha consentito di risparmiare notevolmente sui costi di produzione. Il costo di realizzazione del manifesto del film è stato di soli 50 yuan circa (6,11 euro), una cifra di gran lunga inferiore ai costi di progettazione e produzione, che oscillano tra i 20.000 e i 30.000 yuan (2.444,47-3.666,50 euro), richiesti dall’attuale processo di progettazione tradizionale nel settore. Il cortometraggio animato Space Ranch è stato completato autonomamente da uno studente universitario dell’Accademia in sole due settimane. Secondo i tradizionali requisiti di pianificazione didattica dell’Accademia, la produzione dei contenuti corrispondenti potrebbe essere completata entro un anno. Ciò dimostra che la creazione di immagini nell’èra dell’intelligenza artificiale può raggiungere un notevole grado di ottimizzazione in termini di investimenti in termini di costi e dimensioni del team.

Dall’avvento dell’intelligenza artificiale, i confini tra film d’animazione e film live action si sono gradualmente assottigliati (live action si riferisce a film o programmi televisivi in cui gli eventi e i personaggi sono interpretati da attori in carne e ossa, piuttosto che da personaggi animati o creati con computer grafica). Il modello “lussuoso” ad alto investimento e con attori noti come protagonisti, rappresentato da Hollywood, potrebbe essere eclissato nell’èra dell’intelligenza artificiale nel cinema. Come imparare dall’intelligenza artificiale e come “fare amicizia” con l’intelligenza artificiale sono questioni su cui vale la pena riflettere al momento.

L’avvento dell’èra delle “pellicole” intelligenti ha senza dubbio portato delle sfide agli sceneggiatori, agli attori, ai registi, agli esperti tecnici e ai professionisti del cinema di ogni Paese del mondo, ma la questione più importante ha fatto giungere opportunità, incoraggiando la produzione a massimizzare l’originalità, il che ha un significato di vasta portata per raccontare bene le storie e trasformarle in film.

Tra gli ultimi casi di utilizzo della tecnologia IA nella produzione cinematografica, il processo di creazione dei film di fantascienza è estremamente rappresentativo. Durante il processo di produzione, si combina l’animazione cinematografica reale con la tecnologia di trasferimento dello stile basata sull’intelligenza artificiale, ottenendo importanti progressi tecnologici e spettacolari. Mentre l’animazione dal vivo convenzionale prevede due flussi di lavoro: riprese dal vivo e copia manuale, nella nuova tecnica, sono prima filmate le performance di attori reali, poi queste clip girate sono convertite in 24 fotogrammi al secondo, quindi le immagini vengono trasformate in uno stile fumetto fotogramma per fotogramma e infine convertite in animazione.
Dopo che si completano le riprese del film, i tecnici esplorano nuovi modi per produrre le animazioni flashback – ossia la struttura narrativa in cui l’ordine cronologico degli avvenimenti viene interrotto per lasciar spazio alla rievocazione di fatti precedenti – ad esempio introducendo nuove espressioni stilistiche, in modo che il cinespettatore possa capire che le parti rilevanti sono una rievocazione. Prima di passare alla tecnologia IA, il team di produzione si prende un breve tempo, cercando di utilizzare i metodi tradizionali di animazione cinematografica per completare il predetto segmento flashback, per poi decidere di utilizzare la generazione di intelligenza artificiale per produrre le scene “di memoria”, combinando riprese reali con immagini bidimensionali e rigenerando l’intera parte di animazione tramite tecnologia IA basata su copie o disegni manuali tradizionali. Da lì si passa al completamento della generazione e a una nuova versione. La combinazione della tecnologia di animazione live action e dell’intelligenza artificiale consente di presentare le scene dei ricordi nel film in uno stile stilisticamente diverso dalle altre linee temporali, ottenendo così un effetto visivo unificato nell’espressione del “memento”, mediato dal cinespettatore/osservatore.

Si ritiene che, nonostante l’esplorazione tecnica del film sia ancora insufficiente, con il rapido progresso della tecnologia in futuro, i problemi pratici affrontati dalla produzione cinematografica industriale saranno gradualmente risolti. Ad esempio, molti video attuali da testo a video (T2V) o da immagine a video (I2V) presentano immagini raffinate e ricchi dettagli, ma le espressioni dei personaggi non sono abbastanza vivide. L’esperienza esplorativa dimostra che per risolvere questo problema non si devono solo combinare le performance reali degli attori, ma anche applicare attivamente l’intelligenza artificiale alle ambientazioni artistico-visive, in modo da creare nuove espressioni. Si prevede che l’applicazione della tecnologia IA consentirà ai creatori di non essere più limitati da condizioni quali finanziamenti, risorse e costi di tempo e di espandere la propria immaginazione, rendendo più facile realizzare la creatività e presentare le opere al pubblico in modo più completo ed efficace.

Giancarlo Elia Valori 

lunedì 2 giugno 2025

Viva la Repubblica (quella vera, mazziniana, garibaldina, bergamina, pacciardiana)!


Sarebbe bello festeggiare la Repubblica italiana se questa fosse davvero una Repubblica.
Una Repubblica come quella teorizzata da Giuseppe Mazzini e da Giuseppe Garibaldi: sovrana, fraterna, libera da ogni condizionamento, ove trionfano giustizia sociale e laicità. 
Personalmente preferisco, soprattutto in questo giorno, onorare la memoria di coloro i quali hanno sempre lottato per una VERA Repubblica, non serva di logiche di parte. Fraterna, per la laicità, la giustizia sociale, la sovranità nazionale e l'indipendenza da ogni realtà geopolitica e da ogni potentato.
Onorare la memoria di Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Mario Bergamo e Randolfo Pacciardi, significa questo.
VIVA LA REPUBBLICA! 
QUELLA VERA, DELL'AMORE E DELLA LIBERTA!
 
Luca Bagatin 
 

mercoledì 28 maggio 2025

Gli sviluppi dell’IA, fra cinema, deepfake e fakenews. Articolo del prof. Giancarlo Elia Valori

 

La rivista Mit Technology Review è stata fondata dal Massachusetts Institute of Technology nel 1899 e si concentra sulla divulgazione di informazioni sulle tecnologie emergenti e sui settori innovativi. La rubrica What’s Next? della rivista tratta i settori tendenze e tecnologie. Essa rende noti i passi man mano dell’intelligenza artificiale e ha riassunto il 2024 con quattro progetti principali. I grandi modelli linguistici continueranno a dominare, le autorità di regolamentazione stanno diventando più audaci e il problema apocalittico dell’intelligenza artificiale ha un forte impatto sugli istituti di ricerca e sul pubblico.

Nel 2024, le aziende tecnologiche che hanno investito molto nell’Intelligenza Artificiale generativa sono sotto pressione per dimostrare di poter trarre profitto dai loro prodotti. Per raggiungere questo obiettivo, i giganti dell’Intelligenza Artificiale come Google e Open AI stanno puntando molto sulla miniaturizzazione: entrambe le aziende stanno sviluppando piattaforme di facile utilizzo che consentono alle persone di personalizzare potenti modelli linguistici e di creare i propri mini chatbot per soddisfare esigenze specifiche.

In pratica ognuno può diventare sviluppatore di applicazioni di intelligenza artificiale generativa, senza bisogno di competenze di programmazione.
Lo scorso anno l’Intelligenza Artificiale generativa è diventata più utile anche per persone non di alte competenze tecniche, soprattutto perché sia Google Gemini, che ha superato il GPT-4 nei benchmark (test appositamente studiati per valutare le prestazioni di un dispositivo o l’efficacia di un processo) di testo, immagini, video e audio, e la stessa GPT-4, supportano la multifunzionalità e possono elaborare informazioni di testo e immagini, sbloccando così una serie di nuove applicazioni. Vedremo che persone di ogni estrazione sociale avranno il loro set IA-robotico personalizzato. Gli esseri umani devono solo cliccare un pulsante e il sistema genererà testo e caricherà video e foto, secondo le regole del settore.

Sin salla fine del 2022, abbiamo visto che Dall-E di OpenAI e Stable Diffusion di Stability AI possono produrre una varietà di immagini straordinarie. Per cui necessariamente nel 2024 l’attenzione si sposterà sui film, sia di grandi case cinematografiche che del singolo utente. Runway è una startup che realizza modelli video generativi (e ha co-fondato Stable Diffusion). Può già produrre cortometraggi di alta qualità, i migliori dei quali non sono molto lontani da ciò che avrebbe potuto realizzare la Pixar. Oltre a startup come Runway, appunto – come anzidetto – anche giganti del cinema come Paramount e Disney stanno attualmente esplorando l’uso dell’intelligenza artificiale generativa nel processo di produzione. L’Intelligenza Artificiale generativa sta reinventando ciò che una volta era possibile con gli effetti speciali, ottenuti – rispetto ad oggi – arrampicandosi sugli specchi.

Oltre al grande schermo, la tecnologia deepfake sta guadagnando terreno anche per scopi di marketing o formazione. Ad esempio, la società britannica Synthesia crea strumenti in grado di trasformare singole performance di attori in un flusso costante di avatar deepfake in grado di recitare qualsiasi copione fornito loro con la semplice pressione di un pulsante. Synthesia afferma che la sua tecnologia è attualmente utilizzata dal 44% delle aziende Fortune 100 (ossia le 100 migliori aziende per cui lavorare secondo la rivista Fortune, che tratta di economia globale pubblicata dalla Time Inc.’s Fortune, fondata da Henry Luce nel 1930; essa compete con Forbes e Bloomberg Businessweek nella categoria delle riviste economiche statunitensi e si distingue per articoli lunghi e approfonditi).

L’impiego di così tante competenze a un costo basso ha causato seri problemi all’industria dell’intrattenimento. Le preoccupazioni circa l’uso e l’abuso dell’intelligenza artificiale da parte degli studi cinematografici sono state al centro dello sciopero di Hollywood dell’anno scorso. “L’arte cinematografica sta cambiando radicalmente”, ha affermato la regista indipendente Souki Mehdaoui. Inoltre va detto che la disinformazione elettorale generata dall’intelligenza artificiale sarà onnipresente. Il 2024 è stato un anno di elezioni in molti Paesi del mondo e le false informazioni elettorali e i deepfake generati dall’intelligenza artificiale sono diventati un problema importante. Finora abbiamo visto i politici di opposti schieramenti usare questi strumenti come armi elettorali, ad esempio in Argentina, Slovacchia e Stati Uniti d’America.

La proliferazione di queste opere di intelligenza artificiale è una tendenza preoccupante. Sarà più difficile che mai identificare i veri contenuti su internet. E combattere in un clima politico già polarizzato potrebbe avere gravi conseguenze. Fino a qualche anno fa, per realizzare i deepfake serviva una tecnologia avanzata, ma l’intelligenza artificiale generativa ha reso il tutto molto più semplice e i prodotti finiti sembrano sempre più reali. Anche le fonti attendibili possono essere ingannate dall’intelligenza artificiale. Ad esempio, le piattaforme di stock photo sono inondate di immagini generate dall’intelligenza artificiale per qualsiasi evento.

Le stock photo sono delle immagini che possono essere scaricate da siti web specializzati, a titolo gratuito o a pagamento, e possono essere usate in progetti creativi, grafici e di comunicazione. Sono ormai una realtà diffusissima nel mondo digitale anche se le opinioni sul loro utilizzo sono contrastanti. Ed in merito pure alle stock photo il 2024 è stato un anno importante per coloro che si oppongono all’intervento dell’intelligenza artificiale nelle elezioni. Tuttavia, le tecnologie di tracciamento e risoluzione sono ancora nelle fasi iniziali di sviluppo, come la filigrana. Per meglio dire: se si vuole contrassegnare le fotografie con il proprio nome o un altro segno identificativo, o sovrapporre immagini e falsarla, è possibile aggiungere una filigrana. È anche possibile rimuovere una filigrana o usare una foto come filigrana.

Anche le piattaforme dei social media notoriamente sono lente a sradicare la disinformazione. In altre parole, il 2024 è stato un anno in cui tutti, chi moralmente pro e chi contro, e chi economicamente pro e chi contro, sono stati parte di un grande esperimento per combattere le fake news basate sull’intelligenza artificiale. Negli ultimi anni, il campo dell’intelligenza artificiale si è allontanato dall’uso di più piccoli modelli per adottare un unico modello monolitico che può essere addestrato a svolgere tutte le attività. Per esempio mostrando ai suddetti OpenAI e GPT-3 alcuni esempi aggiuntivi, gli interessati possono “addestrarlo” a risolvere problemi di programmazione, scrivere sceneggiature cinematografiche, superare un esame di biologia al liceo e altro ancora. I modelli multimodali, come GPT-4, Google Gemini, DeepMind, possono risolvere sia compiti visivi che linguistici.

Lo stesso approccio potrebbe essere applicato ai robot fisici, così non ci sarebbe più bisogno di addestrare un robot a girare i pancake e un altro ad aprire le porte: un modello universale potrebbe dare ai robot la capacità di svolgere più compiti. Sin dal 2023, DeepMind ha lanciato Robocat, che ha imparato a controllare diversi bracci robotici generando i propri dati attraverso tentativi ed errori. A ottobre 2023, DeepMind ha collaborato con trentatré laboratori universitari per lanciare un altro modello di robot multiuso, RT-X. Anche un team dell’Università di New York sta sviluppando una tecnologia simile. Negli ultimi anni, grandi aziende hanno iniziato a rilasciare grandi set di dati per l’addestramento dei robot, come Egocentric 4D Perception di Meta. EGO4D è un dataset egocentrico su larga scala con una diversità senza precedenti.

Si compone di 3.670 ore di video raccolti da 923 partecipanti unici provenienti da 74 sedi in 9 paesi diversi. Il progetto riunisce 88 ricercatori, in un consorzio internazionale, per aumentare drasticamente la portata dei dati egocentrici pubblicamente disponibili di un ordine di grandezza, rendendoli oltre 20 volte maggiori di qualsiasi altro dataset in termini di ore di riprese. EGO4D mira a catalizzare la prossima èra della ricerca sulla percezione visiva in prima persona. Il dataset è diversificato in termini di copertura geografica, scenari, partecipanti e modalità di acquisizione. Per esempio un sondaggio dell’Ufficio Statistico del Lavoro degli Stati Uniti apprende come le persone trascorrono la maggior parte del loro tempo.

I dati sono stati acquisiti utilizzando sette diverse telecamere da testa disponibili in commercio: GoPro, Vuzix Blade, Pupil Labs, ZShades, OR-DRO EP6, iVue Rincon 1080 e Weeview. Oltre al video, alcune parti di EGO4D offrono altre modalità di dati: scansioni 3D, audio, sguardo, stereo, più telecamere indossabili sincronizzate e narrazioni testuali. Tale approccio si è già rivelato promettente nel caso delle auto a guida autonoma. Startup come Wayve, Waabi e Ghost stanno guidando una nuova ondata di intelligenza artificiale per la guida autonoma che utilizza un unico grande modello per controllare il veicolo anziché più modelli più piccoli per specifiche attività di guida. Questa tecnologia consente alle piccole aziende di tenere il passo con i giganti. Nel prossimo anno questa tendenza potrà essere osservata nei robot impiegati in vari settori. Se ci fate caso, come abbiamo già sostenuto in nostri articoli e libri, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, renderà l’uomo non solo più al vertice della catena alimentare, ma perfettamente inutile.

Giancarlo Elia Valori 

martedì 27 maggio 2025

Attualità del pensiero peronista. Articolo di Luca Bagatin

 

L'indimenticato Presidente argentino Juan Domingo Peron, di cui ho molto scritto, in particolare alcuni anni fa, anche nei miei più recenti saggi socio-politici quali “Amore e Libertà” e “Ritratti del Socialismo”, è, come ho sempre sottolineato, figura emblematica per comprendere il presente.

Presente, in particolare, di un Sud del mondo che chiede riscatto e emancipazione.

Un Sud del mondo, oltre i blocchi contrapposti, già teorizzato dai promotori della Conferenza di Bandung e del Movimento dei Non Allineati, quali l'allora Premier cinese Zhou Enlai, quello indiano Nehru, il Presidente indonesiano Sukarno, quello jugoslavo Tito e il Premier egiziano Nasser.

Un Sud del mondo che, a differenza del Primo e del Secondo Mondo, ha saputo trarre spesso insegnamento da un socialismo adatto ai tempi, riformatore, adattato alle circostanze e alla mentalità dei popoli nei quali si stava edificando.

Fosse esso socialismo con caratteristiche cinesi; l'autogestione jugoslava e libica; il giustizialismo peronista; il modello dei kibbutz israeliani o altre vie nazionali e democratiche al socialismo.

Il Presidente Peron, che governò l'Argentina, anche con il determinante supporto della moglie Evita - dal 1946 al 1955 – seppe garantire al Paese risultati concreti, togliendo la proprietà terriera ai ricchi oligarchi e distribuendola ai ceti più poveri; nazionalizzando i settori chiave dell'economia (dalle banche alle ferrovie sino alla flotta mercantile ed alla produzione di petrolio, riuscendo a far cedere il controllo dell'economia dalla Gran Bretagna - che di fatto ne muoveva i fili - al governo argentino stesso, il quale, fra l'altro, incoraggiò molto il cooperativismo agricolo).

In tal modo i ceti proletari videro aumentare il loro reddito del 55%; si ebbe un aumento del PIL del 4% ed il passaggio del debito pubblico dal 68% al 57%, nei dieci anni di governo di Juan Domingo Peron.

L'Argentina peronista smise dunque di dipendere dall'estero, evitò di indebitarsi con le potenze straniere, aumentò le esportazioni ed avviò una politica estera di equidistanza sia dagli Stati Uniti d'America che dall'URSS (la famosa Terza Posizione antimperialista rilanciata più volte da Peron, da non confondere con insane forme di fascismo, totalmente estranee al pensiero di Peron e Evita, la quale fu peraltro molto amica della Premier laburista israeliana Golda Meir).

Molto importanti anche l'introduzione delle leggi sul divorzio (molti decenni prima rispetto all'Italia) e volte a sopprimere l'educazione religiosa nelle scuole e a legalizzare la prostituzione.

Il carattere profondamente laico di Peron (che pur fu sempre profondamente cristiano), peraltro, gli costò la scomunica da parte del Papa dei cattolici Pio XII.

Purtroppo, poco dopo la morte prematura di Evita, che gli causò forte sofferenza, le conquiste sociali e civili del peronismo, invise al clero, alla casta militare conservatrice e agli USA, saranno distrutte da un golpe guidato, nel settembre 1955, dal generale Pedro Eugenio Aramburu, che costrinse il Presidente Peron a fuggire in esilio in Spagna, sino al 1972, anno nel quale tornerà in Argentina, peraltro accompagnato – fra gli altri - dal prof. Giancarlo Elia Valori, suo portavoce in Italia e grande manager e analista internazionale.

In Spagna, ad ogni modo, non si diede mai per vinto e scrisse persino un ottimo libro, nel 1967, dal titolo “L'ora dei popoli” (e di cui ho ampiamente scritto nei miei saggi), ove inizia a elaborare le sue teorie sul riscatto sociale e civile del Terzo Mondo, sfruttato dall'imperialismo capitalista e a teorizzare la nascita e lo sviluppo di un nuovo ordine multipolare, peraltro in sintonia con quanto promosso – nel corso degli Anni '70 e '80 - dal Presidente comunista rumeno Nicolae Ceausescu, già autonomo da Mosca e molto amico, in Italia, dei socialisti di Bettino Craxi e del PSDI di Pietro Longo e che incontrerà Peron nel marzo 1974, pochi mesi prima della sua scomparsa.

In tale testo, fra le altre cose, egli scrisse: “Il giustizialismo si fonda su tre grandi premesse: 1) La necessità di promuovere una riforma che il mondo dei nostri giorni, con la sua inarrestabile evoluzione, stava segnalando come un imperativo ineludibile. 2) La necessità di una integrazione latino-americana per creare, grazie ad un mercato ampliato, senza frontiere interne, le condizioni più favorevoli al nostro sviluppo; per migliorare il tenore di vita dei nostri 200 milioni di abitanti; per creare le basi dei futuri Stati Uniti Latino-Americani, posto che spetta all'America Latina nelle questioni mondiali. 3) L'opportunità di realizzare un'integrazione storica che permetta di consolidare quella liberazione per la quale lottano oggi quasi tutti i popoli sottomessi.

La lotta in favore dei popoli sottomessi, infatti, fu la costante del pensiero e dell'azione di Juan Domingo Peron. La sua posizione politica, infatti, coincideva con quel Terzo Mondo sfruttato e depredato dagli USA e, in tal proposito, scriveva, anche riferendosi alla dittatura antiperonista che stava in quegli anni martoriando l'Argentina: “I governi usurpatori di quelle dittature che pretendono di affermare la propria esistenza con la protezione straniera non possono durare. I governi militari e imposti dal Pentagono e dal Fondo Monetario Internazionale, incorreranno nella stessa sorte in Vietnam come in America Latina, in quanto nulla di stabile può essere fondato sull'infamia”.

Ho ritrovato, in un ottimo sito storico/politico argentino, “Archivio Peronista” (https://archivoperonista.com), anche un bellissimo discorso ambientalista del Presidente Peron, del 21 febbraio 1972, ai popoli e governi del mondo (https://archivoperonista.com/1972/02/21/mensaje-ambiental-a-los-pueblos-y-gobierno-del-mundo).

Un messaggio che è di grande attualità, perché parla, fra le altre cose, di decolonizzazione, di sovranità, autodeterminazione dei popoli, di andare oltre i blocchi contrapposti e soprattutto di difesa dell'ambiente e di lotta contro la distruzione delle risorse naturali.

Ne vorrei riportare, tradotti, alcuni stralci:

Quasi trent'anni fa, quando il processo di decolonizzazione contemporanea non era ancora iniziato, abbiamo annunciato la Terza Posizione in difesa della sovranità e dell'autodeterminazione delle piccole nazioni, di fronte ai blocchi in cui erano divisi i vincitori della Seconda Guerra Mondiale.

Oggi, quando queste piccole nazioni sono cresciute di numero e costituiscono il gigantesco e multitudinario Terzo Mondo, un pericolo più grande - che colpisce tutta l'umanità e mette in pericolo la sua stessa sopravvivenza - ci costringe a porre la questione in termini nuovi, che vanno al di là di quelli strettamente politici, che superano le divisioni partigiane o ideologiche ed entrano nella sfera delle relazioni dell'umanità con la natura.
Crediamo che sia giunto il momento per tutti i popoli e i governi del mondo di prendere coscienza della marcia suicida che l'umanità ha intrapreso attraverso l'inquinamento dell'ambiente e della biosfera, lo sperpero delle risorse naturali, la crescita sfrenata della popolazione e la sopravvalutazione della tecnologia, e la necessità di invertire immediatamente la direzione di questa marcia, attraverso un'azione internazionale congiunta.
(...)
Le cosiddette "Società dei Consumi" sono, in realtà, sistemi sociali di spreco massiccio, basati sulla spesa, per il piacere che il profitto produce. Viene sperperata attraverso la produzione di beni necessari o superflui, e tra questi, a quelli che dovrebbero essere di consumo durevole, viene intenzionalmente assegnata una certa
vita perché il rinnovamento produce profitti. Milioni vengono spesi in investimenti per cambiare l'aspetto degli oggetti, ma non per sostituire i beni dannosi per la salute umana, e anche nuove procedure tossiche vengono utilizzate per soddisfare la vanità umana. Ad esempio, bastano le auto attuali che avrebbero dovuto essere sostituite da altre con motori elettrici, o il piombo tossico che viene aggiunto alla benzina semplicemente per aumentarne l'irritazione.
Non meno grave è il fatto che i sistemi sociali dispendiosi dei paesi tecnologicamente più avanzati funzionano attraverso il consumo di enormi risorse naturali fornite dal Terzo Mondo. In questo modo, il
problema delle relazioni all'interno dell'umanità è paradossalmente duplice: alcune classi sociali – quella dei Paesi a bassa tecnologia in particolare – subiscono gli effetti della fame, dell'analfabetismo e delle malattie, ma allo stesso
tempo le classi sociali e i paesi che basano il loro eccesso di consumo sulla fame. Né sono nutriti razionalmente, né godono di una cultura autentica o di una vita spiritualmente o fisicamente sana. Lottano in mezzo all'ansia e alla noia, e ai vizi prodotti dall'ozio mal usato.

(…)”

Discorso profondamente attuale e lungimirante.

Spiace che l'Argentina di oggi sia finita nelle mani di pericolosi liberal capitalisti dal piglio folle e fondamentalista come Javier Milei, che – con le sue politiche antiperoniste e antisociali - la sta riportando indietro di decenni.

Spiace che l'ex Presidentessa peronista Cristina Kirchner – degna erede di Peron e Evita e grande promotrice dei diritti sociali e civili - sia messa, ancora oggi, alla gogna mediatico-giudiziaria... come accadde già con l'ottimo Presidente brasiliano Lula Da Silva e con il nostro Bettino Craxi.

Evita Peron, ad ogni modo, disse: “Volveré y seré millones”. “Tornerò e sarò milioni”.

Milioni di popoli sfruttati, in marcia, per il loro riscatto sociale, civile, morale, spirituale.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it