venerdì 29 agosto 2025

OLTRE LA NATURA e SOLE DI MOSCA. Poesie di Luca Bagatin

OLTRE LA NATURA

Poesia di Luca Bagatin

Musa nella foto: Vasilisa Semiletova 
Autore della foto: Andrey Bondarenko

Nel bosco 

Vestita di bianco 

Scalza 

Lo sguardo smarrito 

Un po' triste

Perché triste è il mondo 

Oltre la Natura 

Che ti avvolge 

Di cui tu sei parte 

Perché sei libera 

Selvaggiamente libera 

Di gridare al mondo 

La tua essenza 

Ed io ti osservo 

Sono l'albero 

Il vento 

L'acqua che ti rinfresca 

Sono il testimone 

Il narratore 

Che cerca di trasmettere 

Ciò che tu stessa trasmetti. 

Luca Bagatin

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SOLE DI MOSCA 

Poesia di Luca Bagatin

Musa nella foto: Vasilisa Semiletova 
Autore della foto: Stas Shchukin
 

Tu sei il sole.

Occhi chiari intensi

Capelli rossi

Morbidi come

La seta

Che avvolge

La tua Anima.

Labbra rosa o rosse...

Sembri un dipinto di Tamara de Lempicka,

Una poesia dannunziana.

Una notte ti sognai,

Ragazza di Mosca

Dall'anima romantica e guerriera.

Mi ricordi Lada, la Dea della bellezza e dell'Amore.

Ma anche Vesna, Dea della primavera, della gioventù e della vittoria.

Ti sognai, con me, sotto la pioggia.

E al risveglio

Scrissi

Dedicandoti questa poesia:

Ragazza sotto la pioggia.

Attraversando le strade della città.

Mi tolgo la giacca

Per coprirti.

Insieme, camminiamo per la strada.

Dove ci porterà?

Verso il futuro”

Luca Bagatin

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La Repubblica Popolare Cinese celebra l'80esimo anniversario della vittoria nella lotta antifascista. Articolo di Luca Bagatin

 

Il prossimo 3 settembre, a Pechino, si terranno le celebrazioni dell'80esimo anniversario della vittoria nella Guerra di Resistenza del Popolo Cinese contro l'aggressione giapponese e nella Guerra Mondiale Antifascista.

Nell'occasione, si terrà una grande parata militare alla presenza di 26 capi di Stato e di governo, invitati dal Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping.

Fra i principali invitati, il Presidente russo Vladimir Putin e il leader della Repubblica Popolare Democratica di Corea, Kim Jong Un, i cui Paesi hanno storicamente dato un forte contributo alla lotta antifascista e contro l'aggressione del Giappone militarista.

Saranno presenti i leader di Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan, Turkmenistan, Bielorussia, Armenia, Azerbaigian, ovvero ex Repubbliche dell'URSS che hanno dato il loro importante contributo nella Grande Guerra Patriottica contro il nazifascismo.

Presenti anche i leader di Paesi amici e fraterni della Repubblica Popolare Cinese, ovvero i Presidenti di Vietnam, Laos, Cuba, Cambogia, Indonesia, Malesia, Myanmar, Maldive, Mongolia, Pakistan, Nepal, Zimbabwe, Repubblica del Congo, Iran, Serbia e Slovacchia. Quest'ultima, guidata dal socialista Robert Fico, peraltro membro dell'Unione Europea e della NATO.

Il Viceministro degli Esteri cinese, Hong Lei, in merito alla Guerra di Resistenza del Popolo Cinese, ha ricordato come questa sia stata la prima vittoria completa nella lotta di liberazione nazionale della Cina e come questa abbia profondamente ispirato i popoli dei Paesi colonizzati di tutto il mondo, al fine di lottare contro l'oppressione e la liberazione dall'imperialismo.

Egli ha sottolineato come l'ascesa dei Paesi del Sud del mondo sia evidente e come questa stia “rimodellando radicalmente il panorama globale”.

Oggi, infatti, il Sud del Mondo rappresenta una nuova forza di speranza e di emancipazione per tutti i popoli oppressi.

Egli ha spiegato come, negli ultimi quarant'anni, la quota del PIL globale dei Paesi del Sud del Mondo sia aumentata dal 24% a oltre il 40% e come questi abbiano contribuito fino all'80% della crescita economica globale.

Ed ha sottolineato come, oltre 80 anni fa, i popoli amanti della pace in tutto il mondo si siano uniti per costituire un ampio fronte antifascista, contro i brutali aggressori e gettare le basi per l'ordine internazionale del dopoguerra.

Hong ha ribadito, pertanto, che la Cina è pronta a collaborare sia con i Paesi del Sud del mondo che con tutti gli altri Paesi, al fine di “promuovere un mondo multipolare più equo e ordinato” e “una globalizzazione economica inclusiva e benefica e contribuire congiuntamente alla giusta causa della pace, dello sviluppo e del progresso nel mondo”.

Luca Bagatin

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giovedì 28 agosto 2025

Riflessioni su Intelligenza Artificiale, sulla società fondata sul possesso e sul danaro e sulle dinamiche umane. Di Luca Bagatin

 

I social e internet sono divertenti, ma hanno trasformato la società in peggio.

Ovviamente nessuno vorrà mai ammetterlo.

Ma è un fatto.

Il social e internet annichiliscono il pensiero, la capacità di scrivere e quindi di ragionare.

Sdoganano voyeurismo e bassi istinti. Che sì, piaccia o non piaccia, anche quelli fanno parte dell'essere umano.

La tecnologia modifica la psicologia delle masse e quindi della società.

Le società cosiddette libere, in realtà, sono molto più esposte.

Non è un caso se l'attuale società Occidentale è degenerata ed è diventata meno colta e stupida e così la sua classe dirigente.

Quando demandi alla calcolatrice di fare i conti e perdi l'abitudine di farli tu stesso, a mente o con carta e penna, rinunci ad allenare la tua mente.

Sono un libertario assoluto (molto più di quanto si possa anche solo immaginare), ma sono anche un osservatore imparziale e critico.

Se così non fossi, probabilmente, finirei per distruggere ogni cosa, perché la libertà assoluta porta a questo.

Non sono mai stato per la proibizione delle droghe, ma so bene che esse sono deleterie.

La tecnologia funziona allo stesso modo e con gli stessi identici meccanismi.

Non è affatto vero che dipende da come la usi.

Perché, quando una cosa esiste, finirai presto o tardi per volerne sperimentare TUTTI gli usi possibili e immaginabili.

Non ho altra ricetta salvo il: pensa prima di creare le condizioni per il tuo stesso annientamento

(Luca Bagatin)

L'uso delle tecnologie moderne, come internet e I.A., senza adeguata formazione, potrebbe essere deleterio.

Che è ciò che è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno oserà mai limitarne l'utilizzo a chi non è adeguatamente formato (a iniziare dagli enormemente irresponsabili genitori, che permettono l'uso di internet e dello smartphone ai loro figli minorenni!!!!).

(Luca Bagatin)

Una società fondata sul danaro è una società fondata sulla prostituzione, delle menti e dei corpi.

(Luca Bagatin)

La società di Orwell la possiamo vedere nel sistema della pubblicità commerciale.

Ad esempio con le pubblicità "mirate" che ci appaiono su Facebook. O con il lavaggio del cervello operato dalla pubblicità commerciale stessa.

Un popolo civile e evoluto dovrebbe mettere al bando certi sistemi, che sono profondamente totalitari e all'origine del totalitarismo e del controllo della mente e delle abitudini delle persone.

(Luca Bagatin)

Siamo tutti e tutte uomini e donne oggetto, nella società liberal capitalista, commerciale e fondata sul danaro.

Non rendercene conto è la cosa peggiore e farà sì che, tale società, si riproduca in questo modo, nel corso nei secoli.

(Luca Bagatin)

Ciò che contesto alla sinistra borghese occidentale è l'idea di essere tutti universalmente uguali.

In realtà siamo tutti differenti (anche da area geografica a area geografica) e spesso persino incompatibili e inconciliabili.

Nulla di scandaloso, è una realtà incontrovertibile.

Questo è un concetto molto diverso rispetto all'uguaglianza dei punti di partenza, che dovrebbe essere garantita a tutti.

Questa un'altra sostanziale differenza fra sinistrismo borghese e socialismo, che, rettamente inteso, è sviluppato, in ogni Paese, tenendo conto delle peculiarità dei rispettivi popoli e delle rispettive mentalità.

(Luca Bagatin)

Affidabilità.

Frequentate solo persone affidabili.

Vedrete che presto rimarrete soli.

Cercate di essere affidabili.

Vedrete che tutti vi cercheranno.

A quel punto, ignorateli.

(Luca Bagatin)

Uomini e donne gelosi/e non li ho mai capiti/e.

Noi siamo di noi stessi e di nessuno altro.

Non esiste una proprietà esclusiva.

Il sentimento, la passione, che diventa possesso si chiama malattia mentale.

E come tale va definita e trattata.

L'illusione, fornita, promossa e diffusa dalle empie religioni monoteiste istituzionalizzate spesso di matrice mediorientale (il cristianesimo fra queste), ha danneggiato profondamente l'amore libero e inculcato nelle menti questa patologia chiamata "gelosia".

È venuto il momento di trattarla con il giusto peso che merita.

(Luca Bagatin)

Le religioni monoteiste di matrice mediorientale (cristianesimo compreso ovviamente) e i loro libri cosiddetti "sacri" sono riuscite a produrre, nella Storia, abnormi aberrazioni e manipolazioni mentali.

Essendo per la libertà assoluta mi guarderei bene dal proibirle (tranne le loro manifestazioni pubbliche e esteriori, ovvero propagandistiche).

Uno studio critico su di esse andrebbe fatto, a partire dalle scuole, proprio per salvaguardare la sanità mentale delle comunità.

(Luca Bagatin)

Se lo volesse, Trump, avrebbe il potere di porre fine al regime di Zelensky e Nethanyau a partire da domani.

Se lo volesse potrebbe anche lavorare per costruire una NATO globale volta ad evitare la costituzione di governicchi destabilizzatori e potrebbe finalmente promuovere la lotta al terrorismo e cyber terrorismo internazionale.

Il fatto è che non vuole farlo.

Continua a nicchiare e a dire una cosa e a ritrattarla.

Sembra uno del vecchio PCI. Che dice una cosa, ne pensa un'altra e ne fa un'altra ancora. Doppiezza peraltro tipica anche dei fascismi.

(Luca Bagatin)

Non dare mai nulla per scontato.

Chi oggi è tuo amico, potrebbe diventare tuo nemico.

Chi oggi è tuo nemico, potrebbe diventare tuo amico.

Soprattutto, non dare mai per scontato te stesso.

E' l'unica persona sulla quale puoi contare.

Gli altri hanno più bisogno di te di quanto tu possa averne dagli altri. Ma non fidarti mai completamente degli altri.

Rimani distaccato.

(Luca Bagatin)

Nelle cose che dico e scrivo non cerco mai il consenso.

Faccio ragionamenti e cerco ragionamenti.

Preferisco scandalizzare (pur non dicendo nulla di cosi eclatante, anzi, ma c'è sempre chi si scandalizza), piuttosto che ricercare il consenso.

Se fossi popolare mi preoccuperei. Vuol dire che sto facendo ragionamenti sciocchi e banali, da dare in pasto a chi ama le cose semplici. Spesso vuote e senza costrutto.

Sarei infatti un pessimo politico, inteso come colui il quale percula le masse, per ottenere consenso.

E' così interessante il ragionamento e lo svisceramento dei problemi, invece! Ma ragionare non significa parteggiare per qualcuno o qualcosa.

Significa andare oltre.

Ecco, a me interessa quell'oltre.

(Luca Bagatin)

 

mercoledì 27 agosto 2025

Volevo tutto

"Volevo tutto. Non potendo avere tutto ciò che volevo, ho imparato a rinunciare anche a ciò che avrei potuto avere"

(Luca Bagatin)

martedì 26 agosto 2025

Il Presidente cinese Xi Jinping: "Promuovere un vero multilateralismo e lavorare per un ordine internazionale più giusto ed equo”. Articolo di Luca Bagatin

 

Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese e Segretario Generale del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping, ha incontrato, il 26 agosto, a Pechino, il Presidente della Duma di Stato, Vyacheslav Volodin.

Il Presidente Xi ha spiegato come le relazioni fra Cina e Russia siano stabili, mature e strategicamente significative.

A maggio di quest'anno ho effettuato una visita di Stato in Russia e ho partecipato alle celebrazioni per commemorare l'80° anniversario della vittoria della Grande Guerra Patriottica dell'Unione Sovietica”, ha sottolineato il Presidente Xi, facendo presente come la settimana prossima, in Cina, si terrà un grande evento per commemorare l'80° anniversario della vittoria nella Guerra di Resistenza Popolare Cinese contro l'aggressione giapponese e nella Guerra Mondiale Antifascista.

Guerra Mondiale Antifascista combattuta, sui rispettivi campi di battaglia, tanto dalla Cina quanto dall'URSS, contro il militarismo giapponese e il nazifascismo tedesco e dando il maggiore contributo in termini di vite umane che si sono spese contro tali totalitarismi di destra.

Il Presidente Xi ha affermato, inoltre, la necessità di approfondire la fiducia reciproca e la cooperazione a tutti i livelli fra Cina e Russia e garantire la solidarietà con i Paesi del Sud del mondo, in modo da impegnarsi assieme per promuovere un “vero multilateralismo e lavorare per un ordine internazionale più giusto ed equo”.

La Repubblica Popolare Cinese è, inoltre, dall'inizio della crisi ucraina, impegnata nella risoluzione pacifica del conflitto e non ha mai smesso di interrompere i rapporti, sia con la Russia che con l'Ucraina, lavorando con senso di cooperazione e responsabilità, invitando tutta la comunità internazionale a comprendere le ragioni di ogni parte.

Luca Bagatin

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venerdì 22 agosto 2025

Deng Xiaoping: il leader socialista che ha aperto la strada al sogno cinese e alla costruzione di una comunità dal futuro condiviso. Articolo di Luca Bagatin

  

Deng Xiaoping nacque il 22 agosto 1904 e fu il leader socialista cinese che, guidando la Repubblica Popolare Cinese dal 1978 al 1989, la seppe trasformare in una potenza mondiale, attraverso aperture al mercato, ma al contempo mantenendo il carattere socialista della Repubblica e adattandolo alla mentalità cinese.

Deng viene infatti ricordato come un grande modernizzatore.

Il prof. Giancarlo Elia Valori, fine analista geopolitico e Honorable de l’Académie des Sciences de l’Institut de France, in diversi suoi articoli ha ricordato le celebri “Quattro modernizzazioni” lanciate da Deng Xiaoping nel 1978: “agricoltura, scienza e tecnologia, industria e difesa nazionale”.

E ha altresì fatto presente come “La modernizzazione cinese non è una visione che la Repubblica Popolare vuole imporre ad altri Paesi, come il caso dei tentativi d’occidentalizzazione che a tutti i costi quel sistema di produzione cerca d’imporre al mondo. Cercare la soddisfazione per il popolo cinese e il ringiovanimento della nazione è la missione base della modernizzazione cinese” (…) L’era del socialismo con caratteristiche cinesi fornisce una garanzia istituzionale più completa, una base materiale maggiormente solida, nonché una forza spirituale più attiva verso la modernizzazione nazionale. Si combinano i principi fondamentali del marxismo con caratteristiche cinesi attraverso la realtà specifica della Cina e con la sua cultura tradizionale. La spinta alla modernizzazione, l’approfondimento della sua comprensione teorica, la continua maturazione strategica e l’arricchimento della pratica, sono state avanzate in una serie di idee, nuovi punti di vista e lungimiranti conclusioni, che arricchiscono e sviluppano teorie modernizzatrici. Essa è una nuova analisi delle teorie che hanno promosso da anni le conquiste e i cambiamenti storici del Paese.

E questo sin dal 1978, grazie a quel Deng Xiaoping apprezzato anche dall'allora nostro grande Presidente del Consiglio socialista Bettino Craxi, il quale lo incontrò in visita ufficiale in Cina nel 1986, ove fu ricevuto con tutti gli onori.

E dall'ex Ministro degli Esteri, il socialista Gianni De Michelis che, apprezzando molto il nuovo corso socialista riformista cinese, come ha ricordato recentemente Paolo Franchi nella sua biografia edita da Marsilio, un giorno – entrando in polemica con il fratello Cesare – gli disse “Mettiti in testa, caro Cesare, che i centomila libri della tua biblioteca puoi anche bruciarli, e sostituirli con l'opera omnia di Deng Xiaoping”.

A Deng Xiaoping è stato dedicato, il 22 agosto 2024, in occasione del 120esimo anniversario della sua nascita, un simposio organizzato dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC).

In tale occasione, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, ha ricordato il prestigio di Deng, considerato “un grande marxista, un grande rivoluzionario proletario, statista, stratega militare, diplomatico e un combattente comunista di lunga data”.

Xi ha altresì ricordato Deng quale pioniere del socialismo con caratteristiche cinesi, dell'apertura, della modernizzazione e teorico della pace globale e dello sviluppo del mondo, aspetti che peraltro aveva appreso dai suoi studi di gioventù in Francia e in Russia, che lo portarono ad aderire al marxismo.

Il Presidente Xi Jinping ha, inoltre, sottolineato come Deng Xiaoping abbia contribuito a rafforzare il socialismo in Cina, entro la fine del suo mandato, proprio in un'epoca in cui tale idea di emancipazione sociale stava tragicamente tramontando, in Europa orientale.

Queste le parole di Xi, in merito: “Il compagno Deng Xiaoping ha difeso fermamente la gloriosa bandiera del socialismo. Nel processo di riforma e apertura, ha sempre preso una posizione netta contro la liberalizzazione borghese. Sullo sfondo del crollo dell'Unione Sovietica e dei drastici cambiamenti nell'Europa orientale, un grave tumulto politico si è verificato in Cina a cavallo tra la primavera e l'estate del 1989. Nel momento critico, il compagno Deng Xiaoping ha guidato il partito e il popolo a prendere una posizione netta contro i tumulti e a difendere risolutamente il potere dello Stato socialista, in modo che il partito e il Paese resistessero alla dura prova di venti e onde pericolose. Dopo di che, ha riassunto profondamente le lezioni nel processo di riforma e apertura e ha sottolineato la necessità di concentrarsi sulla costruzione del partito, rafforzare il lavoro ideologico e politico e l'educazione nelle belle tradizioni, migliorare il livello di leadership del partito e la capacità di governo e garantire la stabilità del Paese rosso. Ha ammonito il popolo con voce assordante: “Il socialismo in Cina non può essere cambiato. La Cina seguirà certamente la strada socialista che ha scelto fino in fondo. Nessuno può schiacciarci”.

Xi Jinping ha, inoltre, ricordato alcune profezie di Deng Xiaoping relative al futuro della Cina: “Entro la metà del prossimo secolo la Cina sarà in grado di avvicinarsi al livello dei Paesi sviluppati nel mondo, e questo sarà il grande cambiamento. A quel tempo, il peso e il ruolo della Cina socialista saranno diversi, e saremo in grado di dare maggiori contributi all'umanità”.

Oggi la Cina del socialista riformista Xi Jinping si muove seguendo questo stesso esempio oltre che quello dei successori di Deng Xiaoping, Jang Zemin e Hu Jintao, senza dimenticare gli insegnamenti di Mao Tse-Tung.

Non a caso, nel suo discorso commemorativo, Xi, ha fatto presente che “La Cina è una forza risoluta per la pace nel mondo. Dobbiamo sempre tenere alta la bandiera della pace, dello sviluppo, della cooperazione e dei risultati win-win, promuovere la costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l'umanità, promuovere i valori comuni di tutta l'umanità, implementare la Global Development Initiative, la Global Security Initiative e la Global Civilisation Initiative, partecipare attivamente alla riforma e alla costruzione del sistema di governance globale e continuare a fornire nuove opportunità per il mondo con nuovi progressi nella modernizzazione in stile cinese”.

In proposito mi ritorna alla mente un interessante passaggio di un articolo del prof. Giancarlo Elia Valori, che ho già citato all'inizio di questo mio pezzo:

Adesso è prematuro affermare se la modernizzazione cinese rappresenterà una nuova forma di civiltà umana, ma una cosa è certa. Essa – al contrario di altre modernizzazioni – non vuole imporsi al mondo con la violenza, ma cerca di migliorare il proprio Paese. Se poi sarà presa ad esempio anche da altri Popoli e Stati solo la Storia potrà dircelo.

Al contrario la modernizzazione portata avanti dall’occidentalizzazione non rappresenta il passato, ma è un’applicazione attuale di tragiche epoche condite da due guerre mondiali volute dall’imperialismo, e da sciagure immani, quali la Shoah, le bombe atomiche sul Giappone, e lo sterminio di interi popoli dell’emisfero occidentale, il saccheggio dell’Africa, ecc. solo per limitarmi a questi esempi emblematici”.

Non è un caso, del resto, se la Repubblica Popolare Cinese, negli attuali grandi conflitti internazionali, invita al dialogo e alla cooperazione.

Condannando con fermezza governi discutibili come quello di Netanyahu; criticando ogni forma di ingerenza negli affari interni degli altri Paesi (la Cina, ad esempio, sostiene i governi socialisti di Venezuela e Cuba, contro le ingerenze e gli embarghi imposti dal regime di Washington); sostiene gli sforzi per la pace nell'ambito della crisi ucraina ed è un importante pilastro dei BRICS e del Sud del Mondo, nella costruzione di un mondo più giusto e di una comunità dal futuro condiviso.

Insegnando - anche a chi ancora non vuole comprenderlo - che una economia governata dal settore pubblico, con un mercato aperto, ma regolato e funzionale alle esigenze della comunità (e non del profitto di pochi) ed una politica estera volta alla cooperazione e al dialogo con tutti, senza pregidizi, né ingerenze, è la chiave del successo.

Luca Bagatin

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giovedì 21 agosto 2025

Gelli e la P2 fra cronaca e Storia. Articolo di Luca Bagatin

Vorrei, qui di seguito, ripubblicare questo articolo, che scrissi e pubblicai diversi anni fa, contenuto anche nel mio primo saggio, "Universo Massonico" (Bastogi Editrice Italiana, con prefazione del prof. Luigi Pruneti, edito nel dicembre 2012) e che ritengo essere sempre di attualità.

L. B.

 Gelli e la P2 fra cronaca e Storia. Articolo di Luca Bagatin

 

Di Licio Gelli e della Loggia Propaganda 2 sono state scritte un sacco di cose.

Quasi tutte pressoché a sproposito a cominciare dal fatto che fu una "Loggia segreta".

La P2, Loggia all'Ordine del Grande Oriente d'Italia, fu - diversamente - una Loggia "coperta" di diretta pertinenza del Gran Maestro dell'Obbedienza.

"Coperta" in quanto al suo interno vi erano personalità di spicco (del panorama culturale, politico, artistico ecc...) che - per la loro particolare posizione professionale - preferivano non rivelare l'appartenenza alla Massoneria e dunque figurare unicamente "all'orecchio" del Gran Maestro, come si dice in gergo massonico.

Si pensi solo al fatto che la Loggia Propaganda Massonica (poi, quando fu ricostituita, dopo la messa al bando delle logge massoniche, da parte del fascismo, prese il nome di Loggia Propaganda Massonica nr. 2), fu fondata nel 1877 e di essa vi faceva parte anche il Vate della letteratura risorgimentale Giosue Carducci e l'ottimo ed indimenticato Sindaco di Roma Ernesto Nathan.

Tutto ciò e molto altro ancora è spiegato dettagliatamente e con una ricchissima documentazione e bibliografia dallo storico Alessandro Aldo Mola - Medaglia d'Oro per la Cultura dal 1980 - nel suo ultimo saggio "Gelli e la P2 fra cronaca e storia" edito dalla Bastogi.

Mola, senza faziosità alcuna, racconta di come il "presunto scandalo" P2 non fu che il pretesto per una lotta senza quartiere contro i massoni e la Massoneria italiana, da sempre vista con sospetto da settori clericali, fascisti e comunisti.

Mola ripercorre così - come già fece lo scrittore Pier Carpi nel suo "Il Venerabile" nei primi anni '90 - la vita di Licio Gelli sin dai tempi della Guerra di Spagna quando combattè a fianco dei franchisti e successivamente in Italia a Capo del Fascio di Pistoia. Sino a quando salvò da morte certa 62 prigionieri fra ebrei e partigiani, evitando così la loro deportazione nei campi di sterminio in Germania.

Ciò gli vantò un attestato da parte del Comitato di Liberazione Nazionale di Pistoia e gli consentì, a guerra finita, di rifarsi una vita. Prima come commerciante di prodotti di cancelleria e via via, negli anni '50, nell'ambito della Permaflex ove divenne direttore dello stabilimento di Frosinone.

E così, successivamente, come racconta Mola, Gelli decise di farsi iniziare massone negli anni '60 con l'obiettivo di rendere la Massoneria un organismo in grado di risolvere le controversie internazionali e nazionali. Un po' come durante il Risorgimento italiano o con la fondazione della Società delle Nazioni e dell'ONU.

Nulla, insomma, di oscuro e di occulto. Anzi.

Un capitolo molto denso del saggio di Mola, oltre a quello dell'amicizia fra Gelli ed il generale Peron, è infatti dedicato alla fondazione dell'OMPAM da parte di Licio Gelli, ovvero dell'Organizzazione Mondiale Per l'Assistenza Massonica.

Un organismo sovranazionale, appunto, in grado di "contribuire a soccorrere ed ad elevare le condizioni morali, spirituali e materiali dell'Uomo e della Famiglia umana, operando secondo i principi etici propri dell'insegnamento massonico", come dichiarato dal promotore stesso.

Un organismo che faceva leva proprio sulla fratellanza massonica che era l'unico principio in grado di superare tutte le divisioni in fatto di politica, razza, religione....

Un organismo "alla luce del sole", che fu riconosciuto anche in sede ONU alla stregua della Fao e dell'Unesco e che si proponeva di integrare l'opera umanitaria laddove le giurisdizioni massoniche non disponessero di strutture economicamente e giuridicamente idonee per operare sia all'interno dei singoli Stati che a livello internazionale.

Operazione ambiziosa che purtroppo la stampa nostrana omise di far conoscere al grande pubblico. E che si arenò con l'avvento del presunto scandalo P2, nel 1981.

L'OMPAM fu tuttavia un'operazione autonoma di Gelli e per nulla legata al Grande Oriente d'Italia, anche se egli stesso propose all'allora Gran Maestro del GOI, Lino Salvini, di nominare il suo predecessore - Giordano Gamberini - alla carica di Ambasciatore del GOI presso l'OMPAM.

Licio Gelli, sia detto per inciso, allora non era ancora Venerabile della Loggia P2, anche se la P2 era attiva e nota ai Gran Maestri sopra citati ed ai loro predecessori senza scandalo alcuno come spiegato all'inizio di questo articolo.

Gelli fu solamente un personaggio particolarmente attivo sia all'interno che all'esterno della Massoneria. Il che lo porterà ad occuparsi di cose estranee alla stessa Istituzione come ad esempio di politica (si noti bene che le Costituzioni di Anderson del 1723, vietano espressamente ai massoni di occuparsi di politica e religione in Loggia).

Ma ad ogni modo anche qui nessuno scandalo "profano", come rilevato dall'ottimo Alessandro Mola nel capitolo dal titolo "Gelli per la Seconda Repubblica".

Alla metà degli anni '70 - vista l'estrema fragilità e litigiosità della coalizione di Pentapartito e l'incalzante terrorismo rosso e nero - l'Italia si trovò ad un bivio: o una dittatura clericale di estrema destra, oppure un ancor meno auspicabile regime di estrema sinistra.

Licio Gelli stilò così il famigerato "Schema R" (Rinascita), all'indomani dell'avanzata del Pci alle elezioni amministrative del 1975.

Lo "Schema R", come documentato dal saggio di Mola, non fu altro che un piano riformatore, che elaborava la strategia politica per arginare la dilagante avanzata dei comunisti in Italia e dell'eversione di destra, per mezzo di un rafforzamento della coalizione di Pentapartito (Dc, Psi, Psdi, Pri, Pli) a partire dalla Democrazia Cristiana, a patto che essa si depurasse da correnti ed alchimie che la rendevano inefficiente ed inefficace.

L'obiettivo finale di Gelli non era altro che un ritorno ai "fasti ed al prestigio della Segreteria De Gasperi".

Un rafforzamento, dunque, della democrazia centrista e moderata. Altro che autoritarismo filo-fascista tanto sbandierato dalla grande stampa dell'epoca !

Gelli delineò nel suo "Schema", anche un elenco molto preciso di riforme che - peraltro - erano condivise dalla gran parte degli italiani di allora e di oggi e che proprio oggi - trent'anni dopo - sono di scottantissima attualità e dibattito.

Dalla riforma presidenziale all'abrogazione dell'immunità parlamentare; dalla riduzione ad una Camera dei Deputati sino all'abolizione dei ministeri e degli enti inutili quali le Province; dall'introduzione di pene severissime per i reati di corruzione perpetrati da politici, funzionari e pubblici ufficiali sino alla privatizzazione del carrozzone Rai-Tv. Riforme allora necessarie come lo sono oggi.

Al punto che lo stesso Gelli precisò subito che tutto ciò "non preludeva ad un colpo di Stato", bensì intendeva "scongiurare l'irreparabile jattura di una guerra civile e allontanare dall'Italia il pericolo di un governo dittatoriale di ispirazione comunista o fascista".

Chi accusò Gelli di cospirazione politica sulla base dello "Schema R" o fu in mala fede oppure quello "Schema" non lo lesse punto. Come i fatti - documentati dal Mola - si sono incaricati di dimostrare.

Che poi, forse, il Gran Maestro di allora - Lino Salvini – avesse concesso troppo "potere massonico" a Licio Gelli, siamo d'accordo.

Licio Gelli fu elevato al grado di Maestro Venerabile della P2 il 9 maggio 1975 e ciò fu un po' un'anomalia visto che la P2 era storicamente di pertinenza del Gran Maestro in carica.

Come un'anomalia massonica fu che Gelli iniziasse gli aspiranti Fratelli "in punta della spada", ovvero senza alcun rituale massonico, come ricordò anche il prof. Claudio Bonvecchio in un convegno sulla Massoneria tenutosi a Pordenone. Ma, come il Bonvecchio ed il Mola ricordano: la P2 divenne il capro espiatorio del malaffare di gran parte delle forze politiche di allora, le quali montarono ad arte la famosa "teoria cospirazionista ai danni dello Stato", istituendo addirittura una costosissima ed inutile Commissione Parlamentare d'Inchiesta presieduta da Tina Anselmi e che si concluse con nulla di fatto. Mettendo a nudo unicamente l'ignoranza di gran parte dei politici e dei magistrati di allora in fatto di Massoneria ed Esoterismo.

La P2, dunque, non era affatto una organizzazione segreta, bensì una "Loggia coperta" come ve ne sono moltissime anche all'estero e per i motivi già sopra spiegati.

Il saggio di Alessandro Mola lo chiarisce, citando anche le sentenze della Corte d'Assise di Roma che fra il '94 ed il '96, assolsero sia la P2 dalle accuse di "complotto ai danni dello Stato" che lo stesso Gelli per le innumerevoli accuse attribuitegli.

Il tutto documenti alla mano, come peraltro fece anche lo scrittore e regista Pier Carpi con il suo "Il caso Gelli" (1982) ed il romanzo "Il Venerabile" (1993). Scritti che gli costarono l'esilio da parte del panorama culturale dell'epoca....sic!

Rimane solo una domanda di fondo, che emerge dalla conclusione stessa del saggio di Mola: perché i mass-media tacquero in merito a queste sentenze al punto che ancora oggi Gelli e la P2 sono bollati con marchio d'infamia?

Quella di "Gelli e la P2 fra cronaca e storia" è senza dubbio una lettura appassionante, dunque, che permette al lettore di addentrarsi in una vicenda mai del tutto trattata per com'è stata nei fatti, con un'analisi dell'Italia degli ultimi trent'anni.

Un'Italia ancora incapace di scrollarsi di dosso il suo pesante passato.

Luca Bagatin

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martedì 19 agosto 2025

L'ex Presidente socialista Evo Morales commenta i risultati delle elezioni in Bolivia. Articolo di Luca Bagatin

 

L'ex Presidente socialista della Bolivia, Evo Morales, ha commentato i tristi risultati delle elezioni generali che si sono tenute, in Bolivia, lo scorso 17 agosto.

Le elezioni hanno infatti visto prevalere i candidati della destra liberal capitalista, Rodrigo Paz Pereira, candidato del Partito Democratico Cristiano, che ha ottenuto il 32% e Jorge Quiroga Ramírez, del partito LIBRE, che ha ottenuto il 27%.

Evo Morales ha dichiarato: “Rispetto i risultati, siamo un movimento politico democratico, ieri siamo andati a votare e non a eleggere (...) dobbiamo riconoscere umilmente i risultati”. Ed ha aggiunto – riferendosi al candidato del partito socialista al governo, non riconosciuto da Morales, ovvero Andrónico Rodríguez (che ha ottenuto appena il 3% dei voti) - che tale risultato è stato “un voto di punizione per il tradimento e per la corruzione”.

Tradimento e corruzione nei confronti dei ceti più umili, che Morales ha sempre sostenuto, mentre il suo predecessore, Luis Arce, sostenitore di Andrónico Rodríguez, sembra avere tradito.

Morales, fondatore del partito socialista “EVO Pueblo”, nelle settimane precedenti, aveva invitato al voto nullo, per protestare contro l'impossibilità di essere candidato, in quanto aveva già governato la Bolivia per tre mandati, dal 2006 al 2019, ottenendo peraltro ottimi risultati in termini sia economici che sociali.

L'ex Presidente Morales, ha affermato che, se i voti delle schede nulle e bianche fosse considerato e così anche il numero degli astenuti, lui si collocherebbe fra il primo e il secondo posto.

I voti nulli sono stati oltre 1.200.000, quelli bianchi circa 160.000. Gli astenuti oltre 1.400.000.

Egli, su Facebook, ha scritto: “Esprimiamo profondo rispetto e ammirazione alle compagne e ai compagni militanti del nostro movimento politico che, in meno di due settimane di campagna per il voto nullo, hanno ottenuto un risultato storico. La nostra protesta si è fatta sentire: abbiamo votato, ma non abbiamo eletto, e il popolo ha chiarito che la democrazia non può essere ridotta a una semplice procedura amministrativa.

Inoltre, il popolo ha dato un messaggio chiaro a coloro che si sono corrotti nell'esercizio politico e hanno tradito i più umili. La Bolivia non vuole privatizzazione o persecuzione con una giustizia prebendalizzata; la Bolivia chiede ripresa economica, stabilità, crescita e più democrazia”.

Luca Bagatin

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sabato 16 agosto 2025

Cuba celebra la vittoria della Cina contro il militarismo giapponese e festeggia i 100 anni del Partito Comunista Cubano. Articolo di Luca Bagatin

 

Negli scorsi giorni, a Cuba, è stato commemorato l'80esimo anniversario della vittoria della Guerra di Resistenza del Popolo Cinese contro l'aggressione giapponese, nell'ambito della guerra mondiale antifascista.

Nell'ambito delle celebrazioni, il Ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, ha affermato che “Cina e Cuba sono unite in un cammino comune di lotta rivoluzionaria per raggiungere la piena indipendenza e sovranità, affrontando aggressioni di ogni tipo”.

Il Ministro Parrilla ha sottolineato come il popolo cinese si sia opposto all'avanzata delle truppe nipponiche sul suo territorio e abbia loro impedito di raggiungere l'allora URSS, nel momento in cui la Germania nazifascista la stava invadendo.

Egli ha sottolineato come, tale vittoria, “Ha anche segnato la prima vittoria completa della Cina dopo quasi un secolo di aggressioni esterne. Questo grande trionfo ha anche aperto la strada alla rinascita nazionale”.

Una rinascita che ha avuto, come sottolineato dal Ministro Parrilla, il suo coronamento attraverso la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, nel 1949, guidata da Mao e dai rivoluzionari cinesi, che le hanno garantito indipendenza e sovranità popolare.

Egli ha sottolineato come sia, da allora “stato forgiato un gigante”, “anche per la saggia decisione di costruire un futuro prospero, con il sostegno collettivo degli uomini e delle donne del popolo”.

Sviluppo, pace e giustizia” dovrebbero essere, a parere del Ministro degli Esteri cubano, i punti cardine che oggi - un mondo ancora drammaticamente preda di “interessi guerrafondai” e “tendenze neofasciste” - dovrebbe seguire.

Sebbene le sfide e le difficoltà incontrate lungo il cammino del suo sviluppo siano state notevoli, il gigante asiatico ha perseverato nel difendere un modello socialista con caratteristiche uniche, che promuove la pace, il rispetto e la solidarietà come valori fondamentali”, ha sottolineato il Ministro cubano, facendo presente come Cuba sia stata il primo Paese dell'emisfero occidentale a riconoscere il governo della Repubblica Popolare Cinese.

Ed ha fatto presente come, da 65 anni, i legami diplomatici fra Cuba e Cina siano ininterrotti e come quest'ultima avrà sempre il sostegno della Rivoluzione cubana, nella costruzione di “un futuro più giusto ed equo per tutte le nazioni”.

Il Ministro ha peraltro ringraziato la Cina per la sua ferma opposizione al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli USA, oltre all'assurda decisione del regime di Washington di aver inserito Cuba nella lista dei sedicenti “sponsor del terrorismo”.

L'Ambasciatore cinese Hua Xin, da parte sua, ha ricordato il sacrificio di oltre 35 milioni di cinesi contro gli invasori del Giappone militarista ed ha sottolineato come, oggi, la Storia dovrebbe andare avanti e non tornare indietro. Ovvero, il mondo dovrebbe unirsi, anziché dividersi e ha esortato la comunità internazionale ad imparare dalla Storia e ad opporsi con fermezza ad ogni forma di egemonia, aderendo al vero multilateralismo, promuovendo una comunità con un futuro condiviso per l'umanità, secondo il principio enunciato dal Presidente Xi Jinping.

Egli ha concluso affermando che Cina e Cuba sono forze importanti del Sud del mondo e che “resteremo fermi dalla parte giusta della Storia, rafforzando l'unità e la cooperazione, per dare insieme maggiori contributi alla pace e allo sviluppo globali e alla difesa dell'equità e della giustizia internazionale”.

Il Partito Comunista Cubano, attualmente guidato dal Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, peraltro, proprio in questi giorni, festeggia i suoi primi 100 anni.

Fu infatti fondato clandestinamente, da meno di 20 partecipanti, fra il 15 e il 17 agosto 1925.

Il suo primo Segretario fu José Miguel Pérez (1896 – 1936) e fu ispirato alle lotte del rivoluzionario e massone cubano José Martí (1853 – 1995).

Luca Bagatin

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giovedì 14 agosto 2025

Jeremy Corbyn a tutto campo per promuovere il nuovo partito socialista e democratico, alternativo al liberal capitalismo. Articolo di Luca Bagatin

 

Erano i primi di luglio scorso, quando l'ex leader laburista britannico e oggi deputato indipendente, Jeremy Corbyn e l'ex deputata laburista Zarah Sultana, sospesa ingiustamente un anno fa dal partito dello pseudo laburista Keir Starmer, lanciavano il loro nuovo partito.

Socialista, senza equivoci liberal capitalisti e/o guerrafondai.

Una forza che, in poche settimane, ha ricevuto l'adesione di ben 650.000 britannici, dopo l'apertura del sito web https://www.yourparty.uk.

Negli scorsi giorni, Jeremy Corbyn, è stato lungamente intervistato dal Tribune, ove ha espresso le prospettive di tale nuova forza politica, che si contrappone tanto al conservatorismo liberal capitalista dei Conservative, quanto al conservatorismo liberal capitalista degli pseudo “laburisti” di Starmer in salsa blairian-guerrafondaia.

Nell'intervista, Corbyn, ha spiegato che le massicce adesioni al suo nuovo soggetto politico, molto probabilmente, sono dovute al fatto che la gran parte dei britannici si sta sempre più impoverendo, mentre i ricchi si stanno ancora più arricchendo. E che la gran parte dei britannici si sente completamente esclusa dalle decisioni che influenzano la loro vita quotidiana.

Egli ha spiegato che, nel programma del nuovo partito, ci sarà spazio per il rafforzamento del settore pubblico; le imposte sui grandi patrimoni; gli investimenti per le case popolari; il sostegno alla Palestina; la ridistribuzione della ricchezza e del potere.

Corbyn ha inoltre spiegato come l'attuale leader “laburista” (sic!) Keir Starmer, gli abbia impedito, alle ultime elezioni, di candidarsi alla carica di deputato nelle fila laburiste e ciò lo ha costretto a candidarsi come indipendente, ottenendo peraltro un ottimo risultato in termini di voti.

E ha spiegato come sia stata proprio la sua campagna elettorale da indipendente a fargli capire quanta gente, oggi, si senta completamente senza una voce e senza rappresentanza politica, in Gran Bretagna. E ciò gli ha fatto sempre più prendere coscienza della necessità di costituire un nuovo, autentico partito socialista, denunciando il fatto che il Partito Laburista ha fallito completamente, in quanto non è riuscito a realizzare alcun cambiamento promesso.

Negando ogni forma di uguaglianza, inclusione e pace, che sono le basi per l'alternativa.

Nell'intervista al Tribune, Jeremy Corbyn, ha puntato il dito anche contro il sistema dei partiti britannici, che egli considera “verticistici, centralizzati e burocratici”. Quando invece occorrerebbe consentire alle comunità locali di organizzarsi autonomamente e radicare maggiormente i partiti nelle comunità, ascoltando i loro problemi.

Egli ha affermato che, oggi, il Partito Laburista sembra aver paura delle persone che vorrebbe rappresentare ed è diventato burocratico e centralizzato, giungendo a prendere decisioni completamente sbagliate, come “la privatizzazione dei servizi pubblici, l'invasione dell'Iraq e l'austerità”.

Egli immagina, diversamente, un partito di sinistra, autenticamente socialista fondato su emancipazione, apertura, inclusione e democrazia. E in tal senso intende riunirsi, entro fine anno, assieme ai nuovi aderenti a tale partito e organizzare una conferenza di inaugurazione.

Una conferenza che parta da una serie di “incontri deliberativi in tutto il Paese”, al fine di discutere, anche assieme alle comunità, ai movimenti sociali e ai sindacati, “le questioni chiave che attendono il futuro del nostro partito e del nostro Paese”.

Egli ha affermato di immaginare un partito “aperto, inclusivo e radicato nel territorio”, che rifletta la natura geografica degli aderenti e che fornisca alle comunità locali tutto il potere, al fine di apportare cambiamenti dal basso. Si tratta di milioni di persone che meritano una vita migliore. Si tratta dei bambini che vivono in povertà. Si tratta del popolo palestinese. Si tratta di loro, non di noi”, ha affermato Corbyn all'intervistatore del Tribune.

Egli immagina un partito che si occupi tanto di giustizia sociale, quanto di ambiente e di giustizia climatica e rimane aperto anche alla possibilità di collaborare con movimenti ambientalisti, non solo sulle questioni ambientali, ma anche sulla pace e i diritti umani.

Jeremy Corbyn, Zarah Sultana e i 650.000 primi aderenti al nuovo partito di ispirazione socialista democratica e di sinistra, sembrano avere le idee chiare.

Spiace che certa grande stampa provinciale di casa nostra lo avesse definito, qualche tempo fa, “partito islamo-marxista”, cercando, come spesso accade, di denigrare ogni serio progetto socialista e democratico, ma tant'è. Dalla grande stampa di casa nostra, cosa mai pretendiamo, ormai?

Il nuovo partito che nascerà in Gran Bretagna è destinato a far discutere, ma soprattutto a far tornare ciò che in Europa manca da tempo (salvo i socialisti democratici slovacchi, quelli moldavi e il partito di Sahra Wagenknecht in Germania e poco altro), ovvero il socialismo democratico, senza equivoci liberal capitalisti e guerrafondai, ovvero rettamente inteso, come ai tempi di Bettino Craxi e François Mitterrand.
E come oggi vi è nel mondo davvero progredito e civile: dalla Cina di Xi Jinping al Brasile del socialista autentico Lula da Silva, peraltro impegnati entrambi a sostenere l'indipendenza economica del Sud del mondo e a promuovere una comunità umana dal futuro condiviso.

Ovvero a promuovere ciò che, in un mondo folle e alla deriva, oggi è necessario, vincente e al servizio della comunità globale.

Luca Bagatin

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martedì 12 agosto 2025

Il prossimo IV Plenum del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese e le manovre di sviluppo economico contro vari dazi e protezionismi. Articolo del prof. Giancarlo Elia Valori

  

L’Ufficio Politico del Comitato Centrale del PCC si è riunito il 30 luglio e ha deciso di convocare la IV Sessione Plenaria del XX Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese a Pechino in ottobre. L’ordine del giorno principale include la relazione di lavoro dell’Ufficio Politico al Comitato Centrale e l’esame delle proposte per la formulazione del XV Piano Quinquennale 2026-2030 per lo Sviluppo Economico e Sociale Nazionale. La riunione ha anche analizzato l’attuale situazione economica e delineato le attività economiche per la seconda metà dell’anno. Xi Jinping, Segretario Generale del Comitato Centrale del PCC, ha presieduto la riunione.
L’incontro ha sottolineato che il XV Piano Quinquennale rappresenterà un periodo critico per la realizzazione sostanziale della modernizzazione ed il consolidamento delle fondamenta economiche. Il contesto di sviluppo della Repubblica Popolare della Cina sta affrontando cambiamenti profondi e complessi, con opportunità, rischi e sfide strategiche coesistenti, e fattori incerti e imprevedibili in aumento. Allo stesso tempo, le fondamenta economiche cinesi sono stabili, con numerosi vantaggi, una forte resilienza e un grande potenziale. Le condizioni di sostegno a lungo termine e le tendenze di fondo non sono cambiate. I vantaggi del sistema socialista con caratteristiche cinesi, i vantaggi dei mercati su larga scala, dei sistemi industriali completi e delle ricche risorse di talenti sono più evidenti.
Il vertice ha mantenuto la determinazione strategica sui punti più importanti: il rafforzamento della fiducia nei progressi, l’identificazione attiva dei cambiamenti rispondendo ad essi; ha concentrato gli sforzi nel portare a fine i compiti; ha posto il Paese in iniziative strategiche nella competizione internazionale e sta promuovendo importanti progressi relativi alla situazione generale della modernizzazione cinese.
L’incontro dell’Ufficio Politico ha sottolineato che durante il periodo del XV Piano Quinquennale, lo sviluppo economico e sociale deve aderire alla Teoria delle Tre Rappresentazioni.
La Teoria fu introdotta per la prima volta da Jiang Zemin, allora Segretario Generale del PCC, il 25 febbraio 2000, durante un giro di ispezione a Gaozhou, nel Guangdong. Durante la guida di Jiang, le Tre Rappresentazioni furono ufficialmente descritte come lo sviluppo del marxismo-leninismo, del Pensiero di Mao Zedong e del Pensiero di Deng Xiaoping. La teoria fu ratificata al XVI Congresso del PCC (8-14 novembre 2002) e fu inoltre inserita nella Costituzione cinese il 14 marzo 2004.
Questa Teoria si basa sull’applicazione e l’interpretazione data da Xi Jinping in merito al socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era, concentrando la costruzione di un Paese moderno in modo completo.
L’Ufficio Politico ha ribadito la necessaria attuazione in modo completo e accurato del nuovo concetto di sviluppo per mantenere la stabilità, il coordinamento e la promozione del piano strategico nazionale. Da qui accelerare la costruzione di un modello di sviluppo; coordinare la situazione interna e internazionale; promuovere il miglioramento effettivo della qualità economica e una crescita ragionevole della quantità, adottando misure concrete a favore della prosperità comune di tutti i popoli.
La riunione dell’Ufficio Politico ha concluso che, dall’inizio del 2025, con i consigli del Presidente Xi Jinping, tutte le regioni e i dipartimenti hanno intrapreso azioni proattive, superato le difficoltà e intensificato l’attuazione di politiche macroeconomiche più efficaci.
L’economia cinese ha mantenuto un progresso costante, con nuovi traguardi nello sviluppo di alta qualità. I principali indicatori economici hanno registrato buoni risultati; nuove forze produttive di qualità si sono sviluppate positivamente; le riforme e l’apertura hanno continuato ad approfondirsi; i rischi in settori chiave sono stati efficacemente prevenuti e risolti e le garanzie di sicurezza di base per i mezzi di sussistenza dei cittadini sono state ulteriormente rafforzate. L’economia cinese sta dimostrando forte vitalità e resilienza.
L’Ufficio Politico ha evidenziato che l’attuale funzionamento del sistema economico si trova ancora ad affrontare numerosi rischi e sfide. Si deve comprendere correttamente la situazione, rafforzare il senso di crisi, concentrarsi sulle agevolazioni, sfruttare al meglio le opportunità, il potenziale e i vantaggi di sviluppo e consolidare e ampliare lo slancio della ripresa economica.
Per svolgere un buon lavoro in ambito economico nella seconda metà del 2025 è necessario mantenere la continuità e la stabilità delle politiche; migliorare la flessibilità e la lungimiranza; badare a stabilizzare l’occupazione, le imprese, i mercati e le attese; promuovere vigorosamente la doppia circolazione nazionale e internazionale; impegnarsi a completare gli obiettivi e i compiti annuali di sviluppo economico e sociale per raggiungere la conclusione positiva del XIV Piano Quinquennale 2021-2025. I traguardi del XIV Piano Quinquennale sono stati e sono: uno sviluppo economico di alta qualità e autosufficienza tecnologica; la “doppia circolazione”, ovvero lo sviluppo della domanda interna e del commercio internazionale; e mira a raggiungere l’autosufficienza tecnologica; l’altro obiettivo chiave è la creazione di una società prospera.
L’Ufficio Politico ha sottolineato che le politiche macroeconomiche dovrebbero continuare a esercitare la loro forza e rafforzarsi al momento opportuno. Una politica fiscale più proattiva e una politica monetaria moderatamente accomodante dovrebbero essere attuate in dettaglio per dispiegare appieno gli effetti delle politiche. L’emissione e l’utilizzo di titoli di Stato dovrebbero essere accelerati per migliorare l’efficienza dell’impiego dei fondi. Le “tre promesse” (garanzie, assicurazioni e sussidi) per le organizzazioni di base saranno saldamente tutelate. La politica monetaria manterrà un’ampia liquidità e verrà promossa una riduzione dei costi complessivi del finanziamento sociale. Vari strumenti strutturali di politica monetaria saranno essere utilizzati efficacemente per rafforzare il sostegno all’innovazione scientifica e tecnologica, quali stimolare i consumi, favorire le piccole e microimprese, e stabilizzare il commercio estero. Le province economicamente sviluppate saranno sostenute nel loro ruolo di guida. La coerenza degli orientamenti di politica macroeconomica verrà rafforzata.
La riunione ha ribadito che è fondamentale liberare efficacemente il potenziale della domanda interna e attuare misure specifiche per stimolare i consumi. Parallelamente all’espansione del consumo di materie prime, si devono promuovere nuove aree di crescita per il consumo di servizi. La domanda dei consumatori deve essere ampliata, garantendo e migliorando al contempo i mezzi di sussistenza delle persone; come pure promuovere uno sviluppo di alta qualità dell’economia per stimolare gli investimenti privati ed espandere quelli più efficaci.
Questione importante è approfondire le riforme. Ciò significa continuare a utilizzare l’innovazione scientifica e tecnologica per guidare lo sviluppo di nuove forze produttive di qualità, accelerare lo sviluppo di settori chiave emergenti con competitività internazionale e promuovere la profonda integrazione e lo sviluppo dell’innovazione scientifica e tecnologica e dell’innovazione industriale. È fondamentale lo sviluppo di un mercato nazionale unificato con l’ottimizzazione costante della concorrenza di mercato; ossia badare alla concorrenza disordinata tra le imprese, a favore del rispetto delle leggi e dei regolamenti.
Promuovere la gestione delle capacità nei settori chiave vuol dire la standardizzazione delle pratiche locali di promozione degli investimenti, con lo stimolare la vitalità di tutti i tipi di entità commerciali.
Per quanto riguarda il commercio estero, l’Ufficio Politico ha sottolineato la necessità di ampliare l’apertura ad alto livello e stabilizzarne i fondamenti e gli investimenti esteri con l’aiutare le imprese del commercio estero più duramente colpite dalla pandemia; rafforzare il sostegno finanziario e promuovere lo sviluppo integrato del commercio. La riunione ha posto l’accento sull’ottimizzazione delle politiche di rimborso delle imposte sulle esportazioni e sullo sviluppo di piattaforme aperte di alta qualità, come le zone pilota di libero scambio.
La sessione ha sottolineato la necessità di prevenire e mitigare costantemente i rischi in aree chiave. Lo spirito della Conferenza centrale sul lavoro urbano (Pechino, 14-15 luglio 2025) deve essere pienamente attuato ed essere intraprese iniziative di riqualificazione urbana di alta qualità. I rischi di debito degli enti locali devono essere risolti attivamente e con prudenza, vietando severamente la creazione di nuovo debito occulto. La liquidazione delle piattaforme di finanziamento locali va promossa con vigore, ordine ed efficacia. Il mercato nazionale dei capitali occorre rafforzarlo nella sua attrattività e inclusività, consolidando il suo slancio di stabilizzazione e miglioramento.
Un ulteriore importante traguardo è l’importanza di garantire i mezzi di sussistenza dei cittadini. Ciò comporta sottolineare l’orientamento politico e dare priorità e promuovere l’occupazione per gruppi chiave come laureati, militari in pensione e lavoratori migranti. Attuare politiche a beneficio dei cittadini; migliorare un sistema di assistenza sociale articolato e categorizzato; rafforzare le fondamenta dell’agricoltura, delle aree rurali e degli agricoltori e mantenere prezzi ragionevoli per i cereali e i principali prodotti agricoli. Consolidare e ampliare i risultati ottenuti nella lotta alla povertà, assicurando che non si verifichino ricadute su larga scala nel settore della non-abbienza. Ossia dare sempre priorità alla sicurezza personale, rafforzare la produzione di sicurezza e la supervisione della sicurezza alimentare, compiere ogni sforzo per prevenire le inondazioni, e rafforzare la catena dei soccorsi di emergenza in caso di calamità, e garantire la fornitura di energia ed elettricità durante l’alta stagione estiva.
L’incontro ha dato rilievo alla necessità di mobilitare pienamente l’iniziativa di tutti i settori. I quadri dirigenti devono stabilire e mettere in pratica una corretta visione delle prestazioni e condurre il lavoro economico in conformità con la nuova filosofia di sviluppo. Gli imprenditori devono aprire la strada con coraggio e prendere l’iniziativa nella competizione di mercato con prodotti e servizi di alta qualità. Tutte le regioni e i dipartimenti devono sfruttare i risultati di uno studio approfondito e di una formazione per fornire un forte impulso allo sviluppo di alta qualità.
I mercati finanziari internazionali e i partner commerciali globali hanno osservato con attenzione i segnali che sono emersi da questa riunione. Come abbiamo visto l’incontro si è focalizzato su sviluppo di alta qualità, autosufficienza tecnologica, espansione della domanda interna e modernizzazione della governance. Alla luce delle tendenze attuali, la RP della Cina sta utilizzando strumenti istituzionali e innovazione politica per rafforzare la propria economia e, al contempo, offrire al mondo una nuova fonte di certezza.
Negli ultimi anni, la RP della Cina – nella propria determinazione strategica, ottenuta col principio della stabilità nel progresso – ha affrontato un contesto esterno complesso e pressioni interne dovute alla ristrutturazione economica,
Questo ha comportato la continuità e la stabilità delle politiche macroeconomiche, per mantenere l’economia entro una fascia di crescita ragionevole; la promozione della riforma strutturale dal lato dell’offerta, per ottimizzare le catene industriali e di innovazione; il rafforzamento della gestione dei rischi, in particolare nei settori finanziario, immobiliare e del debito locale.
Tale approccio stabile crea un ambiente politico prevedibile, rafforzando la fiducia degli investitori interni ed esterni.
Il prossimo IV Plenum del XX CC del PCC dovrebbe ribadire il ruolo centrale dell’innovazione tecnologica nello sviluppo economico. Oggi la RP della Cina sta accelerando l’espansione di nuove produttività legate all’intelligenza artificiale (destinata a potenziare manifattura, servizi e consumi), alle energie verdi (veicoli elettrici, fotovoltaico e sistemi di accumulo energia mantengono una posizione di leadership mondiale) e all’economia digitale (l’industria robotica e le attrezzature avanzate continuano a espandersi). La combinazione tra sostegno politico e dinamismo di mercato permette alla RP della Cina di compiere salti tecnologici e consolidare settori di frontiera.
Di fronte alla volatilità della domanda globale, l’espansione della domanda interna sarà una priorità del IV Plenum. Si prevedono nuove misure per stimolare i consumi, migliorare il benessere e ampliare la classe media.
Vi sono alcuni punti fondamentali da analizzate: l’upgrade dei consumi (servizi e consumi green che guideranno la crescita); l’urbanizzazione (sviluppo di cluster urbani e aree metropolitane da sostenete con investimenti in abitazioni, trasporti e servizi pubblici); l’economia digitale (piattaforme online, logistica intelligente ed e-commerce transfrontaliero). La domanda interna rafforzerà la resilienza economica e offrirà nuove opportunità di collaborazione internazionale.
Il IV Plenum riaffermerà probabilmente l’impegno verso un’apertura di alto livello (che non è solo una necessità per la RP della Cina, ma anche un’opportunità per il mondo); l’apertura istituzionale (avanzamento delle zone di libero scambio e del porto di libero scambio di Hainan); la cooperazione internazionale (ulteriore sviluppo della Belt and Road Initiative e di progetti digitali e verdi);l’ambiente per gli affari (miglioramento delle politiche per gli investimenti esteri, permettendo alle imprese globali di beneficiare della crescita cinese). Questa strategia di apertura rafforza la fiducia dei mercati e stabilizza le catene di approvvigionamento mondiali.
Combinando i fondamentali economici con i probabili segnali politici, emergono alcune tendenze chiare. Nel breve periodo la RP della Cina manterrà politiche stabili e mercato solido, con rischi sotto controllo; nel medio-lungo periodo, innovazione, transizione verde e apertura rimarranno i pilastri dello sviluppo di alta qualità; a livello internazionale la RP della Cina offrirà un mercato più vasto, maggiore capacità innovativa e una governance più trasparente, attirando capitali e rafforzando i legami commerciali.
In un contesto globale caratterizzato da incertezze, la RP della Cina sta fornendo al mondo una rara forma di certezza attraverso politiche stabili, percorsi di sviluppo innovativi e una strategia di cooperazione aperta.
Il IV Plenum del XX CC del PCC rappresenterà un punto chiave di questa traiettoria, segnando l’ingresso dell’economia cinese in una nuova fase di sviluppo di alta qualità. E ciò per il mondo significa maggiori opportunità di collaborazione, più benefici condivisi e, soprattutto, che la fiducia prevarrà sulla paura e il futuro sulle incertezze.

Giancarlo Elia Valori

lunedì 11 agosto 2025

Un ricordo di Zemfira Sulejmanova, attivista de "L'Altra Russia di Eduard Limonov". Articolo di Luca Bagatin

 

Il 15 agosto di quest'anno, ricorre il terzo anniversario della tragica morte di Zemfira Sulejmanova, militante del partito nazionalbolscevico “L'Altra Russia di Eduard Limonov”, fondato dallo scrittore dissidente russo Eduard Limonov (1943 - 2020), dalle ceneri del Partito NazionalBolscevico, unico partito politico ad essere stato ingiustamente messo fuorilegge in Russia, nel 2007, con l'infondata accusa di “teppismo”. Accusa e messa al bando sconfessata dalla sentenza del 2021 della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo, che ha considerato la messa al bando del partito di Limonov una violazione dei diritti umani.

Nata nel 1997, Zemfira Sulejmanova, era un'attivista di Nižnij Novgorod, oltre che aspirante giornalista.

Stava portando aiuti umanitari e seguendo, da reporter, il conflitto russo-ucraino, per il canale WarGonzo, fondato da alcuni militanti del partito di Eduard Limonov e chiaramente ispirato al “giornalismo Gonzo”, ideato dal giornalista e scrittore statunitense Hunter S. Thompson (1937 - 2005).

Il minibus sul quale Zemfira viaggiava, è esploso sopra a una mina anticarro ucraina, sganciata da un drone, nei pressi di Donetsk, il 15 agosto 2022.

Non c'è stato più nulla da fare per la ragazza, che, senza un braccio e le gambe, è sopravvissuta solo altre cinque ore.

Zemfira Sulejmanova, come la gran parte degli attivisti del partito di Limonov, non solo era giovane e bella, ma era anche un'artista.

E' sempre stata molto attiva nelle campagne anti-governative e, con vari video ironici e artisticamente accattivanti, sui social network (in particolare TikTok) – molto visualizzati - aveva denunciato il regime di Putin e la mancanza di elezioni effettivamente libere (A “L'Altra Russia di Eduard Limonov”, partito di sinistra patriottica, ad esempio, è sempre stato vietato di presentare liste elettorali ed ancora oggi i suoi attivisti vengono arrestati).

Allo stesso tempo, come Limonov denunciò a partire dal 1992, puntava il dito contro il nazionalismo ucraino e quello di tutte le repubbliche post-sovietiche, animato dall'odio nei confronti dei russi.

Limonov, che peraltro visse in gioventù nelle zone dell'attuale conflitto, come scrisse nel saggio “Anatomia dell’Eroe”, pubblicato nel 1997, temeva (e fu profetico) che in Ucraina sarebbe accaduta una situazione simile al conflitto nell’ex Jugoslavia, ove i nazionalismi di estrema destra sarebbero scoppiati e i russi, in quei territori, sarebbero stati repressi.

Limonov, nel voler proteggere i russi nelle Repubbliche post-sovietiche (non solo in Ucraina, ma anche in Kazakistan, Estonia, Lettonia, Lituania, Bielorussia ecc…), auspicava anche delle rivoluzioni popolari di matrice socialista, che avrebbero dovuto rovesciare il regime liberal-capitalista di Vladimir Putin, a Mosca.

E avrebbe voluto ricostituire l'URSS, attraverso il socialismo popolare, non burocratico, dal basso, come nelle idee dei primissimi Soviet leninisti.

In famiglia, Zemafira, che è sempre stata una ragazza estremamente coraggiosa, era chiamata “Xena”, in onore della regina guerriera della celebre, omonima, serie televisiva.

Le ultime immagini, prima della scomparsa, la ritraggono con un cane randagio che aveva incontrato nel corso del suo breve reportage e che stava salvando dalla guerra.

Aveva 25 anni. E li avrà per sempre.

Luca Bagatin

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sabato 9 agosto 2025

Cuba e il Venezuela rispondono alle solite inopportune interferenze USA. Articolo di Luca Bagatin

Ancora una volta, il regime di Washington, che sia retto dalla cricca “democratica” o “repubblicana”, tenta di interferire negli affari interni di altri Paesi, guarda caso governati da socialisti.

Ancora una volta viene puntato il dito contro il Presidente socialista del Venezuela, Nicolas Maduro, rieletto nel luglio 2024 con il 51,95% dei voti e la cui coalizione elettorale, socialista e bolivariana, il Gran Polo Patriottico, ha recentemente vinto le elezioni amministrative.

Il governo di Trump, infatti, ha aumentato a 50 milioni di dollari la ricompensa per l'arresto del Presidente Maduro. Accusato ingiustamente di narcotraffico.

Immediata la reazione del governo socialista cubano, altro governo storicamente nel mirino del regime a Stelle e Strisce.

Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista Cubano e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, su X, ha pubblicato un messaggio condannando le azioni di Washington, scrivendo che il governo USA “si presenta come un “giudice globale” per giustificare le sue misure illegali e unilaterali”.

Il Ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Yván Gil, ha da parte sua definito “patetica” la cosiddetta “taglia” di 50 milioni di dollari sul Presidente Maduro e ha definito, tale misura, un “circo mediatico” atto a compiacere l'estrema destra che governa gli USA e che ciò dimostra che la recente vittoria socialista e bolivariana alle elezioni amministrative in Venezuela, ha infastidito ulteriormente l'amministrazione Trump.

Luca Bagatin

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venerdì 8 agosto 2025

Il “Blocco Elettorale Patriottico dei Socialisti, dei Comunisti, del Cuore e del Futuro della Moldavia” pronto a sconfiggere la destra liberal capitalista in Moldavia. Articolo di Luca Bagatin

 

Ufficializzata la presenza, alle elezioni parlamentari moldave del prossimo 28 settembre, della lista di sinistra patriottica, maggiore oppositrice del governo liberal capitalista attualmente in carica in Moldavia.

Il “Blocco Elettorale Patriottico dei Socialisti, dei Comunisti, del Cuore e del Futuro della Moldavia” è stato, infatti, ufficialmente registrato presso la Commissione elettorale centrale.

Tale lista, presentata già in conferenza stampa alla fine di luglio, comprende il Partito dei Socialisti della Repubblica di Moldavia (PSRM), guidato dall'ex Presidente della Repubblica di Moldavia Igor Dodon; il Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldavia (PCRM), guidato da Vladimir Voronin; il Partito Repubblicano Cuore della Moldavia (o Inima Moldovei), guidato dall'ex governatrice comunista della Gagauzia, Irina Vlah e il Futuro della Moldavia, guidato dall'ex Primo Ministro comunista Vasile Tarlev.

La lista si propone l'obiettivo di porre fine all'attuale governo liberal capitalista e guerrafondaio, retto dalla liberale Maia Sandu e promuove un programma fondato sulla giustizia sociale; sul primato del settore pubblico nell'economia; sul recupero della sovranità nazionale e sul dialogo e la cooperazione con tutti i Paesi, recuperando il dialogo con la Federazione Russa.

Alla conferenza stampa di presentazione della lista, nel luglio scorso, i rappresentanti di tale blocco elettorale, avevano affermato che le prossime elezioni, in Moldavia, rappresenteranno uno spartiacque fra due modelli differenti: “Da un lato ci sono i partiti unionisti europei centristi. D'altra parte c'è la nostra proposta sovranista, il movimento per salvare il futuro della Moldavia, che cerca di porre fine alla dittatura di Soros e dei globalisti nella Repubblica moldava”.

Interessante anche il simbolo scelto per rappresentare tale blocco elettorale e che riassume i partiti che lo compongono.

Spiccano il bianco e il rosso, simbolo della purezza del cuore e del socialismo. Sono presenti la stella rosso-bianca dei socialisti e un cuore rosso, che racchiude una falce e martello bianca.

Luca Bagatin

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Prospettive di cooperazione economica fra Unione Europea e Repubblica Popolare della Cina e visioni globali. Articolo del prof. Giancarlo Elia Valori

 

L’economia globale sta attraversando una fase di profonda trasformazione: tensioni geopolitiche, ritorno del protezionismo e ristrutturazione delle catene di approvvigionamento rendono sempre più complesso l’ambiente commerciale internazionale. Negli ultimi anni, gli accordi commerciali tra UE e Stati Uniti d’America hanno suscitato crescenti critiche in Europa, poiché considerati penalizzanti per l’autonomia strategica e la competitività europea. In questo contesto, rafforzare la cooperazione economica tra la Repubblica Popolare della Cina e l’Unione Europea non è solo una necessità contingente, ma una scelta strategica per il futuro.
Alcuni punti di riflessione sono i seguenti.
Lo sviluppo verde si deve porre contro la dipendenza dal fossile. L’opinione pubblica europea sottolinea che gli accordi con gli Stati Uniti d’America hanno comportato un forte aumento delle importazioni di energia fossile a prezzi elevati, e questo grava su imprese e famiglie. Inoltre la dipendenza dal fossile ostacola la transizione energetica, in quanto v’è un impatto ambientale che aumenta le emissioni e contraddice gli obiettivi climatici.
Al contrario, la RP della Cina esporta prodotti per energie rinnovabili a costi competitivi e tecnologia avanzata, come pannelli fotovoltaici, turbine eoliche e sistemi di accumulo. Queste forniture permettono di ridurre i costi della transizione verde europea, nonché accelerare l’aggiornamento del mix energetico, e favorire la protezione del clima e dell’ambiente globale.
L’energia rappresenta oggi uno dei settori più promettenti per un salto di qualità nella cooperazione sino-europea. Si intravvede in essa una complementarità industriale per costruire insieme avanzate catene del valore. Del resto le economie di RP della Cina e UE sono altamente complementari: l’Europa eccelle in tecnologia avanzata, standard verdi e capacità di innovazione; la RP della Cina possiede una catena produttiva completa, capacità manifatturiera su larga scala e accesso ai mercati emergenti. Collaborando in settori come manifattura intelligente, digitalizzazione e mobilità verde, le due parti possono aprire mercati reciproci; integrare catene industriali e di innovazione; creare nuovi stimoli di crescita.
In un contesto di catene di approvvigionamento globali instabili, questa complementarità rafforza la competitività e la resilienza di entrambe le economie. L’aumento del protezionismo e delle barriere commerciali ha fatto crescere i costi del commercio globale. L’UE esprime preoccupazione per un’eccessiva dipendenza dall’anzidetto mercato unico monodiretto poiché solo la liberalizzazione del commercio è l’antidoto al protezionismo.
Rafforzare i legami economici con la RP della Cina consente di diversificare i rischi; ampliare gli scambi e gli investimenti bilaterali; permette di attenuare le tensioni politiche internazionali; e ciò significa promuove un ordine economico mondiale più aperto e multipolare.
Attraverso l’integrazione tra la Belt and Road Initiative e le strategie digitali e verdi dell’UE, la cooperazione sino-europea può svolgere un ruolo costruttivo nella governance commerciale globale. Attualmente le sfide globali rappresentano una responsabilità condivisa quali clima, sicurezza energetica, ripresa economica: sfide che nessun Paese può affrontare da solo. Sul clima la RP della Cina e l’UE condividono l’impegno per gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici (22 aprile 2016). In merito all’innovazione tecnologica: è necessario ribadire lo sviluppo congiunto di energie pulite, intelligenza artificiale e industrie low-carbon, i quali condurranno a benefici mondiali.
Sulla governance internazionale è necessario un maggiore coordinamento sino-europeo, che contribuisca a rafforzare equilibrio e stabilità nell’ordine mondiale. Queste responsabilità condivise elevano la cooperazione sino-europea oltre l’ambito economico, a una dimensione strategica e al contempo umana.
Di fronte ad una energia costosa, ad ansie per la sicurezza industriale e incertezze nella governance globale, l’Europa nel complesso e l’UE nello specifico hanno bisogno di nuove partnership.
La cooperazione con gli Stati Uniti d’America, come abbiamo sottolineato sopra, comporta costi economici ed ambientali elevati; al contrario la cooperazione con la RP della Cina offre opportunità di sviluppo verde, efficiente e orientato al futuro.
Rafforzare i legami economici tra la RP della Cina e l’Unione Europa non solo risponde agli interessi di entrambe le parti, ma si lega anche alle esigenze dello sviluppo sostenibile mondiale.
In un pianeta minacciato da divisioni, la collaborazione tra RP della Cina ed Europa può garantire prosperità reciproca e portare stabilità e fiducia a livello globale.
E nel contesto di una profonda trasformazione dell’economia mondiale, la RP della Cina si trova oggi al crocevia tra percezioni mediatiche e realtà economica che mirano a prospettive di fiducia generali. Mentre nei Paesi occidentali prevalgono narrazioni incentrate su rallentamento e rischi – un’altra storia, più rilevante e concreta, sta emergendo: la RP della Cina guida una nuova ondata di competitività globale attraverso innovazione e upgrading industriale.
È innegabile che pure l’economia cinese stia vivendo le difficoltà di una fase di transizione: correzione del settore immobiliare, fiducia dei consumatori in recupero, frizioni geopolitiche. Tuttavia, questi ostacoli non hanno fermato l’emergere di nuovi motori di crescita, che testimoniano la resilienza reale dell’economia di quel Paese. I nuovi fattori sono: 1) intelligenza artificiale destinata a diventare il principale motore di sviluppo nei prossimi dieci anni; 2) veicoli elettrici ed energie verdi: la RP della Cina occupa già una posizione di leadership mondiale; 3) manifattura avanzata: robotica industriale, semiconduttori e smart manufacturing rafforzano la quota globale del Paese.
Queste forze endogene stanno ridefinendo la struttura industriale cinese e offrono sostegno stabile alle catene di fornitura globali.
Nei recenti anni, la politica economica cinese si è spostata da un approccio basato sul contenimento del rischio verso una fase che mira a stimolare l’innovazione e liberare il potenziale del mercato; quindi si tratta di una svolta nelle politiche di controllo all’empowerment.
Intervengono il sostegno alle imprese private e al settore tecnologico per attrarre capitali e accelerare l’innovazione; l’espansione della domanda interna e promozione dei consumi per sostituire il modello trainato dagli investimenti; le politiche verdi che integrano transizione energetica e upgrading industriale, rafforzando il ruolo della RP della Cina nella governance climatica globale.
Tale evoluzione normativa non solo stabilizza le aspettative interne, ma crea anche nuove opportunità per la cooperazione internazionale, scoprendo l’alto potenziale in un mercato sottovalutato. Il mercato dei capitali cinese presenta oggi valutazioni generalmente contenute, ma con un potenziale di crescita elevato. Un numero enorme di società quotate, con margini di crescita ancora inespressi; aziende leader nei settori predetti quali intelligenza artificiale, energie rinnovabili ed economia digitale continuano a crescere rapidamente.
La bassa partecipazione di investitori stranieri indica ampie opportunità di rendimento; la combinazione tra valutazioni basse e prospettive di crescita robuste rende il mercato cinese particolarmente attraente per chi investe con orizzonte di lungo periodo.
La RP della Cina non è solo beneficiaria del proprio sviluppo, ma rappresenta anche un attore chiave nelle reti globali di commercio e investimento per un’opportunità di cooperazione totalizzante.
Il suo vasto mercato e la catena di fornitura completa offrono una piattaforma stabile per la collaborazione internazionale; l’innovazione tecnologica e la transizione verde pongono spazi di cooperazione con partner di tutto il mondo; l’espansione dei progetti infrastrutturali e l’apertura dei mercati rafforzano la connettività globale e il dialogo economico. L’interazione favorisce non solo l’ottimizzazione delle catene di valore, ma contribuisce anche alla stabilità e alla crescita dell’economia mondiale.
Il futuro dell’economia cinese è una storia di resilienza, innovazione e opportunità. Le sfide sono reali, ma non oscurano le tendenze di lungo periodo. Per gli investitori, guardare alla RP della Cina con una prospettiva strategica significa cogliere uno dei mercati più promettenti al mondo; per i partner commerciali, approfondire la cooperazione con la RP della Cina vuol dire acquisire vantaggi in una fase di ristrutturazione delle catene di fornitura globali.
Nel prossimo decennio, la RP della Cina non sarà soltanto parte della narrazione del rischio, ma diventerà una delle principali fonti di fiducia per l’economia globale. Per chi possiede visione strategica e pazienza, l’economia cinese sta scrivendo un capitolo nuovo e coinvolgente: una storia di innovazione e sviluppo per una prosperità condivisa da tutti i Paesi del mondo che siano in buona fede.

Giancarlo Elia Valori